Da numero di libertà a numero di oscurantismo quello di Bolognetti. Cnog: «Forma di bavaglio inaccettabile»

Tante battaglie, tanti articoli e foto e tanti video di denuncia per la libertà di stampa, di parola e pensiero.

È ciò che da anni sta combattendo in prima linea Maurizio Bolognetti, giornalista profondamente lucano, radicale e soprattutto uomo libero.

Da tempo il suo canale YouTube è stato oscurato perché il “censore” californiano di San Bruno ha deciso che ciò che dice “non è conforme” alle politiche social.

Dopo varie richieste di spiegazioni, inoltri di email e denunce, di appelli alle istituzioni, finanche affiancate da foto dove Bolognetti si ritrae con il suo numero di iscrizione all’Ordine dei Giornalisti della Basilicata, il 129414, dal 09 novembre 2023 il collega Maurizio ha iniziato lo sciopero della fame, che doveva diventare digiuno.

Oggi, 28 novembre 2023, lo sciopero è stato sospeso. E vi spieghamo il perchè.

Noi di newsGargano ci accodiamo agli appelli, soprattutto il nostro Dir. Resp., Nico Baratta, amico trentennale di Maurizio con cui ha condiviso diverse battaglie giornalistiche, ora decisamente confortato dopo aver appresa la notizia che Maurizio Bolognetti ha deciso di sospendere lo sciopero della fame.

Ma andiamo per ordine.

Dopo l'annuncio alla riflessione sull’estremo gesto del digiuno, uno tra tutti, il più sentito è stato quello del giornale l’Avanti per voce e mano del collega Livio Valvano: «Da oggi l’AVANTI! se ne occuperà in ogni modo possibile. Nel frattempo rivolgiamo un appello a Maurizio Bolognetti affinché decida di rinviare la forma di lotta estrema che ha preannunciato. Questo non significherebbe rinunciare alla battaglia, tutt’altro. Consentirebbe alla nostra testata – e spero a tante altre – di recuperare il tempo perduto e di affiancarlo per porre un tema serissimo per la tenuta delle democrazie liberali. Caro Maurizio, Ti prego di soprassedere, almeno temporaneamente e di darci la possibilità di affiancarti in questa battaglia di libertà», del 26/11/2023.

Maurizio Bolognetti: «A brevissimo comunicherò la mia decisione. Intanto, posso anticipare che il documento redatto dai colleghi dei gruppi "Per il giornalismo Cnog" è prezioso e straordinario. Spero che esso possa essere diffuso e fatto conoscere. Emerge da quanto scritto una comune sensibilità. Mi auguro per davvero che da questo momento esploda il dibattito su temi che riguardano la qualità della nostra e delle nostre democrazie. Sono in ballo libertà fondamentali iscritte e scolpite nella nostra Costituzione, in Convenzioni internazionali e nella Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo. Il documento in oggetto di certo recepisce uno degli obiettivi dell'azione nonviolenta a cui ho dato corpo. Alle 21.30, in diretta Facebook, comunicherò pubblicamente la mia decisione. Domani conto anche di motivarla per iscritto. Vivano Democrazia, Libertà, Diritti umani. Grazie a "Per il giornalismo Cnog"», del 27/11/2023.

Il Cnog: «L' occasione dello sciopero della fame attuato da un collega iscritto all'Ordine dei giornalisti della Basilicata è utile ai consiglieri nazionali del gruppo "Per il giornalismo" per rilanciare la questione all'origine dell'iniziativa in corso. La chiusura del suo canale Youtube induce a sollecitare un dibattito pubblico sul diritto di accesso a tali piattaforme, che pur essendo di proprietà privata, svolgono ormai una funzione pubblica. L'oscuramento totale del canale YouTube e la cancellazione di oltre 2000 video senza possibilità di appello e senza una distinzione tra i diversi video, sono una forma di bavaglio inaccettabile. Non si possono così calpestare le norme in vigore in Italia, in Europa e nel resto del mondo che tutelano ad ogni individuo la libertà di manifestazione del pensiero “con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, previste dagli articoli 2, 3 e 21 della Costituzione italiana, dall'art. 11 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, dall'art. 10 della CEDU - Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e dall'art. 19 del Patto ONU sui diritti civili e politici, firmato a New York il 16 e il 19 dicembre 1966 e ratificato con legge 25 ottobre 1977 n. 881. Riteniamo che la vicenda del collega sia emblematica e induca a una riflessione più generale sui rischi di una deriva antidemocratica delle grandi piattaforme web che di fatto sono in grado, senza alcuna possibilità di contraddittorio o confronto, di limitare in maniera pesante la libertà di pensiero e di espressione, oscurando punti di vista e voci "sgradite"». E' necessario un dibattito pubblico sui criteri e le policy di accesso e/o esclusione adottate dai gestori delle piattaforme Web, criteri che devono essere trasparenti e che non possono prescindere dalla tutela dell’informazione professionale di qualità nel rispetto delle leggi sulla stampa e istitutiva dell’Ordine dei giornalisti. A tal proposito, facciamo nostre le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “La autenticità dell’informazione è affidata, dalle leggi, alla professionalità e deontologia di ciascun giornalista. Sarebbe fuorviante e contraddittorio con le stesse disposizioni costituzionali immaginare che organismi terzi possano ricevere incarico di certificatori della liceità dei flussi informativi”. Auspichiamo che la presa in carico della questione da parte di "Per il giornalismo" che la porterà nel prossimo Consiglio Nazionale possa portare alla sospensione dello sciopero della fame di Maurizio Bolognetti", del 27/11/2023.

La decisione: Maurizio Bolognetti tessera ODG 129414 e Segretario di Radicali Lucani, Art. 21: «Sospendo lo sciopero della fame per corrispondere al prezioso documento di “Per il giornalismo Cnog»

«Nel ringraziare tutti coloro che hanno nutrito la mia fame di democrazia e diritti umani, comunico che, per corrispondere e onorare il documento diffuso dai colleghi del gruppo “Per il giornalismo Cnog” ho sospeso lo sciopero della fame iniziato il 9 novembre. Quanto scritto dai colleghi di “Per il giornalismo” recepisce in pieno le ragioni della mia azione di dialogo nonviolento. Siamo di fronte a un documento che non esito a definire prezioso e straordinario e che mi auguro possa essere diffuso, fatto conoscere e che diventi la base per una discussione urgente e non più rinviabile in tempi di capitalismo digitale, intelligenze artificiali e analfabetismi di ritorno. Emerge da quanto scritto una comune sensibilità di cui ero certo. Che esploda, dunque, il dibattito su temi che riguardano la qualità della nostra e delle nostre democrazie, il diritto umano alla conoscenza, l’attentato contro i diritti politici del cittadino. Sono in ballo libertà fondamentali iscritte e scolpite nella nostra Costituzione, in Convenzioni internazionali e nella Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo. Ripeto quanto detto a mo’ di mantra per 18 giorni: non possiamo accettare che potenti multinazionali vestano i panni del giudice, del boia, della giuria e del PM senza che chi è colpito da censure, damnatio memoriae e da fatawa digitali possa difendersi. La libertà di pensiero, di espressione e di parola è un bene troppo prezioso per lasciarlo senza regole nelle mani dei signori del capitalismo digitale e della sorveglianza Vivano Democrazia, Libertà, Diritti umani. Grazie a "Per il giornalismo Cnog"», del 28/11/2023.

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