Nel pomeriggio di ieri, 4 dicembre, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha presentato a Bruxelles la Strategia Regionale per l'idrogeno pugliese: #H2Puglia2030. “La nostra regione, con la sua ricchezza di risorse naturali e la determinazione della sua gente, è destinata a diventare un faro nel panorama dell'energia pulita, e l'idrogeno svolgerà un ruolo fondamentale in questo percorso verso la sostenibilità” ha dichiarato il presidente Emiliano all’apertura dei lavori.
Grazie ad un’ampia e continua disponibilità di fonti solari ed eoliche, una consolidata industria di produzione ed esportazione di energia, una posizione geografica strategica, la Regione Puglia costituisce una piattaforma di crescente interesse per l’industria dell’idrogeno e per le energie rinnovabili. “Molti sono i punti in comune con le azioni messe in campo dal Governo, per rendere il Paese un crocevia di riferimento per le importazioni e il transito di idrogeno nel Continente europeo e allo stesso tempo un centro di innovazione tecnologica su questa particolare risorsa” ha dichiarato l’Ambasciatore d'Italia in Belgio Federica Favi.
Nel corso del convegno, dopo una introduzione sullo sviluppo della Banca Europea da parte dell’’assessora alla Mobilità di Milano e relatrice del parere del CoR sulla Banca Ue dell’idrogeno Anna Cenisi, Marco Franza (Attachè Energia della Rappresentanza Italiana) ha relazionato sul quadro europeo dell'idrogeno. Infine, Gianna Elisa Berlingerio (Direttrice del Dipartimento dello Sviluppo Economico della Regione Puglia) ha illustrato nel dettaglio la strategia regionale pugliese.
Il documento strategico orienta l’azione regionale all’introduzione dell'idrogeno nel sistema energetico, industriale e dei trasporti per migliorare il posizionamento competitivo del territorio, contribuendo così alla realizzazione degli obiettivi delle politiche energetiche e ambientali europee e nazionali sul tema. #H2Puglia2030 sostiene, inoltre, gli investimenti nella ricerca e nel sistema industriale delle tecnologie per la produzione, lo stoccaggio, il trasporto, l’uso dell'idrogeno, nonché lo sviluppo della filiera specializzata, attivando percorsi di crescita delle competenze dell’interno ecosistema regionale dell’innovazione nella filiera di questa risorsa.
La Strategia pugliese fissa degli obiettivi al 2030 partendo da quanto previsto dalla Linee Guida Strategia Nazionale per l’Idrogeno. I target regionali al 2030:
•40-45 mila ton/anno di idrogeno per l’utilizzo dei consumatori finali, ed in particolare, 700 ton/anno nel trasporto pesante e ferroviario e 8-10 mila ton/anno nel polo siderurgico di Taranto;
•20-25 mila ton/anno di idrogeno (di cui 6 mila ton miscelate nelle reti) per la miscelazione nella rete del gas naturale;
•500 MW di elettrolizzatori, pari a circa del 10% dell’intera capacità nazionale.
Rispetto alla penetrazione potenziale di idrogeno come indicata, pari a circa 40-45 mila ton/anno nel 2030, è possibile stimare i seguenti consumi:
•in termini di consumo elettrico, è possibile stimare un consumo di circa 2,200 GWh/anno, pari ad una potenza aggiuntiva da installare in impianti eolici di circa 1,1 GW o in impianti fotovoltaici di circa 1,6 GW.
•in termini di consumo di acqua, è possibile stimare un consumo idrico di circa 400 mila m3/anno di acqua
“La Strategia regionale per l'idrogeno pone al centro la politica regionale di decarbonizzazione con l’obiettivo di integrare la catena del valore dell’idrogeno, esaltando il protagonismo del territorio e pertanto richiede un articolato percorso di condivisione con i principali stakeholder regionali” ha aggiunto il presidente della Regione Puglia.
A favorire il cambiamento in direzione di un uso strategico della risorsa idrogeno in Puglia, si registra il successo di misure coerenti con la Strategia Regionale messe in campo sul territorio, come la presenza di importanti progetti IPCEI (Important Projects of Common European Interest). Inoltre, la Regione Puglia ha ricevuto 17 progettualità ammissibili volte alla realizzazione di impianti di produzione di idrogeno rinnovabile in aree industriali dismesse, 5 delle quali sono finanziabili. Si tratta del numero più alto sull’intero territorio nazionale, saranno sostenute con 40 milioni di euro, fondi nell’ambito PNRR M2C2 Investimento 3.1.
Sempre in tema di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, nell'ambito del PNRR, M2C2 – Investimento 3.4, il Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti ha assegnato alla Regione risorse pari a 37,4 milioni di euro per la sperimentazione delle applicazioni dell’idrogeno nel settore del trasporto ferroviario. Saranno realizzate stazioni di rifornimento dei treni a idrogeno e per rinnovare al contempo le flotte, su linee non elettrificate. Le linee ferroviarie interessate saranno la Lecce-Gallipoli, la Novoli-Gagliano e la Casarano-Gallipoli.
In tema di trasporto sostenibile, saranno realizzate in Puglia quattro stazioni di rifornimento di idrogeno (due a Bari, una a Taranto e una a San Severo) nell’ambito dell’Avviso PNRR “Realizzazione di stazioni di rifornimento a base di idrogeno rinnovabile per il trasporto stradale” del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti.
A garanzia del raggiungimento degli obiettivi prefissati da #H2Puglia2030, il presidio di Governance affidata al Gruppo di lavoro interdipartimentale tematico, nonché l’Osservatorio Regionale sull’Idrogeno, composto da 25 rappresentanti della filiera di produzione di energia da FER, idrogeno, della ricerca, delle università, delle associazioni ambientaliste, dei distretti produttivi, nonché ANCI ed enti non a scopo di lucro attivi nella promozione dell’uso dell’idrogeno. Tutte realtà attive nel monitorare e analizzare i dati relativi alla filiera dell’idrogeno e a fornire supporto nella definizione della programmazione regionale, al fine di raccordare le iniziative promosse ed incentivare più efficacemente l’economia basata sull’idrogeno prodotto da fonte rinnovabile.
“Affrontare la sfida dell'idrogeno in Puglia”, ha ripreso Michele Emiliano, ”richiede una visione audace e un impegno a lungo termine. Dobbiamo collaborare a livello locale, nazionale e internazionale per condividere conoscenze, risorse e best practice. La Puglia può diventare un modello di riferimento per altre regioni che cercano di abbracciare l'idrogeno verde come parte integrante della loro transizione verso un futuro più sostenibile. È tempo di agire. La Puglia ha l'opportunità di guidare la transizione energetica, dimostrando che possiamo prosperare economicamente mentre proteggiamo il nostro pianeta per le generazioni future. L'idrogeno è la chiave, e insieme possiamo sbloccare un futuro più luminoso per tutti noi“.
“Esprimo la mia solidarietà alle Comunità e ai sindaci di Celenza Valfortore e Carlantino, Massimo Venditti e Graziano Coscia, impegnati nella battaglia per impedire che i loro territorio vengano deturpati da un parco eolico il cui progetto prevede ben 17 torri per una potenza di 98 megawatt”.
Lo afferma il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giannicola De Leonardis, che prosegue: “Ancora una volta si vuole deturpare il nostro territorio, baipassando completamente le comunità di cittadini che vi abitano e senza che vi siano poi ricadute positive tangibili per quel che concerne le cosiddette “royalties” o comunque benefici e compensazioni per quei territori dove le opere vengono realizzate. I Monti Dauni hanno invece necessità di essere tutelati nell’ambito di una piena valorizzazione ambientale e posti costantemente al centro di ogni azione al fine di fermare il processo di desertificazione demografica che li sta attanagliando da tempo. I Monti Dauni hanno bisogno di essere salvaguardati nelle loro specificità anziché diventare terreno di conquista e di essere stravolti in nome di strategie di sviluppo presunto che niente hanno a che fare con le vocazioni di quei meravigliosi territori”, conclude De Leonardis.
nota stampa FederPetroli Italia.
«A seguito del Decreto Energia ieri approvato dal Consiglio dei Ministri, FederPetroli Italia si dice soddisfatta per lo sblocco iniziale e sull'accellerazione dei progetti che riguardano i nuovi rigassificatori nel nostro Paese in particolare Porto Empedocle e Gioia Tauro, che saranno collegati ai nuovi gasdotti rientranti nel REPowerEU, nonchè il potenziamento dell'energia italiana nell'area strategica mediterranea.
"Siamo preoccupati per la fine del Mercato tutelato nel 2024" le parole del Presidente di FederPetroli Italia - Michele Marsiglia. Con termine per il Gas fissato a Gennaio 2024 e per l'Elettricità ad Aprile. "Siamo sicuri che il passaggio delle utenze per diversi consumatori porterà un pò di caos sulla scelta ed il nuovo processo gestionale del fornitore, principalmente quello del mercato domestico" le parole di Marsiglia.
Plauso al passaggio delle norme che consentono di incentivare l’estrazione di gas nazionale dalle concessioni esistenti per fornire l’industria energivora italiana e la forte spinta al processo di Decarbonizzazione.
Ad oggi sul Piano Nazionale energetico desta preoccupazione l'attuale situazione del Rigassificatore stazionato al Terminal GNL Snam di Piombino e che dovrà essere trasferito a Vado Ligure. Una dichiarazione di poche ore fa da parte di ENI, suggerisce di evitare lo spostamento futuro della nave a Vado Ligure per non incorrere in aumenti e costi infrastrutturali a danno del mercato del gas. Proposta che produrrà non poche polemiche e contestazione da parte dell'opinione pubblica e parti sociali coinvolte nelle aree interessate».
Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la legge di modifica alla legge regionale 7 novembre 2022, n. 28 (Norme in materia di incentivazione alla transizione energetica), come già modificata dall'alt. 33 della legge regionale 29 dicembre 2022, n. 32, emendato in aula su proposta congiunta Alessandro Delli Noci, Fabiano Amati, Loredana Capone, Filippo Caracciolo, Raffaele Piemontese, Stefano Lacatena, Fabio Romito .
L’emendamento risolutivo è intervenuto dopo una sospensione della seduta, dovuta alla ha suscitato la contrarietà del consigliere Amati che riteneva non si dovesse rinunciare all’automatismo delle compensazioni. E dopo un lungo e articolato dibattito sul punto si è giunti alla decisione unanime di modificare la legge prevedendo la modifica dell’art 2, lettera C comma 4, che è diventato: “Alle misure di compensazione territoriale di cui al presente articolo, limitate agli impianti e alle infrastrutture del gas che abbiano acquisito il titolo per la costruzione alla data di entrata in vigore della presente legge e per i quali non siano state applicate misure compensative, si aggiungono ‘le misure di compensazione di cui al comma 1 e con il procedimento di cui all’articolo 1. Con il medesimo procedimento le misure previste dall’articolo 1 si applicano anche agli impianti e infrastrutture di cui al comma 1 del presente articolo”.
Nel merito la legge, che ha avuto bisogno di una modifica in quando la legge originaria è stata impugnata dal Governo ed è sub iudice costituzionale, nella sua formulazione finale, stabilisce una modifica dei soggetti ai quali si applicano le misure di compensazione e di riequilibrio ambientale e territoriale, riproponendo quanto previsto dalla norma nazionale 239/2004, quindi a nuove infrastrutture energetiche o a quelle caratterizzate dal potenziamento o trasformazione. A questi sono stati aggiunti anche gli impianti di gas così come definiti nell’emendamento.
Ancora, è intervenuta la sostituzione delle parole "la Giunta regionale" con "La Regione", per evitare il riferimento esplicito ad un organo politico quale interlocutore unico per la definizione di aspetti tecnici legati al contenuto delle misure di compensazione e di riequilibrio ambientale e territoriale.
L'inserimento dell'inciso "in sede di Conferenza di servizi", dopo le parole "sentiti gli enti pubblici territoriali e gli enti locali territorialmente interessati” è stato dovuto all'esigenza di rimarcare espressamente la sede ove comporre le istanze dei vari attori coinvolti nella definizione delle misure.
Infine è stato inserito che nell'ambito delle forme di collaborazione previste o consentite dalla legislazione nazionale, la Giunta regionale si avvale, ove possibile e previo eventuale accordo, del supporto dell'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente per la definizione delle modalità operative di attribuzione delle compensazioni.
Dal primo attacco di sabato scorso da parte di Hamas a Israele, le quotazioni internazionali del Gas sono aumentate vertiginosamente fino a toccare ieri 43,60 Euro/MWh con un + 15,00% in poche ore. Non diversa la situazione dei due greggi di riferimento WTI in quota 88,80 $/Barile e BRENT in quota 89,50 $/Barile sulle principali Borse internazionali.
Il Presidente di FederPetroli Italia - Michele Marsiglia all'apertura dei mercati di oggi "Sembra un copione già visto, con un pericolo forniture estere annunciato la scorsa settimana in una diretta RAI sulla problematica dei nostri approvvigionamenti in Africa e Medio Oriente.
A largo della striscia di Gaza proseguendo lungo le coste nell'Offshore israeliano abbiamo un grande giacimento di gas metano chiamato Leviathan che corre fino a nord tra Cipro e il Libano (quest'ultimo a sud sotto controllo di Hezbollah), parliamo di uno dei giacimenti più grandi al mondo nel Mediterraneo. Grande riserva petrolifera già tempo fa occasione di interessi di sviluppo internazionali per la quantità di metano che dispone in produzione nei prossimi decenni. Il giacimento in mare potrebbe stravolgere gli equilibri energetici del Medio Oriente. Leviathan ha autonomia di produzione a Gas metano per oltre 50 anni.
L'Italia è a rischio con l'80% di approvvigionamento energetico estero (petrolio e gas). Già evidente il panico sui prezzi internazionali di Benzina e Gasolio con ricadute sul costo delle Bollette. Attenzione alle parole su Iran e Qatar, salvaguardiamo la sicurezza dei gasdotti e dello Stretto di Hormuz".
E' notizia di poche ore fa che Israele in via precauzionale ha già bloccato la produzione del giacimento Offshore di Tamar con l'americana CHEVRON come operatore. Ci troviamo a circa 90 km in mare da Haifa. Questo indotto alimenta parte di Egitto ed altro gas viene trasportato in Europa.
Nel mese di agosto - ma soprattutto nel periodo ferragostano e del “controesodo” estivo - la Guardia di finanza ha intensificato i controlli in materia di prezzi dei carburanti al consumo eseguendo 2.424 interventi e riscontrando irregolarità in 659 casi, nei confronti di:
- 171 distributori operanti sulle autostrade;
- 253 impianti attivi sulla restante rete stradale.
Le attività di controllo hanno portato alla contestazione di 1.439 violazioni, di cui:
- 570 per mancata esposizione dei prezzi e/o difformità di quelli praticati rispetto a quelli indicati;
- 869 per inosservanza degli obblighi di comunicazione all’“Osservaprezzi carburanti”, istituito presso il Ministero delle imprese e del made in Italy.
Si tratta di un piano d’azione che impegna i Reparti operativi ubicati su tutto il territorio nazionale e proseguirà fino al termine dell’anno, finalizzato a verificare il rispetto degli obblighi di comunicazione dei prezzi praticati, mediante il portale “Osservaprezzi carburanti” nonché di esposizione degli stessi presso il luogo di esercizio, attraverso apposita cartellonistica, unitamente all’indicazione del prezzo medio.
Il dato del prezzo medio è determinato su base regionale per gli impianti di distribuzione attivi sulla rete stradale, mentre è calcolato su base nazionale per i punti di rifornimento situati in ambito autostradale.
Le attività ispettive sono state anche indirizzate a verificare il corretto assolvimento degli obblighi fiscali, il regolare funzionamento dei sistemi di erogazione e la qualità del prodotto venduto nonché ad acquisire elementi utili per accertare eventuali ipotesi di condotte lesive della libera concorrenza.
I soggetti da controllare sono accuratamente preselezionati attraverso mirate analisi sviluppate, a livello centrale, dalla Componente speciale del Corpo. Le posizioni in capo alle quali, all’esito di tali elaborazioni, emergono più elevati profili di rischio sono sottoposte a ulteriori approfondimenti, realizzati mettendo a sistema il patrimonio informativo costituito dalle notizie assunte nell’ambito del controllo economico del territorio, quotidianamente posto in essere per garantire la sicurezza economico-finanziaria del Paese.
Prosegue a tambur battente l’azione di controllo economico del territorio del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Foggia. Nel merito, e obbedendo alle direttive del Governo, ha disposto l’esecuzione di mirati interventi volti ad assicurare la trasparenza dei prezzi dei carburanti praticati al consumo nell’intera provincia.
Dall’inizio del mese sono stati effettuati, presso distributori stradali, 40 controlli finalizzati a verificare la corrispondenza dei prezzi dei carburanti praticati alla pompa rispetto a quelli esposti per le diverse modalità di erogazione (“self” e “servito”).
Una decina le irregolarità riscontrate, riguardanti la mancata esposizione dei prezzi, la difformità rispetto a quelli esposti e l’inosservanza degli obblighi di comunicazione all’”Osservaprezzi carburanti”, istituito presso il Ministero delle imprese e del made in Italy.
I servizi, effettuati in un periodo temporale caratterizzato da intensi spostamenti dovuti alle vacanze estive, testimoniano l’impegno costante delle Fiamme Gialle a tutela dei consumatori.
Le attività nello specifico settore continueranno anche nelle prossime settimane, con i Reparti della Guarda di Finanza della provincia foggiana impegnati nella verifica del rispetto dei presidi normativi nel settore dei combustibili per autotrazione.
In relazione all’evolversi dello scenario di elevata volatilità che condiziona l’andamento del prezzo del carburante per autotrazione, nel periodo ferragostano, in concomitanza con l’incremento dell’utenza stradale connesso all’esodo estivo, la Guardia di finanza ha intensificato i controlli a tutela dei cittadini in materia di trasparenza dei prezzi.
In particolare, nel periodo dal 1° al 15 agosto 2023, sono stati complessivamente eseguiti 1.230 interventi, riscontrando irregolarità in 325 casi, nei confronti di:
- 85 distributori operanti sulle autostrade;
- 145 impianti attivi sulla restante rete stradale.
Le attività di controllo hanno determinato la contestazione di 789 violazioni, di cui:
- 363 per mancata esposizione dei prezzi e/o difformità di quelli praticati rispetto a quelli indicati;
- 426 per inosservanza degli obblighi di comunicazione all’“Osservaprezzi carburanti”, istituito presso il Ministero delle imprese e del made in Italy.
Si tratta di un piano d’azione, tuttora in corso e che proseguirà anche nei prossimi mesi sino al termine dell’anno impegnando i Reparti operativi ubicati su tutto il territorio nazionale, finalizzato a verificare il rispetto dei presidi normativamente previsti e, recentemente, implementati.
Gli operatori del settore sono, infatti, tenuti a rispettare specifici obblighi di comunicazione dei prezzi praticati, mediante il portale “Osservaprezzi carburanti”.
I prezzi, inoltre, devono essere esposti pubblicamente presso il luogo di esercizio, attraverso apposita cartellonistica, unitamente all’indicazione del prezzo medio.
Il dato del prezzo medio è determinato su base regionale per gli impianti di distribuzione attivi sulla rete stradale ordinaria, mentre è calcolato su base nazionale per i punti di rifornimento situati in ambito autostradale.
Le attività ispettive poste in essere dalla Guardia di finanza consentono, altresì, di verificare il corretto assolvimento degli obblighi fiscali, il regolare funzionamento dei sistemi di erogazione e la qualità del prodotto venduto nonché di acquisire elementi utili per accertare eventuali ipotesi di condotte lesive della libera concorrenza.
I soggetti controllati sono accuratamente preselezionati attraverso un’analisi di rischio sviluppata, a livello centrale, dalla Componente speciale del Corpo. Le posizioni in capo alle quali, a esito di tale elaborazione, emergono più elevati profili rischio, sono, quindi, sottoposte a ulteriori approfondimenti, realizzati mettendo a sistema il patrimonio informativo costituito dalle notizie assunte nell’ambito del controllo economico del territorio, quotidianamente posto in essere per garantire la sicurezza economico-finanziaria del Paese.
Nel periodo dal 31 luglio al 3 agosto, i Reparti della Guardia di finanza hanno intensificato, sull’intero territorio nazionale, i controlli in materia di trasparenza dei prezzi di carburanti praticati al consumo.
I Finanzieri hanno eseguito 234 controlli, 22 nei confronti di impianti autostradali e 212 a distributori della rete stradale.
Sono 240 le violazioni complessivamente contestate: in 126 casi è stata riscontrata la mancata o difforme esposizione dei prezzi praticati rispetto a quelli indicati. Sono 114, invece, le irregolarità rilevate in materia di obbligo di comunicazione dei prezzi al Ministero delle imprese e del made in Italy.