Il mondo fra pandemia e guerre

In questo inizio del Ventunesimo secolo stiamo assistendo a due gravi fenomeni: la pandemia da virus Covid-19 e lo scoppio della guerra fra Russia e Ucraina. Fenomeni che chiamano direttamente come responsabile l’uomo in quanto artefice, da una parte del progressivo inquinamento atmosferico e nello stesso tempo della graduale distruzione dell’ecosistema, come per esempio la deforestazione amazzonica e dall’altra parte ad una persistente conflittualità fra diversi popoli, costretti a subire i vari sistemi politici fondati più che sul dialogo,  quanto sulla forza e sulla prevaricazione dei diritti portati avanti attraverso il dispiegamento delle forze militari, come nel caso dello scoppio della guerra in Ucraina, dove la Russia è intervenuta per risolvere problemi di confini e di territori filorussi.

Mentre la pandemia si sta gradualmente risolvendo con l’uso massiccio dei vaccini, la guerra fra Russia e Ucraina sta provocando diverse migliaia di morti in diverse città dell’Ucraina, fra cui la capitale Kiev. Purtroppo gli ammonimenti e i tragici eventi delle due guerre mondiali oggi non hanno alcuna risonanza politica, in quanto ancora una volta la ragione politica sta prendendo il sopravvento sulla ragione morale ed etica, tanto d ricorrere ancora una volta alle armi quale mezzo di persuasione e di monito.

E tutto questo nel cuore dell’Europa, in un ambito geopolitico, che vede contrapposti, come nel passato, diversi blocchi di sistemi politici, l’uno contro l’altro, da una parte il mondo occidentale e dall’altra parte il mondo orientale, includendo in quest’ultimo blocco la Russia e la Cina. Per questo la situazione mondiale è in balia di questi due sistemi, contrapposti, tanto da provocare nel mondo in qualsiasi momento guerre e crisi a livello geopolitico, con conseguenze sul piano sociale, economico e culturale.

Del resto, prima che scoppiasse la guerra fra la Russia e l’Ucraina, noi abbiamo in corso diversi altri fronti di guerra aperti, fra cui quello nello  Yemen, in Siria, in Etiopia, in Iraq, in Afghanistan, per non parlare poi dei problemi geopolitici a livello internazionale fra la Cina e Taiwan, in Africa centro-settentrionale, con vari paesi in lotta fra cui il Mali, il Niger, la Nigeria,  il Ciad, il Sudan e poi la divisione territoriale e geopolitica fra la Corea del Nord e la Corea del Sud. Situazioni molto gravi che determinano una continua instabilità politica del mondo, con ripercussioni sul piano sociale, economico e culturale a livello globale, con gravi crisi a livello comunitario, con gente costretta a vivere in situazioni precarie dove la vita delle popolazioni diventa di giorno in giorno sempre più difficile, con mancanza di cibo e di sicurezza personale.

Purtroppo quello che sta succedendo in Ucraina è molto grave, in quanto una nazione nucleare come la Russia non accetta di vedere ai propri confini una Ucraina che si allea con il mondo occidentale e, quindi, con i Paesi europei e l’America, uniti nell’ambito del sistema Nato. Per questo la Russia è contraria che l’Ucraina entri nella Nato, che è il sistema militare dell’Occidente, quindi, una spina nel fianco della Russia, governata da un sistema oligarchico, dove il potere decisionale è in mano ad una sola persona, come Putin e, quindi, privo di democrazia nel suo interno. Tutto questo porta verso una intransigenza sistemica che ha fatto sì che la Russia invadesse l’Ucraina e dichiarasse guerra all’indipendenza di uno Stato sovrano come è quello dell’Ucraina. In questo momento la situazione è molto grave in quanto a subirne le conseguenze sono purtroppo le persone che vivono nelle grandi città come Kiev e Kharkiv, città dove vi sono milioni di individui. La popolazione ucraina è scesa in piazza, per le strade, per fermare l’avanzata russa, a costo di migliaia di morti. Mentre i paesi europei inviano in Ucraina armi e denaro per armare la gente e creare, quindi, una resistenza patriottica della regione.

 

Purtroppo stiamo vivendo ancora in un mondo costruito su sistemi contrapposti, tanto da creare conflitti permanenti e divergenze, tali da compromettere la stabilità politica e d economica dei Paesi interessati. Si calcola che nel mondo vi siano in corso più di 27 conflitti, sparsi in ogni angolo del pianeta. Nel Sud Sudan si combatte una guerra dimenticata da diversi anni, con una crisi economica e sociale spaventosa che colpisce maggiormente i bambini. Inoltre ad aggravare la situazione vi sono le varie inondazioni, che producono carestie e miserie. Così come grave è la situazione in Etiopia, dove, a causa delle varie divisioni etniche, vi è una conflittualità perenne, con morti e distruzioni di interi villaggi. Un paese fra i più popolosi dell’Africa, dove si sta consumando una delle più gravi crisi umanitarie degli ultimi tempi. È un conflitto durissimo che troviamo specialmente nel nord del Paese e precisamente nel Tigray, per espandersi poi gradualmente nelle altre regioni di Amhara e Afar, fino alle porte di Addis Abeba.  Gente, più di 9 milioni di persone, che hanno bisogno di assistenza alimentare, con 2 milioni di sfollati, in condizioni misere, senza che le organizzazioni umanitarie possano intervenire. Nel Mali e nel Sahel la situazione è pessima, in balia dei francesi e dei russi, costretti a vedersela ora con i quaedisti  del Jnim, ora con i rivali dello Stato Islamico. Stessa situazione nel Niger, dove fanno da padrone i traffici illeciti, dilaniato da attentati terroristici.  Il Niger ha il più basso indice di sviluppo umano, con miglia di migranti in cerca di sicurezza e di benessere. Il tutto alle porte della Libia, dove vi è un conflitto dimenticato da anni, in balia di una guerra civile e di una instabilità perenne che sta lacerando il Paese. Le prime vittime di questa guerra dimenticata sono le persone che cercano di raggiungere l’Italia attraverso la rotta del Mediterraneo centrale.  La popolazione è sottoposta ad una grave crisi economica e sociale, con violenze stupri di ogni genere. Altrettanto grave è la situazione nello Yemen, dove si registra una guerra che dura da più di 7 anni, con milioni di sfollati interni, che hanno bisogno urgente  di assistenza umanitaria. Una guerra dimenticata che continua però  ad avere un impatto enorme sulla popolazione. Così come grave è la situazione dalla Somalia al Monzambico, lungo il fronte africano tra jihadismo e ribelli.  Territori sottoposti a continue guerre con ripercussioni umanitarie ed economiche gravi.

Altrettanto grave è la situazione in Nigeria, dove si combatte una guerra decennale contro i terroristi islamici. Così come in Afghanistan dove si assiste, da una parte ad una economia della guerra  e dall’altra ad economia della criminalità. La maggior parte della popolazione è costretta a vivere nella più cupa miseria, con i talebani che fanno da padrone e discriminano le donne dall’infanzia fino ad età adulta e dove ormai i prezzi del grano e del carburante sono aumentati del 40% e quello del riso del 50%, con una inflazione spaventosa e con un sistema sanitario al collasso.

Altrettanto grave è la situazione in Siria, dove assistiamo alla più grave crisi umanitaria del XXI secolo. Inoltre la situazione non è pacifica fra India e Pakistan con frequenti scontri ai confini e vari attentati che si ripetono da più di 75 anni, dalla spartizione delle due nazioni, con regioni dell’India che vogliono passare al Pakistan. Inoltre vi è la questione fra Cina e Taiwan con ripercussioni in tutto l’emisfero sud orientale.

Così pure grave è la situazione nel Libano, una regione in preda a continue guerre, dove la popolazione fatica a sopravvivere ed è costretta ad emigrare. E ancora la situazione in Palestina dove si fronteggiano varie frazioni fra liberazione e  lotta per la sopravvivenza. 

Per non parlare delle varie situazioni dell’America Latina, dal Messico alla Colombia,  dove fanno da padrone i cartelli dei narcos  e il massacro dei leader sociali. Insomma un mondo in ebollizione, dove le guerre fanno da padrone e provocano milioni di morti, con situazioni gravi a livello sociale, economico e politico. E tutto questo mentre le bombe dei Russi cadono sugli abitanti dell’Ucraina, con gravi ripercussioni a livello mondiale e con lo spettro di una guerra nucleare.

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