Tre mesi di attività, oltre 720 milioni di dati analizzati nell'ambito di uno scenario di simulazione in cui hanno oltre cento operatori specializzati, sia militari che civili, hanno lavorato in stretta sinergia per affrontare le principali sfide evolutive del mondo informatico e valutare l’utilizzo di tecnologie innovative per il dominio cyber. Questi i numeri della “Cyber Eagle 2023”, esercitazione di cyber security pianificata e condotta dall’Aeronautica Militare - attraverso il Comando Logistico della Forza Armata - in partnership con DEAS (Difesa e Analisi Sistemi), società italiana leader nella sicurezza delle reti, dei sistemi informativi e dei servizi informatici del Paese, che si è conclusa ufficialmente oggi.
I risultati dell’esercitazione, divenuto ormai un modello di partenariato pubblico-privato tra una Forza Armata e un’azienda e tecnologie italiane, sono stati illustrati questa mattina presso il Reparto Sistemi Informativi Automatizzati (Re.S.I.A.) dell’Aeronautica Militare, che ne ha curato la fase progettuale, alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Generale di Squadra Aerea Luca Goretti, di autorità istituzionali e rappresentanti di aziende del settore.
L’esercitazione - giunta alla sua ottava edizione - ha avuto l’obiettivo di accrescere la consapevolezza sulla minaccia cibernetica e testare la capacità di reazione della Forza Armata nella valutazione della minaccia stessa e delle successive azioni da intraprendere, con il coinvolgimento del Reparto Gestione e Innovazione Sistemi di Comando e Controllo (Re.G.I.S.C.C.) per le fasi di conduzione delle attività esercitative e del Reparto Generale Sicurezza dello Stato Maggiore dell'Aeronautica per gli aspetti di sicurezza legati all'incidente informatico sulle reti AM.
“Dobbiamo essere abili a trasferire nel nostro peculiare ambito questo genere di collaborazioni con il mondo accademico e con realtà aziendali di settore per essere pronti a gestire e, laddove possibile, anticipare il cambiamento e le possibili derivanti minacce”, ha dichiarato il Generale Goretti nel suo intervento. “Ritengo che i risultati conseguiti nel corso dell’esercitazione possano costituire un patrimonio informativo da condividere nel comparto Difesa e costituire un riferimento in ambito tecnologico. La cooperazione in materia di cybersicurezza e di cyberdifesa, in questo senso, è un qualcosa che può concretizzarsi non solo in campo nazionale, ma anche offrendo il nostro contributo alla collaborazione a livello internazionale con gli alleati della NATO, Paesi ed istituzioni dell'Unione Europea ed altri paesi amici”
“In un'epoca in cui la cybersecurity assume una rilevanza geopolitica e geostrategica sempre maggiore, la nostra partnership con Aeronautica Militare è strategica”, ha sottolineato la Dottoressa Stefania Ranzato, Amministratore Unico di DEAS Spa. “La Forza Armata è stata apripista nello sfruttare appieno il binomio tecnologie disruptive associato ad aziende totalmente italiane per migliorare la sua resilienza verso le minacce cyber presenti e future”.
Partendo dalla realizzazione di software ottimizzati volti a orientare e facilitare il lavoro degli operatori, in gergo tecnico dei “cyber agent”, e grazie all’utilizzo di modelli di Intelligenza Artificiale (AI) e al ricorso al potente supercalcolatore HPC - High Performance Computer del Re.S.I.A., che ha ridotto di oltre 14 volte il tempo di elaborazione dati necessario con strumenti di calcolo standard, personale specializzato della Forza Armata e un team di ricercatori ed esperti della società DEAS, che hanno anche ricoperto il ruolo di potenziali aggressori esterni, hanno lavorato per quasi tre mesi a stretto contatto su uno scenario fortemente realistico, pensato anche alla luce dell’attuale contesto geopolitico internazionale in atto. Sono state replicate comunicazioni e scambi di dati dei sistemi di radio assistenza e radio terra-bordo-terra dei velivoli, sfruttando anche la capacità di video processing capability dei sistemi a pilotaggio remoto Predator ed altre piattaforme aeree di comando e controllo in dotazione alla Forza Armata.
Attraverso la produzione di specifici cruscotti informativi dedicati agli operatori e analisti cyber, in grado di associare in modo immediato la minaccia ad una o più capacità operative potenzialmente degradate dagli attacchi cibenetici, l’esercitazione ha permesso di accrescere la capacità di reazione della Forza Armata nella valutazione della minaccia e delle successive azioni da intraprendere e valutare tecnologie innovative per il dominio cyber. Inoltre, con il coinvolgimento di personale specializzato del Reparto Sperimentale Volo dell’Aeronautica Militare, in ambiente esercitativo è stata per la prima volta simulato un attacco cibernetico ad un sistema avionico di un velivolo militare, generando ed installando una modifica malevola su un sofisticato sistema utilizzato sul velivolo Tornado per la raccolta e l’analisi dei dati della missione. Un’attività che ha dimostrato l’importanza del garantire un’appropriata cornice di sicurezza cyber a protezione degli assetti aerei, andando così ad ampliare anche a potenziali minacce cibernetiche la gamma dei possibili inconvenienti o errori che è possibile investigare nelle fasi di test di volo.
Il Reparto Sistemi Informativi Automatizzati (Re.S.I.A.) dell’Aeronautica Militare ha di recente concluso, tra l’altro, il processo di audit nell’ambito di uno specifico bando dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, ricevendo la Certificazione ISO27001:2017 sul Sistema di Gestione per la Sicurezza delle Informazioni, prima tra le Forze Armate a raggiungere tutti i requisiti necessari nell’ambito del processo di certificazione voluto dallo Stato Maggiore della Difesa.
Domani, mercoledì 6 dicembre, la chiusura dell’esercitazione e la presentazione dei risultati conseguiti in quasi tre mesi di attività.
Si avvia alla conclusione la “Cyber Eagle 2023”, esercitazione di cyber security pianificata e condotta dall’Aeronautica Militare - attraverso il Comando Logistico della Forza Armata - in partnership con DEAS (Difesa e Analisi Sistemi), società italiana leader nella sicurezza delle reti, dei sistemi informativi e dei servizi informatici del Paese, per affrontare le principali sfide evolutive del mondo informatico.
I risultati dell’esercitazione “Cyber Eagle”, modello di partenariato pubblico-privato tra una Forza Armata e un’azienda e tecnologie italiane, verranno illustrati domani, mercoledì 6 dicembre, presso la sede del Reparto Sistemi Informativi Automatizzati (Re.S.I.A.) dell’Aeronautica Militare, che ne ha curato la fase progettuale, alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Generale di Squadra Aerea Luca Goretti, di autorità istituzionali e rappresentanti di aziende del settore.
L’esercitazione - giunta alla sua ottava edizione - ha l’obiettivo di testare la capacità di reazione della Forza Armata nella valutazione della minaccia e delle successive azioni da intraprendere, con il coinvolgimento del Reparto Generale Sicurezza dello Stato Maggiore dell'Aeronautica per gli aspetti di sicurezza legati all'incidente informatico sulle reti AM, e rappresenta inoltre una opportunità preziosa per valutare tecnologie innovative per il dominio cyber.
Partendo dalla realizzazione di software ottimizzati volti a orientare e facilitare il lavoro degli operatori, e grazie all’utilizzo di modelli di Intelligenza Artificiale (AI) e al ricorso al potente supercalcolatore HPC - High Performance Computer del Re.S.I.A., personale specializzato della Forza Armata e un team di ricercatori ed esperti della società DEAS, che hanno ricoperto il ruolo di potenziali aggressori esterni, hanno lavorato per quasi tre mesi a stretto contatto su uno scenario fortemente realistico, pensato anche alla luce dell’attuale contesto geopolitico internazionale in atto. Sono state replicate comunicazioni e scambi di dati dei sistemi di radio assistenza e radio terra-bordo-terra dei velivoli, sfruttando anche la capacità di video processing capability dei sistemi a pilotaggio remoto Predator in dotazione alla Forza Armata.
Il Reparto Sistemi Informativi Automatizzati (Re.S.I.A.) dell’Aeronautica Militare ha di recente concluso, tra l’altro, il processo di audit nell’ambito di uno specifico bando dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, ricevendo la Certificazione ISO27001:2017 sul Sistema di Gestione per la Sicurezza delle Informazioni, prima tra le Forze Armate a raggiungere tutti i requisiti necessari nell’ambito del processo di certificazione voluto dallo Stato Maggiore della Difesa.
Proseguono le attività del Coworking Artefacendo di San Giovanni Rotondo per l’educazione alla digitalizzazione.
Questa è la volta degli allevatori, con il corso “Pastori Digitali” che si prefigge di fornire loro le competenze di base per organizzare e gestire una comunicazione efficace e sostenibile per la propria azienda e di promuovere i prodotti realizzati in masseria attraverso l’uso di strumenti a disposizione di tutti, come lo smartphone, il pc e internet.
A tenere il corso sarà Domenico Sergio Antonacci, esperto del settore nonché guida turistica che spesso fa tappa nelle masserie del territorio durante le escursioni organizzate con Gargano Natour. «È proprio frequentando alcune aziende zootecniche del Gargano, specie quelle dove ci sono giovani, che mi è venuta l’idea di organizzare questo mini-corso che vuole essere accessibile e utile, nella pratica, ad incrementare il business -racconta Antonacci e prosegue-. L'allevamento sul Gargano ha diverse criticità, non tutte di facile risoluzione, ma bisogna innanzitutto guardare avanti e puntare verso l’innovazione, diversamente non vedo un futuro roseo per questa importantissima attività – chiude il social media manager».
Il primo appuntamento di “Pastori Digitali” si terrà giovedì 7 dicembre, dalle 18.00-20.00, a San Giovanni Rotondo presso il Coworking Artefacendo.
La partecipazione è gratuita, per informazioni ed iscriversi basta chiamare il 3931753151.
Un progetto che punta a valorizzare e promuovere la città di Vieste, con le sue molteplici eccellenze, attraverso il racconto di chi l’ha scelta. “Scatta e viralizza” è la nuova iniziativa promossa dall’associazione culturale “La Maratona Fotografica” di Vieste, dal Comune di Vieste, dal consorzio di operatori turistici “Gargano Mare”, da AEG (Associazione Extralberghiere Gargano) e dal progetto Vieste in Love.
Coerente con le linee guida del piano strategico del turismo Puglia 365 e del piano strategico della cultura in Puglia “PIIIL”, “Scatta e viralizza” rientra tra le attività tese a valorizzare e promuovere le bellezze e le peculiarità del territorio pugliese.
Con questa iniziativa si invita a raccontare l’esperienza della vacanza a Vieste con hashtag #vieste e #viesteinlove. L’idea, nell’ambito di un progetto più ampio finalizzato alla viralizzazione dei contenuti più caratteristici della “perla del Gargano”, si pone l’obiettivo di allargare la platea dei turisti già innamorati di questo territorio e di quelli che potenzialmente potrebbero esserne attratti, attraverso la condivisione di foto, video, post, story e contenuti “social”.
Vieste, con più di 2 milioni di pernottamenti si è confermata regina del turismo pugliese, con visitatori provenienti da ogni parte del mondo, grazie a un’offerta varia (tra mare, spiagge, foresta, natura e sport), con una programmazione di eventi fortemente coinvolgente e attrattiva e proposte di elevato spessore, tra cui spicca l’opera “Building Bridges”. L’opera, realizzata da Lorenzo Quinn, uno dei più grandi artisti contemporanei al mondo, è stata “ospite” di Vieste per tutta l’estate nel suggestivo scenario di viale Marinai d’Italia, adiacente la strepitosa Marina Piccola. Sei paia di mani che simboleggiano valori universali quali amicizia, saggezza, aiuto, fede, speranza. Dulcis in fundo, amore.
Vista la quantità incalcolabile di scatti che hanno immortalato quest’opera assieme a tutti i simboli più suggestivi, quali falesie, Pizzomunno, trabucchi, castello e tanto altro, con il progetto “Scatta e viralizza” si va a dare ulteriore impulso a Vieste sui social network, invitando chi l’ha visitata a pubblicare le foto più belle delle proprie vacanze sui principali canali social e multimediali, per ottenere una rapida viralizzazione del territorio e ottenere, sulla scia delle emozioni, un forte feedback in termini di prenotazioni per i prossimi mesi del 2023 e per tutto il 2024.
Prima internazionale. Il prof. Gianni Alessio ha operato in remoto dalla sua stanza, con la piattaforma 4D Suite™, di iVis Technologies, un uomo affetto da distrofia epiteliale di Cogan, fisicamente presente in sala operatoria. La connessione 5G di TIM ha permesso di mantenere latenza di trasmissione dati inferiore a 50 millisecondi. Il Politecnico di Bari ha predisposto il sistema di archiviazione dati sanitari con tecnologia blockchain.
Si è concluso positivamente oggi al Policlinico di Bari il primo intervento di chirurgia corneale gestita da remoto in connessione 5G su paziente. L’uomo, 53 anni, era affetto da distrofia epiteliale di Cogan, una patologia caratterizzata dalla presenza di lesioni microcistiche sulla cornea che genera un appannamento della vista, dolore ed eccessiva lacrimazione.
Il tradizionale trattamento con laser necessario per rimuovere le irregolarità di forma della cornea è stato eseguito per la prima volta a livello internazionale da remoto. Il prof. Gianni Alessio, infatti, ha controllato e guidato dalla sede della direzione della clinica oculistica il laser iRes®2KHz che ha operato in real-time, con visualizzazione 3D, tramite la iVis Remote Control Station.
Il paziente, che nei giorni precedenti si è sottoposto a controlli ed esami che hanno rilevato esattamente il grado delle lesioni, per personalizzare il trattamento, era sdraiato in sala operatoria assistito da una equipe chirurgica di controllo.
Tim ha fornito al Policlinico di Bari l’infrastruttura necessaria a garantire la connessione 5G con latenza di trasmissione dati inferiore a 50 millisecondi tra la iVis Remote Control Station ed il laser iRes®2KHz.
L’infrastruttura fornita da TIM ha previsto due moduli radio 5G installati all’interno della sala del Prof. Alessio e nella sala operatoria presso il reparto di oculistica, che hanno reso possibile il collegamento ad Internet via radio grazie all'utilizzo di appositi Router 5G. I moduli radio sono stati interconnessi direttamente alla Core Network di TIM attraverso un accesso in fibra ottica a 10Gbps.
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Tutto ha funzionato nel modo corretto. L’intervento è stato possibile grazie al progetto Horus di iVis Technologies, con cui l’azienda pugliese ha sviluppato la piattaforma 4D Suite™, che gestisce, con controllo remoto, l’intero ciclo di screening, diagnosi, trattamento e follow-up delle patologie corneali.
Il trattamento dei dati sanitari del paziente e la registrazione inalterabile dell’intervento ai fini medico legali sono stati gestiti con tecnologia blockchain grazie a un sistema messo a punto dal prof. Michele Ruta del dipartimento di ingegneria elettrica e dell'informazione del Politecnico di Bari.
“L’intervento personalizzato con tecnica di Ray Tracing che ho pianificato tramite l’applicazione Cipta®Web ha consentito il trattamento della distrofia epiteliale diagnosticata al paziente. Tale patologia è altamente invalidante in termini di qualità della visione. Effettuare l’intervento con un controllo a distanza, tramite processi totalmente automatizzati, apre al chirurgo oculista nuove frontiere consentendogli di operare complesse patologie corneali da remoto, in totale sicurezza, ovunque sia localizzata la sala operatoria”, ha spiegato il prof. Giovanni Alessio, direttore del dipartimento di oculistica del Policlinico di Bari, nella conferenza stampa che si è svolta al termine dell’intervento.
“Stiamo traghettando il Policlinico di Bari in un mondo differente. Grazie alla sinergia tra iVis Technologies, Tim e Politecnico abbiamo messo in campo un sistema completo di automazione dei processi e controllo da remoto in tempo reale di un intervento chirurgico, superando quello che è ancora un limite dell’applicazione della telechirurgia. Abbiamo fatto toccare con mano il massimo che la tecnologia disponibile possa offrire. Infatti solo pochi sistemi sono in grado di garantire omogeneità di performance e minimizzare il rischio intraoperatorio eseguendo interventi con il chirurgo in una posizione geografica diversa da quella del paziente. E l’abbiamo fatto qui a Bari confermando l’alto livello di eccellenza del nostro ospedale e dei nostri professionisti”, ha evidenziato il direttore generale del Policlinico di Bari, Giovanni Migliore.
"Il Gruppo TIM è al fianco del mondo della Sanità per accelerare il processo di adozione delle tecnologie digitali e la loro integrazione nel percorso che va dalla prevenzione alla cura delle persone – ha dichiarato Sabina Strazzullo, Head of National & Local Institutional Affairs TIM -. Utilizziamo tecnologie all’avanguardia come la telemedicina, la Realtà Aumentata e la Realtà Virtuale che beneficiano notevolmente delle altissime prestazioni della rete 5G. Il progetto BARIUM 5G guidato dal Politecnico di Bari è un chiaro esempio delle competenze, tecnologie e infrastrutture che TIM Enterprise, la business unit del Gruppo dedicata alle aziende e alla Pubblica Amministrazione, può mettere a disposizione della Sanità per ridurre le distanze tra medico e paziente".
“La tecnologia blockchain applicata alla chirurgia consente di avere la tracciabilità di ogni fase dell'intervento – ha aggiunto il prof. Michele Ruta del dipartimento di ingegneria elettrica e dell'informazione del Politecnico di Bari - Una sorta di scatola nera digitale dell'operazione, nella quale tutto viene registrato e archiviato in maniera indelebile e immodificabile. Una tale sistema di gestione dei dati, in ambito sanitario, garantisce massima trasparenza e affidabilità, a tutela del paziente e anche degli operatori sanitari. È questo uno dei casi in cui la ricerca scientifica e le nuove tecnologie, valorizzate attraverso una collaborazione virtuosa tra pubblico e privato, producono vera innovazione, quella che può migliorare i servizi pubblici e la vita delle persone. Come Politecnico di Bari siamo molto soddisfatti di questa sinergia, che consideriamo apripista di un nuovo modo di collaborare tra istituzioni e imprese, università”.
“iVis Technologies opera nel settore oculistico investendo il 70% del fatturato in R&S, con un portafoglio di 17 brevetti internazionali, applicando da oltre 30 anni, nella realizzazione dei propri dispositivi medici, i processi oggi meglio identificati come Sanità 4.0. La 4D Suite™ tramite l'applicazione Cipta®Web, gestisce da remoto l’intero ciclo di Screening, Diagnosi, Trattamento e Follow-up (SDTF) delle patologie corneali e dei difetti refrattivi, con processi totalmente automatizzati. La gestione automatizzata ed il controllo da remoto del ciclo SDTF eliminano la necessità di competenze altamente specializzate nel sito di erogazione della prestazione, introducendo la rivoluzionaria opportunità di offrire stesse chances di successo ad ogni paziente, ovunque viva, indipendentemente dall’etnia, età, sesso, eliminando alla radice le cause della migrazione sanitaria”, ha spiegato l’ing. Giuseppe D’Ippolito, amministratore unico di iVis Technologies.
“Questa è l’Italia che funziona – ha concluso l’assessore alla Sanità della regione Puglia, Rocco Palese – e la Puglia è in prima linea. Oggi abbiamo toccato con mano il presente nel futuro. Dopo due anni di lavoro l’equipe del prof. Alessio è riuscita a portare a termine un progetto incredibile dal punto di vista medico- scientifico e dell’innovazione. La sinergia nel territorio, tra Policlinico, Politecnico e un’azienda pugliese ha portato a questo eccellente risultato, con l’apporto di una multinazionale come Tim. L’esperienza di oggi sarà presentata nei congressi medici internazionali e in questo c’è l’orgoglio della Puglia.
Per la Puglia diventano così cose del presente la medicina di precisione, la telemedicina, il fascicolo sanitario elettronico, la medicina robotica, la medicina personalizzata. Questo ci farà risparmiare il personale anche per la gestione delle prossime Case di comunità: con le nuove tecnologie non abbiamo bisogno di migliaia di persone in più per stare vicini ai bisogni del territorio con altissime professionalità, semplificando l’assistenza anche in chirurgia.
Il Policlinico di Bari ha dimostrato oggi che dopo molti sforzi in Puglia siamo ai più alti livelli di eccellenza internazionale ed è questa la strada che dovremo perseguire”.
Insolita ma opportuna prassi, per la sicurezza nazionale, quella che in Puglia giovedì 14 settembre 2023, alle ore 12, e in Basilicata martedì 19 settembre, sempre alle ore 12.00, avverrà sui telefoni cellulari di tutti i cittadini presenti sul territorio delle regioni indicate. Difatti, con un BIP diverso dal solito, saranno raggiunti da un messaggio di test IT-alert, il nuovo sistema di allarme pubblico nazionale.
L’evento avverrà contemporaneamente su tutti i telefonini. Al BIP, che non è una vera allerta o altro, ma semplicemente un test, seguirà un messaggio da leggere, con l’invito di risposta per confermare il test, per poi indirizzarsi sul sito www.it-alert.it/it/ e rispondere a un questionario.
Il test IT-alert, che non sostituirà le modalità di informazione e comunicazione già in uso a livello regionale e locale, ma andrà solo a integrarle, è propedeutico per informare direttamente la popolazione in caso di gravi emergenze imminenti o in corso di competenza del Servizio nazionale di Protezione Civile, ovvero:
- maremoto (generato da un terremoto);
- collasso di una grande diga;
- attività vulcanica (per i vulcani Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano e Stromboli);
- incidenti nucleari o emergenze radiologiche;
- incidenti rilevanti in stabilimenti industriali o precipitazioni intense.
Ovviamente la ricezione del messaggio dipenderà anche dal dispositivo e dalla versione del sistema operativo installata sul cellulare. Pertanto, il test servirà anche a verificare tutte le eventuali criticità per ottimizzare il sistema.
Lunedì 11 settembre, alle ore 17.00, si svolgerà "Metodo analogico e Università: innovazioni, sperimentazioni, formazione degli insegnanti", il webinar propedeutico per le innovazioni che hanno riguardato l’intero curricolo della scuola primaria, dalla matematica all’italiano alle discipline, e gli apprendimenti alla scuola dell’infanzia.
I docenti saranno con Giusi Antonia Toto, Mery Semeraro, Dario Ianes, Camillo Bortolato.
In decenni di esperienza nelle classi, il Metodo analogico ha proposto un cambio di prospettiva radicale sull’apprendimento delle bambine e dei bambini.
Dei capisaldi del Metodo e delle innovazioni che ha portato nella Scuola parleremo con:
- Giusi Antonia Toto, Professoressa ordinaria di Didattica e pedagogia speciale all’Università di Foggia, delegata del Rettore per la formazione degli insegnanti e per la formazione, che ha recentemente coordinato una sperimentazione sugli strumenti analogici nel Dipartimento di Studi Umanistici della stessa Università, facendo incontrare insegnanti e ricercatori e implementando i principi e le applicazioni nella formazione per gli insegnanti di sostegno.
- Mery Semeraro, insegnante e formatrice del Metodo analogico.
- Dario Ianes, Docente ordinario di Pedagogia e didattica dell’inclusione all’Università di Bolzano, co-fondatore del Centro Studi Erickson di Trento.
- Camillo Bortolato, insegnante e pedagogista, ideatore del Metodo analogico.
Modera: Giuseppe Degara, coordinatore Metodo Analogico - Erickson.
La partecipazione al webinar è gratuita. Per accedervi cliccare qui per la compilazione del form.
I Finanzieri del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma hanno dato esecuzione a un decreto di perquisizione personale, informatica e locale emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano nei confronti di 13 persone, – dodici di nazionalità italiana e una di origini albanesi, residenti in diverse regioni della penisola e in Germania – indiziate di essere, in concorso tra loro, gli amministratori di canali social che vendevano abusivamente abbonamenti ai palinsesti TV protetti dal diritto d’autore, diffondendo i flussi IPTV “pirata” attraverso reti telematiche.
In Germania, a Francoforte sul Meno, le operazioni sono state condotte nei confronti di 2 soggetti italiani, attraverso i canali di cooperazione giudiziaria internazionale coordinati da Eurojust – Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale, con la collaborazione della Hessischen Polizei – Polizeipräsidium Frankfurt am Main (Polizia di Stato dell’Assia – Questura di Francoforte sul Meno) attraverso l’emissione di un Ordine di Indagine Europeo emesso dall’Autorità giudiziaria di Milano.
Nell’occasione, è stato eseguito anche un decreto di sequestro di 60 risorse della piattaforma di messaggistica Telegram e di un sito web utilizzati per l’attività illecita, in violazione delle norme sul diritto d’autore (c.d. IPTV “pirata”), nonché dei proventi illeciti per oltre 620.000 euro, tratti dal business illegale, ricostruiti grazie alle indagini finanziarie svolte sui conti aperti dagli indagati su piattaforme di servizi di pagamento digitale e di trasferimento di denaro tramite internet e su account detenuti presso exchange gestori di criptovalute.
Gli organizzatori del sistema illegale, il cui principale luogo di incontro virtuale era costituito da un canale Telegram denominato “Impero IPTV”, dopo aver creato il bouquet di canali, provvedevano, infatti, ad abilitare i clienti privati dietro pagamento di “abbonamenti” illeciti a prezzi fortemente concorrenziali (tra i 10 euro di canone mensile e i 90 euro annuali), che venivano dirottati su carte di credito prepagate o piattaforme web di pagamento.
Le investigazioni tecniche e lo studio della piattaforma di messaggistica Telegram, oltre a far emergere la presenza di un consolidato sistema di condivisione e diffusione non autorizzata di palinsesti televisivi, serie TV e altri contenuti d’intrattenimento a pagamento distribuiti via internet dalle maggiori piattaforme di streaming, hanno permesso alle Fiamme Gialle delle Unità Speciali di ricostruire, in particolare, l’architettura organizzativa del network illecito, che aveva una struttura “piramidale”.
Lo schema di vendita internazionale dei servizi IPTV illegali scoperti era articolato su tre livelli ben definiti:
- al primo veniva proposta la vendita di abbonamenti mensili/annuali, tramite i quali il cliente finale aveva accesso a un pacchetto di contenuti normalmente protetti da copyright;
- al secondo veniva proposta la vendita di pannelli per rivenditori (c.d. reseller), ovvero soggetti che, attraverso l’acquisto di crediti per i predetti pannelli, potevano rivendere pacchetti di contenuti ai clienti finali;
- al terzo veniva proposta la vendita di pannelli per Master, in Germania da parte di due soggetti, ovvero soggetti abilitati a creare una propria rete di vendita e gestione, oltre dei propri clienti (coloro che si connettono per la fruizione del servizio IPTV), anche dei propri rivenditori del servizio IPTV.
L’attività costituisce l’esito di un secondo filone investigativo scaturito da una precedente operazione condotta da questo Nucleo Speciale in materia di protezione del diritto d’autore, avviata sotto il coordinamento della Magistratura inquirente di Milano a seguito di una denuncia presentata dall’Ordine dei giornalisti della Lombardia e che, già nell’ottobre 2022, aveva portato al sequestro di 545 canali Telegram e alla denuncia di 8 responsabili, per l’illegale diffusione online di copie di quotidiani e riviste di rilievo nazionale.
Il dispositivo di contrasto alla pirateria digitale attuato dal Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche, pertanto, si inquadra nella più ampia strategia di presidio che la Guardia di Finanza assicura quotidianamente in tale segmento operativo accanto a quello della “pirateria fisica”.
La violazione dei diritti di proprietà intellettuale costituisce, infatti, un’attività illecita estremamente lucrativa per le organizzazioni criminali e genera notevoli danni per le industrie cinematografiche e per l’economia legale, in termini di perdita di fatturato diretto e nell’indotto, di posti di lavoro, di mancate entrate fiscali, oltreché di future capacità e opportunità di investimento.
Si evidenzia che il procedimento penale verte ancora nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.
La diffusione del presente comunicato stampa è stata autorizzata dalla Procura della Repubblica di Milano in ottemperanza alle disposizioni del D.Lgs. n. 188/2021.
FdI: “La Regione blocca ‘all’ultimo minuto’ la piattaforma per adeguarla ad una nuova legge. Peccato che le nuove norme sono note da febbraio scorso”.
Forza Italia: “Grave danno a cittadini interessati, assessore spieghi”.
nota del capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Francesco Ventola, a nome dell’intero Gruppo.
“Dalle 21 di ieri sera non è stato più possibile connettersi alle piattaforme della Regione Puglia per chiedere presentare progetti e chiedere finanziamenti. Lo ha comunicato ieri l’assessore alle Attività produttive, Delli Noci, spiegando che lo stop dipende non certo dalla Regione Puglia, ma per consentire l’adeguamento del sistema informatico a una nuova e famigerata legge, la numero 41 del 2023, che da domani primo giugno prevede una procedura diversa di inserimento dati.
Tempo fa vi era una trasmissione sulla RAI che si chiamava ‘All’ultimo minuto’ che oggi potrebbe trattare il caso Puglia. Non vogliamo fare facile ironia, ma è evidente che questa è una Regione che vive di continue emergenze e passerelle. In questo caso, infatti, la legge alla quale fa riferimento l’assessore è del 21 aprile 2023 (vale a dire di 40 giorni fa), per altro le disposizioni erano contenute in un decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri il 24 febbraio scorso (vale a dire oltre 3 mesi fa).
La domanda è scontata: perché si è aspettato l’ultimo giorno per adeguare la piattaforma? Perché non lo si è fatto, in parallelo alla piattaforma esistente, un mese fa in modo da non prevedere l’interruzione, ma di andare in automatico con la nuova procedura. Anche per avere il tempo di poterla testare e non andare incontro a possibili altri blocchi?
Appunto: è la Regione che vive di emergenze, che poi spaccia la soluzione come se fosse un’azione straordinaria, invece, siamo di fronte a una mancata programmazione e gestione del quotidiano che dimostra tutta l’inadeguatezza di questo governo”.
nota dei consiglieri regionali di Forza Italia Paride Mazzotta, Massimiliano Di Cuia, Napoleone Cera e Paolo Dell’Erba.
“Da un giorno all’altro, senza alcun preavviso e senza alcuna considerazione dei cittadini che si preparavano a partecipare: la sospensione dei bandi regionali, annunciata dall’assessore allo sviluppo economico, richiede delle spiegazioni, ma è necessario fare un passo indietro per inquadrare la situazione. Quando si partecipa ad un bando, molto spesso si ha bisogno del supporto di professionisti e consulenti e c’è un lavoro propedeutico molto importante. Non è semplice, insomma. Il cittadino interessato, perciò, l’altro giorno avrà avuto un bel colpo dopo la dichiarazione di sospensione. Una decisione assunta per adeguare i bandi alle nuove normative, una scelta obbligata. Ma altrettanto doveroso, visto che era nota la necessità dell’adeguamento, sarebbe stato dare un largo preavviso affinché nessuno lavorasse o spendesse soldi inutilmente. Invece, niente e nessuna informazione sulla riapertura dei bandi. Noi, quindi, ci aspettiamo che l’assessore chiarisca e dica ai pugliesi perché ha inteso agire in questa direzione, senza comunicazioni precedenti e senza fornire indicazioni sui tempi per la riattivazione delle misure”.