Il Comune di Foggia sciolto per infiltrazioni mafiose. Non ha vinto del tutto lo Stato, ma ha perso la politica correa

Solo ieri, 04 agosto, il Viminale aveva ufficializzato i quattordici comuni dalla Capitanata chiamati al voto delle amministrative, in autunno a ottobre, e aveva compreso anche Foggia per l’inizio dei comizi, riservandosi di eliminarlo se avesse deciso di commissariarlo.

Oggi la sentenza, bella o brutta, è arrivata. Il Comune di Foggia sciolto per infiltrazioni mafiose. Addio amministrative e addio comizi per chi assaporava già il vantaggio, definiamolo politico, contro chi sarebbe stato “sciolto”.

Purtroppo quella del 05 agosto 2021 diventa una data storica per Foggia, primo capoluogo di provincia pugliese sciolto per mafia, secondo solo a Reggio Calabria. Difatti il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Interno, dott.ssa Luciana Lamorgese, in considerazione delle accertate forme di condizionamento dell’Amministrazione locale da parte di organizzazioni criminali, a norma dell’articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ha deliberato l’affidamento a una commissione straordinaria della gestione del Comune di Foggia, già sciolto in seguito alle dimissioni del Sindaco Franco Landella, già sottoposto, come scritto nelle carte della Procura di Foggia, a procedimento penale per tentata concussione e tangenti, assieme ad altri membri della Giunta e Consiglio, che hanno gettato un’onta irreversibile su tutta la comunità, peggio dello scioglimento. Tutta gente imputata, che subirà un processo e che, fino a prova contraria, per l'ordinamento giuridico vigente sono in attesa di giudizio, seppur abbiano già subito una prima detenzione per non inquinare prove assunte dagli inquirenti.

Prorogata di altri tre mesi, l’analisi della commissione d’accesso agli atti al Comune di Foggia, insediata il 9 marzo 2021, aveva dato segni di ulteriori prove a carico degli amministratori, costringendola ad approfondire dopo lo scandalo di “Affari in Comune”, dove ha visto coinvolte persone note della politica locale, imprenditori, facinorosi vicino la polita e mafiosi della “società” foggiana.

Questa volta l’art. 143 del TUEL - Testo Unico degli Enti Locali- ha sentenziato con prove, senza affidarsi alla presunzione come azione preventiva e non incontrovertibile. Un articolo che andrebbe rivisto in alcuni punti che condanna anche chi ha un forse. E ciò non giustizia. Ma sono argomentazioni di redazione, che da anni si batte per la revisione dell’articolo suddetto, che da ben ventuno anni ha sciolto comuni che poi si sono rivelati estranei alla mafia, facendo cadere l’onta della vergogna su persone e territori attanagliati dalla mafia ma non complici.

Al Comune rimarrà presumibilmente per altri diciotto mesi l’attuale Commissario Straordinario Prefettizio, dott. Marilisa Magno, coadiuvata dalla dott.ssa Rachele Grandolfo, dal dott. Sebastiano Giangrande e dal dott. Francesco Fasano. Un compito arduo che la vedrà protagonista contro chi oggi, anche nelle settimane scorse, gridava alla elezioni in nome della democrazia da ridare al popolo. Certo, il commissariamento interrompe un sacrosanto piedistallo della Costituzione Italiana, ma ne introduce un altro, quello della continuità amministrativa di un comune che non ha i requisiti per continuare in piena autonomia politica il suo mandato. In questo caso continuità anche legale, visti i precedenti e le correità latenti, spesso subdole, di una controparte politica che sapeva e non parlava, sennonché messa con le spalle al muro da un PM. La dice lunga questa storiella…che andrebbe ricordata alla prossime elezioni, sperando che certi politici politicanti non si presentino e se vi saranno abbiamo il ben servito della vergogna della non elezione. Ricordatevelo fra 18 mesi se non proprio 24; 12 sarebbero irrisori o per lo meno non a garanzia di tentare un recupero in un contesto mafioso che vede la “società” foggiana con le mani dappertutto, un po’ come la ‘ndrangheta.

Storiella che oggi vede miseri commenti di pochissimi politici foggiani che avrebbero preferito andare al voto, e di un assordante silenzio istituzionale, traccia indelebile che segna malamente la classe politica e imprenditoriale locale, alcuni a braccetto con la “società”.

Lo scioglimento, per la cronaca, fu proposto il 25 maggio 2021 dall’allora Prefetto di Foggia, dott. Raffaele Grassi, presentando al Viminale una relazione ben descritta e colma di fatti. Poi vi fu la proposta di prorogare gli accertamenti di altri tre mesi, che oggi hanno prodotto lo scioglimento. Nel frattempo al Comune subentrò il Commissario Magno, dopo la firma del Presidente Mattarella, il 03 giugno 2021, che sciolse il Comune per le dimissioni del Sindaco.

Ora rimane solo leggere la relazione dello scioglimento per argomentare nello specifico sulla decisione assunta dal Ministero dell’Interno. Sarà una lettura interessante, sperando in un fascicolo di media lunghezza, soprattutto per fornire risposte a chi oggi è rimasto in silenzio, a chi avrebbe voluto votare a ottobre, a chi continua a sostenere che a Foggia e nelle varie istituzioni non vi siano le mani lunghe tentacolari della mafia foggiana, a chi avrebbe dovuto parlare anzitempo ed è rimasto zitto facendo indirettamente proliferare la corruzione, a chi gli piace attendere le promesse fatue ventennali, a chi gode di privilegi senza averne diritto, a chi è mafioso.

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