Il culto di Giove Dodoneo su Monte Sacro in Mattinata

Il territorio di  Mattinata, per la sua posizione geografica, quale approdo naturale nell'ampia fascia costiera del golfo di Manfredonia, è stato al centro di un vasto processo di civilizzazione, che ha visto vari popoli insediarsi sul suo territorio, dando origine, così, ad uno dei primi nuclei abitativi del Gargano. Quale testimonianza storica ed archeologica abbiamo la necropoli di Monte Saraceno, intorno a cui, se non nelle vicinanze, dovette esistere un centro urbano, Matinum, tale da convogliare  gente non solo dei dintorni, ma anche delle opposte rive dell'Adriatico.

Della necropoli di Monte Saraceno, ormai, la ricerca archeologica la fa risalire all'età del Ferro, in concomitanza con le prime civiltà urbane sorte in Occidente, che avevano, come esempio illustre e ormai consolidato nel tempo, le città dell'Asia Minore e dei paesi balcanici. Infatti, le varie campagne archeologiche testimoniano di una vasta necropoli, organizzata in distinti nuclei cimiteriali e un ampio abitato, corredato dalle strutture difensive, risalente alla fine dell'età del Bronzo senza soluzione di continuità sino agli albori del VI sec. a. C., con un momento di massima fioritura durante la prima fase dell'età del Ferro, in particolare tra i secoli IX-VIII-VII a. C. È l'età in cui si afferma, come abbiamo visto, la civiltà dei Dauni, di cui Monte Saraceno è un importante caposaldo per il ritrovamento delle stele daunie, specie  di quelle con funzione antropomorfica. Ciò sta a dimostrare che le popolazioni illiriche, di origine pelasgiche e iapige, erano giunte sul Gargano già all'inizio del primo millennio e avevano fondato diversi nuclei abitativi, di cui le stele rappresentano vari nuclei sepolcrali, che ritroviamo in diverse zone della Daunia, fra cui Coppa, Cupola, Versentino, Coppa Nevigata, ecc.

Silvio Ferri, il noto scopritore delle stele daunie, afferma che a colonizzare il territorio di Mattinata fu una tribù detta dei  Matinates, che  si stanziò nella zona. Siamo fra il IX e l'VIII secolo e queste popolazioni sarebbero stati gli ultimi indoeuropei, artefici delle stele daunie e fondatori della  necropoli di Monte Saraceno (con tombe  "a borsa" e in camera a cupola o a  tholoos)  e del  relativo villaggio protostorico.

Dopo la migrazione illirica, si ebbe l'arrivo dei Greci, i quali colonizzarono quasi tutta l'Italia meridionale, fondando colonie e città in Sicilia e nelle regioni meridionali, fra cui la Puglia. I Greci introdussero non solo la loro cultura e la loro lingua, ma portarono tutto il loro bagaglio religioso, fondando santuari e diffondendo nuovi culti. Uno di questi fu, come abbiamo detto,  quello di Diomede,  fondatore di diverse città pugliesi, fra cui Arpi, Sipontum, Canusium, Salapia, e probabilmente  anche Matinum. E ancora sulle pendici del Gargano e nella vallata di Carbonara i culti di Calcante e di Podalirio. Mentre a livello generale abbiamo il culto di Dauno, da cui nasce, come abbiamo detto, la civiltà daunia fra il IX e l’VIII secolo, fino al IV secolo a. C.

 

Monte Sacro. Abbazia della SS. Trinità

 

Intanto in territorio di Mattinata, e precisamente su Monte Sacro, dove nel secolo V sorgerà il Monastero della SS. Trinità (nella foto), si fa riferimento all'esistenza di un antico culto dedicato a Giove Dodoneo, la cui denominazione deriva da un'antica città situata nell'Epiro, in Grecia nord-occidentale, dove si trovava un oracolo dedicato a Zeus, il dio del fulmine re dell'Olimpo.  Infatti, il monte, fino al V secolo, era noto come Monte Codone, il cui culto era è presente a  Dodona, antica città della Tesprozia, in Epiro, nell'odierna valle di Olytsika, un tempo abitata dai Pelasgi. Il culto, poi, fu diffuso in tutta la Grecia, per cui non vi era città in cui non fosse presente un suo santuario. Secondo la tradizione il culto di Giove Dodoneo fu portato sul Gargano da Pilunno II, condottiero delle prime migrazioni dei Pelasgi, o da un suo discendente, Dauno, re dei Dauni. Tale culto sarebbe durato fino al tempo del vescovo sipontino Lorenzo Maiorano (sec. V), il quale, nel suo programma di distruzione del paganesimo sul Gargano, e dopo aver fondato il culto di S. Michele, sostituì il culto pagano di Giove Dodoneo con un nuovo tempio dedicato  alla SS. Trinità. Da questo momento  il monte non si chiamò più Monte Dodoneo, bensì Monte Sacro.

Nelle vicinanze dell’Abbazia della SS. Trinità sono visibili resti di fabbricati più antichi, in cui si ravvisano tracce di un preesistente tempio pagano, risalente al III secolo a. C. e che probabilmente farebbe parte dell’antico tempio dedicato a Zeus Dodoneo. Del resto la denominazione di Monte Sacro nasce in continuità all’antico tempio di Giove Dodoneo, ritenuto sia dai Greci che dai Romani il dio supremo del mondo e, quindi, un Monte Sacro per eccellenza. Da allora è rimasto tale anche in età cristiana, allorquando il vescovo Lorenzo Maiorano, nel V secolo d. C., dedicò il tempio pagano alla SS. Trinità, trasformandolo in abbazia monastica.  E tutto ciò in osservanza al processo di sincretismo religioso che si verrà a creare in Puglia e precisamente sul Gargano fra il IV e il V secolo d. C., nonché in riferimento anche ad un processo di continuità fra le antiche genti delle due opposte sponde adriatiche, in nome e per conto delle loro culture e delle loro civiltà mediterranee.

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