Il culto di Mitra

Dal III secolo a. C. si ha una progressiva decadenza della civiltà greca, tanto da assistere alla progressiva romanizzazione delle province e, quindi, alla scomparsa degli elementi originali della civiltà daunia. Questa progressiva decadenza si ebbe anche nei confronti dei culti e dei miti locali, per cui, assistiamo alla presenza di nuovi culti e miti provenienti dall’estremo Oriente, fra cui il culto di  Mitra, portato a Roma dalle legioni romane a partire dal I secolo d.C., per raggiungere il suo apice tra il III e il IV secolo d. C. Un culto, quello di Mitra,  che all’origine nasce  in ambiente indo-iranico, per poi essere rielaborato nel mondo romano.

Nell’antichità Mitra venne rappresentato generalmente come Sol Invictus, con un pugnale in mano, che uccide il toro; un dio nato da una roccia generatrice il 25 dicembre (solstizio d’inverno), giorno che diventerà poi il Natale di Cristo. Alla base del mitraismo, in effetti, era la credenza in un complesso sistema astrologico, in cui i pianeti e i segni zodiacali erano divinizzati e instauravano con l’uomo un rapporto di fiducia e devozione. Mitra, ereditando dal dio Sole il compito di guidare la corsa dei pianeti, era pure descritto nell’atto di far ruotare gli astri nel cielo. Quest’ordine cosmico era il risultato della sua vittoria sul toro selvaggio. La rappresentazione della tauroctonia sembra alludere al ciclo della natura, quando a primavera, sotto la costellazione del Toro, la vegetazione rinasce dopo il gelo invernale e allo stesso tempo è una metafora del processo di rigenerazione dell’anima che è alla base del culto. In realtà del mitraismo romano sono pervenute scarse notizie, oltretutto da parte di cristiani prevenuti contro quella religione. Tertulliano, uno  dei più noti padri della Chiesa del II-III secolo d. C., definisce i luoghi di culto mitraici “castra tenebrarum” (accampamenti delle tenebre, in contrapposizione ai “castra lucis” dei cristiani), evidenziando l’organizzazione dei fedeli in milizie sacre e l’oscurità degli ambienti di culto: scelta questa che veniva giudicata contraddittoria rispetto alla natura essenzialmente solare del dio. Il confronto tra Mitraismo e Cristianesimo è ritenuto molto interessante da alcuni storici, i quali sostengono che ci siano diverse somiglianze tra queste due religioni.

Per esempio, molte chiese furono costruite là dove vi era un mitreo, generalmente in una grotta, come nel caso del sincretismo religioso fra  il culto di Mitra e il culto di San Michele, con un sincretismo tale da ritenere diverse chiese orte proprio su antichi mitrei o culti pagani. Infatti fra il mitraismo e le Apparitiones Sancti Michaelis, vi sono molte somiglianze, come per esempio il tema della grotta che compare in chiese cristiane dedicate all'Arcangelo Michele, che dopo la legalizzazione del Cristianesimo, divenne il santo patrono dei soldati.

Del resto sappiamo che il culto di Mitra era presente soprattutto nella classe militare. Un sincretismo religioso fra Mitraismo e l’Apparitio che si manifesta in diverse simbologie, fra cui la tauromachia, il  simbolismo del Sol Invictus, il culto delle acque, il rito dell’Incubatio,  la stessa simbologia della Montagna, legato alla sacralità della pietra e quindi della roccia. Forme simboliche e rituali che ritroviamo anche nel culto micaelico, sorto nella seconda metà del V secolo, sulla leggenda di Gargano, che in un certo qual modo riprende la vecchia formulazione dei miti e culti pagani, di cui in altre sedi, abbiamo tentato di descrivere.

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