I culti di Atena Iliaca e di Cassandra a Lucera e Salapia

La presenza di vari popoli e civiltà provenienti dall'Oriente ha determinato nell'antica Daunia l'esistenza di diversi culti, collegati alle diverse etnie che si sono sviluppate sul suolo dauno. Nei precedenti capitoli ne abbiamo elencati alcuni, nati non solo dalla religiosità dei loro popoli, quanto da una eroicizzazione di personaggi locali, venuti dal di fuori, che si sono resi protagonisti di ardite imprese e di grandi conquiste. Basti a questo proposito citare i nomi del re Dauno e di Diomede, di cui abbiamo descritto la storia e gli sviluppi delle loro conquiste. Fra i vari culti che sorsero nella Daunia dobbiamo ricordare il culto di Atena Iliaca nella città di Lucera, dove, secondo Strabone, esisteva un santuario dedicato alla dea greca.  A tale proposito Strabone (Geografia, VI, 3.9 e in VI, 1.14) menziona un tempio ad Atena nel contesto delle leggende su Diomede e ne dà l’esatta localizzazione nella colonia latina di Lucera: “… nel tempio di Atena a Lucera ci sono antichi doni votivi…”; alludendo anche sull’ubiquità della prodigiosa immagine di Atena Iliaca a Roma, a Lavinio, a Lucera e nella Siritide. Atena veniva chiamata Iliaca, come se fosse giunta lì, in Daunia,  da Ilio.  Tale santuario viene citato anche da Eliano, il quale, però, non menziona la località precisa come aveva fatto Strabone. Scrive Eliano (De Anima, XI, 5): “È fama  che nella terra di Daunia ci sia un tempio di Atena Iliaca e che lì siano allevati dei cani che dimenano la coda in presenza dei Greci mentre abbaino contro i barbari”. Inoltre di un culto dedicato ad Atena in terra daunia ci parla lo Pseudo Aristotele (De Mirabilibus Auscultationibus,  109 a-c), il quale afferma: “Dicono che nella  regione chiamata Daunia ci sia un santuario detto di Atena Achea nel quale giacciono dedicate le scuri bronzee e le armi dei compagni di Diomede e di lui stesso. Raccontano che in questo posto ci siano dei cani che non maltrattano i Greci che giungono lì, anzi dimenano la coda come se fosse a loro del tutto familiari”.

Il culto di Atena Iliaca era fra i più importanti non solo dell'Italia meridionale, ma anche della Grecia. La dea Atena era figlia di Zeus e di Meti. Essa nacque dalla testa di Zeus, dopo che aveva saputo che la figlia di Meti gli avrebbe tolto il trono. La troviamo come dea guerriera che prende parte alla guerra di Troia, al fianco degli Achei.

Fu amica e innamorata di Eracle, che la ricambiò con i pomi d'oro delle Esperidi. È protagonista nell'Odissea, favorendo il ritorno di Ulisse ad Itaca. Essa simboleggia la ragione, in lotta contro la forza bruta. Inoltre rappresenta il valore personale degli eroi. Presiede alle arti e alla letteratura. Inoltre è la donatrice dell'albero di Ulivo alla sua regione, l'Attica. In suo onore venne fondata la città di Atene. I suoi santuari erano sparsi in tutta la Grecia e nell'Asia Minore, fra cui la stessa Troia. Il suo culto è uno dei più antichi della Grecia, anzi si suppone che esso sia di origine preellenica, in quanto il suffisso na richiama ascendenze minoiche e micenee. L'eroe greco Diomede teneva in grande considerazione il suo culto. Infatti Strabone afferma che  l'eroe greco, giunto a Lucera, avrebbe appeso nel suo santuario doni votivi. All'eroe greco è ascritta la fondazione di un santuario dedicato alla dea Atena nella città di Elpie (la Salapia romana), da lui fondata.  Ce lo ricorda lo stesso Licofrone, il quale ha  come sua fonte principale Timeo.

Sia a Lucera che ad Elpie il culto di Atena Iliaca  è collegato con il  culto di Cassandra. Infatti la tradizione vuole che ad Elpie vi fosse un santuario dedicato a Cassandra, nel quale trovavano rifugio e protezione le fanciulle daune ostili al matrimonio.  Del culto di Cassandra in terra daunia ci parla Licofrone, il quale così scrive:

“Ed il mio culto non sarà senza fama tra gli uomini
e non appassirà subito nell’oscura dimenticanza:
a me innalzeranno un tempio sulle rive di Salpe,
i capi dei Dauni, quelli che abitano la città di Dardano,
vicino alle acque della palude.
Le fanciulle che vogliono sfuggire alle nozze,
rifiutando i fidanzati che vantano chiome ettoree,
pur essendo di bruttissimo aspetto o di famiglia disonorevole,
stringeranno tra le braccia il mio simulacro
ottenendo un rimedio potentissimo contro le nozze,
vestite da Erinni e tinte in volto
col succo di erbe magiche.
A lungo sarò chiamata dea immortale
da quelle donne che portano il bastone”.

Cassandra è la figlia di Priamo, la quale ricevette in dono dal dio Apollo la facoltà di predire il futuro. Essa è la profetessa della caduta di Troia, dopo il rapimento di Elena da parte di Paride; inoltre sconsiglia l'entrata del cavallo di Troia nelle sue mura; così come predice il destino futuro della stirpe d'Enea. Secondo la tradizione Cassandra sarebbe stata l'amante di Agamennone e gli avrebbe dato due gemelli, Teledamo e Pelope. Al ritorno di Agamennone in patria, la moglie lo uccise e insieme a lui anche Cassandra.

Sia il culto di Atena Iliaca che quello di Cassandra, probabilmente, furono importati nella Daunia, ma anche in altre località,  come nella Siritide e nell'estremità del Bruzio, da coloni Locresi, da cui proveniva l'eroe Aiace, il quale tentò di stuprare Cassandra, dopo essersi rifugiata ai piedi del Palladio troiano. Recentemente si è supposto che il tempio di Atena Iliaca in terra daunia, ricordato dalla tradizione letteraria, sarebbe stato uno solo, quello di Lucera, al quale si adatterebbe anche l'accenno di Licofrone sul santuario di Cassandra, localizzato "sulle alture presso Salapia", con un'ottica da periplo. In questo senso i culti di Atena Iliaca e di Cassandra andrebbero intesi come un culto unico: al più antico di Pallade si sarebbe sovrapposto in età più recente, VII-V secolo a. C.,  forse con i Locresi, quello dell'infelice figlia di Priamo.

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