nota stampa del gruppo civico de La Rinascita Possibile.
«Nonostante le nostre sollecitazioni di due mesi fa, solo adesso viene pubblicato il bando per la formazione dell'elenco dei rilevatori.
Ancora una volta il Sindaco si crede di essere a capo di un' Azienda di sua proprietà, poiché concede ai giovani appena 6 giorni di tempo per presentare la domanda.
Partecipate in massa anche per sconfiggere eventuali manovre di stampo clientelare.
A tale scopo pubblichiamo qui di seguito lo schema della domanda, che si può scaricare sul sito del Comune.
Spett.
Comune di Monte Sant’Angelo
Piazza Roma n. 2
71037 Monte Sant’Angelo (FG)
OGGETTO: Domanda di ammissione alla selezione per il conferimento di incarichi di rilevatore per il censimento permanente della popolazione 2021 (ISTAT).
__ l __ sottoscritt __ ________________________________________________________________________
nat __ a __________________________________________________ il ______________________________
e residente a __________________________________ Via/Piazza ___________________________ n. _____
rec. tel. ______________________ pec _____________________________________________________
mail ________________________________________________________C.F._______________________________
CHIEDE
Di partecipare alla pubblica selezione per il conferimento di incarichi di rilevatore per il censimento permanente della popolazione 2021 (ISTAT).
A tal fine a conoscenza del disposto dell’art. 76 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, e ferma restando, a norma del disposto dell’art. 75, dello stesso D.P.R. n. 445/2000, nel caso di dichiarazione non veritiera, la decadenza dai benefici eventualmente conseguiti e sotto la propria personale responsabilità,
DICHIARA
1. Di avere le seguenti generalità: nome____________________ cognome __________________;
2. Di essere nat_ a _________________________Prov. (_____) il ________________________ codice fiscale ______________________________________;
3. Di essere residente a__________________________ in Via/Piazza _____________________n. _____________________________________________________________________________;
4. Di avere i seguenti recapiti telefonici ______________________________________________
5. Di avere il seguente indirizzo pec/mail_______________________________________________
6. Di possedere il seguente titolo di studio: Diploma di maturità ____________________________________conseguito presso l’Istituto _________________________________________________ con sede a _________________________________ in data _______________ con votazione ___________;
7. Di avere:
- la cittadinanza italiana;
- la cittadinanza di uno Stato membro dell’Unione Europea con il godimento dei diritti civili e politici anche nello Stato di appartenenza o provenienza;
8. Di avere il pieno godimento dei diritti civili e politici;
9. Di avere un’ottima conoscenza parlata e scritta della lingua italiana;
10. Di essere:
- iscritto nelle liste elettorali del Comune di _________________________________;
- di non essere iscritto nelle liste elettorali. Dichiarare i motivi della non iscrizione e/o della cancellazione dalle liste medesime____________________________________________;
11. Di non aver riportato condanne penali e di non avere procedimenti penali in corso (In caso contrario, in luogo di tale dichiarazione, devono essere specificate tali condanne o devono essere precisamente indicati i carichi pendenti _______________________________________________________________________________);
12. Di essere in possesso dell’idoneità fisica all’espletamento delle mansioni da svolgere;
- Di aver avuto le seguenti esperienze lavorative in qualità di rilevatore/intervistatore per le indagini ISTAT:
- Descrizione _______________________________ periodo __________________ Ente presso il quale si è svolta __________________________________________
- Descrizione _______________________________ periodo __________________ Ente presso il quale si è svolta __________________________________________
- Descrizione _______________________________ periodo __________________ Ente presso il quale si è svolta __________________________________________
- Descrizione _______________________________ periodo __________________ Ente presso il quale si è svolta __________________________________________
- Descrizione _______________________________ periodo __________________ Ente presso il quale si è svolta __________________________________________
- Descrizione _______________________________ periodo __________________ Ente presso il quale si è svolta __________________________________________
- Descrizione _______________________________ periodo __________________ Ente presso il quale si è svolta __________________________________________
- Descrizione _______________________________ periodo __________________ Ente presso il quale si è svolta __________________________________________
14. Di possedere la seguente Laurea ______________________________conseguita presso l’Università degli studi di _____________________________ Facoltà di ___________________ tipologia di laurea: ▢ laurea triennale, ▢ laurea specialistica, ▢ laurea magistrale, ▢ laurea V.O., in data _______________;
15. Di essere in possesso delle seguenti certificazioni riconosciute che comprovino le conoscenze informatiche (possesso della certificazione ECDL o equivalente): denominazione ________________________________________ conseguito il ____________________ presso ____________________;
16. Di essere in possesso di seguenti titoli culturali e di esperienza professionale ritenuti utili ai fini della valutazione: ________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
17. Di accettare senza riserve le condizioni previste dal bando;
18. Di impegnarsi a far conoscere tempestivamente le eventuali variazioni dell'indirizzo e dei recapiti dichiarati;
19. Di essere a conoscenza che l’affidamento della funzione di rilevatore costituisce conferimento di incarico temporaneo con carattere di lavoro autonomo occasionale;
20. Di aver preso visione del relativo “avviso di selezione” e di sottostare a tutte le condizioni in esso stabilite;
21. Di avere padronanza nell’uso delle apparecchiature e delle applicazioni informatiche più diffuse;
22. Di aver preso visione dell’informativa sul trattamento dei dati personali.
Il/La sottoscritt__ riconosce fin da ora che il Comune di Monte Sant’Angelo sarà esonerato da responsabilità in caso di irreperibilità del destinatario per la mancata comunicazione delle variazioni dei recapiti dichiarati nella presente domanda.
Si allegano alla presente domanda:
copia non autenticata di documento di riconoscimento in corso di validità;
altro ____________________
Luogo e data________________________________
FIRMA LEGGIBILE
________________________________
La domanda va presentata dal 24 al 30 settembre 2021 via PEC».
FOCUS:
n.b.
Tutte le info su:
- montesantangelo.it
- Avviso pubblico rilevatori (formato pdf)
- Domanda di partecipazione (formato doc)
FOCUS
- Monte Sant'Angelo. «Lasciate fuori lo sport dalla politica»
Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Foggia, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno notificato la chiusura delle indagini preliminari ad 8 persone, tra cui medici e infermieri in servizio presso un punto vaccinale del Gargano, precisamente di Monte Sant’Angelo, indagate per aver inoculato a familiari e conoscenti nei primi giorni dell’anno, quando era appena partita la campagna vaccinale, le prime dosi di vaccino anti SARS-COV-2/COVID-19 riservate inderogabilmente e prioritariamente ad operatori sanitari e sociosanitari, personale delle Residenze Sanitarie (RSA) e Socio Sanitarie Assistenziali (RSSA).
I Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Foggia, al termine di indagini delegate di polizia giudiziaria, hanno segnalato alla Procura della Repubblica di Foggia le condotte illecite di medici e infermieri che nei primi giorni di gennaio hanno indebitamente inoculato le prime dosi di siero immunizzante al COVID-19 affidate al loro punto vaccinale, destinandole a parenti e conoscenti non appartenenti alle categorie prioritariamente indicate dal Ministero della Salute e dal Commissario Straordinario per l’emergenza epidemiologica.
La Procura della Repubblica di Foggia, sulla base delle risultanze investigative, ha formulato l’ipotesi di reato di concorso in peculato nei confronti del personale sanitario che avrebbe provveduto direttamente all’indebita inoculazione del siero immunizzante nonché delle persone vaccinate che non ne avevano il diritto ad assumerlo in quella prima fase di attuazione della campagna nazionale vaccinale per contrastare la diffusione del nuovo CoronaVirus tra le categorie maggiormente esposte al rischio di contagio.
La Lettera Aperta, firmata e sottoscritta dalle locali associazioni sportive.
«Abbiamo letto un comunicato con il quale la formazione politica “La Rinascita Possibile” tira in ballo la gestione degli impianti sportivi e nel calderone mette dentro tutte le associazioni sportive locali.
Tralasciando quella che è la conduzione degli impianti affidati con un bando pubblico, vogliamo precisare che le strutture ci sono sempre state affidate con estrema correttezza da parte del responsabile comunale.
Prima di spiegare brevemente cosa sta accadendo quest’anno vogliamo ricordare che nella stagione sportiva pre covid l’assegnazione è avvenuta con un atto amministrativo ufficiale (per la prima volta!), vale a dire tutti i cittadini attraverso l’albo pretorio del Comune potevano prendere visione dell’utilizzo delle strutture.
Pensiamo che ciò accadrà anche per la stagione sportiva alle porte, un’assegnazione temporanea con tanto di comunicazioni ufficiali e registrazioni al protocollo l’abbiamo chiesta noi associazioni all’ente comunale, per il semplice motivo che alcune federazioni sportive ancora non hanno ben definito regole, calendari, protocolli ecc.
Non solo, così come sta accadendo un po' dappertutto, i genitori sono ancora un po' titubanti ad iscrivere i propri figli ai corsi, auguriamoci che passi presto questa “paura”.
Pertanto ad ottobre uscirà un calendario ufficiale, nel contempo questa assegnazione provvisoria non ci esime dagli obblighi che abbiamo nei confronti dell’ente comunale.
Nel corso di questi anni alcuni interventi importanti sono stati realizzati per garantire la completa fruibilità degli impianti sportivi comunali, chiunque governerà la città dovrà continuare a concentrarsi su questi aspetti tralasciando a nostro parere le strumentalizzazioni per fini politici.
La pratica sportiva è troppo importante per Monte Sant’Angelo, contribuiamo tutti a non affossarla».
Sottoscritto e firmato:
ACCADEMIA CALCIO MONTE
ASD NUOVO BASKET
FUTSAL MONTE SANT'ANGELO
NEW VOLLEY
ASD H. SHIRAI
POL. OLIMPIA
MONTANARI DOC
FOCUS
nota stampa del gruppo civico de La Rinascita Possibile.
«Nella nostra città vi sono diversi impianti sportivi: il Palazzetto dello sport, il Campo di Calcio, la Palestra, due Campi all’aperto di calcetto, un Campo da tennis e basket.
Queste strutture sono state realizzate da più Amministrazioni Comunali; alcune di esse recentemente sono state interessate da lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Attualmente la Palestra e i due Campi di calcetto all’aperto situati nei pressi del Cimitero sono gestiti, a seguito di gara di appalto, dalla ASD Basket.
Il Palazzetto dello sport e il Campo di Calcio fino a pochi anni fa erano gestiti direttamente dal Comune con l’impiego di proprio personale. Oggi a chi è affidata la gestione di queste due importanti strutture e del Campo da tennis e basket situato nella zona Ingrasso?
Consultando il Sito internet del Comune, si può verificare che non ci sono Deliberazioni della Giunta o Determinazioni Gestionali di questi ultimi quattro anni (2017-2021) con cui siano state espletate le procedure di gara per la gestione del Palazzetto dello sport, del Campo di Calcio e del Campo da tennis e basket situato nella zona Ingrasso. Perchè l’Amministrazione non prende una decisione a riguardo? Risulta, infatti, che a gestire quelle strutture non sia il Comune ma siano alcuni privati, tra cui un Consigliere Comunale, che ne hanno illegittimamente(?) continua disponibilità. Tale situazione arreca un danno erariale al Comune, trattandosi di un servizio a domanda individuale.
Perché il Vicesindaco Fusilli, che ha anche la delega allo Sport, consente di fatto una gestione privatistica di questi impianti pubblici?
Perché non sono state effettuate in questi anni le gare di appalto per la loro gestione così come prescrive il Regolamento Comunale?
Si tratta di impianti pubblici e non privati, di questo o quel Consigliere o Assessore! Ad essi hanno diritto di accedere tutti i cittadini, singoli o associati, secondo regole chiare e valide per tutti.
Lo sport è un servizio sociale, a cui hanno diritto di accedere tutti. Non è accettabile che l’utilizzo degli impianti dipenda dalla logica del favore agli amici.
Pertanto, lo Schieramento Civico “La Rinascita Possibile” diffida il Sindaco d’Arienzo e l’Assessore Fusilli a fare chiarezza su questa vicenda e a mettere in atto le procedure di gara per l’affidamento in gestione dei suddetti impianti sportivi, se non si vogliono assumere la grave responsabilità di danno erariale».
a cura del prof. Giuseppe Piemontese - Società di Storia Patria per la Puglia.
Da più parti mi chiedono dove sia finito il patrimonio artistico dei nostri artigiani, che nel passato hanno fatto grande la nostra città, attraverso i loro prodotti che un tempo erano esportati in tutta Italia, ma specialmente nelle regioni del Centro-Sud. Artigiani che erano esperti nella lavorazione del ferro, del cuoio, della pietra, del legno, del vestiario, dell’oreficeria, della lavorazione del pane e dei nostri prodotti locali. Un settore, che dava lavoro a molti montanari, ma soprattutto dava qualità alla nostra vita, specie negli anni Cinquanta e Sessanta. Infatti, in questi anni la città di Monte Sant’Angelo contava più di 22.578 abitanti e vi erano più di 800 botteghe artigianali, con quasi 70 botteghe di falegnameria.
Oggi tutto questo mondo è finito.
Un mondo su cui si basava la nostra vita, un tempo in cui tutti noi sognavamo di diventare, non solo grandi professionisti, ma anche grandi artigiani e, quindi, bravi artigiani delle nostre tradizioni popolari. Le stesse che oggi vediamo nel nostro Museo Etnografico “Giovanni Tancredi”, fermo nella sua pesante staticità, un museo ormai spento e muto, dove non c’è più vita, né attività da parte di chi ne detiene la proprietà e la gestione.
Un Museo che dovrebbe essere alla pari con le nuove tecnologie e, quindi, capace di rigenerarsi e di raccogliere e tramandare ciò che oggi rimane dei nostri artigiani che hanno fatto grande le nostre tradizioni popolari. Invece il nostro Museo è fermo agli anni Cinquanta, al tempo del Tancredi, un Museo morto che non parla e non ha nessuna vitalità culturale e sociale. In questo senso è inutile che abbiamo un Museo che non ha alcun senso rispetto ad una città che vuole rigenerarsi e vuole trasmettere e far conoscere ai nostri giovani il suo patrimonio culturale. Purtroppo la politica oggi non ha la capacità di fa rivivere ed ampliare il suo Museo etnografico, con altri oggetti e altrettante proposte museali, come l’Ecomuseo.
Eppure ci sono artigiani che conservano ancora, nei loro locali e nelle proprie case, oggetti artigianali di grande valore artistico, che aspettano solo di essere contattati per continuare la grande tradizione di Giovanni Tancredi, nel raccogliere tali opere ed esporle nel suo Museo, oppure in un altro luogo che possa rappresentare oggi il grande patrimonio delle tradizioni popolari del Gargano.
Di questo Museo, dedicato all’artigianato locale, dovrebbero far parte diversi nostri artigiani fra cui Michele Di Palma, in collaborazione con suo fratello Paolo, scomparso recentemente, per la lavorazione del ferro battuto, Domenico Quitadamo per la lavorazione del legno, Giuseppe Ricucci, detto “il Fiorentino”, per la lavorazione del ferro e di oggetti in acciaio, come le spade dell’Arcangelo Michele, Domenico Palena, per i suoi lavori in cuoio, Matteo La Torre, per la lavorazione della pietra, Matteo Giordano, per la riproduzione artistica dei monumenti e dell’architettura del nostro Centro storico, Michele Renzulli, l’ultimo dei Sammecalére e infine la famiglia Dei Nobili, per l’oreficeria.
Un mondo che richiama le nostre tradizioni legate all’artigianato popolare del Gargano, un tempo rinomato in tutto l’Italia, tanto da esportarlo e da essere apprezzato da tutti.
Oggi tutto questo mondo è finito, quasi scomparso, con alcune tracce visibili in alcune piccole botteghe artigianali, che un tempo erano presenti specialmente nel nostro Centro storico, ma che man mano sono scomparse, lasciando nel più completo silenzio quasi tutti i quartieri dell’antico Rione Junno, che un tempo caratterizzavano il centro abitato della città micaelica. Artigiani che andrebbero oggi rintracciati, i cui prodotti dovrebbero essere depositati nel Museo Etnografico Tancredi, oppure in un Museo virtuale dell’artigianato locale.
Del resto molti di questi artigianati, che sono ancora in vita, sarebbero lieti di donare le loro opere al nostro Museo Etnografico o ad uno nuovo, tale da testimoniare la preziosità e il valore artistico delle loro opere.
Per esempio le bellissime spade in argento e oro del mastro fiorentino Giuseppe Ricucci, oppure le sue sculture in bronzo, tale da formare un unico corpus che oggi in parte possiamo ammirare lungo il viale campestre che porta alla Madonna degli Angeli, con la sua Via Crucis. Così come le opere di Michele Di Palma, con i suoi lavori in ferro battuto che racchiudono l’immagine di San Michele, splendente nella sua bellezza serafica, oltre ad oggetti come le lampade che illuminano la nostra città, gli oggetti scultorei dei nostri monumenti, fra cui il campanile; gli oggetti in legno del nostro bravo artigiano Domenico Quitadamo, fra cui oggetti in ceramica, in bronzo, in legno, fra cui i bellissimi comò con intarsio e altri oggetti di arredo, come i bassorilievi raffiguranti l’immagine di San Michele, alcuni scorci del Centro storico e diversi oggetti domestici, fra cui i mortai. E ancora i lavori in pietra di Matteo Giordano, con le bellissime costruzioni dei nostri monumenti, fra cui la Basilica di San Michele, con il suo campanile, il Battistero di San Giovanni in Tumba, il castello normanno-svevo-angioino-aragonese e i vari aspetti architettonici del Centro storico.
Così come molto bravo è il maestro della pietra Michele Renzulli, che con le sue opere continua ancora l’arte dei Sammecalére. Per non parlare poi delle opere artigianali di Domenico Palena e di Matteo La Torre, con i loro lavori in cuoio, in pietra, in alabastro, novelli Sammecalére, che tramandano con le loro opere l’antico privilegio del re Ferdinando I d’Aragona del 1475. E infine il corredo ornamentale in oro della famiglia Dei Nobili, fini artigiani della lavorazione dell’oro, con i loro prodotti in filigrana.
Tutto questo materiale andrebbe oggi raccolto e conservato nel Museo Tancredi, tale da continuare la sua opera, allo scopo di tramandare ai posteri il nostro patrimonio artigianale.
Intervento al convegno del Meeting Nazionale ANPIS (Associazione Nazionale Per l’Inclusione Sociale) “Sottosopra” XX Edizione settembre 2021
a cura di di Matteo Notarangelo, Sociologo counselor professionale.
“L’emergenza sanitaria pandemica nega le cure ai malati mentali, ai poveri, agli anziani.
A distanza di quarantatré anni dalla cosiddetta “legge Basaglia”, le persone con disturbi mentali continuano ad avere un accesso ridotto e discriminato ai servizi sanitari. I malati mentali, i poveri e gli anziani restano “cittadini” svantaggiati, anche durante la pandemia. La sanità pubblica mostra poca attenzione alle patologie somatiche dei sofferenti psichici, delle persone povere e degli anziani fragili. In questi anni pandemici, i loro decessi, precoci, sono stati determinati soprattutto da patologie somatiche concomitanti, favorite dalle disuguaglianze di accesso alle cure e al trattamento per malattie del corpo. Ai malati mentali, agli anziani e agli "scarti" sociali viene, tutt'oggi, problematizzato il ricovero ospedaliero e, spesso, vengono lasciati nella marginalità, nell’abbandono con terapie farmacologiche inappropriate, suggerite a distanza. La negazione del diritto alla cura non riguarda solo i malati poveri, indesiderati, ma anche chi risiede in istituzioni psichiatriche o residenze per anziani. I fattori che motivano i processi di esclusione e di negazione del diritto costituzionale alle cure ospedaliere sono: gli ostacoli procedurali posti dalle istituzioni di cura, i pregiudizi della cultura medica, le condizioni di svantaggio sociale dei malati mentali, la bassa contrattualità sociale delle persone fragili e i silenzi delle autorità sanitarie. Nella lunga emergenza pandemica, questi ostacoli sono diventati ragioni storiche e prevalgono nella cultura sanitaria, rafforzando le convinzioni che i disagiati psichici, i poveri e gli anziani possono avere una qualità di vita e di cura inferiore ai “sani”. Questa idea è diventata dominante e ha costruito lo stigma istituzionale, il pensiero che in diversi stati del mondo spinge milioni di persone nei tanti disumani manicomi e nelle periferie dell'esistenza.
I deboli sono indesiderati
Per gli architetti dell’umanità, chi non ha non è. Nella loro visione sociale, i poveri, i malati, gli anziani e i folli sono “vite non degne di essere vissute”. In questo scenario umano, non è opportuno ritornare al grande internamento della “classe pericolosa” e improduttiva nei grossi contenitori, chiamati “case lavoro”; non è conveniente isolare gli scarti dell’esistenza nelle nuove città periferiche della follia, chiamati ancora manicomi; non è economico custodire e nascondere "chi non ha" in grandi istituzioni totali, definiti ospedali psichiatrici e residenze sanitarie assistite. Nel nuovo ordine sociale globale, gli ultimi, gli improduttivi, i pericolosi, i malati psichici, gli indigenti, gli anziani, gli esclusi hanno un costo economico da ridurre, contenere. Secoli fa, durante questa pandemia, statisti, medici e scienziati, senza alcuna vergogna, non hanno smesso di ripetere che le cure non erano rivolte e garantite agli “scarti” della società e tra questi "residui umani" , oltre agli anziani, ci sono gli individui della "classe pericolosa” e i tanti malati mentali, che continuano a non avere accesso alle cure sanitarie, in diversi stati del Mondo. E’ risaputo, la storia della medicina non è una storia di guarigione collettiva, perciò non riesce ad avviare un nuovo racconto di storia della salute mentale, psicologica e sociale al di fuori del mercato. Con questa pandemia non è iniziata una nuova narrazione della scienza medica: è ancora quell’antica, divinatoria, di esclusione e di diritti negati. Lo psichiatra Benedetto Saraceno, in uno dei suoi lavori, intitolato “Un virus classista. Pandemia, disuguaglianze e istituzioni”, scrive: “…subito prima della pandemia, qualcuno pensò che la nozione di “sofferenza urbana” rappresentasse efficacemente il legame tra la dimensione privata del singolo e quella pubblica della città, ovvero dei contesti urbani ove le vite dei singoli si declinano e si incontrano: storie di tanti che fanno storia collettiva”. Una verità sociale, quella di Saraceno, che continua a parlare di incontri, di diseguaglianze, di storie umane, di esclusione sociale, economica e sanitaria, forti determinanti di un possibile e prossimo conflitto sociale. Dopo quarantatré anni dalla cosiddetta “legge Basaglia”, scrivevo, la solitudine del malato mentale è più forte, seppure relegata nei territori, ancora privi della medicina di comunità. Secoli fa, ossia oggi, crescono le ragioni di un nuovo conflitto sociale.
La solitudine del malato mentale
Secoli fa, ossia prima della pandemia, la fiaccata voce dei familiari dei malati faceva conoscere la difficile condizione dei poveri, dei sofferenti psichici e degli anziani. Nella loro solitudine, i malati mentali e i loro familiari parlavano delle grandi barriere poste alle cure mediche da un organizzazione sanitaria respingente. Anche se l’ospedale psichiatrico è stato soppresso, resta l’ingombro dell’agire biomedico e dell’intralcio “ospedalocentrico”: due ostacoli che impediscono la nascita della salute mentale comunitaria. Questi due ostacoli, durante la crisi pandemica, hanno provocato la solitudine del sofferente psichico, degli ultimi e ostacolato la cura sanitaria di tanti sofferenti psichici e anziani fragili, che continuano a essere ignorati, trascurati e, spesso, disprezzati e allontanati dai luoghi di cura. Le persone con disabilità psichiche, come gli anziani, restano esposte alla violazione del diritto ad essere curati e, spesso, assassinate dal disinteresse del sistema sanitario, che incardina la medicina e la cura sull’esclusione degli ultimi, degli scarti, di chi non ha voce e non ha potere. Durante la crisi pandemica, ossia oggi, si è manifestata la scarsa tutela medica soprattutto dei sofferenti mentali. Costoro non sono giunti all’osservazione diagnostica e al trattamento delle malattie somatiche, se non in fin di vita. Di questa grande omissione sanitaria, nessuno parla. In questo tempo storico, i decessi delle persone con disturbi mentali sono, per la maggior parte, causati da una cultura medica, che non considera le malattie somatiche delle persone con disturbi mentali. Che si dica: la loro mortalità non è stata determinata dal disturbo mentale, bensì alla scarsa attenzione da parte del sistema sanitario verso le patologie somatiche delle persone con disturbi mentali.
I malati sono “incapaci” di decidere
Negare a un malato mentale o agli anziani le cure sanitarie non è solo un abuso giuridico, ma fisico e psicologico: un crimine contro l’umanità. Eppure, non c’è Stato che non voglia proteggere le persone con disabilità da “trattamenti crudeli, inumani, o degradanti”, assicurando appropriate forme di assistenza. In questo difficile momento sociale e sanitario, l’assassinio, la strage delle persone fragili, impone un nuovo impegno sociale e politico: l’esigenza di riaffermare i principi della “moral case”. I principi della “cura morale” considerano i diritti di chi soffre di malattie mentali o del mal di vivere incardinati sull’idea che non c’è salute senza salute mentale e che qualunque intervento su una malattia somatica deve includere e tener in conto gli aspetti di salute mentale. Mobilitarsi per affermare la pratica della "cura morale" vuol ribadire che tutti devono poter avere accesso ai servizi e ai trattamenti sanitari, evitando, anche nell' emergenze pandemica, di escludere la popolazione più vulnerabile: i poveri, gli anziani e i sofferenti psichici. Tutto questo, malgrado le buone intenzioni, non è accaduto e non accade”.
nota stampa del gruppo civico de La Rinascita Possibile.
«In questi quattro anni il Sindaco d’Arienzo, nella gestione del personale comunale, ha agito con il massimo della discrezionalità, come se fosse a capo di un’impresa privata, e talvolta con dispregio della legge.
A sostegno di questa semplice constatazione ci viene in soccorso una serie di fatti obiettivi:
· In seguito ad un concorso il Sindaco d’Arienzo “mette alla porta” il Segretario Comunale senza alcuna motivazione.
· Per la stessa ragione modifica la dotazione organica del Comune, riducendone i settori da 5 a 4. Subito dopo non conferma l’incarico al Responsabile del Personale.
· Qualche settimana fa modifica di nuovo la dotazione organica, ripristinando i 5 Settori.
· Violando apertamente il Decreto Madia, il Sindaco d’Arienzo mantiene in servizio un dipendente in pensione presso l’Ufficio Tributi. Analogamente consente ad altri tre dipendenti in pensione di continuare a prestare servizio presso l’Ufficio Anagrafe.
· Incurante dei loro interessi legittimi, il Sindaco d’Arienzo licenzia molti lavoratori Co.co.co. Ne nasce un contenzioso, piuttosto rischioso per le casse comunali, per cui procede a bandire concorsi riservati a singhiozzo, per sistemare alcuni e lasciare gli altri senza lavoro.
· Il Sindaco d’Arienzo dispone la reiterazione del concorso per la copertura del posto di Funzionario Amministrativo, che questa volta va a buon fine.
· Viene indetto un avviso pubblico di mobilità per la copertura di 4 posti di Assistente Amministrativo. Vi partecipano 4 montanari preparati ed esperti, ma non vengono ritenuti idonei (molto stranamente).
· Scaduto il contratto per la gestione dei Tributi locali, il Sindaco d’Arienzo indice una nuova gara. La ditta vincitrice non applica la clausola sociale e riduce l’orario di servizio e il salario dei dipendenti, i cui interessi legittimi non vengono tutelati dal Primo Cittadino.
· Il Sindaco d’Arienzo predispone con colpevole ritardo la nuova gara di appalto per la raccolta e il trasporto dei rifiuti urbani, senza darne informazione ai sindacati dei dipendenti, come prevede invece il Contratto Nazionale di Categoria. Speriamo che questa volta il Sindaco si impegni per il pieno rispetto della clausola sociale.
Lo Schieramento Civico “La Rinascita Possibile” invita serenamente tutti i cittadini a riflettere, per ora, su questi fatti incontrovertibili».
Allarmati dal mancato rientro presso la propria abitazione e dal fatto di aver perso ogni tipo di contatto telefonico, i familiari di un settantenne di Vico del Gargano hanno dato l’allarme al 112 della Compagnia Carabinieri di Vico, riferendo che lo stesso si era recato nella zona della Foresta Umbra a raccogliere i funghi.
Immediatamente, nella tardi serata di martedì 14 Settembre , la macchina operativa dell’Arma dei Carabinieri si attivava per la ricerca e il soccorso mettendo in campo tutte le forze disponibili sul territorio.
Pattuglie della Compagnia Carabinieri di Vico del Gargano procedevano a pattugliare il reticolo stradale principale intorno alla Foresta Umbra, al fine di circoscrivere la zona e contestualmente si dispiegavano i militari dei Carabinieri Forestali della Stazione di Parco Umbra che grazie alla profonda conoscenza del territorio nel quale operano quotidianamente, setacciavano per tutta la notte la sentieristica dell’impervia e insidiosa Foresta Umbra unitamente a squadre a piedi di alcuni volontari e personale qualificato dell’ARIF di Umbra su veicoli fuoristrada.
Nel cuore della notte, le difficoltose ricerche si risolvevano con esito positivo, infatti la pattuglia dei Carabinieri Forestali di Umbra Parco, assieme ad alcuni operai Arif rinvenivano il malcapitato nel canale di Valle Sciancalepre, agro di Vico del Gargano e a confine con il Comune di Peschici. Il disperso durante il tragitto ha vagato nel buio per circa 8 km. nell’impervia vegetazione boschiva, perdendo il senso dell’ orientamento.
Lo stesso , scosso, impaurito e privo di forze, veniva prelevato da un mezzo fuoristrada dei Carabinieri Forestali e accompagnato presso la Stazione Carabinieri forestali di Umbra per gli accertamenti.
Le complesse operazioni descritte sono state supportate e monitorate dalla Sala Operativa della Compagnia Carabinieri di Vico del Gargano e dal Reparto Carabinieri Parco Nazionale del Gargano di Monte Sant.Angelo, con l’ausilio degli Operai ARIF, Vigili del Fuoco di Vico del Gargano e volontari.
Per evitare che una piacevole escursione in ambiente boschivo e montano si trasformi in una brutta esperienza, si raccomanda sempre di non avventurarsi mai senza le dovute conoscenze del territorio, senza un adeguato equipaggiamento e con buona preparazione psico-fisica, rimane fondamentale avvisare sempre un parente o conoscente dell’itinerario oggetto dell’escursione.
Per qualsiasi segnalazione di criticità in ambito montano e boschivo chiamare i numeri di emergenza dell’Arma dei Carabinieri 112 o 1515.