Il culto di Diana a Siponto

Di un altro culto pagano nella Daunia si parla anche a Siponto, dove la tradizione vuole che vi fosse stato un antico tempio dedicato a Diana.

Ciò si ricava dal ritrovamento di un ceppo con iscrizioni latine in un  pozzo vicino l'antica chiesa di S. Maria. Tuttavia per la fondazione di Siponto ci dobbiamo riferire a quanto afferma lo storico Strabone, il quale così riporta : “È ritenuta fondazione di Diomede anche Siponto che dista da Salapia circa 140 stadi, e veniva chiamata con nome greco  Sepius per via delle seppie sbalzate qui dalle onde”. A tale proposito la storiografia recente afferma che il nome Siponto, non è altro che la grecizzazione di un toponimo indigeno la cui radice indoeuropea sap/sep, rimanderebbe alla natura lacustre/palustre del  paesaggio geografico. 

L'accostamento di Siponto all'eroe greco Diomede, come abbiamo visto, è in rapporto ad una lunga e complessa tradizione mitografica, che vuole Diomede fondatore di diverse città nell'Italia meridionale. Infatti la tradizione antica ricorda che Diomede fu fondatore di città come  Elpia, Canusium, Venusia, Sipontum, Brundisium  in Puglia, di  Beneventum, Aequum Tuticum, Venusium, Lanuvium  tra la Campania e il Lazio, ed infine  Spina  nell’Adriatico. La fondazione di Siponto è messa in rapporto con la fondazione di  Argyrippa, il centro dauno che aveva  preso la sua denominazione da  Argos Ippion, in ricordo della  patria diomedea,  Argo "ferace di cavalli". Siponto  veniva così ad essere il porto naturale di Argyrippa, denominata, in seguito, in età romana,  Arpi, diventando così un centro fiorente di traffici, proprio per la sua vicinanza al mare.        

La presenza di un culto di Diana a Siponto si inquadra nel processo di romanizzazione che la città subì già dal III secolo a. C., e che vide progressivamente decadere la civiltà daunia, che era stata fiorente fino a tutto il IV secolo.  Del resto, il territorio di Siponto è stato al centro di importanti ritrovamenti archeologici avvenuti in questi ultimi anni, e precisamente la scoperta delle stele daunie, che sono le uniche testimonianze di popolazioni indoeuropee, vissute su suolo italico fra la fine del X secolo e il VI secolo inoltrato. Scoperta che ha rivoluzionato in un certo qual modo la geografia storica dell'Italia meridionale, facendo della Puglia settentrionale  e quindi della Daunia, una delle terre più interessanti per quanto riguarda la storia dei primi popoli italici. Ne sono testimonianze, come abbiamo più volte ribadito,  i vari centri urbani della Daunia,  Siponto, Arpi, Canosa, Salapia, Vieste, Matinum,   ricchi di substrati mitologici che si rifanno alla cultura preomerica e classica.

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