Il mondo in guerra

Siamo entrati nel 2023 in un periodo di grave instabilità politico-economica, oltre che di grave crisi sociale, dovuta a diverse cause che vanno al di là delle nostre possibilità di risoluzioni. Instabilità che nascono da diversi fattori, di cui probabilmente i responsabili sono solo gli uomini che con le loro azioni producono serie conseguenze sul piano sociale e politico.

Fra queste la grave crisi ambientale, che si trascina da diversi decenni da quando l’uomo è entrato nella fase della industrializzazione e, quindi, del libero mercato, tanto da produrre dei sistemi economici basati soprattutto sullo sfruttamento delle risorse primarie, fra cui il petrolio, creando così le premesse per la distruzione progressiva dell’ambiente e mettendo in pericolo la biodiversità e l’eliminazione delle identità territoriali. Inoltre una delle cause della crisi ambientale è la distruzione delle foreste, ma soprattutto l’emissione di gas inquinanti provenienti delle industrie, tale da creare la distruzione dell’atmosfera che protegge la terra.

Un processo che ci ha portato verso il surriscaldamento atmosferico, con una progressiva distruzione delle terre coltivabili e quindi con il fenomeno della siccità, che produce desertificazione e instabilità ambientale, con frequenti alluvioni e smottamenti di terreni friabili, come è avvenuto nell’isola di Ischia. Infatti, l’anno 2023 si è aperto con una divaricazione ambientale tanto che negli Stati Uniti abbiamo avuto delle precipitazioni nevose molto intense con zone quasi coperte da metri di neve, mentre in Italia e nel resto dell’Europa si sono avute delle temperature molto alte rispetto alla stagione invernale.

Quindi un mondo alla rovescia, dove il clima determina la vita o la morte di molti territori, soggetti a subire violente distruzioni a causa dello smottamento delle colline franose, oppure allagamenti estesi di intere regioni. Al di là di tutto ciò oggi stiamo assistendo ad una catastrofe sociale ed economica determinata soprattutto dalle diverse guerre o conflitti etnici che ritroviamo in diverse parti del mondo.

Conflitti atavici, ma anche recenti, tale da creare le premesse per un mondo continuamente in guerra. Del resto la storia insegna che l’uomo non acquisisce abbastanza insegnamenti degli avvenimenti che succedono nel mondo, anzi tenta di acuirli per motivi personalistici, a volte per troppa ambizione di potere, legata anche alla vecchia mentalità del ritorno degli imperi.

Così oggi ritroviamo numerosi conflitti in diverse parti del mondo, vere e proprie guerre in Asia, nel Medio Oriente, in Africa, nell’America latina e nella stessa Europa. Guerre e conflitti di origine razziale, etnica, antropica, sociale, ideologica, economica, di confine, ma soprattutto di potere e di religione, fra cui le guerre e le instabilità in Siria e in Iraq, le insurrezioni di Boko Haram, in Nigeria, Niger, Ciad, Camerun, la crisi politico-religiosa in Afghanistan, con conseguenze sull’ordine pubblico, a causa dell’emarginazione delle donne e della mancanza di diritti, le varie tensioni nel mondo curdo con la Turchia, le guerre civili in Somalia, il terrorismo jhadista in Pakistan, la guerra della droga in Messico, il conflitto interno in Libia, la guerra civile in Yemen, l’instabilità nel Sinai fra palestinesi e arabi, la guerra in Sud Sudan, nel Malì, nel Sahel, nel Centro Africa, nel Congo e infine l’attuale conflitto in Europa fra Russia e Ucraina, come retaggio della dissoluzione dell’Impero russo e quindi del potere sovietico nel mondo.

Conflitti e guerre che purtroppo si ripercuotono sulla gente, costretta a vivere in situazioni precarie e quasi sempre in miseria, con grave crisi sociale ed economica.

Basta analizzare le conseguenze della guerra fra Russia e Ucraina, sui paesi dell’Europa, ma non solo, per accorgersi che viviamo in mondo dove l’instabilità sociale ed economica è messa in pericolo da eventi politici e dalla volontà di determinate persone prive del senso della solidarietà e fratellanza dei popoli. A tutto ciò, poi, si aggiungono eventi e minacce legate alla natura che si vendica della mancanza di cura e di salvaguardia da parte dell’uomo, tanto da creare le premesse per la nascita e lo sviluppo di veri e propri virus, che minacciano la salute dell’uomo e determinano un clima di paura e di ansia nel domani.

Tale situazione la stiamo provando in questi anni, dal 2020 fino ad oggi, a causa della pandemia da Coronavius, le cui origini sono state localizzate in Cina, tanto da diffondersi in breve tempo in tutto il mondo, provocando milioni di morti. Purtroppo tutto questo crea in noi tutti un senso di paura e di ansia, tanto da farci pensare se l’uomo abbia la capacità di governare la propria esistenza e di creare condizioni di vita in maniera equa e sostenibile, in nome della vita e dell’esistenza solidale di tutte le persone e specialmente di tutti i popoli della terra, al di là delle differenziazioni di razza, di religione, di colore, di sesso e di lingua.

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