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nota stampa del capogruppo in Consiglio comunale,  dott.ssa Anna Lamedica

«Con delibera 1083 del 27 luglio 2022 la Giunta Regionale Puglia ha siglato un accordo integrativo con le OO.SS. mediche di categoria sulla base di una carenza di personale medico, che vede la disponibilità in servizio di sole 325 unità a fronte delle 530 previste.

Questo accordo temporaneo, che fa riferimento alla stagione estiva fino al 30 ottobre e che di fatto sarebbe dovuto entrare in vigore dall’1 agosto, vorrebbe portare a una completa rivisitazione dei presidi fissi e mobili, con la sostituzione delle postazioni medicalizzate e la creazione di postazioni con infermiere altamente specializzato e l’eliminazione di alcuni P.P.I.

Torremaggiore attualmente presenta una postazione 118 Mike (postazione medicalizzata) e una postazione di Punto di Primo Intervento.

Con questa riorganizzazione temporanea manterrebbe la postazione 118 Mike e perderebbe quella del P.P.I. che invece passerebbe a San Severo (sicuramente qualcosa non quadra) mentre resterebbe a San Marco in Lamis, Monte Sant’Angelo, Vico e Vieste.

Apprendiamo quindi, in un torrido mese di agosto, della possibile perdita temporanea di un servizio molto importante e per questo motivo facciamo eco all’interrogazione del consigliere regionale di FdI Dott. Ignazio Zullo presentata ad Emiliano in cui si chiedono quali siano i criteri che hanno portato a questa riorganizzazione e allo stesso tempo si evidenziano le criticità che ne deriverebbero. Registriamo amaramente come, di nuovo, seppur in maniera temporanea, per criteri di tipo turistico/last minute, si va penalizzare la nostra realtà sanitaria locale, già nel tempo privata di tutte quelle eccellenze che caratterizzavano il nostro presidio locale.

Manca, ancora una volta una programmazione seria che potrebbe senza fare chiusure, garantire tutto l'anno il servizio necessario».

nota del capogruppo Regione Puglia di Fratelli d'Italia.

“Martedì prossimo, 10 maggio, il Consiglio regionale sarà chiamato ad approvare la proposta di legge, presentata da noi di Fratelli d’Italia, per l’istituzione della Commissione d’inchiesta sulla gestione della pandemia nella Regione Puglia.

Come ho avuto modo di precisare più volte non vi è nessun intento giustizialista, ma per molti versi più scientifico che politico: la Puglia è stata la regione che nel Sud e Centro Italia ha fatto registrare una delle più alte mortalità, dove il tracciamento è venuto meno e l’assistenza domiciliare è stata se non inesistente, sicuramente confusionaria e carente. Dare risposte a tutto questo può servire solo a essere consci degli errori commessi e a essere più preparati per affrontare eventuali altre ondate di pandemia. Una motivazione che i componenti della terza Commissione hanno compreso visto che a stragrande maggioranza hanno votato favorevolmente per la sua istituzione. L’auspicio è che questa posizione venga mantenuta in aula in modo coerente, ma soprattutto con libertà! La speranza è, infatti, che nessun diktat dall’alto possa richiamare all’ordine qualcuno, per cui qualche collega è costretto a rivedere la sua posizione per ordine di scuderia. Poi, però, in aula qualcuno dovrà spiegare perché la verità su quello che è accaduto in Puglia fa così paura, tanto da volerla nascondere… anche a tutte quelle famiglie che hanno visto morire i loro cari, senza poter neppure dar loro un ultimo saluto.

In queste ore siamo venuti a conoscenza di un Comitato di familiari vittime del Covid, del quale non conoscevano l’esistenza, ma che sostiene la nostra proposta di legge e auspica l’approvazione. Le parole scritte nel loro comunicato sono un pugno nello stomaco che può trovare sollievo solo se cerchiamo di capire come è possibile che non si sia potuto far meglio per evitare o limitare quello che è avvenuto.

Quello che è chiaro, per il capogruppo di Fratelli d’Italia, dopo l’audizione in quarta Commissione del direttore di PugliaPromozione, Luca Scandale, è che lo spot promozionale ‘Puglia, autentica meraviglia’ è costato 320mila euro – molto più del doppio rispetto a quello dello scorso anno “Puglia, una Storia d'Amore”, curato da Francesca Muci (con musica di Daniele Durante) – perché è stato firmato e diretto dal regista Sergio Rubini che ha voluto utilizzare solo il top degli operatori cinematografici per realizzare i 60 secondi.

Tutto il resto, nonostante la disponibilità del direttore generale di PugliaPromozione, Luca Scandale, secondo il capogruppo rimane avvolto da dubbi che non sono stati completamente fugati nel corso dell’audizione, a cominciare proprio dalla decisione – guarda caso – di portare la copertura di spesa dai 120 mila euro previsti inizialmente a 320 avviando una procedura negoziata alla quale vengono chiamate a partecipare solo quattro agenzie-società e non dieci, così come è previsto dal Codice degli Appalti. Non solo, ma resta la sensazione è che si sia trattato di un ‘vestito cucito su misura’, come se fosse stato pattuito in partenza che si sarebbero dovuti assegnare al ‘vincitore’ della procedura negoziata tutti i 320mila euro e quando l’offerta vincitrice prevedeva un costo di 303mila euro si è trovata la maniera per dare anche la parte restante di 17mila euro nonostante questa ulteriore assegnazione sia ammessa dal Codice degli Appalti solo se in corso d’opera subentrano degli imprevisti. Ma nel nostro caso i 17mila euro non sono stati aggiunti per imprevisti in corso d’opera ma all’atto dell’aggiudicazione. Solo un’ultima considerazione sulle cifre: ma come mai le altre tre offerte non hanno superato i 70mila euro pur potendo disporre di una capienza quasi cinque volte più grande? E chi ha valutato le offerte quale professionalità hanno messo in campo per discernere il miglior prodotto per attrarre i turisti in Puglia? E quale target di turisti: quelli balneari dei mesi estivi o quelli che prediligono il turismo ambientale, il turismo attivo ed esperenziale in funzione della destagionalizzazione?

Sulle valutazioni di carattere turistico, poi, il capogruppo rileva che devono rispondere ad un obbiettivo essenziale per la Puglia ossia la destagionalizzazione. Fatta la premessa che la Puglia estiva si vende anche senza che la Regione spenda un solo centesimo, e meno male, le risorse pubbliche dovrebbero essere utilizzate per destagionalizzare il turismo e quindi attrarre stranieri e non nei periodi autunnali, invernali e primaverili, quando ci sono zone turistiche totalmente chiuse. Secondo noi il video-spot di Rubini non va in tal senso proponendo ciò che la Puglia offre ai turisti d’estate, compreso il mare – citato anche dalla psicoterapeuta che consiglia la vacanza al milanese stressato – mare che invece Scandale non avrebbe visto, considerato che in audizione ha sostenuto che nello spot non vi era il mare. Ed anche in questo non ci ha convinti!

Per questo è stato invitato il direttore di PugliaPromozione a ‘meravigliare’ con i numeri del turismo in Puglia fuori stagione, quelli estivi sono – fortunatamente – scontati, senza aver bisogno di ricorrere al grande maestro Rubini. E purtroppo nonostante gli spot annuali la destagionalizzazione resta in Puglia un miraggio. Saranno i 320 mila euro spesi in Puglia autentica meraviglia a regalarci il miracolo? Vorrei proprio sbagliarmi ma sono in questo senso pessimista: non è uno spot che può aiutare, serve una strategia complessiva di ben altra visione e ben altra fattura e, ne sono certo, potremmo anche spendere meno".

«Siamo lieti di aver dato un contributo importante su un tema che non può trovare divisioni e faziosità». Il consigliere comunale di Fratelli d'Italia, Nicola Netti, commenta così l'ok all'unanimità da parte del Consiglio comunale odierno, alla mozione del partito di Giorgia Meloni sull'abbattimento delle barriere architettoniche. Il consigliere di destra ha sollecitato a riprendere la realizzazione di scivoli anche con dissuasori di parcheggio, ma soprattutto a redigere ed attuare il Piano di eliminazione delle barriere architettoniche in città.

«Nel novembre 2010 io e l'allora collega consigliere Gianvito Casarella chiedemmo ed ottenemmo  l'ok del Consiglio ad una mozione che può essere considerata la madre di quella odierna – spiega Netti – : l'amministrazione si impegnava a destinare una quota non inferiore al 10% delle entrate derivanti dagli oneri di urbanizzazione per l'adeguamento dei marciapiedi esistenti, per la realizzazione di nuovi scivoli e in generale per il progressivo abbattimento delle barriere”. La buona prassi andò avanti per tutta la consiliatura guidata dal sindaco Antonio Giannatempo (oggi cofirmatario della mozione), ponendo mano con quegli introiti ad una serie di necessità per chi vive la disabilità fisica, ma anche per chiunque, anziani o madri col passeggino, abbia difficoltà di deambulazione. Diversi, anche i paletti dissuasori di parcheggio che furono sistemati davanti agli scivoli: alcuni ci sono ancora, altri sono stati divelti selvaggiamente.

Dal 2015, il buio: «L'amministrazione comunale ha trascurato questo aspetto fino ad oggi – spiega il coordinatore di Fratelli d'Italia a Cerignola, Gianvito Casarella – prediligendo spesso lo scomputo sugli oneri di urbanizzazione, eliminando così quegli introiti così preziosi per una causa così importante». In generale, però, gli anni dal 2015 ad oggi sono trascorsi senza particolare attenzione al problema delle barriere architettoniche: «Dal 2019 la Regione finanzia la redazione e l'attuazione del Peba – aggiunge Casarella -  ma appena 4 su 61 Comuni in Capitanata (Lucera, Orsara di Puglia, San Giovanni Rotondo e Peschici) hanno redatto il piano di eliminazione delle barriere».

«Con questa delibera – osserva soddisfatto Netti – abbiamo riacceso quella luce, impegnando l'attuale amministrazione a riprendere con l'adeguamento di strade e marciapiedi ed a partecipare al finanziamento per realizzare il Peba. Ringrazio i colleghi consiglieri, che all'unanimità hanno accolto la sollecitazione di Fdi, a testimonianza di come temi di semplice civiltà siano assolutamente inclusivi».

nota stampa Fratelli d'Italia Capitanata, sez. Cerignola.

"Il ritardo nel ritiro della differenziata porta a porta crea problemi di traffico e di igiene che con l'arrivo del caldo possono solo peggiorare. Serve che l'amministrazione si ponga seriamente il problema se il contratto di servizio sia o no rispettato ed eventualmente come intervenire.

Ritirare i rifiuti anche alle 11 di mattina manda il traffico in tilt quando i mezzi di raccolta stazionano in alcune strade già trafficate. Né è tollerabile lasciare l'organico per ore in strada, con le temperature in aumento e i cattivi odori che si diffondono: è un fatto di decoro urbano che va garantito.

La Tekra può organizzare turni di raccolta notturna. Ma non lo fa, forse per evitare i costi delle giuste indennità agli operatori. Eppure il capitolato speciale prevede tra gli obiettivi al punto F "Efficienza gestionale del servizio", che deve essere (si legge nelle carte che finalmente abbiamo potuto avere) "efficiente, sicuro, celere e decoroso", oltre che "in conformità alla normativa vigente in materia di ambiente, di sanità ed igiene, di sicurezza sul lavoro e alle norme del codice della strada".

Se Tekra non lo fa, "per esigenze specifiche" il Comune può chiedere di variare gli orari di raccolta, senza aggravio per le tasche dei cittadini. Ma neppure l'amministrazione muove un dito in quella direzione. Come non sollecita l'Anas a ripulire le piazzole della Statale 16 dai rifiuti abbandonati, né provvede a farlo in danno della stessa Anas.

Insomma, il servizio viene svolto con affanno e ritardo da parte degli incolpevoli operatori. La città ne paga gli ingenti costi (Tari) e come conseguenza ha il traffico in tilt e i rifiuti maleodoranti per strada fino a tardi. Che facciamo? Qualcuno vuole leggere il contratto ed agire di conseguenza?"

nota stampa Fratelli d'Italia Capitanata, sez. Cerignola.

"Da qualche giorno l'aria a Cerignola ha un odore strano.
Un odore sospetto.
Un odore di illecito.
Un odore insalubre.

Gli amministratori comunali lo sentono?
Stanno indagando?
Stanno intervenendo?
Stanno monitorando gli sversamenti illeciti in Zona industriale?

Le piazzole di sosta sulla statale sono piene di rifiuti abbandonati, spesso bruciati con danno ambientale enorme. L'amministrazione dovrebbe sollecitare l'Anas perché pulisca, altrimenti dovrebbe mandare a pulire e addebitarne i costi.
Lo fa?
Lo farà?

Un'amministrazione appena decente deve garantire controllo, salute, pulizia, decoro. Questa lo fa?"

nota stampa del Gruppo regionale Puglia di Fratelli d’Italia.

"Il gruppo regionale di Fratelli d'Italia, in giro per gli ospedali pugliesi, oggi ha denunciato, davanti all'Ospedale di San Severo, le gravi carenze che porterebbero la struttura ad una chiusura naturale. Quindi, al contrario di quanto in queste ore il presidente Emiliano - che finora ha detenuto la delega alla Sanità - e l'assessore Palese stanno raccontando alla stampa, le carenze ci sono e sono evidenti. Si tratta di reparti completamente abbandonati ed organico ridotto all'osso oltreché allo stremo. E sono proprio i (pochi) medici che operano nell'ospedale a tenere alti gli standard previsti dal DM 70, lavorando con abnegazione, senza alcuna garanzia futura e senza una programmazione a lungo termine. Basti pensare al reparto di Ortopedia, dove un solo medico -a fronte dei 10 previsti dal regolamento regionale- porta avanti il lavoro, con numerose richieste da parte dei cittadini in cura che spesso ricorrono alla mobilità passiva verso il Molise, geograficamente vicino a S. Severo, con tutti danni economici conseguenti per il sistema sanitario regionale.
Anche il reparto di Ginecologia registra gravi carenze nella pianta organica e presto solo 3 medici resteranno a prestare servizio; stesso discorso per Pediatria, con medici a convenzione a costi altissimi, e per Chirurgia dove un solo medico opera una volta a settimana. 
È inevitabile, quindi, che di fronte alla mancata programmazione nessun medico investa in Puglia, preferendo trasferirsi in altre regioni che, al contrario della Puglia, bandiscono concorsi a tempo indeterminato.
Di qui l'appello di Fratelli d'Italia all'assessore Palese: chiudere con i comunicati stampa e con i proclami e procedere speditamente con le assunzioni; e poi la proposta: adottare modelli organizzativi differenti, come la dipartimentalizzazione aziendale, per poter soddisfare tutte le esigenze delle strutture ospedaliere.
Il caso di San Severo investe infatti l'intera Puglia, perché ogni ospedale è inserito in una rete ospedaliera, e se alcuni di questi ospedali vengono declassificati o portati ad inevitabile chiusura, si scombina l'intero sistema ospedaliero. Perciò, se è vero che Palese vuole l'Eldorado per San Severo, allora si muova subito: un reparto non può stare in piedi con due medici o con medici a gettoni, serve lungimiranza di chi ha responsabilità di governo".

“La Regione Puglia si attivi immediatamente per sanare una situazione grave e che si innesta in un panorama già desolante che caratterizza il comparto dell’informazione. Con la cessione delle frequenze televisive alle compagnie telefoniche per il 5G, è diminuita sensibilmente la capacità trasmissiva a disposizione delle emittenti locali. Il Ministero per lo Sviluppo Economico ha emanato un bando, diviso per Regioni, ma accade che storiche tv locali - per esempio Telefoggia, pur collocandosi in ottima posizione (18esimi su oltre cento emittenti), non ha avuto accesso alla banda di primo livello, in quanto la capacità trasmissiva è stata praticamente divisa tra varie emittenti locali e regionali che si sono presentate insieme. Telefoggia è stata quindi costretta a dirottare sulla banda di secondo livello, gestita dall'operatore Delta Tv. Il problema è che questa banda copre la Bat, Bari e Brindisi, ma, per assurdo, non copre Foggia. Così come non copre Taranto, dove nella stessa situazione si trova Studio 100. Ancor peggio, altre emittenti locali storiche foggiane come Teleblu e Teleradioerre rischiano seriamente di chiudere del tutto in quanto prive di capacità trasmissiva, nemmeno di secondo livello.
“Dal Mise fanno sapere che il problema è risolvibile, ma solo con l'apertura di un tavolo tecnico permanente che deve essere chiesto ufficialmente dalla Regione Puglia. Cosa che altre Regioni hanno fatto e con successo. In Puglia, invece, si continua a fare evidentemente finta di nulla. Nel frattempo i tempi stringono e il passaggio al nuovo sistema è praticamente dietro l’angolo, probabilmente dai primi di aprile. Chiediamo al presidente Emiliano di attivarsi immediatamente in favore di un settore, quello della comunicazione, dove sempre meno voci riescono a sopravvivere e a garantire l’informazione. Troppo spesso, purtroppo, reggendosi sul lavoro egregio, se non addirittura eroico, di tanti tecnici e giornalisti i cui compensi, troppo spesso, non sono dignitosi e adeguati al delicato ruolo che svolgono. Non si può restare inermi e indifferenti di fronte a un problema che interessa la libertà, la pluralità e livelli occupazionali già critici in questo settore."

Di seguito la dichiarazione del capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo.

“Telefoni bollenti alla Regione Puglia… la battuta viene anche facile, ma è evidente che visto che a pagare sono i pugliesi sarebbe opportuno che venga fatta immediatamente chiarezza sul perché nel 2020 – per altro in piena pandemia e quindi con la stragrande maggioranza dei dipendenti in smart working – la Regione Puglia abbia pagato di telefonia fissa TRE MILIONI E 240 MILA EURO. Una cifra spropositata che se paragonata a quelle delle altre Regioni (nelle stesse condizioni della Puglia sul piano sanitario). Due paragoni su tutte: la Regione Lombardia ha speso poco più di 160mila euro, la vicina Basilicata circa 18mila euro.

“Quelli del 2020 sono stati mesi particolari - marzo e aprile, per altro di lockdown – per la pandemia: gli uffici regionali erano praticamente vuoti e lo sono stati per molto tempo se solo si tiene conto che ancora oggi è data la possibilità di poter lavorare qualche giorno alla settimana in smart working. E allora come si spiega una bolletta così salata tanto da far acquisite alla Puglia – unica fra tutte le Regione – la categoria ‘C’ come rating finale? Siamo di fronte a una compagnia telefonica con prezzi troppo alti? E perché allora non cambiarla… Abbiamo avuto troppe telefonate con l’estero? Magari con la Cina da dove importavamo i DPI, per cui al costo del materiale dobbiamo aggiungere anche quello delle bollette telefoniche?

“Ma non dimentichiamo che il 2020 è stato sì l’anno della Pandemia, ma anche delle Regionali… non è che per caso a qualcuno è sfuggita qualche telefonata di troppo pensando di essere in un comitato elettorale?

“Ma il presidente Emiliano questi dubbi li può fugare subito prima che sia un altro Organo esterno alla politica a far ‘tornare i conti’. Non sarà difficile accertare da dove e quando sono partite le telefonate, da quali fissi e da quali uffici… perché ai pugliesi che devono pagarle qualche spiegazione va data!”

Zullo (FdI): fare luce su ritardi ed errori per affrontare meglio la pandemia.

Di seguito la dichiarazione del capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo, proponente della PDL, a margine della Commissione Sanità.

“Ringrazio tutti i colleghi della Commissione Sanità aver colto l’obiettivo e quindi dato voto favorevole all’Istituzione di una Commissione di inchiesta e di indagine sulla gestione COVID-19 in Puglia.

“Come è stato ribadito questa mattina la Proposta di Legge presentata dal gruppo di Fratelli d’Italia non ha, infatti, nessun intento giustizialista, men che meno sostituirsi ad altre istituzioni, compresa la stessa Commissione Sanità che benché svolga egregiamente il suo lavoro, mai potrebbe approfondire con studi ad hoc ciò che è accaduto in Puglia da marzo 2020 in poi. Oggi che, grazie ai vaccini, la pandemia non ha stessa l’aggressività e mortalità dell’inizio diventa, perciò, importante capire i ritardi, ma anche gli errori (specie quelli fatti durante l’emergenza, quando il Covid era un virus sconosciuto) perché finita, appunto la fase di emergenza, si possa a livello sanitario convivere con il Covid migliorando non solo i servizi sanitari, ma anche quelli socio-assistenziali. E’ un intero sistema che ruota intorno alla persona che è saltato e va reinventato di sana pianta. La Commissione speciale serve proprio a questo

Galante (M5S): “Utile per un lavoro di approfondimento che porti a individuare nuovo modelli sanitari e sociali”.

“Ho votato a favore dell’istituzione della commissione di inchiesta e indagine sulla gestione del Covid 19 in Puglia perché ritengo utile il lavoro di approfondimento che si farà all’interno della stessa. Chiederemo di audire operatori sanitari ed epidemiologi in modo da avere dati certi su cui lavorare per individuare modelli di gestione sanitari e sociali per migliorare la risposta della Regione in caso di nuove ondate”. Lo dichiara il capogruppo del M5S Marco Galante a margine della seduta della terza commissione.

“Nessun intento inquisitorio - continua Galante - ma solo un lavoro di studio, impossibile da fare solo nelle sedute ordinarie di commissione. Chiederemo di ascoltare tutti gli operatori che hanno affrontato la pandemia, vivendo in prima linea i cambiamenti nei bisogni sia nei pazienti che per chi li assiste. Serve ripensare la sanità territoriale, le cure primarie, l’organizzazione ospedaliera e la rete dell’emergenza - urgenza. È importante capire quali modelli utilizzare e come migliorare la sanità con la sfida dei fondi del PNRR. Serve confrontarsi e lavorare a più livelli per una nuova pianificazione del futuro della sanità pugliese”.

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