PNRR e Autonomia Differenziata, tra principi etici e valori costituzionali stravolti si ampliano i divari Nord-Sud

Italia: sempre più due Paesi con divari territoriali che crescono anziché ridursi. Nel Mezzogiorno, il caso Comune di Foggia!

I temi sono quelli che si intrecciano riguardando l’intera Comunità italiana ed europea ma che affascinano poco i cittadini. Eppure stanno incidendo già oggi, e non poco, nella vita quotidiana soprattutto degli italiani e lo faranno, ancor di più nel futuro prossimo, sui servizi essenziali e sulle prospettive di crescita del nostro Paese e dell’intera Ue.

Se n’è discusso nell’iniziativa organizzata dall’Associazione CAPITANATA.NEO APS, lo scorso 23 giugno a Foggia, con il patrocinio della Provincia di Foggia, dal titolo “PNRR e AUTONOMIA DIFFERENZIATA, tra principi etici e valori costituzionali”. Dopo i saluti portati dal presidente avv. Giuseppe Nobiletti, con i forbiti interventi dei pregevoli relatori si è cercato di fare una ricognizione informativa, sia ai cittadini che agli amministratori dei Comuni fruitori di queste risorse, dal punto di vista amministrativo e culturale in merito alle criticità da superare, i nodi da sciogliere e le sfide da sostenere, in questo ambito, per sostenere crescita e sviluppo sociale ed economico.

Nell’ordine sono intervenuti la prof.sa Adriana Poli Bortone di Io Sud che ha posto l’accento sulla necessità di porre correttivi alle cause, esogene ed endogene, che stanno provocando i ritardi sull’attuazione del PNRR, nonché ribadendo esplicita contrarietà all’attuale ddl sull’Autonomia Differenziata; il dott. Francesco Monaco che ha illustrato l’azione di supporto della fondazione IFEL sottolineando il rispetto, anzi il superamento, per le risorse assegnate ai Comuni della quota del 40% al Mezzogiorno come aspetto positivo, e tra le difficoltà, invece, un trend fortemente negativo nella dotazione di personale degli EE.LL. Nel suo intervento il docente di Filosofia morale della Università Federico II di Napoli prof. Giuseppe Ferraro, tra i tanti spunti di riflessione forniti, ha posto in rilievo la necessità di una visione unitaria del Meridione d’Italia come volano di sviluppo per se stesso e l’intero Paese, mentre la sen.ce Gisella Naturale, vice presidente della IX^ Commissione del Senato, ha sottolineato le peculiarità, le necessità e le esigenze provinciali, infrastrutturali e non, sottolineando che il PNRR è una grande occasione anche per la Capitanata.

Per ultimo vi è stato l’intervento del presidente dell’Associazione organizzatrice, il dott. Pasquale Cataneo già estensore nel luglio del 2020, insieme al dott. Francesco Paolo Mandoliti di uno studio dedicato alla corretta ripartizione delle risorse del Recovery Fund. Egli ha, in primo luogo, richiamato la funzione, utilizzata dall’U.E. per calcolare la ripartizione delle risorse Recovery Fund tra gli Stati membri, funzione rappresentata nella foto in apice al testo.

L’Italia, in base a tali parametri, è stata destinataria di così tante risorse per i dati fortemente negativi del Mezzogiorno rispetto alla media comunitaria, sia del parametro del PIL pro-capite che per quello del tasso di disoccupazione.

Sono stati analizzati, successivamente, i dati forniti con la piattaforma Easy, pregevolmente curata da Fondazione IFEL, relativi alle risorse PNRR con importo assegnato al 31.05.2023 agli Enti Locali per un totale di 36.313,13 Mln€.

Suddividendoli per ogni singolo cittadino italiano (59.030.133 al 01.01.2023) per il solo dato X (popolazione) la cifra individuale spettante sarebbe stata di 615,2€. Ma ciò non avrebbe contribuito a ridurre i divari. Ed ecco perché l’Unione Europea ha utilizzato, oculatamente, anche gli altri due parametri per la ripartizione delle risorse.

Nel cd. Bel Paese purtroppo, come è emerso nella suddivisione dei fondi PNRR, non è stata utilizzata tale funzione ma un iniquo 40/60. Eppure l’Italia è il Paese in UE con i maggiori divari socioeconomici tra macroaree al suo interno.Per tali motivi e in vista di una rimodulazione sono state comparate le risorse destinate ai singoli Comuni tra Nord, Centro e Sud.

In particolare ai capoluoghi di provincia con dati abbastanza omogenei di popolazione, considerati volani di sviluppo dell’economia territoriale, correlandoli con il tasso di disoccupazione generale (15-64 anni) nel periodo 2022 e il PIL procapite 2021 su base regionale. Entrambi su dati Istat.

E’ stato preso a riferimento per le comparazioni il Comune di Foggia, capoluogo della Capitanata, con il più alto indice di disoccupazione provinciale (D.P.= 16,9%) in Puglia nel 2022, nella fascia 15-64 anni. Tale valore risulta essere addirittura superiore anche di 3/5 volte rispetto a quelli del Centro-Nord presi a riferimento e risulta con il più basso PIL per abitante (valore regionale).

In questo caso I DIVARI TERRITORIALI NORD-SUD AUMENTANO come emerge seguente tabella:

COMUNE

Capoluogo e Città M.ne

POPOLAZIONE (abitanti) 2023

SOMME PNRR (€) RICEVUTE al 31.05.2023

€/procapite

(valenza rispetto all’importo di FG)

%DISOCCUPAZIONE 15-64 anni Tasso 2022 (% rispetto al dato di FG)

PIL regionale ai prezzi di mercato per abitante

(2021 ISTAT)

Foggia

145.348

66.200.000

445

16,9

19.307

Perugia

161.748

176.040.000

1.088 (2,4)

7,3 (43%)

22.687

Rimini

149.221

104.820.000

702 (1,6)

6,7(40%)

36.910

Cagliari

148.117

199.460.000

1.347 (3)

13,9 (82%)

21.562

Ferrara

129.152

68.620.000

531 (1,2)

8,3 (49%)

36.910

Bergamo

119.558

211.330.000

1.768 (4)

3,4 (20%)

40.537

Italia

59.030.133

36.313 Mld

615,2

8,2

30.231

Se questa analisi dovesse essere confermata, dopo un lavoro di ulteriore approfondimento, ancor più dettagliato e preciso, il PNRR AUMENTA I DIVARI E IL GAP TRA TERRITORI. Dovrebbe quindi essere sì rimodulato ma con una corretta applicazione dei criteri usati dalla UE (popolazione, tasso di disoccupazione inverso del PIL pro-capite) per ripartire le risorse tra gli Stati membri.

Ci sentiamo anche di dover rilanciare, per una totale condivisione, quanto affermato da IPRES nel suo Rapporto 2022 dal titolo “La Finanza Territoriale”[1] quando si afferma che: “la risposta alla crisi pandemica ha generato per il nostro Paese delle opportunità di sviluppo che passano attraverso la chiusura o almeno la sostanziale riduzione dei gap territoriali. Se la riduzione dei gap è l’oggetto della ripresa, la natura strutturale degli stessi, in parte legata alle differenti competenze degli enti pubblici sul territorio nazionale, può essere il principale ostacolo al successo della ripresa stessa. L’incertezza legata alla situazione internazionale e il peggioramento della congiuntura che ne consegue, pur rendendo più fragile la possibilità raggiungimento degli obiettivi posti dal PNRR e più stringenti limiti strutturali che affliggono territori del nostro Paese, sottolineano l’urgenza di affrontare tali limiti e di conseguire gli obiettivi posti.”

La rimodulazione del PNRR dovrà realizzare la riduzione dei divari tra Nord e Sud Italia

Come già espresso per le Infrastrutture, conti e carte alla mano, anche per i Comuni ancora una volta a rimetterci è il Mezzogiorno. Risulta evidente che così com’è declinato il PNRR amplia e non riduce i divari territoriali e rende ancor più inique le disuguaglianze nel territorio nazionale. E si paventa anche il rischio di estromettere i Comuni che non riescono ad adeguarsi in tempo. Ciò vuol dire che i Comuni meridionali e quelli delle aree interne, in particolare i più piccoli che attendono ancora le assunzioni per il PNRR, saranno penalizzati ancora di più, in antitesi con i macro-obiettivi di riduzione dei divari territoriali, di genere e generazionali indicati dalla UE nel Next Generation.

[1] https://www.ipres.it/it/component/k2/item/495-la-finanza-territoriale-rapporto-2022

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