“Io non ci sto!” Lunga vita a JJ4, l’orsa "assassina"

#contrappunti

Farla vivere o farla morire? L’interrogativo, diventato dilemma, di tante persone. Il caso riguarda l’orsa JJ4, di razza “Orso Bruno Europeo”, resosi purtroppo protagonista, nella notte tra il 5 e 6 aprile 2023, di un assalto mortale a un runner, il 26enne del luogo sig. Andrea Papi, in un’area boschiva del Trentino Alto Adige. In quella regione, in parchi attrezzati per tal compito, sono ospitati più di un centinaio di orsi, ricollocati oltre trent’anni fa con il progetto Life Ursus. Tra questi ci sono JJ4, MJ5 e M62, tre orsi, rispettivamente una femmina e due maschi, definiti pericolosi per l’uomo. In Italia ci sono altre aree che ospitano orsi. C’è l’Abruzzo che con i suoi poco più 50 esemplari riesce a farli vivere in armonia con il territorio e l’uomo. E qui, come in Trentino, ci sono anche i lupi, ma ora occupiamoci dell’orso. Già tempo fa il TAR di Trento, ovvero il Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa (TRGA), evitò la morte a MJ5. Questa volta, invece, pare che la sorte di JJ4 sia stata già scritta. Le ultime decisioni, sempre del TAR di Trento, fortunatamente salvano JJ4, e con essa quella di MJ5 e M62. Nel frattempo è partita la caccia all’orso, principalmente per rintracciarlo e bloccarlo. Tuttavia, pare, che alcune organizzazione politiche siano indirizzate verso l’abbattimento dell’orsa, invece di ricollocarla e rieducarla, come avviene in altre strutture, in aree ben circoscritte e controllate a vista. Il mondo animalista, ovviamente non ci sta alla morte dell’orsa, pur riconoscendo la ferocia con la quale si è scagliata contro il runner, cui va la vicinanza alla famiglia per un incidente evitabile. Si è difesa per istinto quell’orsa, che ha visto invaso il suo territorio da una figura in corsa. E l’istinto, sappiamo, non è proporzionale al discernimento che ha l’essere umano. Istinto di sopravvivenza che lo tiene in vita, difendendosi da chi gli ostacola il passaggio, per allattare i suoi piccoli nel caso di mamme orse, a volte anche per fame. Sono ore concitate queste e le prese di posizione, legittime, sono varie. La dott.ssa Mariana Berardinetti dice la sua, con discernimento e scientemente, con quel distinguo che deve far riflettere chi oggi vuole la morte di una vita, seppur di un animale [ndr.].

«Io non ci sto!!!

Il caso dell'Orsa "Assassina"!

Psicologia sociale

"Le emozioni influenzano le decisioni"?

L’uomo, nel corso della storia è sempre stato esposto a rischi e pericoli, in qualsiasi luogo si trovasse e qualsiasi fosse la sua attività.

 La comunicazione del rischio è la chiave di svolta di questa storia poiché utile ad assicurare che i cittadini vengano informati sugli eventuali rischi identificati e per evitare che insorgano preoccupazioni infondate.

Quando vediamo il pericolo vogliamo abbatterlo, questo ci insegna l'istinto, poi però noi detti Uomini cresciamo e veniamo educati a gestire le emozioni, l'istinto e soprattutto a scindere i comportamenti da adottare per vivere in maniera sufficientemente equilibrata nella comunità sociale che ci accoglie e continua a Formarci

Insomma ciò che ci distingue dagli animali non è il linguaggio ma la capacità di discernimento che acquisiamo attraverso l'educazione e poi la formazione.

In questa circostanza la revisione critica dov'è?

Prima scegliamo di ripopolare un luogo con gli orsi, poi ci rendiamo conto che non sappiamo gestire la cosa ed infine abbattiamo?

È questo gesto come lo chiamiamo se non crudeltà e mancanza di futuro-centrismo?

L' abbattimento dell'Orso non sarà un agito per spostare l’attenzione dalle responsabilità?

Ammazziamo un orso per pura voglia di deresponsabilizzazione?

Se ammazzassimo un uomo dopo una condanna per omicidio? Andremmo contro ad ogni principio di senso di umanità previsto dal codice penitenziario. Per l’uomo la legge prevede il procedimento di Sorveglianza, la rieducazione oltre la pena.

Critichiamo i paesi che utilizzano la condanna a morte ma stiamo facendo la stessa cosa, non la vediamo solo perché il condannato è un orso.

Questa condanna a morte viola ogni diritto e ci rende qualcosa di molto lontano dell’essere Uomini

Esistono misure di Sicurezza da adottare... Misure alternative...

Rifletti uomo perché ti sporchi di un delitto di onnipotenza che cambierà prima di ogni cosa la Popolazione futura.

Rifletti uomo perché questo gesto aprirà le porte alle Barbarie.

Io non ci sto!

La Legge è uguale per tutti!

In conclusione: ogni spazio vitale ha il suo potenziale di rischio (sia interno che esterno) ma, grazie ad una attenta analisi, possiamo renderlo quanto più adatto e sicuro al fine di agevolare la vita non soltanto del cittadino Uomo ma anche degli Animali, con i quali dobbiamo imparare a convivere non ad ammazzarli quando non rispondono ai nostri comandi».

 

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