Non è che a me piacesse la trasmissione, a volte la seguivo perché c’è sempre da imparare da chi ci mette la faccia e il nome e anche da soppesare i contenuti. Tuttavia devo dirlo, spesso era forzatamente direzionale su alcuni temi e a volte sarcasticamente irridente verso personaggi terzi, con incursioni di faziosi e irriverenti opinionisti eremiti su vette alticce.
Ma la libertà di stampa, anche quella che da molti è definita di parte o pretestuosa, che fa parlare i dissonanti dal coro governativo o europeo, non va mai chiusa.
Zittire una voce forse perché tra queste ce n'era una solista, invitata e pagata, ma libera di dir la sua, è l'ennesima dimostrazione che quel 58esimo posto è più che meritato.
Ora, seguendo il “dogma” imposto come filo conduttore della tanto blaterata “corretta informazione” promossa con tanto di spot contro le fake news, sarebbe "giusto" zittire anche trasmissioni che ostentano senza pudori eventi belligeranti che il giornalismo dovrebbe analizzare, ponderare, provare senza ombre e con incontrovertibili documenti alla mano, e non solo per patti e firme messe su carte che ora ci legano a "contratti" da cui come Paese non possiamo prescindere senza sanzioni politiche, finanziarie e commerciali.
"Cartabianca" non andrebbe chiusa e/o interrotta, come le gole profonde di viale Mazzini stanno dicendo e, di fatto, zittire Bianca Berlinguer, giornalista, che ha tutto il diritto di far il suo lavoro, che piaccia o no, ha una funzione pubblica di informazione.
La verità, sempre secondo altre gole profonde della RAI, è che la trasmissione è stata solo interrotta e riprenderà in autunno, come avverrà per altre durante l’estate.
Chi credere? La verità potrebbe star nel mezzo, far riposare Bianca (far tacere Orsini) e decidere per la prossima stagione, contenuti in primis, ovvio.
Tanto per ricordare..., pochi giorni si è, diciamo per dire..., festeggiata la Giornata Mondiale della libertà di stampa, proclamata il 03 maggio 1993 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, con l'obiettivo di garantire ai cittadini una corretta informazione e metterli al corrente delle violazioni della stampa libera. Difendere i media dagli attacchi alla loro indipendenza e rendere omaggio ai giornalisti che hanno perso la vita nell’esercizio della loro professione. Al centro del mandato dell’UNESCO c’è la libertà di stampa e la libertà di espressione. L’UNESCO ritiene che queste libertà consenta la comprensione reciproca per costruire una pace.
Appunto, libertà di stampa e la libertà di espressione come costruttrice di pace dove insistono guerre, e non solo quella attuale in Ucraina, laddove la prima a morire è proprio la verità.
Piuttosto si valuti il tanto "riservato" ministro della difesa Guerini che secreta gli armamenti "donati (?)" all'Ucraina, e poi il vice ministro dell'Interno ucraino Yenen li ostenta in TV, parlando di 43 mezzi di artiglieria pesante per poi, imbarazzato per esser stato ripreso dalla conduttrice, correggersi con 43 mezzi antincendio.
Al segreto di Pulcinella solo gli stupidi ci credono. Totò avrebbe detto “Ma mi faccia il piacere!”
Ad Maiora!
#puntidisvista ♨️ #freethinker #libertàdistampa #bavaglio #cartabianca #nofakenews #warucraina #NoWAR #PeaceUcraina
“Otto bambini e quattro adulti sono appena arrivati in Puglia dall’Ucraina. Quattro bambini necessitano di cure in Ospedale e verranno ricoverati al Giovanni XXIII insieme alle loro mamme. L’operazione di trasferimento in aereo è andata a buon fine: il nostro personale, guidato dal dott. Felice Spaccavento e composto dall’infermiera Giuseppina Muggeo e dalla mediatrice culturale della Regione Puglia Karina Pershyna, si è recato questa mattina da Bari in Polonia, in prossimità del confine con l’Ucraina, a prenderli. Siamo pronti a dare loro tutte le cure e l’assistenza di cui hanno bisogno. Ringrazio tutti coloro che sono al lavoro per dare supporto e accoglienza”.
Sono le parole del presidente della Regione Puglia con riferimento alla missione pugliese grazie alla quale sono state messe in salvo oggi quattro mamme e otto bambini in fuga dall’Ucraina.
Un ATR42 della Guardia Costiera di Catania è partito da Bari stamane alle 9,30 verso l’aeroporto di Rzesow in Polonia, a circa 70 km dal confine con l’Ucraina, per poi ripartire nel primo pomeriggio e atterrare alle 17,30 all’aeroporto di Bari-Palese, con a bordo il gruppo di 12 rifugiati. Assieme al medico rianimatore Felice Spaccavento, che ha seguito l’operazione per quanto riguarda gli aspetti sanitari, in particolare per le prime verifiche sulla salute di donne e bambini e, appena giunti a Bari, l’esecuzione di tamponi anti-Covid, c’erano l’infermiera Giuseppina Muggeo e la mediatrice culturale della Regione Puglia Karina Pershyna.
La missione è stata condotta in coordinamento con il Servizio di emergenza territoriale 118, per i necessari trasferimenti, e con il Policlinico di Bari, che si occuperà delle cure da prestare a quattro piccoli ucraini, vista la loro condizione di fragilità, nell’Ospedale Giovanni XXIII.
I quattro piccoli pazienti, dai 10 ai 16 anni con patologia diabetica, sono stati ricoverati presso il reparto di malattie metaboliche dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII e sono assistiti dagli specialisti diabetologi del reparto Maurizio Delvecchio ed Elvira Piccinno. Con loro sono state ricoverate anche le rispettive mamme e la sorellina piccola di uno dei pazienti per evitare che stesse lontana dalla madre. I restanti minori saranno ospitati in due comunità, a Molfetta e Barletta.
“È stata una delle esperienze più toccanti della mia vita - ha dichiarato il dott. Felice Spaccavento - ho visto nei loro occhi la paura, il timore, la drammaticità della guerra che era lì, a pochi chilometri di distanza. Sono orgoglioso di aver portato il mio team dalla Puglia ed essere riuscito a recuperare questi bambini che finalmente, forse, potranno tornare a sorridere un po’ di più nonostante quello che hanno subito”.
LE DICHIARAZIONI DEL DOTT. FELICE SPACCAVENTO
“Finora abbiamo garantito assistenza e cure specialistiche a 9 piccoli pazienti provenienti dall’Ucraina - spiega il direttore sanitario del presidio Giovanni XXIII Livio Melpignano- i nostri professionisti sono impegnati ad assicurare alle famiglie in fuga dalla guerra anche l’assistenza psicologica necessaria a chi ha subito traumi importanti. L’ospedale pediatrico Giovanni XXIII rappresenta un riferimento certo nella cura dei minori per il sistema sanitario regionale”.
"Ringrazio i nostri operatori - dichiara Antonio Sanguedolce direttore generale Asl Bari - che, anche in questa occasione straordinaria, sono stati prontissimi a prestare la loro opera in un teatro internazionale così complesso. La ASL Bari è e resta a disposizione del sistema sanitario regionale per offrire assistenza ai rifugiati ucraini, in ogni occasione che si presenterà e con tutte le strutture e il personale necessari".
“Il Policlinico di Bari con l’ospedale pediatrico mette a disposizione posti letto e cure specialistiche insieme all’equipe di psicologi che seguono i piccoli pazienti con le mamme provenienti dall’Ucraina nello spirito di accoglienza e solidarietà che è alla base del servizio sanitario” dichiara Giovanni Migliore, direttore generale del Policlinico di Bari.
Il Liceo Classico Lanza di Ascoli Satriano, a seguito dei preoccupanti scenari di guerra apertisi nel cuore dell'Europa, al fine di sensibilizzare le nuove generazioni ai temi della pace, della tolleranza, dell'accoglienza e della solidarietà, ha organizzato per giovedì 28 Aprile p.v. alle ore 10,30, presso l'aula magna, una Conferenza sul tema : " I giovani e la guerra", relatore il Generale di Divisione Dott. Potito Genova, già Consigliere militare alla NATO e all’Unione Europea.
Seguirà l'intervento del dirigente del Lanza, prof.Giuseppe Trecca. Sarà poi la volta della Dott.ssa Angela Barbato, Commissario Prefettizio della Città di Ascoli Satriano. La parola passerà quindi alla Dott ssa Maria Aida Episcopo, dirigente USR Puglia Ufficio V ambito territoriale Foggia. L'incontro proseguirà con una testimonianza del giovane ex Liceale Giuseppe Frisiello. A seguire, l'intervento del Cav. Saverio Pandiscia, presidente dell' Associazione Nazionale Figli di Caduti e Dispersi in Guerra, sez. di Orta Nova.
Non mancherà una sorpresa preparata per l'occasione dal Musicista e Compositore, M° Pasquale Inglese.
Al termine dell'evento gli studenti del Liceo Classico di Ascoli sottoscriveranno una petizione per la pace da estendere, tramite il Provveditorato provinciale, a tutti gli istituti superiori della provincia di Foggia da inviare all'ONU.
Puglia: in cielo arcobaleni, non bombe! 10^ Marcia della Pace Emmaus - Amendola. Il Coordinamento Capitanata per la invita tutte e tutti ad unirsi e marciare per la pace.
Il 10 aprile, Domenica delle palme, il Coordinamento Capitanata per la Pace, nato da circa un mese, fa sua e promuove la 10^ Marcia della Pace dalla Comunità Emmaus all’Aeroporto militare di Amendola, tradizionale appuntamento del pacifismo nel nostro territorio.
Se negli scorsi anni il pacifismo è sembrato ad alcuni un tema lontano e riservato a pochi, proprio l’invasione russa dell’Ucraina e la guerra conseguente hanno nuovamente mostrato il suo straordinario valore universale. Per questo intendiamo ribadire tante delle nostre storiche posizioni, laddove opportuno aggiornate alla luce dei tragici sviluppi di questi giorni ed espresse nell’Appello della Marcia. [cfr. qui di seguito]
Alla gran parte della classe politica nazionale ed europea, incapace di ipotizzare un’alternativa, diciamo che noi amanti della pace non ci stiamo, non accettiamo l’osceno equilibrio del terrore e ci opponiamo alla nefasta ripetizione delle logiche belliche.
Se non ora, quando? Il momento è adesso!
Domenica 10 aprile 2022, dalle ore 9.00, a Emmaus, con la benedizione delle palme e degli ulivi e i nostri corpi in movimento fino all’Aeroporto di Amendola.
APPELLO
Puglia: in cielo arcobaleni, non bombe!
10^ Marcia per la pace Comunità Emmaus-Amendola (Foggia)
Domenica delle Palme - 10 aprile 2022 (ore 9-13)
Noi, amanti della Pace,
DICIAMO NO
- alla brutale aggressione della Russia di Putin all’Ucraina
- al neoimperialismo russo
- agli attacchi dell’Ucraina contro il Donbass
- a tutte le guerre
- alla riduzione/annullamento degli spazi di democrazia e di dissenso causati dalla logica della guerra
- all’invio di armi da Italia e Paesi UE perché allontana la pace ed avvicina la guerra mondiale
- all’espansione della NATO nell’Est Europa, auspicando il suo scioglimento
- all’aumento delle spese militari voluto da vari Governi europei, rifiutato dalla maggioranza della popolazione italiana e definito da Papa Francesco una “pazzia”
- alla presenza ad Amendola di droni armati e dei costosissimi F-35, predisposti per la guerra nucleare
- all’esposizione offensiva dell'Aeroporto di Amendola che mette in pericolo il nostro territorio
Noi, amanti della Pace,
DICIAMO SI
- ad un immediato "cessate il fuoco" in Ucraina ed al ritiro delle truppe
- ad aiuti, accoglienza e protezione per la popolazione ucraina e per i profughi di tutte le guerre
- al coraggio di cittadine e cittadini russi che si oppongono alla guerra sfidando un regime autoritario
- ad un’Ucraina multietnica, neutrale e senza basi straniere nel suo territorio
- ad un ruolo di primo piano di UE e ONU nei negoziati tra Zelensky e Putin
- ad una riforma del Consiglio di sicurezza dell’ONU ed all’abolizione del diritto di veto
- all’adesione dell’Italia al Trattato ONU del 2017 che proibisce le armi nucleari
- all’efficacia della strada mostrata nella storia dai tanti esempi di lotte non armate e nonviolente
- all’apertura di un dibattito su una possibile riconversione naturalistica di Amendola
- alla costruzione di Pace e giustizia anche con i nostri comportamenti e le relazioni tra noi e con l’ambiente, sempre vittima della guerra al pari degli esseri umani
NO AD OGNI IMPERIALISMO AL MILITARISMO ED A TUTTI I NAZIONALISMI!
Coordinamento “Capitanata per la pace”
Quando ci sono conflitti armati tra nazioni la geopolitica non va letta solo come il predominio territoriale tra i confini di quei paesi, ma interpretata anche sul piano dei motivi che lo ha scatenato dopo anni di azioni precedenti, che hanno eroso i popoli contrastanti e che nelle loro intenzioni cercano di mantenere il potere. Ciò non giustifica un conflitto armato, neanche l’invasore e l’invaso che risponde, seppur a difesa, con gli stessi strumenti assassini, perché le guerre hanno sempre portato morte, povertà per tanti e ricchezza per pochi, e lunghe oppressioni e soprusi.
In Ucraina si sperava in un’azione lampo di Putin. Invece i tempi si stanno dilatando, "obbligando" gli stati Alleati a entrare in uno scontro che ben che vada riproporrà un Europa cimitero di guerre altrui. Biden si ringalluzzisce con la vita degli altri, tanto da lui le bombe non arriveranno mai. Si mostrasse a Bering, in quello stretto che lo divide dalla Russia, e se la faccia lì la sua guerra contro Putin, tralasciando il popolo russo, “colpevole” senza colpe di essere tale.
L’Europa nuovamente al centro di contese geopolitiche finanziarie e commerciali "giustificate" da una guerra che non ci appartiene, anche territorialmente.
Solidarietà e vicinanza alle popolazioni assediate e sotto attacco, ma non si può sottacere agli anni che hanno preceduto questo conflitto. Le avvisaglie c'erano e nessuno ne ha parlato. Del resto siamo tutti filo-americani e i loro media sono i maggiori mezzi che hanno confutato una realtà che permane dal 2015.
I paesi membri della Nato (Otan = omen nomen…), alla luce delle nuove evoluzioni in Ucraina, applicano gli articoli del trattato, ponendo in evidenza il 3, 4 e 5. L'Italia chiude gli spazi aerei alle compagnie russe, setaccia il Mar Mediterraneo da sempre affollato da sottomarini delle maggiori potenze belliche mondiali, prevede l'invio di truppe speciali, impiegando lagunari, alpini, incursori del Comsubin, oltre che un ingente quantitativo di armi. Sigonella è pronta e le altre basi, anche quelle vicine, sono in preallarme. Un'azione di guerra, altro che di pace, la stessa che anni addietro fu propagandata nel Medio Oriente e che col senno di poi, anzi grazie a qualche stampa controcorrente, ha svelato i veri motivi, gli obiettivi e i numeri energetici e vendita di armi, non solo di profitto, ma di vittime civili e militari.
Tutto pare che ora graviti attorno alla volontà dello Stato Maggiore militare ucraino, di quei generali che obtorto collo ai confini bielorussi potrebbero accordarsi con Putin, sacrificando Zelensky. Un sacrificio che potrebbe avere due risvolti, carcere o morte, sperando in un terzo con l’esilio in un paese Nato.
Tutto accade mentre da entrambe le parti i sili nucleari stanno mostrando le teste dei loro missili, non solo quelli russi acclarati da Putin, perché a una minaccia si risponde con un’altra, mostrando la propria forza, un dito su un bottone rosso che equivale alla distruzione globale. Sarebbe l’Armageddon.
Storicamente questa guerra pone le sue radici nel 2014. In quell’anno l’Ucraina, sostenuta dagli USA, ha disarcionato l’allora presidente filo-russo, accolto da Putin, sostituendolo con uno filo-statunitense che impose le sue regole. Non tutti gli ucraini furono felici. Difatti l’Ucraina è un paese dove vi sono varie etnie, a maggioranza slava orientale, e pertanto diversi pensieri politici. Donbass ancora in guerra con oltre 14mila morti, dati poco riportati dai media, e la Crimea ripresa dalla Russia con un referendum, sono la plastica realtà di divisioni sanguinose.
In quell’anno nessuno ricorda, o si vuol far dimenticare e moltissimi media ne sono complici, che una città ucraina, importante porto che Putin vuole, fu al centro di una tragedia di matrice ucraina. A Odessa perirono donne e bambini, persone anziane che stavano semplicemente attendendo servizi sindacali. Un incendio doloso li uccise.
Quello di Mariupol, sul mar D’Azov, a pochi chilometri dal Donbass, invece ha sempre goduto di libera circolazione. È ucraino. Differenze che dovrebbero far riflettere anche su azioni di Zelenzky che nessuno osa porre in evidenza.
Eppure Kissinger lo preannunciò, mettendo in allerta il suo paese e quelli della Nato, che l’Ucraina sarebbe stato sempre quel paese europeo, considerato “cuscinetto” tra le due super potenze, che se non fosse intervenuta una politica granitica sulla sua funzione, sarebbe diventata l’area di contesa che oggi è. Al vertice di tutto mise le politiche energetiche, miliardi e miliardi di dollari per infrastrutture vitali per il vecchio continente investiti dagli americani, dai russi, con interessi delle banche che con le loro lobby non si sarebbero impietosite davanti al sangue umano. Poi pose la questione nucleare, con centrali sparse lungo i confini con la Russia, aree di facile conversione in lancia missili. Infine aprì il dibattito sulle popolazioni, da sempre di etnie diverse, slave, russofone, mediorientali, dove la cultura e la loro religione sarebbe stata un ostacolo per un’unione e perciò per uno stato stabile tra l’egemonia russa e quella democratica occidentale.
Dal 2014, e con il cambio di rotta governativo statunitense, dell’Ucraina nessuno si interessò, in particolare delle sue battaglie interne e dei suoi morti. Gli States elessero Donald Trump che non volle saperne. Del resto erano affari loro, non suoi. A Minsk finalmente si trovò un accordo e molti scontri cessarono, non quelli nel Donbass,dimenticando la Crimea sempre pronta a schierarsi con l’ex KGB.
E siamo giunti a oggi, anno 2022, con BIden presidente USA, un Bush junior versione 2.0, con l’unico intento di annientare Putin, come fece Bush junior con Saddam. E qui Biden ha una grossa responsabilità su questo conflitto. Appoggiando Zelensky non ha fatto altro che dargli forza nel rinvigorire la guerra in Donbass, così da innescare più violente azioni russe. Una forza che però fu solo morale giacché di militare Zelensky non ha visto nulla, rimanendo solo con le sue truppe. Una presa in giro che si è rivelata una trappola per la stessa Ucraina nelle trattative che la Russia da lì a poco avrebbe voluto per renderla terra neutrale tra essa e i paesi Nato, terra di commercio e infrastrutture russe per l’Europa con ottimi proventi per la stessa Ucraina. Terra non militare, pur supervisionata dalla Bielorussia, dalla Crimea: Putin sa quello che fa e quello che vuole. Ma Biden rincara la dose, offrendo all’Ucraina pieno appoggio per diventare paese membro Nato. E ancora Zelensky ci ricasca, non accentando l’offerta russa, con un Putin che sbuffa fuoco dalla narici giacché il giovane attore ucraino, inesperto di politica e geopolitica, inizia una campagna politica tutta rivolta all’ingresso Nato. E qui Nato - Otan = omen nomen è la sintesi di ciò che oggi Zelensky sta subendo.
In altre parole la storia si ripete, con l’erosa sanguinante “cuginanza” tra due capi di nazioni confinanti. Pare ritrovarsi dinanzi alla tragedia libica, con un Gheddafi liquidato pur essendo stabilizzante per la geopolitica tra Europa e nord Africa e paesi limitrofi.
La realtà è detta, con fatti accaduti, non interpretati, e finora nessun organo d’informazione lo ha detto e scritto curando particolari scomodi agli USA. Com’è scomoda la posizione di Biden che attraverso il figlio ha affari energetici in Ucraina. Una terra che per la sua posizione, per la sua popolazione prevalentemente slava orientale, per le scissioni religiose dall’ortodossia russa, per gli sbocchi commerciali su acque da sempre contese anche da paesi mediorientali, l’Ucraina dovrebbe rimanere tale, come lo è la Svizzera, da tramite, di transito, demilitarizzata. Punto quest’ultimo molto attenzionato da Russia, USA, e Cina tanto per comprendere che dai confini ucraini le distanze sono irrisorie per un attacco missilistico da entrambe le parti, States esclusi giacché son lontani. E questo a Biden interessa perché non verrebbe bombardato il suo popolo, ma quello alleato. Non è un dato da sottovalutare per chi fa i conti con le vite altrui, specie se la chimica delle bombe nucleari son prodotte proprio lì, in terra ucraina, ai confini con la Russia, non a caso.
In queste ore le donne ucraine fabbricano molotov, ultima speranza per respingere il nemico, con Kiev che è sotto assedio. Un atto di forza di Putin che ha fatto schierare colonne chilometriche di carrarmati russi intorno alla città. Non la occupa ma palesa la sua volontà a farlo se non si scende a patti, se non ottiene ciò che vuole. Controcanto Zelenzky invita i popoli europei ad allearsi militarmente al suo esercito. Un invito di un’azione che in Italia è vietata penalmente e chi lo ha fatto in precedenti conflitti ha agito sotto copertura, da mercenario. Eppure questo invito stona con ciò che la democrazia vorrebbe, poiché essa è per la diplomazia e la legalità.
Ogni guerra ha generato morte e giustificarla “necessaria” è la blasfema scusa di chi non ragiona e alimenta l’industria bellica. Sopra e sotto i tavoli di propaganda mediatica dei due leader ci sono le pistole e pare che l’ultima spiaggia del negoziato possa generare altre concause a questa guerra.
Ad Maiora!
#puntidisvista ♨️ #freethinker #warucraina
Un FOCUS sulla vicenda è qui:
- Punti di (s)vista. Belligerante ma non troppo
- Punti di (s)vista. Putin per l’Ucraina, un ex KGB, non tanto ex
«Carissimi,
risuonano nel cuore e nella mente di tutti noi le parole del Santo Padre all'Angelus di ieri: "Con il cuore straziato ripeto: Tacciano le armi."
L'inaspettata e drammatica situazione dei fratelli e sorelle ucraini ci lascia sgomenti difronte ad un'umanità che continua a parlare con guerra e violenza anche in tante altre parti del mondo ma "Chi fa la guerra dimentica l'umanità, non sta con la gente, non si interessa della vita concreta delle persone, ma mette davanti a tutto l'interesse del potere. Si affida a logica diabolica" ha ricordato il Papa.
Occorre oggi più che mai un'inversione di rotta, occorre che ciascuno di noi si faccia seminatore di pace, operaio di solidarietà.
Ci stringiamo alla sofferenza dei nostri fratelli accogliendo e rilanciando l'invito che la Presidenza della Cei ha fatto a tutte Chiese che sono in Italia a unirsi in una corale preghiera per la pace e ad aderire alla Giornata di digiuno indetta da Papa Francesco per il prossimo 2 Marzo, Mercoledì delle Ceneri per la conversione dei cuori e per invocare il dono della pace.
Siamo in continuo contatto, attraverso le Delegazioni Regionali e Caritas Italiana, con Caritas Ucraina e le Caritas dei paesi confinanti (Caritas Polonia, Caritas Romania, Caritas Moldavia) che stanno accogliendo le migliaia di profughi già arrivati nei loro territori ed ospitati in strutture organizzate in pochissimo tempo per far fronte all'emergenza.
Nella giornata di ieri il nostro Arcivescovo si è messo in contatto con un suo confratello che sta allestendo un campo profughi per l'accoglienza della popolazione in fuga, al confine tra Ucraina e Romania garantendogli il nostro possibile sostegno. Anch'io ho sentito personalmente Caritas Romania per capire quali siano gli aiuti urgenti di cui hanno necessità. Ci stiamo organizzando per coordinare, in sinergia con l'Ufficio Nazionale, aiuti nel più breve tempo possibile.
Nel frattempo la Quaresima di Carità 2022 abbiamo deciso di destinarla alla popolazione ucraina nelle modalità che successivamente vi verranno indicate. Nonostante il periodo di crisi in cui versano tante nostre famiglie italiane, vi invito a sensibilizzare maggiormente questa iniziativa si da poter offrire un contribuito concreto e significativo, non solo in questa prima fase in cui l'onda emotiva è più forte ma anche nel lungo termine, pensando anche a possibili accoglienze di profughi a cui, in accordo con il Vescovo, abbiamo già dato piena disponibilità.
A tal proposito vi comunico che la nostra Diocesi accoglierà, a fine Aprile, una famiglia siriana attraverso il corridoi umanitario dalla Giordania, promosso da Caritas Italiana.
ln questi giorni siamo stati sommersi da richieste da parte di singoli e organizzazioni desiderosi di offrire sostegno alla popolazione ucraina. Felici di questa ondata di solidarietà ci sentiamo di condividere, nello metodo di sempre di Caritas "Ascoltare, Osservare, Discernere" che al momento, visti i repentini e imprevedibili sviluppi del conflitto, il canale più appropriato da utilizzare è quello delle donazioni.
È possibile sostenere gli interventi della Caritas Diocesana di Manfredonia — Vieste — San Giovanni Rotondo attraverso bonifico bancario (causale "Emergenza Ucraina") tramite:
- Banca di Credito Cooperativo di san Giovanni Rotondo Iban: IT39H0881078450000060003606
ln alternativa è possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana (Via Aurelia 796 - 00165 Roma), utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line, o bonifico bancario (causale "Europa/Ucraina") tramite:
- Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma -Iban: IT24 COSO 1803 2000 0001 3331 111
- Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma - Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
- Banco Posta, viale Europa 175, Roma - Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
- Unicredit, via Taranto 49, Roma - Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119
Con la promessa di tenervi aggiornati su possibili sviluppi e interventi da mettere in atto vi comunico che domani 01 Marzo, alle ore 16.00, avremo un incontro on line con Caritas Italiana per parlare dell'emergenza Ucraina (in particolare su accoglienza dei profughi e su l'organizzazione di possibili altri aiuti); giovedì 03 Marzo, alle ore 10.30 incontreremo- sempre on line- il direttore di Caritas-Spes Ucraina, per aggiornamenti sulla situazione e le possibili azioni da intraprendere.
Mi auguro che questo periodo così drammatico possa diventare per noi un'occasione per rafforzare il cammino sinodale della nostra Chiesa Diocesana».
Il Direttore.
Il servizio civile di Anzano di Puglia in collaborazione con l'Amministrazione comunale e i servizi sociali organizzano una manifestazione per esprimere solidarietà al popolo ucraino e condannare fortemente ogni azione di guerra.
La manifestazione si svolgerà Giovedì 03 Marzo 2022, alle ore 11:00, in Piazza Municipio.
In tale occasione verrà deposto un simbolo della pace realizzato in collaborazione con gli alunni della scuola di Anzano estendendo l'invito alla partecipazione a tutti i cittadini che vogliono dare il proprio sostegno a tale iniziativa.
Per tal motivo il servizio civile, l'Amministrazione comunale e i servizi sociali chiedono a tutti i partecipanti di donare un fiore (anche artificiale) entro giorno 2 Marzo agli operatori del servizio civile oppure in chiesa.
Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare alla manifestazione che si svolgerà in piena sicurezza e rispetto delle norme igienico-sanitarie anti CoVid-19.