liasI Carabinieri dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia” unitamente a militari della Sezione Operativa della Compagnia di Cerignola, nell’ambito dei vari servizi di controllo delle aree rurali del comune di Cerignola, quotidianamente messi in atto, hanno rinvenuto in un casolare abbandonato ubicato in Località Pozzo Monaco svariate armi e munizioni. In particolare è stato rinvenuto un AK- 47 (Kalashnikov), arma nota per essere utilizzata anche durante assalti a portavalori, perfettamente funzionante con relativi caricatori e circa 300 cartucce. Inoltre erano ben occultate anche delle pettorine con la scritta Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza. Il tutto è stato posto sotto sequestro e verrà attentamente analizzato da parte di personale specializzato del Comando Provinciale di Foggia, nel frattempo proseguono le indagini da parte dei Carabinieri della Compagnia di Cerignola sotto la direzione della Procura della Repubblica di Foggia che ha convalidato gli atti eseguiti dalla Polizia Giudiziaria.
Ieri l’annuncio da parte dl Viminale, per voce del Ministro Luciana Lamorgese, oggi, 11 marzo 2022, la paternità dell’adozione da parte del SAP – Sindacato Autonomo di Polizia. Il Taser, dispositivo, o arma ad impulsi elettrici qualsivoglia definirla, farà parte del corredo degli agenti di Polizia dal 14 marzo, e precisamente nelle 14 città metropolitane e nelle province di Caserta, Padova, Brindisi e Reggio Emilia.
“È un’importante iniziativa –come scrive il SAP- che dopo la fase di addestramento inizia a vedere la sua concretizzazione. Anche nelle altre città d’Italia la fase di training volge al termine”.
Dice Stefano Paoloni: “Uno strumento che il SAP ha sempre definito di non violenza, poiché la sua prima caratteristica è quella di provocare la desistenza della persona violenta, che per legge dobbiamo fermare anche con l’uso della forza prima di questo passaggio” – continua – “Un importantissimo risultato che il Sindacato Autonomo di Polizia persegue da molti anni e che ha trovato grande riscontro, grazie all’ex Ministro degli Interni Matteo Salvini e successivamente rilanciata e conclusa con l’attuale Sottosegretario agli Interni Molteni. Da entrambi fortemente voluta”.
Nella nottata tra il 14 e 15 gennaio 2022 la “Squadra Stato” composta da Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza hanno condotto - in contemporanea e sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Foggia - una vasta operazione di Polizia Giudiziaria nelle aree più “a rischio” del capoluogo dauno e del Comune di San Severo alla ricerca di armi, droga ed eventuali catturandi.
Coinvolti anche i Reparti speciali delle tre Forze di Polizia (Servizio Centrale Operativo, ROS, Reparto Prevenzione Crimine, Carabinieri “Cacciatori di Puglia”, 11° Rgt “Carabinieri Puglia”, Elicotteristi, Reparto Volo di Bari, Cinofili dell’UPGSP di Bari, Servizio Centrale Investigazioni Criminalità Organizzata di Roma e Gruppo Investigazioni Criminalità Organizzata di Bari, Gruppo Pronto Impiego Bari, Reparto Operativo Aeronavale G. di F.).
Si è trattata di un’immediata risposta - in termini di ripristino della legalità e di controllo del territorio da parte delle FF.PP. - alla recrudescenza degli atti intimidatori a scopo estorsivo attuati nei primi giorni dell’anno a danno di operatori commerciali della città di Foggia e del Comune di San Severo.
Un’azione ad “alto impatto”, iniziata verso le ore 03:10, caratterizzata dall’esecuzione di mirate perquisizioni locali. Sui cieli di Foggia e San Severo il rombo dei rotanti di elicotteri hanno svegliato la popolazione, sin da subito cosciente che le FF.OO. stavano operando per ripristinare sicurezza e legalità.
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Non sono mancati gli arresti ed i sequestri. In particolare, 4 persone sono state tratte in arresto in flagranza di reato per “Traffico di stupefacenti”, perché ciascuno è stato trovato in possesso di un cospicuo quantitativo di sostanze illecite di vario tipo, altri 10 sono stati denunciati a piede libero, a vario titolo, per i reati di "Ricettazione", "Resistenza a p.u.", "Produzione di articoli contraffatti", "Traffico di sostanze psicotrope" e “Detenzione abusiva di munizionamento”.
Sequestrati quasi di 2 kg. di sostanze stupefacenti di diversa tipologia, unitamente a materiale per la lavorazione, il taglio ed il confezionamento (bilancini di precisione, coltelli, macchina per sottovuoto, bustine). Uno degli arrestati è stato anche trovato in possesso di un rilevatore di microspie, prontamente sequestrato.
Rinvenute e sequestrate anche le armi: 2 pistole, un centinaio di proiettili e due giubbotti antiproiettile sono stati rinvenuti in un box in stato di abbandono in San Severo e nell’abitazione di un soggetto foggiano. Nel locale in disuso era occultato anche 1.5 kg di materiale esplodente: oltre un centinaio di pericolosi artifizi collegati in batteria.
A San Severo è stato individuato anche un opificio, vigilato da un impianto di videosorveglianza, dove avveniva la produzione illecita di capi contraffatti di note marche di lusso: decine i capi e le etichette illegali sottoposte a sequestro.
Nel corso delle perquisizioni, infine, sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro denaro, nonché assegni e carte di debito per oltre €. 20.000, titoli per i quali i sottoposti a controllo non hanno saputo giustificarne il possesso.
Questi i numeri dell’operazione:
- 4 denunciati in stato di arrestoalla locale Procura della Repubblica, tutti per la violazione dell’art. 73 DPR 309/90;
- 10 denunciati a piede libero alla Procura della Repubblica di Foggia, a vario titolo, per i reati di "Ricettazione", "Resistenza a p.u.", "Produzione di articoli contraffatti", "Traffico di sostanze stupefacenti" e “Detenzione abusiva di munizionamento”;
sequestrate:
- 2 pistole e 97 proiettili vario calibro;
- 2 giubbotti antiproiettile;
- oltre 100 artifici esplodenti collegati in batteria del peso di kg. 1,5;
- 448 di eroina;
- 123 di cocaina;
- 313 di hashish;
- 1.090 di marjuana;
- 18,5 di metadone;
- 48 di sostanze da taglio;
- decine di attrezzi per il taglio ed il confezionamento (bilancini di precisioni, coltelli, macchina per sottovuoto, bustine);
- €. 520 in contanti;
- 8 assegni privi di data e/o beneficiario per complessivi €. 21.000;
- 6 tra carte di debito e PostePay;
- 1 macchinario (pressa) per la produzione e confezionamento di capi di abbigliamento contraffatti, unitamente a 25 etichette di note marche e 39 capi contraffatti;
- 1 impianto di videosorveglianza (3 telecamere e 1 hd) e n. 1 rilevatore di microspie.
I soggetti arrestati non possono essere considerati colpevoli fino alla (eventuale) pronuncia di una sentenza di condanna passata in giudicato.
Gli arresti eseguiti dalle forze di Polizia operanti sono attualmente al vaglio della competente Autorità giudiziaria, che si determinerà nei termini previsti dalla vigente normativa.
nota stampa offerta in forma volontaria dall'Associazione culturale di ricerca storica Forche Caudine, Roma.
La piaga delle armi nucleari è ancora attuale e c’è bisogno di tenere alta la guardia, sensibilizzando soprattutto le nuove generazioni sul tema. Con questi scopi è partita in un liceo di Roma la campagna nelle scuole italiane contro gli armamenti nucleari promossa dalla sezione italiana della prestigiosa International physicians for the prevention of nuclear war (Ippnw), la federazione di medici e cittadini impegnati contro le armi nucleari. L’organismo nel 1985 ha ricevuto il Nobel per la pace per per aver "fornito preziosi servigi all'umanità divulgando informazioni autorevoli e diffondendo la consapevolezza sulle catastrofiche conseguenze di un conflitto nucleare”.
L’iniziativa ha preso il via presso il liceo classico “Augusto” di Roma, grazie al professor Corrado Rossitto, dove gli studenti hanno avuto modo di porre domande on-line all’autorevole ospite, il presidente onorario dell’Ippnw Italia, il professor Mario Giacanelli, neurologo ed esperto della materia.
Tra i temi sollevati dagli studenti nelle loro domande, la tragedia di Hiroshima e Nagasaki, l’attuale rischio nucleare, l’innovazione tecnologica nel settore, le conseguenze mediche dell’uso del nucleare bellico anche in esperimenti e richieste di approfondimento sul nucleare civile.
Per l’occasione è stato anche realizzato un video informativo, postato sul canale della scuola (urly.it/3gsj5).
Gli istituti scolastici interessati ad organizzare un incontro on-line – ovviamente gratuito - con i medici dell’Ippnw su questa importante tematica storica e civile, possono scrivere al presidente di Ippnw Italia, professor Michele Di Paolantonio, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo." target="_blank">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Il sito di Ippnw Italia-Aimpgn: www.ippnw-italy.org/
A seguito dell’ennesimo fatto di sangue che ha sconvolto San Severo, i Carabinieri della locale Compagnia - dopo aver raccolto con tempestive e meticolose indagini gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato, che hanno consentito al Sostituto Procuratore di turno di emettere nei suoi confronti un decreto di fermo di indiziato di delitto - hanno effettuato una serie di perquisizioni volte, ancora una volta, a disarmare la criminalità sanseverese.
Nel corso delle ricerche in un cortile di un condominio di via Giovanni Pascoli di San Severo, all’interno di bidone dell’immondizia, di quelli marroni utilizzati per la raccolta dei rifiuti organici, i Carabinieri hanno rinvenuto due borselli contenenti una pistola di fabbricazione croata, in ottimo stato di conservazione e perfettamente funzionante, i relativi caricatori, circa 40 munizioni e materiale per la manutenzione dell’arma.
Il materiale sequestrato come autorizzato dall’Autorità Giudiziaria è stato inviato al R.I.S. di Roma per verificare il suo utilizzo in altri fatti delittuosi. Inoltre gli inquirenti stanno esaminando i filmati registrati dalle telecamere presenti in zona al fine di risalire al responsabile dell’occultamento dell’arma.
Inoltre, con l’ausilio dei Carabinieri Cacciatori “Puglia”, sono ancora in corso le ricerche, mediante perquisizioni e rastrellamenti nelle campagne di San Severo, dell’arma utilizzata per l’omicidio di BUTTACCHIO Bonifacio. L’indagato per il fatto di sangue, il sanseverese G.V., a seguito dell’udienza di convalida del fermo dinanzi al G.I.P. del Tribunale di Foggia è stato sottoposto alla custodia cautelare in carcere.
Era stato già arrestato un paio di settimane fa dai carabinieri della Compagnia di Lucera che avevano trovato all’interno della sua abitazione un’arma artigianale, perfettamente funzionante e idonea a fare fuoco con relative cartucce. Per tale motivo A.V., 41 enne lucerino, si trova ancora detenuto presso il Carcere di Foggia.
Nella giornata di ieri, tuttavia, il protagonista del fatto di cronaca poc’anzi accennato, è stato raggiunto da nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere per il reato di maltrattamenti in famiglia.
Tutto infatti, quella notte del 13 ottobre scorso, aveva avuto inizio dall’apprensione e dalla preoccupazione degli anziani genitori e delle zie della donna, moglie del prevenuto, che da troppo tempo subiva, in silenzio, le angherie, i soprusi, le umiliazioni e soprattutto le violenze del marito, pensando così di tutelare i loro due piccoli figli.
I militari erano partiti proprio da quell’accorata richiesta di aiuto; i genitori della donna si erano dapprima confidati con un carabiniere vicino di casa che, comprendendo la gravità della situazione, aveva avvisato il capitano della Compagnia che, coinvolgendo le pattuglie in circuito, aveva dato avvio all’attività di PG d’iniziativa che si era conclusa con il rinvenimento dell’arma clandestina e del munizionamento detenuto illegalmente dall’A.V., determinandone il relativo arresto in flagranza.
Da quella serata, tuttavia, è partita un’ulteriore, attenta e meticolosa attività investigativa, diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia e posta in essere dai militari della Stazione Carabinieri di Lucera, che scandagliando chat, messaggi, telefonate, procedendo all’ascolto di numerosi testimoni, sono riusciti a riscontrare appieno le condotte poste in essere dall’uomo e lamentate dalla donna e che avevano, a ben d’onde, allarmato i suoi genitori e zie.
Le investigazioni hanno permesso di cristallizzare le responsabilità in capo all’A.V. per i reati di maltrattamenti in famiglia e di far scattare nei suoi confronti nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere, notificatagli nella giornata di ieri presso la Casa Circondariale di Foggia, ove si trovava già ristretto e dove, c’è da immaginarsi, rimarrà ancora per un po’.
La Polizia di Stato di Foggia, ha eseguito, nei comuni di San Severo (FG), San Giacomo degli Schiavoni (CB), San Salvo e Casalbordino (CH), 9 misure cautelari emesse dal GIP presso il Tribunale di Foggia a carico di altrettanti soggetti ritenuti, a vario titolo responsabili dei reati di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, di detenzione e porto di arma clandestina e di ricettazione.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia, sono state condotte dal personale del Commissariato di P.S. di San Severo e della Squadra Mobile di Foggia, in collaborazione con il Reparto Prevenzione Crimine e il supporto delle unità cinofile, degli artificieri e del Reparto volo di Bari.
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L’attività investigativa, che ha permesso di disarticolare una rete di spacciatori operante nel noto quartiere San Bernardino del Comune di San Severo, ha avuto origine nell’autunno scorso, quando, a seguito di alcuni servizi di polizia, era stata notata la presenza sospetta nel suddetto quartiere di diversi soggetti, alcuni dei quali provenienti da altre regioni.
Le successive indagini, caratterizzate da attività tecniche e continui servizi di osservazione, hanno permesso di confermare la presenza di locali adibiti a piazze di spaccio e gestite dagli odierni indagati. Una di queste, in particolare, era gestita da un pregiudicato sanseverese con numerosi precedenti specifici.
Il lavoro degli investigatori ha consentito di ricostruire i movimenti dei soggetti indagati che avevano creato un vero e proprio business della droga, particolarmente redditizio.
La rete di spacciatori agiva in base ad un modus operandi ben collaudato. L’acquirente, infatti, presi contatti telefonici con il venditore, lo raggiungeva a San Bernardino dove acquisiva lo stupefacente. La droga talvolta veniva consegnata direttamente dal venditore, in altri casi, invece, avvenuto l’incontro, il cliente veniva accompagnato in un luogo prestabilito dove prelevava egli stesso la droga in alcuni punti convenzionali, secondo le indicazioni ricevute, in locali attigui ai luoghi di spaccio, all’interno di intercapedini o sotto le tettoie difficilmente visibili dall’esterno.
Nelle comunicazioni telefoniche usavano linguaggi criptici, tipici degli ambienti malavitosi per indicare la droga, i punti di incontro e stabilire le modalità della cessione.
Per eludere eventuali controlli, i gruppi avevano creato un sistema di vedette con il compito di avvisare i componenti dell’organizzazione della presenza delle forze dell’ordine.
Un locale era, altresì, stato adibito a luogo ove i numerosi consumatori, dopo aver acquistato la droga, erano soliti intrattenersi per testare la qualità dello stupefacente; da qui il nome dell’operazione “ coffee shop”.
L’indagine ha permesso di arrestare, in particolare, quattro soggetti provenienti dalle regioni limitrofe quali il Molise e l’Abruzzo che erano soliti comprare ingenti quantità di eroina e cocaina che poi veniva rivenduta nei paesi di residenza.
Dalle indagini emerge che il sistema di affiliazione era talmente collaudato che nei casi in cui il compratore, a seguito di un controllo delle forze dell’ordine e il contestuale sequestro dello stupefacente acquistato, esibisse al venditore il verbale di sequestro poteva ottenere il rimborso attraverso nuovo rifornimento di sostanza stupefacente a titolo gratuito.
Nel corso dell’indagine sono stati effettuati numerosi sequestri di droga, che hanno confermato le iniziali ipotesi investigative e che hanno dimostrato l’esistenza dei suddetti traffici delittuosi. Sono stati sequestrati, in particolare, sei chili di sostanza stupefacente del tipo cocaina ed eroina, nonché alcuni chili di marijuana e hashish e un arsenale di armi fra cui due pistole, munizioni e un kalashnikov.
Durante l’esecuzione della misure cautelare, sono state effettuate diverse perquisizioni personali e domiciliari; si è proceduto al sequestro di un immobile nel Comune di San Severo usato per lo spaccio e per il consumo di droga, con allacci abusivi di energia elettrica. All’interno dell’immobile, circondato da telecamere rimosse e sottoposte a sequestro perché inquadranti aree soggette a pubblica via, è stato rinvenuto molto materiale di confezionamento oltre al bilancino e a residui di sostanza stupefacente e da taglio, nonché, in un cassetto adibito a cassa, un paio di calcolatrici con bigliettini riconducibili a conti e denaro di piccola taglia frutto dell’attività di spaccio. Il soggetto nella disponibilità dell’immobile è stato arrestato dagli Agenti della Squadra Mobile e condotto negli uffici di polizia in attesa delle determinazioni dell’A.G.
FOCUS:
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Tutto nasce dalla preoccupazione e dal sesto senso dei genitori, una coppia di persone oramai anziane, abituate da tempo a vivere da sole. La loro unica figlia, 36enne, a sua volta madre di due piccoli bimbi, con qualche messaggio, qualche telefonata fa comprendere loro di essere arrivata al capolinea di una relazione sentimentale difficile. Il tappo che per mesi, forse anni ha messo sopra le molte, troppe lacrime trattenute o versate in solitudine, al riparo da occhi indiscreti, ha iniziato a vacillare.
La ragazza, oramai donna, non ce la fa più e inizia a far percepire che la situazione è divenuta insostenibile, per le continue vessazioni, discussioni, umiliazioni patite per mano del proprio compagno. Ed i genitori capiscono, anche se lei fa trasparire poco e niente, parlando a loro solo della punta di questo iceberg che finora è stato quasi totalmente nascosto dalla sopportazione e dalla voglia di andare avanti, nonostante tutto, per il bene dei figli.
Ma la sera del 13 ottobre scorso, gli anziani genitori e le zie della donna sono particolarmente allarmati. Hanno ricevuto una serie di messaggi dalla loro congiunta che li getta nello sconforto; il compagno, riferisce la vittima, sembra particolarmente esagitato e, pare, detenga, nascosta da qualche parte, anche un’arma che si sarebbe costruito artigianalmente e delle munizioni.
Capiscono che la situazione non è più gestibile con il silenzio e con la sopportazione, né con la speranza che tutto prima o poi possa rientrare; hanno un’idea. Un loro vicino di casa è un maresciallo dei carabinieri a cui potersi rivolgere. Fa nulla che l’ora è tarda e oramai si approssima la mezzanotte. Il maresciallo in un attimo è già nell’abitazione della coppia, alla presenza delle due inseparabili zie della vittima, sorelle della mamma; capisce immediatamente, da navigato operatore di PG, che la situazione è potenzialmente grave e non differibile; contatta il Comandante della Compagnia ed insieme decidono di convocare immediatamente i predetti parenti presso la Caserma di via di San Domenico.
Anche il capitano comprende che la situazione, per quanto, suscettibile di valutazioni personali, è sicuramente pericolosa e necessita un intervento immediato. Per di più, negli allarmanti messaggi che la donna aveva inviato ai suoi parenti, fa comprendere esplicitamente che il compagno non avrebbe tollerato alcun intervento dei carabinieri; “Se li vede arrivare li uccide” dice la donna.
In un attimo il dispositivo, con carabinieri del Radiomobile, delle Stazioni di Lucera, Castelnuovo e Biccari, è pronto. Non sono neanche le 2.00 e i carabinieri sono già nei pressi dell’abitazione della coppia, situata in una contrada di campagna del comune di Lucera.
E i sospetti e le intuizioni degli anziani genitori e delle zie della donna, si rivelano subito fondati.
A.V., queste le inziali del 41enne, accoglie i militari, con fare esagitato; ci vorrà più di un quarto d’ora per convincerlo ad aprire il cancello dell’abitazione; atteggiamento spavaldo, di sfida. Ma i militari non possono tirarsi indietro; fanno comprendere con gentilezza, nonostante le provocazioni, i motivi della loro presenza e la necessità di procedere ad un controllo approfondito presso quella casa.
All’interno della camera da letto della coppia, dove in quel momento dormivano i loro bambini, su indicazione dell’uomo, i carabinieri rinvengono un’arma artigianale: un fucile costruito assemblando tubi e varie parte metalliche; particolarmente ingegnoso, se non fosse che, una successiva perizia di idoneo armaiolo, confermerà che quell’arma era perfettamente idonea a far fuoco e quindi potenzialmente letale. La riprova gli inquirenti la rinvengono all’interno del tubo adattato a “canna” dell’improvvisato fucile ove viene rivenuta una cartuccia esplosa cal. 12. Altre 35 cartucce, tutte dello stesso calibro ed assolutamente compatibili con il diametro della canna, tutte ancora integre e idonee ad essere utilizzate dal prevenuto da un momento all’altro, verranno trovate dai militari occultate in uno scatolo nascosto a sua volta sotto una serie di indumenti, in altra anta del medesimo armadio.
L’uomo, al termine degli ulteriori accertamenti ed attività, viene dichiarato in arresto per il reato di detenzione di arma clandestina e di munizionamento. Il Sostituto Procuratore di turno concorda in toto con gli operanti e, con partecipe preoccupazione, indica altresì ai militari di svolgere, con estrema celerità, tutti gli accertamenti necessari per capire se quelli che erano timori esternati dalla donna ai suoi partenti possano trovare fondamento ed essere rubricati quali maltrattamenti.
Al termine delle formalità di rito l’A.V. è stato tradotto, alle prime luci del nuovo giorno, presso la casa circondariale di Foggia ove è stato ulteriormente trattenuto in custodia cautelare, dopo il rito di convalida.
Attenzione massima da parte dei carabinieri della Compagnia di Foggia nell’attività di controllo del territorio attraverso l’impiego quotidiano delle pattuglie automontate e del “Carabiniere di quartiere”, quest’ultimo efficace servizio di pattuglia a piedi che ha tra le finalità quello di aumentare sempre di più il livello di “sicurezza percepita” dalla popolazione del capoluogo dauno.
Alcuni giorni fa, nel corso di quest’ultimo genere di servizi i carabinieri della Stazione di Foggia Principale hanno proceduto al controllo - nei pressi della Villa Comunale - di due soggetti con fare sospetto, un 51enne originario del capoluogo dauno ed un 21enne di origini rumene. Quest’ultimi, alla vista dei carabinieri, hanno tentato subito di darsi alla fuga disfacendosi di ciò che avevano addosso, senza però riuscire nel loro intento poiché sono stati subito raggiunti e bloccati. Nel corso della perquisizione personale fatta sui due è stata rinvenuta una pistola “a salve” priva di tappo rosso nonché 12 cartucce cal.9.
I due soggetti sono stati quindi deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia per la violazione di cui all’art. 4 legge 110/1975 (porto di armi od oggetti atti ad offendere).
A seguito degli efferati omicidi commessi nell’ultimo mese tra le strade di San Severo, che hanno scosso la città a ridosso prima dei festeggiamenti per la vittoria agli europei di calcio e poi del weekend di ferragosto, i Carabinieri della Compagnia di San Severo - già costantemente presenti sul territorio attraverso le pattuglie delle Stazioni Carabinieri e delle gazzelle della Sezione Radiomobile – hanno intensificato la loro attività mediante posti di controllo e perquisizioni locali, veicolari e personali.
L’obiettivo principale del Comando Provinciale Carabinieri di Foggia in questo preciso momento è quello di puntare al disarmo di questa criminalità spregiudicata, che ha dimostrato di non avere alcun rispetto per la vita umana, arrivando a ferire bambini inermi e a sparare di giorno e in pieno centro, senza curarsi dei danni collaterali che le sue azioni possono provocare.
E così, l’azione incessante dei Carabinieri della Compagnia di San Severo ha portato i militari all’interno di due garage ubicati nel pieno centro cittadino, a nemmeno 100 metri dalla centralissima via Tiberio Solis ove è stata rinvenuta una piccola “Santa Barbara”: 5 pistole semiautomatiche e 1 revolver, perfettamente funzionanti, 2 silenziatori e 450 proiettili di vario calibro. In corso gli accertamenti per individuare gli utilizzatori dei garage e per verificare l’impiego delle armi sequestrate nei recenti fatti di sangue.
Il significativo risultato ottenuto, frutto di azioni massive poste in essere dai Carabinieri sostenuti da determinazione nonché conoscenza del territorio, rappresenta il segno tangibile dell’azione di contrasto decisa all’indomani dei fatti di sangue che hanno interessato la citta di San Severo.
L’operazione è stata resa possibile anche grazie al tempestivo supporto fornito da una squadra dei Vigili del Fuoco del Distaccamento di San Severo che per mezzo di una sega circolare hanno permesso l’effrazione delle serrature.
L’auspicio dell’Arma, è che ciascun cittadino possa fornire il suo preziosissimo contributo con denunce e segnalazioni aiutando i militari a mettere a segno altri e più significativi risultati, affinché San Severo non debba ancora piangere il sangue dei suoi figli.