Per un museo delle civiltà

Fino ad adesso, in riferimento alle civiltà e alle culture, da cui deriva l’arte delle varie epoche, ho pensato in maniera settoriale, con l’attenzione rivolta alla loro specificità, specie per quanto riguarda la città di Monte Sant’Angelo, ma in più in generale del Gargano  e, quindi, ai vari musei esistenti, da quello Archeologico al Museo Lapidario, dal Museo Devozionale al Museo Etnografico “G. Tancredi”. Musei generalmente legati al culto micaelico e all’arte medievale.

Oggi invece  vorrei parlare di un Museo delle Civiltà, in maniera tale da superare quella settorialità tematica e abbracciare in un unico contenitore l’insieme della produzione storico-artistica e antropologica che l’uomo è stato ed è tuttora  capace di riprodurre e creare. Un Museo vero e proprio delle Civiltà dell’uomo, incominciando da quello Archeologico legato alla Preistoria e quindi all’antichità, Antropologico legato all’uomo e al rapporto con i luoghi, Etnografico legato alla cultura popolare, Religioso legato al culto micaelico e quindi alla ritualità del pellegrinaggio cristiano e alla cultura religiosa popolare,  all’Arte in generale e, quindi, alla creatività dell’uomo come espressone del divino nell’uomo, come afferma Vittorio Sgarbi, e infine un Museo delle tradizioni popolari, legato ai mestieri e dell’artigianato in generale e così via, creando così un sincretismo culturale fra l’Antico, il Moderno e il Contemporaneo. Un legame stretto e imprescindibile delle nostre culture e delle nostre civiltà passate e presenti.

Un Museo della Vita e quindi della Bellezza, intesa in tutti i sensi e in tutti i modi, come creatività dell’uomo e come espressione di un linguaggio e forme espressive universali. In altri termini un Museo della creatività dell’Uomo, non solo come Arte e Cultura, ma soprattutto come Bellezza universale, dove ritroviamo l’essenza stessa del divino che ha voluto l’Uomo a sua immagine e a suo strumento. Un mondo, quindi, polisemico e polivalente, dove la creatività dell’uomo sia al cento di ogni manifestazione del Mondo e per il Mondo. Tutto ciò lo vorrei realizzare in un grande contenitore, non più diviso per settori, come oggi sono i Musei, ma per aree culturali e spaziali, legati ad un territorio o a più territori. Del resto, se pensiamo al Gargano e in particolare alla nostra città Monte Sant’Angelo,  ci accorgiamo che la storia e le civiltà che essi hanno espresso si sono manifestate attraverso  forme e contenuti legati alle varie epoche e alle varie e molteplici civiltà del passato, da quella Preistorica, legata al megalitismo e, quindi, ai dolmen e menhir di Valle di Pulsano, alla presenza di vari popoli, come i Dauni con le loro stele e la ceramica daunia, i Greci, con la loro civiltà e cultura classica, all’insegna della bellezza e dell’arte, i Romani, il cui impero è a fondamento della civiltà occidentale, e infine la civiltà medievale, con le sue cattedrali e i suoi palazzi signorili, simboli dell’arte romanica e del potere temporale. Popoli e civiltà da cui sono sorte le grandi  cattedrali dell’arte contemporanea, all’insegna della bellezza, che affonda le sue radici nel  passato, con i suoi culti e i suoi miti, di cui ritroviamo tracce nel culto di San Michele sul Gargano: culti e miti come quello di Calcante e Podalirio, di Diomede, di Pilunno, di Mithra e infine il culto cristiano dell’Arcangelo Michele, da cui poi nasceranno i grandi itinerari della fede quale espressione delle vie sacre legate al culto e ai santuari di Santiago di Compostela, Roma e Gerusalemme, da cui ha origine la civiltà occidentale e quindi l’idea di una Europa Unita. Il Gargano ne diventa così il centro propulsore di due grandi civiltà, quella orientale e quella occidentale, all’insegna dell’incontro fra i popoli e le loro culture. Il Museo delle Civiltà dovrebbe testimoniare appunto tale ideale, come espressione dell’incontro fra Occidente ed Oriente, attraverso quella che è la civiltà mediterranea, basata soprattutto sulla civiltà contadina, che affonda le sue radici nel mondo agro-pastorale e soprattutto nella religiosità popolare. Aspetti che noi ritroviamo in parte nei nostri Musei, fra cui quello Lapidario, Devozionale ed Etnografico. L’insieme di tutto dovrebbe costituire il Museo delle Civiltà che abbiamo in mente, attraverso la presenza oggettuale e simbolica di altri manufatti legati alla civiltà mediterranea e, quindi, all’Uomo quale espressione della Bellezza della Natura e del Divino.

Un grande Museo delle Civiltà che può essere ubicato nel nostro Castello, in quanto espressione della presenza di vari popoli che vi abitarono, come i Longobardi, i Normanni, gli Svevi, gli Angioini, gli Aragonesi,  ognuno portatori di culture e civiltà legate alla storia dell’Italia Meridionale.

Un Museo delle Civiltà quale espressione delle nostre radici  storiche, legate alle diverse culture e civiltà del passato, in un connubio fra il Mondo Occidentale e il Mondo Orientale, tale da creare un sincretismo fra la cultura greco-romana e la cultura cristiana, di cui il pellegrinaggio micaelico ne è la massima espressione. A tale riguardo ho incominciato a creare nel Castello un Museo Archeologico legato alla riproduzione artistica della ceramica daunia e quindi alla civiltà dei
Dauni in terra pugliese. Una civiltà legata non solo ai miti e ai culti del passato, quanto alla storia delle varie città sorte fra l’VIII e il IV secolo a. C., fra cui Arpi, Canosa, Siponto. per poi legare il tutto, attraverso la presenza dei Greci,  dei Romani e dei Bizantini,  al culto micaelico e, quindi, alla nascita della città di Monte Sant’Angelo, con il suo tipico Rione Junno, che ha origine proprio dalla presenza in loco del tempio di Pilunno e quindi del rapporto fra il mondo magico-dionisiaco dell’aldilà e il mondo tardo antico della civiltà rupestre, attraverso la presenza di vari popoli e culture legate ai Bizantini, ai Goti, ai germani e infine ai Longobardi, da cui nasce il pellegrinaggio micaelico e, quindi, la Via Sacra Langobardorum o Via Micaelica. In questo senso la storia e  la cultura della Città di Monte Sant’Angelo  affondano le loro radici non solo nella cultura cristiana, quanto nella civiltà precristiana, legata al mondo dei Dauni e, quindi, della Magna Grecia, attraverso Sipontum e, quindi, Arpi, Canosa, Brindisi e Taranto. Il Gargano sarà terra di approdo e di diffusione delle loro culture e delle loro civiltà legate alla Magna Grecia, un grande contenitore di culture e civiltà del mondo Greco-Romano, alla pari di Agrigento e di altre città della Magna Grecia. In questo senso anche noi meritavamo il riconoscimento di Monte Sant’Angelo Città della Cultura Italiana 2025.

Tuttavia,  per quanto riguarda la città di Monte Sant’Angelo,  ci sono tanti altri temi e tante testimonianze legate alla nostra grande tradizione storica e. quindi. al nostro grande patrimonio artistico e culturale, di cui  il Museo delle Civiltà potrebbe fare emergere, legando il tutto al presente, ma soprattutto al futuro, creando così un percorso della contemporaneità che si riconosca nel presente. Il Museo delle Civiltà serve proprio  a rendere visibile tale percorso storico-culturale, la nostra storia, la nostra cultura, la nostra civiltà, legate ai vari momenti della creatività dell’uomo, ma soprattutto con riferimento alle tante testimonianze che ancora il nostro territorio presenta, dal santuario di San Michele al Castello normanno-svevo-angioino-aragonese, dalla Tomba di Rotari alle numerose chiese sparse in ogni angolo del nostro  territorio, con le numerose pitture di età barocche e ottocentesche, tale da formare, come ho scritto in alcuni miei volumi ancora inediti,  una città dai Mille segreti, fra Miti, Misteri e Leggende, il tutto visto nell’ambito delle civiltà e della cultura religiosa legata al culto di San Michele e alla Via Sacra Micaelica, che ha unito lungo i suoi itinerari l’Europa, dando ad essa una unità politica, oltre che religiosa e culturale.

Tutto questo ha lo scopo di rendere visibile, attraverso il Museo delle Civiltà, il nostro patrimonio culturale, tale da rendere edotto e consapevole non solo la comunità, quanto i nostri giovani, da cui dipende il nostro futuro. Senza la conoscenza del passato, non vi può essere futuro, in quanto il presente si basa proprio sulle radici del passato.

Nella realizzazione di un Museo delle Civiltà c’è bisogno dell’apporto di tutti i componenti istituzionali e civili della Città, con il coinvolgimento di tutto il   territorio, di cui la Città ne è l’espressione. E questo con il fine di  creare le premesse per una visibilità globale della nostra storia e della nostra cultura.

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