Il “Colosseo sipontino” rischia la privatizzazione. Incombe l’asta. Volpe e Valente la scongiurano

Forse è diventato un allarme rientrato quello lanciato dal Consigliere comunale di Manfredonia, Maria Grazia Valente, in merito all’annunciata vendita all’asta del terreno che ospita parte della rimasta Masseria Garzia, a due passi dalla SS89, alle porte di Siponto. Il prezzo base sarebbe di 16.897,50 euro e l’asta avrà luogo il 19 settembre 2023.

Difatti, una nota della stessa Valente affermava che «Oggi si staglia all'orizzonte un'opportunità unica: la possibilità di preservare un frammento inestimabile del nostro patrimonio”. Il riferimento è a ciò che quel terreno da millenni conserva, l’Anfiteatro Romano di Sipontum, ribattezzato il “Colosseo sipontino”».

Nelle ore successive, però, arriva anche una nota del prof. Giuliano Volpe, archeologo, che da tempo con un’equipe, sta svolgendo scavi importanti per riportare alla luce le antiche mura di Sipontum (già ne parlammo nell'ottobre 2022, ndr.) e ciò che resta, ottenendo ad oggi rilevanti successi e importanti prove. Una tra tutte il muro perimetrale, un’opera reticolata ben conservata e di pregevole fattura.

 

Anfiteatro romano Siponto masseria Garzia 02

 

Nella nota di Volpe si legge che l’area è all’attenzione del Ministero dei Beni Culturali che potrebbe esercitare il diritto di prelazione poiché vi sono in corso scavi archeologici.

L’anfiteatro romano di Siponto presso l’area di masseria Garzia, dai dati acquisiti dagli scavi, si estenderebbe su un’area perimetrale di circa 78x68 metri, con una capienza di circa 7mila spettatori. L’opera romana ora è conservata sotto il terreno e parrebbe essere quasi integra. L’auspicio del prof. Volpe è che all’area fosse evitata la privatizzazione e che si dia seguito per ulteriori indagini e escavi archeologici.

«Le radici dell'anfiteatro di Siponto - che per rendere meglio l’idea preferisco denominare, seppur impropriamente, Colosseo - affondano nel lontano 27 a.C., quasi un secolo prima di quello che poi divenne famoso in tutto il mondo -prosegue Maria Grazia Valente-. Esso era il luogo di spettacoli cruenti e divertimenti selvaggi, il palcoscenico in cui gladiatori, alcuni dei quali prigionieri di guerra, combattevano per la loro vita sotto lo sguardo appassionato del pubblico. Tuttavia, le grandiose pietre di questo anfiteatro e di altre testimonianze di Siponto giacciono sepolte sotto il peso degli anni e della disattenzione. Il Comune di Manfredonia e la competente Soprintendenza sono chiamati ad agire in questa delicata situazione. Un'azione audace, ma senza dubbio meritevole, potrebbe essere l'acquisizione di questo sito archeologico tramite l’asta. Non si tratta solo di conservare pietre antiche, ma di dar loro nuova vita attraverso la fruizione pubblica. Camminare tra le rovine di un anfiteatro millenario potrebbe diventare una realtà, un viaggio nel tempo che tutti potremmo intraprendere».

 

Anfiteatro romano Siponto masseria Garzia 03

 

Pensiero comune, tra la Valente e Volpe, è la fruibilità del sito archeologico una volta riportato completamente alla luce, che potrebbe diventare reale se le istituzioni fossero intenzionate. «Un rinascimento culturale ed economico per il territorio -pone in evidenza la Valente-. Attrarre turisti, promuovere eventi culturali e favorire l'educazione sulla storia e sull'arte antica sono solo alcuni dei frutti che potrebbero essere raccolti da questa iniziativa. Ovviamente, si tratta di un'impresa che richiede risorse finanziarie e sforzi logistici. Tuttavia, con l'aiuto di opportunità di finanziamento, come potrebbe essere il PNRR, questa sfida potrebbe essere affrontata con successo».

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