Punti di (s)vista. Nutri-score e dieta mediterranea. Perché l’OMS deve scegliere al posto degli italiani?

Il dibattito è acceso da diversi anni. Con l’inserimento del metodo di etichettatura Nutri-score voluto dall’OMS -Organizzazione Mondiale della Sanità- diversi alimenti Made in Italy potrebbero essere messi al bando o limitati, sia dal consumo periodico, sia dalla scelta del consumatore, sia dal fabbisogno.

Non è un “detto comune”, bensì un fatto.

Difatti, l’OMS, con il documento “European framework for action on alcohol 2022-2025”, discusso e votato in occasione del 72esimo Comitato regionale dell’Oms Ue, dal 12 al 14 settembre a Tel Aviv, in Israele, tra le altre preferenze alimentari, chiede un taglio al consumo di alcool pro capite entro il 2025, non differenziando le tipologie di bevande.  Tra questi c’è il vino e la birra, alimenti per il loro valore nutrizionale. perciò non solo bevande. Nel documento si chiede una diminuzione del 10% del consumo di alcool, senza alcuna distinzione tra super alcolici, birra e naturalmente vino.

Ora, se il problema fosse solo la quantità di alcool presente nelle bevande succitate dovrebbe interessare solo la sfera delle autorizzazioni alla somministrazione, peraltro già normata nelle nostre leggi. Invece, riguarda anche quella economica per la maggiore tassazione richiesta dall’OMS. Un “papello”, anche giusto per un minore consumo, che vorrebbe incidere sul divieto di pubblicità, sulla promozione e il marketing del prodotto, con l’obbligo del cosiddetto pericolo per la salute in etichetta.

“Pericolo per la salute” la denominazione che l’OMS vorrebbe introdurre sulle etichettature del nostro vino e della nostra birra, prodotto in Italia. Insomma, un alimento che farebbe male a chi lo consuma, anche un bicchiere (moderato) a pasto, come vorrebbe la dieta mediterranea, che si ricorda la migliore e più salutare al mondo. Un’etichettatura che abbraccia anche il mondo oleario, che potrebbe davvero minare il nostro buon e salutare EVO, l’olio extravergine di oliva, anch’esso alimento secolare e di tradizioni mediterranee, frutto di un prodotto che, scusate la modestia, citato, come il vino nei testi degli antichi greci e latini. Questa è cultura alimentare.

Se così fosse oltre al danno del Made in Italy enogastronomico, anche la beffa per il comparto produttivo vitivinicolo e birraio, tra l’altro mai stato audito, che, rimanendo nella nostra amata Puglia, in tutti questi anni -decine- ha investito risorse economiche nella produzione, nella ricerca in qualità ed eccellenza, e, che adesso, ancora una volta si troverebbe ingiustamente penalizzato, con gravi ripercussioni sul mondo dell’occupazione, di per sé altalenante.

 Per la cronaca il Nutri-score è un sistema sviluppato in Francia da scienziati indipendenti nel 2017, adottato dall'Agenzia Nazionale della Sanità Pubblica del Ministero della Salute francese - Santé publique France – e ora voluto dall’OMS. Un sistema che potrebbe davvero unificare in Europa l’apporto di nutrienti, ma che non tine conto delle specificità territoriali. E sappiamo che in Italia, non tanto per gli usi e costumi alimentari, piuttosto per le eccellenze con marchi registrati l’alimentazione è varia e tutta salutare. Se l’OMS decidesse di introdurre su vino e birra il Nutri-score, approvando la riduzione del 10% del consumo di vino entro 2025, sarebbe in generale un passo indietro anche rispetto alle scelte assunte in sede di discussione europea sul Cancer Plan, in cui si decise la linea di separazione e differenza netta tra consumo moderato e abuso di alcool.

Tuttavia l’OMS con il Nutri-score sta introducendo, pian piano come se nessuno se ne stia accorgendo, l’uso e consumo di cibi un tempo solo di cultura orientale, ben lontani dalle nostre abitudini e gusti. Stiamo parlando degli insetti commestibili, ormai inseriti nel menù italiano. Alimenti che, de gustibus, hanno già un mercato e un utilizzo in ricette al posto di farinacei, carni, pesce e condimenti, come testimoniano anche grandi marche alimentari.

L’auspicio è che sia la Regione Puglia, nel caso territoriale, sia il Governo, sia europarlamentari si attivino a contrastare una cosi iniqua decisione che l’OMS vorrebbe introdurre nel nostro fabbisogno alimentare, di fatto depauperizzando la Dieta Mediterranea, con ripercussioni sfavorevoli alle filiere agroalimentari, privando merito e valore e anche lavoro a chi in questi anni con non pochi sacrifici ha messo sulle nostre tavole prodotti eccellenti, nutritivi, sicuri, gustosi.

Ad Maiora!

#puntidisvista  ♨️ #freethinker  #nutriscore #Foggia 

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