Punti di (s)vista. Ipocriti parabellum

L’ipocrisia mediatica è al culmine della demenza belligerante di chi con le guerre trae profitti.

Parlano, scrivono di armi difensive, come se non uccidessero.

È un messaggio artatamente architettato che in modo subliminale dobbiamo convincerci che esistano armi difensive, corroborato dall’aggettivo letale quando si parla di quelle nemiche.

È la sterile polemica di chi politicamente si gonfia, tronfio, di consensi e voti.

Un’arma è difensiva e offensiva allo stesso tempo. È sempre letale. Uccide! Assassina! Toglie la vita! È letale di per sé, è offensiva e difensiva nel momento che viene utilizzata. E la usa una persona.

Ci dicono, ci inondano di messaggi Tv, radio e della stampa nazionale, che all’Ucraina stiamo mandando armi difensive, contro quelle offensive della Russia.

Certo è che Zelensky, che non è uno stinco di santo, si debba difendere dal criminale Putin.

Ma che molti governanti e politici, giornalisti, opinionisti, commentatori, dicano che le armi utilizzate per contrastare la guerra, per altri è solo un conflitto o un'operazione speciale, siano difensive è la boutade di belligeranti al soldo di organizzazioni transnazionali che come pupari muovono i fili di governi pupi che fagocitano potere geopolitico.

Sappiate che siete solo degli ipocriti parabellum.

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