La decauville nel Bosco Quarto

#contrappunti

Dopo la pubblicazione di “Macchia tra turismo mancato, crisi dell’ulivicoltura e insediamenti industriali”, dove si parla di come sviluppare un’economia agricola e turistica con le eccellenze locali,  il dott. Giovanni Ciliberti si focalizza su un’altra area del comune di Monte Sant’Angelo, Bosco Quarto, anch’essa dimenticata dalla modernità economica ma che potrebbe essere utilizzata per scopi turistici, semmai utilizzando i fondi del PNRR. Lo fa pubblicando in anteprima altri due paragrafi del suo secondo libro in fase di scrittura, “GIUWA' 2”. [ndr.]

Giovanni Ciliberti.

  • Obama: Yes we can (Si, ci riusciamo)
  • Monte: Yes, if you thing so, we can (SI, SE LO PENSI, CI RIUSCIAMO)

1.7  La decauville nel Bosco Quarto

"Nell’entroterra di Monte Sant’Angelo (Foresta Umbra e Bosco Quarto), in passato vennero realizzate due decauville.

Io mi soffermerò su quest’ultima e sugli avvenimenti che l’hanno interessata.

Durate la prima guerra mondiale vi fu una forte richiesta di traversine di legno da parte delle ferrovie e di legname di cerro per realizzare i calici dei fucili. Nel bosco Quarto vi erano gli idonei cerri secolari richiesti, per cui il Comune di Monte vendette all’impresa Castelletti di Firenze 100.000 alberi di cerro di alto fusto e di almeno 25 cm di diametro ad altezza di petto d’uomo per una cifra di £ 5 milioni che l’amministrazione comunale del tempo decise di depositare alle Poste ad un tasso di interesse del 5% quando la lira in quel periodo bellico si deprezzava annualmente del 20%.

Chi segue le vicende politiche locali, leggendo queste righe capirà che assai frequentemente il disamministrare non è solo una conseguenza di gente poco valida o inesperta perché fino al giorno prima dell’elezione si interessava di altro, ma non poche volte dipende anche da fattori genetici dove alla capacità di farsi eleggere corrisponde sempre più spesso una scarsa capacità amministrativa.

La decauville è una piccola ferrovia, di facile costruzione e rimozione, che oltre un secolo fa venne realizzata al bosco Quarto dall’impresa Castelletti, per trasportare i tronchi degli alberi tagliati nelle zone interne prive di strade fino ad uno spiazzale dove venivano ammassati e tramite una teleferica veicolarli nella zona carrozzabile di Cassano e da qui con automezzi al porto di Manfredonia passando per Monte.

L’insorgenza di contrasti tra l’impresa ed il Comune fu la causa per cui venne impedito il passaggio dei mezzi attraverso il centro della città, diniego che venne mantenuto nonostante l’impegno a rifare ex-novo la pavimentazione delle strade interessate.

Questo fu il motivo per cui l’impresa prolungò la teleferica passando per Ruggiano e da qui per le Masserie Valente e la Castellana, fino a Manfredonia stazione campagna.

Credo che lo smantellamento della decauville da parte dell’impresa, alla fine dei tagli boschivi, sia dovuto anche a questi ripetuti attriti con l’amministrazione comunale.

L’attuale articolazione stradale del bosco Quarto è quella rinveniente dal vecchio tracciato della decauville ed è utilizzata dalle residue aziende agro-pastorali del territorio e dalle tante persone che in primavera-estate fanno una scampagnata in montagna o vanno a raccogliere i funghi.

1.8 Il Bosco Quarto, oggi potrebbe…..

Un esbosco così diffuso di cerri secolari avvenuto in modo sistematico e senza una pianificazione che favorisse il rinnovo degli alberi, ha trasformato il Bosco Quarto rendendo molto precario il suo stato vegetativo tanto che ha impiegato 80-100 anni per raggiungere l’attuale condizione.

Oggi il bosco è completamente abbandonato a se stesso e la mancanza dei dovuti interventi colturali di parziale taglio su decine di migliaia di cerri di varie dimensioni sta creando una grave sofferenza agli alberi e al sottobosco sia perché hanno tutti la medesima età e sia perché crescono in un territorio poco antropizzato utilizzato in prevalenza per il pascolo.

È come se un’intera comunità di persone per decenni evitasse di tagliarsi i capelli e la barba!

Eppure il Comune ed il Parco Nazionale del Gargano avrebbero potuto pensare alla vecchia decauville e alla possibilità, con i fondi del PNRR, di realizzarne un’altra nei boschi comunali per fini non solo turistici.

Utilizzare la dizione di città dei due siti Unesco ed inviare indietro alla Regione Puglia gran parte del contributo annuale ricevuto per non essere stati in grado di utilizzarlo o non aver fatto nulla per il secondo riconoscimento Unesco delle faggete vetuste è un colpo al cuore per tutti i Montanari.

Ecco un’altra motivazione per sostenere che oggi nei nostri boschi comunali il turismo, lo stato di salute degli alberi e l’economia silvo-agro-zootecnica sono i grandi assenti, preceduti in questa triste graduatoria, dalla maggior parte degli amministratori di sempre che di sicuro avrebbero avuto una speciale menzione da Giuseppe Giusti se fosse vissuto in questo periodo: “Ah intendo; il suo cervello Dio lo conservi in tutt’altre faccende affaccendato a questa roba è morto e sotterrato” e forse oggi avremmo avuto il “Sammichele” invece del Santabrogio".

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