Punti di (s)vista. È Sanremo

Ha vinto la canzone, come del resto doveva essere, interpretata da un grande cantante. “Due vite” cantata da Marco Mengoni ha fatto l’en plein nelle cinque serate della 73esima edizione del Festival della Canzone Italiana a Sanremo.

Un testo autobiografico, che svela ciò che non si dice ma che va detto per incoraggiare altri a non mollare. E il palco ligure è il miglior comunicatore, l’indissolubile sostegno nazional popolare che conquista cuori e menti.

Grande performance di Mengoni, voce pulita, tempi matematici, padronanza del palco, e solo alla fine, nella serata finale, un velo commosso sul suo volto svela la debolezza umana rafforzata dal coraggio di esserci e raccontare.

Dietro di lui, per volontà popolare e senza nulla togliere, “Cenere” di Lazza, giovane musicista, di altissimo livello, come gli altri.

Ebbene sì, questa edizione di giovani talentuosi certifica quanto lavoro vi sia dietro tre minuti di musica. Come lui tanti altri, tutti giovani professionisti, musicalmente preparati, compositori e parolieri. Da studenti a lavoratori musicali, consci che anni di studio di conservatorio, anche di accademie, son serviti a produrre ciò che hanno sognato. Un successo, comunque sia andato.

 

Lazza Sanremo2023

[Lazza]

Lo stesso ottenuto dal gran cuore di Mr. Rain che con “Supereroi”, nelle oscure giornate di pioggia, ha messo in luce con l’innocenza di un bambino l’essenza di chi lotta per un mondo migliore.

Sanremo è musica, è spettacolo, è comunicazione, anche politica se intesa, e maggiormente compresa, dove, nel rispetto delle regole, si lanciano messaggi al passo con i tempi. È stato sempre così e lo sarà. Chi si scandalizza ha in mente tempi passati, degni del ricordo ma non attuabili. Il mondo cambia e con esso abitudini e azioni. Il bacio omo, la libera marja, la carne al vento, l’electro-toy, sono messaggi di libertà che oggi si ha e si fa. Spettacolo è anche questo, non fiori presi a calci, che offendono un territorio, famoso per essi e che dà anche lavoro e lustro. Con i fiori si accarezzano le donne.

Sanremo è ricordo, non solo musicali. In esso c’è parte della storia d’Italia, quella fondata sulla Costituzione, la stessa che promuove l’arte e la cultura. Musica è arte e cultura.

Sanremo è tendenza, quella che da oggi molti vorranno emulare, portare avanti nel piccolo delle loro azioni. È anche politica, di messaggi di pace, aiuto e libertà, quella negata a più strati da comparti stagni di quiescenti personaggi obsoleti che negano la cosmopolita ineluttabilità dell’evolversi dell’essere, dei suoi costumi e delle sue abitudini, anche trasgressive ma racchiuse nell’alveo del pudore del terzo millennio.

Onor ad Amadeus, l’Ama nazional popolare, che con il sagace intramontabile Morandi in questa edizione ha compresso ciò che in quattro anni ha saputo portar su quel palco, artisti di ogni età ed epoca, chi mettendoli in competizione, chi per esibizioni nel ricordo che la musica italiana va raccontata ricordandola cantando. È suo il merito per aver scelto giovani professionisti che hanno studiato musica, perché un conto è interpretarla con la voce, un altro è suonarla in diretta.

Sanremo è costume, nel vestirsi, nell’esibirsi, nel mostrarsi per come è e per la richiesta a una domanda sempre più frequente e mutevole. È specchio della contemporaneità, senza pudori, perché quelli li crea chi vorrebbe imporre il suo.

Sanremo è l’attualità, nel mostrarsi, nel dire ciò che il tempo esige, mostrando il volto, scandalosamente al passo con i tempi, a volte irriverente, a volte trasgressivo, ma anche compiacente, adulto e bambino, mascherato e amorevolmente gattopardesco. È lo stesso di sessant’anni fa che con una gonna sopra il ginocchio scioccava, della libertà sessuale di quarant’anni fa, del vaffanculo cantato nel 1993.

Sanremo è gossip, tra detti, non detti e contraddetti, con fievoli voci e tuonanti anatemi, spesso spocchiosi da bocche sempre in cerca di visibilità.

È humor di chi sa cogliere l’attimo, di chi sdrammatizza e ironizza anche su sé stesso.

Sanremo è promozione, non solo del “Made in Italy. Sa lanciare nuovi artisti e incoronarne intramontabili internazionali. È la vetrina per eccellenza della musica, anche italiana. Quella che non dimentica l’arte e la cultura, il cinema e la televisione.

 

DepecheMode SanRemo2023

[Depeche Mode]

...perché Sanremo è Sanremo” recita l’ormai famoso claim, unico nel suo genere, che sa unire generazioni e gusti, criticato nel bene e nel male, odiato e amato, seguito e visto anche senza dirlo, spesso nascondendolo perché fa pseudo-tendenza mostrarsi lontani dall’appuntamento canoro, per poi canticchiare i suoi brani.

Sanremo è Sanremo perché è Sanremo, l’importante trampolino di lancio, per tutti.

Sanremo 2023

  1. Marco Mengoni - Due vite
  2. Lazza – Cenere
  3. Rain – Supereroi
  4. Ultimo – Alba
  5. Tananai – Tango
  6. Giorgia - Parole dette male
  7. Madame - Il bene nel male
  8. Rosa Chemical - Made in Italy
  9. Elodie - Due
  10. Colapesce e Dimartino – Splash
  11. Modà – Lasciami
  12. Gianluca Grignani - Le parole che non ti ho detto
  13. Coma_Cosa - L’addio
  14. Ariete - Mare di guai
  15. LDA - Se poi domani
  16. Articolo 31 - Un bel viaggio
  17. Paola & Chiara – Furore
  18. Leo Gassman - Terzo Cuore
  19. Mara Sattei – Duemilaminuti
  20. Colla Zio - Non mi va
  21. Cugini di Campagna - Lettera Ventidue
  22. gIANMARIA – Mostro
  23. Levante – Vivo
  24. Olly – Polvere
  25. Anna Oxa – Sali
  26. Will – Stupido
  27. Shari – Egoista
  28. Sethu - Cause perse

Tutti i premi

  • Premio della Critica Mia Martini: Colapesce Dimartino - Splash
  • Premio della Sala Stampa Radio Tv Web Lucio Dalla: Colapesce Dimartino - Splash
  • Premio al Miglior Testo Sergio Bardotti: Coma_Cose - L’addio
  • Premio Miglior Composizione Musicale Giancarlo Bigazzi: Marco Mengoni - Due vite.

Ad Maiora!

#puntidisvista  ♨️ #freethinker   #Sanremo2023

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