L'Editoriale. Indicare è politicamente sinonimo di democrazia; decidere..., di autonomia impopolare

L'Editoriale

Non si vuol entrare nei meriti e delle decisioni di un'Amministrazione comunale assume per il bene comune. I cittadini hanno scelto ed è corretto che chi li rappresenta decida. Ovviamente, e in base alla materia trattata, certe decisioni vanno assunte dopo una consulenza tecnica, che erudisca l'esperto politico, in modo da indicargli come procedere e decidere. Siamo certi che questo passaggio è stato fatto.

Nell'antica Roma il Senato, che era un organo consuntivo, prima di decidere ascoltava il popolo. Un'agorà plebiscitaria, anche maieutica, che indicava al Cesare di turno la strada da intraprendere. Indicava, appunto, non decideva.

Su questa base si potrebbe fondare una democrazia in ambito decisionale sui lavori pubblici quando riguardano cambiamenti radicali di un'area cittadina. Ascoltare i tecnici e poi il popolo, in modo che si abbia una più ampia conoscenza su come si vuol cambiare un’area cittadina da sempre luogo di ritrovo, anche di vanto per l’importanza storica, dovrebbe essere una prassi periodica di chi amministra.

Come detto, però, alla fine decide chi amministra, spesso in autonomia: la legge lo consente, la Costituzione Italiana lo sancisce. Pertanto, è lecito farlo a tutti gli effetti, popolarmente meno, molto meno.

A Monte Sant’Angelo sta prendendo piede una discussione cittadina sulla scelta di cambiar volto a due luoghi importanti e focali: Piazza Duca d’Aosta e la Villa Comunale. Luoghi di interesse pubblico, che annoverano storia e immagini del passato con personaggi importanti che hanno visitato il centro garganico. Ma questo è un dettaglio, perché l’importanza è puntare il faro sui luoghi in armonia con il resto dell’architettura montanara. Come lo è del resto gran parte di Monte. E questo anche se non esistono vincoli di Beni Culturali. Una piazza, quella predetta, antica, con pavimentazioni secolari e architetture storiche, merita una rivisitazione con le stesse vesti. Rivedere la sua architettura in chiave modernizzata con lavori pubblici da svolgere, andrebbe fatto con uno studio settoriale architettonico-paesaggistico-culturale che preservi la bellezza, cultura, storicità del luogo, conservando lo scenario storico e culturale, rendendo più fruibile e sicuro il luogo, soprattutto con una illuminazione adeguata, artistica e sicura. Insomma, un arredo urbano che esalti i luoghi, rendendoli attrattivi, vivibili e tecnicamente visibili a ombre e distanze; non il solito lampione che ti illumina al massimo i due mq, ma una luce che ti faccia vedere oltre, che a più di 10 metri possa far distinguere soggetti e non ombre.

A quanto pare i render che raffigurerebbero i due luoghi in oggetto non soddisfano i Montanari. Spazi più larghi con scalinate moderne, illuminazione post-moderna, gradoni e muretti contemporanei. Tutto a fronte di quello che c’è ora, che esalta la storia millenaria di Monte Sant’Angelo con richiami medievali.

Non si è esperti in materia, ci si limita solo a riportare ciò che il popolo vorrebbe, rispettando il lavoro svolto da tecnici, politici e amministratori. Si è, anche e soprattutto, aperti a repliche Istituzionali e, se lo vorranno, rendere pubblico su questa testata giornalistica indipendente lo studio tecnico architettonico-paesaggistico-culturale sicuramente svolto per la sistemazione di Piazza Duca d’Aosta e la Villa Comunale.

Condividere rende e indica, senza esondare nel decidere in autonomia.

Ad Maiora!

Read 624 times Last modified on Martedì, 18 Agosto 2020 09:15
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