Bollicine di Puglia e olio di Macchia (cambiano in parte i suonatori, ma la musica è sempre la stessa)

Prefazione della Redazione

Nella poliedricità che da sempre contraddistingue Giovanni Ciliberti, persona colta e consigliere di vita (espressioni palesate anche nel suo libro #Giuwà”, Andrea Pacilli Editore - anno 2016), non manca mai la sua sottile ironia, anche anglosassone, di esporre un problema con metafore che abbracciano la quotidianità, del posto in cui vive. L’articolo proposto da Ciliberti è interessante, tanto sottile nel profilo politico-istituzionale quanto graffiante sul piano sociale ed economico. Un “dolce appello e grido” di dolore per ciò che potrebbe esser fatto in una terra che attende interventi di riqualificazione, infrastrutturali, riconversione e sostegno economico e lavorativo, per dar seguito a quello sviluppo che tanto è propagandato, spesso prima e a margine di campagne elettorali, poi, però, dimenticato nei polverosi cassetti dei comuni limitrofi e interessati.

A cura di Giovanni Ciliberti, medico e direttore emerito U.O. Malattie Apparato Respiratorio Policlinico OO.RR. Foggia e già amministratore di Monte Sant’Angelo.

#contrappunti

«Ottima la manifestazione del 30 luglio prossimo che di sicuro avrà l'apprezzamento di chi vi parteciperà e dei produttori per il relativo ritorno promozionale a costo zero.

È un esempio di come avviene la promozione delle eccellenze agroalimentari del nostro territorio (vi sono solo un paio di ettari di vigneti di cui 0.5 a Macchia ed il resto a Valle Carbonara tutti condotti in modo hobbistico e che produrranno poche migliaia di bottiglie).

A Vieste si svolge una manifestazione che dura diversi giorni dove oltre ad incontri vi è una vera promozione dell'olio extravergine di oliva e degli altri prodotti della cucina garganica.

A Macchia invece in oltre 2.000 ettari di uliveti si producono annualmente in media 15.000 quintali di olio extravergine la cui elevata eccellenza è messa in crisi dalla persistente siccità, dagli elevati costi di gestione, dall'incapacità promozionale dei produttori e dalla frammentazione della proprietà.

Mentre il concime azotato è aumentato del 250%, il gasolio del 150%, l'energia elettrica di oltre il 100% e la lavorazione dei terreni da parte dei contoterzisti del 50% il prezzo dell'olio all'ingrosso è rimasto invariato (€ 420-450 al quintale per acidità inferiore a 0,4%) perchè nell'area mediterranea vi è una superproduzione (2.5 milioni di tonnellate. In Italia 250-300.000 tonnellate).

A Macchia sono in bilico lavoro e produzione per € 8-10 milioni all'anno.

Assistiamo alla latitanza delle amministrazioni comunali con un persistente ed inspiegabile abbandono dei produttori e delle maestranze di Macchia tanto che non pochi si augurano che la xylella non ritardi troppo ad arrivare anche da noi, per porre fine ad un decennale accanimento terapeutico di una secolare attività che attualmente produce in perdita.

Sarebbe utile

* Istituire una sezione distaccata a Macchia del settore agro-forestale con la funzione di monitorare l'ulivicoltura (fitopatologia, interventi colturali tesi a migliorare la qualità, controlli vari).

* Favorire l'uso dell'EVO di Macchia nella ristorazione locale.

* Promuovere, coinvolgendo tutti i produttori, l'EVO di Macchia sia attraverso manifestazioni pubbliche che con mezzi diversi di pubblicità (distribuzione di un campione di 100 ml di EVO da distribuire negli alberghi o in un apposito locale nei pressi della zona santuario dove promuovere tutte le altre eccellenze agro-alimentari del territorio).

Purtroppo niente di tutto questo, nemmeno la partecipazione all'associazione italiana "le città dell'olio" che inserirebbe la nostra città nel circuito nazionale dell'olio come avviene per Mattinata, Vieste, Carpino etc...».

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