Monte Sant’Angelo. Nihil sub sole novum

Puntualmente Giovanni Ciliberti, medico e direttore emerito U.O. Malattie Apparato Respiratorio Policlinico OO.RR. Foggia e già amministratore di Monte Sant’Angelo, interviene sulle scelte fatte dall’attuale amministrazione comunale. A dargli il “LA” è la stessa Amministrazione con la nota stampa di presentazione del progetto di rilancio commerciale del centro storico, sindaco d’Arienzo: “Importante progetto per creare sviluppo economico”, pubblicata sul sito istituzionale del comune garganico. Molti sono i punti che Ciliberti ribatte. E lo fa uno per uno, argomentando con dati alla mano e l’esperienza di un amministratore che nel corso degli anni ha potuto osservare le dinamiche che hanno portato al declino di un territorio che col turismo avrebbe potuto vivere sogni beati. Invece ancora nulla di nuovo sotto il sole. E che sole… (ndr.)

a cura di Giovanni Cilberti

«Presentato come il rilancio commerciale e turistico del Rione Junno (RJ) e quindi come una grande opportunità di sviluppo economico per Monte, il progetto altro non è che "una minestra riscaldata" condita con vecchie idee di programmi elettorali irrealizzabili degli ultimi 30-40 anni.

Per rendere irriconoscibile questo "cappotto rivoltato" sono stati riportati

1 - lavori già realizzati nei pressi della Basilica fino ai Cappuccini (facenti parte di un finanziamento remoto di € 4.5 milioni destinati al recupero dei quartieri periferici degradati ed invece con un'azione alla "Robin Hood alla rovescia", spesi sul corso principale, in modo eticamente non corretto e forse illegittimo anche se con autorizzazione regionale);

2 - lavori in corso di realizzazione (villa comunale);

3 - lavori da iniziare (via Carlo d'Angiò finanziati dal PNG);

4 - altri interventi per oltre € 3 milioni, da realizzare su strade e piazze della buffer zone (zona castello, parte superiore del RJ) pubblicizzati più volte nell'ultimo anno e presentati oggi come l'inizio della trasformazione del Centro storico (CS).

Alla base del progetto di rilancio c'è la presunzione di modificare il flusso turistico (parcheggio/via Castello) spostandone una quota significativa nel RJ per favorire lungo questo percorso il sorgere di attività commerciali e punti di ritrovo. Per fare questo è stata ripescata dal cilindro delle vecchie idee dismesse della sinistra, quella dei parcheggi sotto la panoramica che allo stato dell'attuale viabilità del RJ è solo un'idea balzana perché non si può costringere chi parcheggia li, a salire a piedi centinaia di scalini per arrivare nei pressi della Basilica:

* Quanti occupanti di un pullman hanno l'età e la salute per essere sottoposti a questi test da sforzo cardiorespiratori?

* Quanti sono esenti da artropatie per poter scalare la montagna?

* E quanti altri ancora hanno la forza per portare su e giù una pagnotta di pane o un caciocavallo o una lattina di olio?

La faciloneria di questo piano sta nella NON RICERCA delle cause che sono alla base del mancato sviluppo commerciale del RJ (ridotte presenze turistiche con pernottamento; tipo di accessibilità al luogo tramite scalinate e con una sola strada carrozzabile, via Processionale che è stretta con curve pericolose e con forte pendenza; difficoltà e maggiori costi di gestione e di approvvigionamento; assenza del passeggio cittadino etc.).

Manca una previsione del flusso turistico dei prossimi 5-10 anni e quante e quali attività alla data di oggi e a 5-10 anni quel flusso permette.

Il piano di rilancio è un NON PIANO perché è privo di un'idonea progettualità tesa a rendere il RJ un insieme unico che preveda anche la possibilità di realizzare percorsi stradali diversi, non solo pedonali e di ampliare l'unica via carrozzabile esistente al fine di rendere fruibile e priva di barriere architettoniche la maggior parte dei locali.

In una visione globale i lavori di pavimentazione da realizzare in strade e piazze della buffer zone sono altra cosa e probabilmente anche in contrasto rispetto alla progettualità unica, non ancora esistente di cui necessita il RJ tanto da poter richiedere anche un loro parziale rifacimento.

In Italia dove sono stati realizzati parcheggi simili a quelli accennati sono state costruite cremagliere o scale mobili per permettere alle persone di non stramazzare prima dell'arrivo al luogo prescelto che per Monte è la Basilica.

In una situazione come l'attuale viene spontaneo chiedersi dove stanno i turisti per giustificare la nascita di nuove attività in centro storico?

Di sicuro se si trovassero degli arditi disposti ad accettare la sfida, in breve tempo e a loro spese capirebbero che la stagione a Monte dura solo 1-2 mesi.

Tutto questo è sufficiente per giustificare una tale scommessa?

Non vorrei che a Palazzo San Benedetto si stia confondendo il turismo che renderebbe il RJ una zona commerciale appetibile con:

* Il turismo di ritorno dei Montanari residenti altrove che al massimo incrementano i consumi alimentari e quelli dei pub per circa un mese;

* Il turismo mordi e fuggi legato a quanti restano a Monte per poche ore, specie nelle giornate di cattivo tempo, che in minima parte resta a pranzo;

* Il turismo religioso che è legato nella quasi totalità ai pellegrini che nel primo dopo pranzo arrivano in pullman da San Giovanni Rotondo. Questi rimangono in città solo alcune ore e dopo la visita a San Michele, ripercorrono in fretta via Castello per fare ritorno al parcheggio.

A Monte sono troppo pochi i turisti che pernottano.

In tutte le città turistiche del Gargano (Vieste, Peschici, Rodi) lo sviluppo dei centro storici è stata una conseguenza della massiva presenza dei turisti che alloggiavano in quelle città e NON VICEVERSA

Se si vuole sviluppare il CS bisogna impegnare risorse e competenze per favorire il pernottamento dei turisti visto che Monte ha tutti i requisiti che una città turistica possa offrire (mare, boschi, storia, cultura, monumenti, bellezza architettonica, due riconoscimenti UNESCO e innanzitutto il culto di San Michele).

Purtroppo senza alberghi, senza promozione a livello nazionale del territorio e delle sue eccellenze, senza le indispensabili progettualità e senza l'appropriazione della gestione della Foresta Umbra, il cui centro abitato sta nel nostro comune, non andremo mai lontano.

Sarebbe importante che la Regione Puglia cominciasse a presentare il conto chiedendo agli amministratori quali sviluppi in termini di posti di lavoro stabile nei vari settori le immense risorse trasferite a Monte abbiano creato.

Ecco perché niente di nuovo sotto il sole se non un giustificato grido che viene dal profondo dell'anima: FERMATELI!»

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