A Monte Sant’Angelo, c'è un conflitto sociale annunciato. #1

#contrappunti

«A pochi giorni dalle elezioni amministrative, il Sindaco svilisce il consiglio comunale e i consiglieri tacciono. È accaduto nella città garganica.

Il Sindaco di Monte Sant’Angelo ha presentato la sua giunta municipale su facebook, a tarda sera, ignorando il Consiglio comunale.

L'ineleganza istituzionale è passata quasi inosservata.

Nella città è in atto una riorganizzazione dei gruppi di potere e alla gente non importa né della  forma né del  modo della comunicazione istituzionale. D'altronde, non c'è bisogno di alcuna indagine giudiziaria per conoscere chi rappresenta chi e in che modo li rappresenta. Le dinamiche del voto sono evidenti e hanno lasciato tutto scritto nel seggio elettorale. Per adesso, il tempo politico si mostra statico e sembra che domini l’attesa per la gratificazione della promessa di un nuovo tempo della piena occupazione, che non c’è. Presto alcuni gruppi sociali marginali diventeranno "gruppi sociali pericolosi".

La promessa elettorale dovrà essere onorata. Sono già tanti coloro che  mostrano il disagio dell'attesa. All’orizzonte, si intravvede un nuovo tempo: il tempo del conflitto individuale. Ma dentro il prossimo conflitto sociale c’è una storia che ritarda a farsi dimenticare. Quella storia narra della città politica e delle poche famiglie che detengono il potere municipale, da molti anni, in armonia con pezzi del ceto medio silenzioso. A raccontarla non è un timoroso cronista, costretto a narrare la pericolosità sociale degli ultimi, resi "delinquenti" o addirittura" mafiosi" dalle famiglie politiche. Nei giorni tristi che si vivranno, pochi ricorderanno che gli "individui pericolosi" sono stati abbrutiti e incattiviti da tante promesse elettorali. Queste persone oggi attendono quanto pattuito e presto o tardi quei tempi dell’attesa dovranno pur terminare. Nella città si annuncia un tempo triste di rabbia e  aggressività sociale, che  la comunità e i suoi abitanti non potranno evitare.

Il conflitto generato

Mentre la crisi economica e sociale inizia a mostrare la sua virulenza, la democrazia civica della “Montagna dell’Arcangelo” vive un suo tempo di neo infeudamento, anche se il “potere”, gestito per molti anni, può inebriare chi lo esercita.

Si dica: la gente si è prestata ai giochi elettorali.

A pochi giorni dal voto la “città della promessa” sembra distaccata e disinteressata alle nomine di governo di chi ha vinto le elezioni. Per chi ha ceduto il voto poco contano i nomi e le persone che ricoprono gli incarichi assessorili e i rapporti di correttezza tra gli organi istituzionali del comune. Nella città una sola forza politica ha affermato tutto il suo peso istituzionale regionale,  per  confermare che resta l’unica forza di potere nella città, capace di muovere tantissimi voti in poco tempo. È strano. Alcune forze politiche hanno vinto le elezioni e alcuni candidati hanno avuto tanti voti, eppure nessuno esprime la propria felicità. Gli stessi elettori del partito unico vincente chiedono una dura opposizione e dicono in ogni dove di “non fidarsi dei loro consiglieri votati”. 

Il primo cittadino, come alcuni anni fa, ha voluto concentrare nelle proprie mani ogni potere di decisione, fino ad identificare il  potere dello Stato con la sua volontà. L’ebbrezza della sua rielezione lo rende sicuro e certo del suo riflesso potere. Nonostante l'esplosiva condizione sociale della comunità, lo stile poco gentile del suo agire comunicativo ha provocato nei confronti dei consiglieri e del Consiglio comunale un’antipatica rottura. Il Sindaco lo ha fatto, sminuendo lo spirito giuridico del comma 2 dell’art. 31 dello Statuto del comune di Monte Sant'Angelo.
Nella carta statutaria, al comma 2 dell’art. 31 si legge: “Il Sindaco nomina i componenti della Giunta, tra cui un Vice Sindaco, entro 10 giorni dalla proclamazione degli eletti e ne dà comunicazione al Consiglio nella seduta di insediamento”. Tanto non è accaduto e la nomina della giunta municipale, i consiglieri l’hanno appresa dai social.  Nell’ordinamento giuridico, soprattutto in una città di individui, nessuno si dovrebbe porre al di sopra del diritto positivo e nessuno dovrebbe svilire il valore etico del Consiglio comunale, espressione dei cittadini e garanzia di una antica democrazia civica.

Dicevo, il sindaco di Monte Sant'Angelo l’ha fatto, anche se la filosofia del diritto vuole che il primo cittadino informi prima di tutti i Consiglieri comunali, riuniti in Consiglio comunale, luogo che rappresenta l’intera popolazione. I consiglieri e gli ignari cittadini ignorano la gravità dell’atto politico inconsueto e pericoloso nelle città evolute. Svuotare di autorevolezza i Consiglieri comunali eletti in modo “democratico” dai cittadini elettori, soggiogati dal consenso contrattato, è un gravissimo abuso, che scredita soprattutto colui che ha screditato il massimo organo rappresentativo del Comune: il Consiglio comunale.

Mentre il Consiglio comunale perde la sua autorevolezza, tra pochi mesi un ceto politico di potere dovrà controllare gli “spiriti violenti”, invocati, e lo dovrà fare con un Consiglio screditato e dei Consiglieri sfiduciati e disincantati dalla seduzione e arroganza del potere, mala tempora currunt per i vincitori».

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