In Italia più furti e rapine. Aumentati gli sbarchi. Il Viminale pubblica il Dossier di Ferragosto 2023

È l’appuntamento fisso di ogni anno del Viminale, il Dossier di Ferragosto 2023 che narra la sicurezza in Italia nei primi sette mesi dell'anno. Ben 43 pagine colme di dati e numeri, frutto del lavoro del Ministero dell’interno, Forze dell’ordine, Protezione Civile.

Quest’anno, il 2023 fino alla data di chiusura del Dossier ovvero nei sette mesi trascorsi, non è stato tanto diverso da quello precedente. Al centro sempre omicidi, rapine e furti, l’immigrazione con gli sbarchi.

Purtuttavia essendo diminuiti i reati tra furti e rapine, i numeri non sono soddisfacenti. Sono sempre presenti quelli sociali, cui a farne le spese è il popolo anziano con truffe, specie vi telefonica e telematica. La violenza di genere e discriminatori (OSCAD) sono uno dei temi affrontati, come pure spiagge e scuole sicure, terrorismo e atti intimidatori, soffermandosi su quelli ai giornalisti che nei primi sette mesi del 2023 sono 46, meno il 28,12%, a fronte dei 64 del 2022.

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Gli omicidi calano, il 46% pari a 1.228.854, appena 5 in meno. Il dato che fa riflettere sono i femminicidi che rimangono stabili, a 71, meno 6 dell’anno scorso, 77. Numeri che vanno analizzati per fronteggiare un reato che per ridurlo, si avvale anche dell’aiuto di associazioni preposte, senza ottenere un calo importante.

Per quanto riguarda i furti fisici il Dossier chiude a 554.975, molto di più dei primi sette mesi del 2022; infatti sono aumentati di circa 15mila, spesso nei luoghi più a rischio, come centri commerciali, stazioni sopra e sotto elevate, pur avendo intensificato controlli e videosorveglianze.

Le rapine non son da meno, con le circa 500 in più, cristallizzando il dato ad agosto 2023 a 15.486.

Poi ci sono le segnalazioni per i crimini d'odio, aumentate del +6,9%, con 232, con prevalenza di discriminazione religiosa.

Tra i crimini elencati dal Viminale vi sono le tanto conosciute "operazioni ad alto impatto". Arresti dopo controlli mirati e retate nelle aree più calde delle città, come quelle della movida, aree di prostituzione e spaccio di droga, accattonaggio e bivacco. Nel Dossier sono citati alcuni capoluoghi di regione con i numeri dei controlli ed espulsioni, arresti, denunce e sanzioni. Non è affrontato il reato di mafia poiché è compito della Direzione Investigativa Antimafia rilasciare semestralmente la relazione, che a breve uscirà per il primo semestre 2023.

E veniamo all’immigrazione, con gli sbarchi che anche in queste ore stanno interessando le coste mediterranee italiane, portando il dato a quasi 100mila sbarchi. Pur con il sostegno delle Ong, il loro aiuto è pari 4,5% per il soccorso in mare dei migranti, sono 3.777 le persone tratte in salvo da esse. Mentre sono 89.158 le persone sbarcate fino al 31 luglio 2023, più del 115% del 2022 con 41.435 sbarchi. Un dato che stride con quello del 2022 con i 64.764 soccorsi e salvati da imbarcazioni delle istituzioni italiane. Nondimeno sono i soccorsi e gli aiuti conferiti nelle varie operazioni SAR, quelle attivate dallo Stato come dettano le regole del mare, da parte della Guardia Costiera e Marina Militare e Guardia di Finanza che dal 46% del 2022 sono aumentate al 72%, confermando l’aumento degli sbarchi. Percentuali tradotte in numeri di richieste di asilo e poi rimpatrio, pari a 2.561 a fronte dei 2.000 dell’anno scorso. Dati controcorrente se rapportati a quanto il Ministro Piantedosi disse all’inizio dell’anno, che avrebbe messo a disposizione più risorse e procedure più veloci per la realizzazione di CPR, quei centri di accoglienza temporanea dove vengono trattenuti gli irregolari da espellere. Eppure le trattative del Governo con gli stati dei migranti, in particolar modo Libia, Tunisia, appaiono vani, confermando che questo è un problema che va affrontato con politiche comunitarie europee e non unicamente italiane. Ciononostante rimane l’annoso problema dell’accoglienza nei vari comuni italiani, chi ospita volontariamente, chi gli vien chiesto di farlo, poiché la domanda è salita di quasi 10mila posti, e i comuni sono già saturi.

Tra i reati elencati nel Dossier compaiono anche quelli legati ai disordini urbani, prevalentemente per le manifestazioni di piazza e partite di calcio, da non confondere con i tanto discussi rave party. Più 7 per quelli di piazza, da 236 del 2022 ai 243 correnti. Per gli stadi il dato a luglio 2023 ha registrato 115 disordini, cui ben 63 aggressioni con feriti. In aumento al 2022, che erano 73 disordini con 38 aggressioni.

Aumentano, inoltre, le manifestazioni di piazza con criticità - 243 contro le 236 dell'anno scorso - e i disordini durante le partite di calcio. Nei primi 7 mesi del 2023 gli episodi violenti dalle parti degli stadi sono stati 115. In 63 casi ci sono stati feriti. Nel 2022, invece, le violenze allo stadio o nei dintorni erano avvenute 73 volte, 38 volte con feriti. Si registra, inoltre, un incremento delle segnalazioni per i crimini d'odio: sono state 232 e sono cresciute (+6,9%), soprattutto per casi di discriminazione religiosa.

Infine, il Viminale affronta il problema del cambiamento climatico, soffermandosi sui reati di incendi ed esplosioni, entrambi pari al -52%, danni idrici/idrogeologici in aumento del 57%, dissesti statici anch’essi in aumento del 47%. Reati dove sono interventi il Vigili del Fuoco che complessivamente hanno eseguito 589.535 interventi. Numeri che smentiscono il pourparler del sempre accaduto, in auge nei social media.

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