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Saranno due serate all’insegna di colori e luci, musica e spettacolo, e tanto divertimento, con un evento eccezionale che a memoria d’uomo non ha precedenti nel centro micaelico.

Mercoledì 27 e giovedì 28 dicembre 2023 arriva a Monte Sant’Angelo la regina degli artisti di strada, Madame Opera, per il Christmas Festival MSA 2023.

La Città dei due Siti UNESCO e dal 2024 Capitale della Cultura pugliese, celebra così la lirica, divenuta patrimonio immateriale UNESCO dal 6 dicembre 2023, con lo spettacolo itinerante di musica lirica e pop/lirica.

Due giorni con due spettacoli itineranti:

  • mercoledì 27, alle ore 19, dalla villa comunale e alle ore 21 da Piazza della Libertà;
  • giovedì 28, alle 19, da Piazza della Libertà e alle ore 21 dalla villa comunale.

L’evento è promosso dall’Assessorato al Welfare MSA nell’ambito di un progetto finanziato con fondi del Ministero della Famiglia.

Lo avevamo già conosciuto su questa testata giornalistica, e continueremo a farlo perché l’arte “Made in Capitanata” va diffusa, sostenuta, comunicata, amata e condivisa, dapprima con una bi-personale fra sacro e profano insieme a Gheorghita Ouatu al castello di Monte Sant’Angelo, poi alla sua partecipazione, ancora in essere, all’USA Tour Biennial 23/24 della Fondazione Effetto Arte.

Lui è l'artista Michele Affatato, foggiano, che in questo periodo natalizio è presente il 27 dicembre 2023 con alcuni suoi quadri al “Natale in Lamis”, nel centro garganico di San Marco, e su due riviste nazionali: “Cultura e Identità” con l’articolo “Michele Affatato e la sinfonia dei colori”, a cura di Leonardo Zappulla, e alla selezione per l’Annuario Artisti ’24 da Museo” della Mondadori, che premia con posti limitati i migliori artisti pittorici che si sono contraddistinti nell’anno che sta per terminare, per poi esporre alla un’opera alla 3a edizione della Biennale Internazionale di Mantova.

 Un bel traguardo per Michele, che da sempre nelle sue opere c’è anima e cuore, l’identità di un territorio che offre tanto e tanto dovrebbe ricevere.

Come già è stato descritto in un nostro precedente articolo, le opere di Michele Affatato rappresentano l’immaginifico mondo che fu e che ritorna, non solo nei suoi pensieri, con i suoi sogni. Sulle tele colori e materiali prendono corpo, animando l’irreale, quasi onirico, scenario dove Michele ha avuto i natali. Colori come fiori e libertà, sfumature come anime e angeli, riflessi come luci di un tempo che inesorabilmente scandisce l’esistenza di tutti noi, ciò che l’artista foggiano rappresenta nelle sue opere. Un’osmosi radicata nell’essere territoriale, aprendo anima cuore e intelletto alle platee che lo osservano. Quadri che nel tempo hanno impreziosito muri di gallerie e palazzetti dell’arte, castelli, sale e palazzi internazionali.

Michele Affatato rincorre e raggiunge la meta pittorica osservando ciò che gli sta attorno, ciò che accade nel territorio e nel mondo, ciò che prova nell’animo e nel cuore, tra poesia e sentimento ma anche estemporaneità dei fatti, per poi realizzarlo con l’analisi del reale e trasformandolo con i colori nella forma, dove l’stinto prevale sulla ragione. Così Michele comunica!

E poi, lui non diserta mai un avvenimento che abbraccia l’opinione pubblica, come a dire, l’arte può comunicare come una penna che scrive o un video che descrive. Lo ha fatto in occasione della “Giornata internazionale per l'eliminazione delle violenza sulle donne”, quel 25 novembre che nella sintesi ricorda i femminicidi, ma nella sua globalità racchiude ogni forma di violenza e maltrattamenti di genere. Lo ha fatto con un’opera, “Violated women work in progress”, quadro 140x70 realizzata con acrilico fluorescente e fosforescente (di seguito nella foto).

 

MAffatato violated women work in progress 140x70  con acrilico fluorescente e fosforescente

 

Di lui, Zappulla ha scritto: «Nella realizzazione delle sue opere, su entrambi questi versanti, l’autore si muove senza uno schizzo preparatorio. Per lui i cromatismi che si distendono sul supporto con molteplici variazioni tonali, determinando riflessi e bagliori, sono la struttura stessa dell’opera, sono l’anima del suo lavoro, il centro della sua ricerca. Ne sono uno splendido modello opere come Pentagram, Note di colore o ancor di più Anime perse, in cui la natura della materia cromatica scivola nello spazio pittorico che la coglie in divenire, focalizzando la percezione sul fluire emotivo».

L’invito è di andare ad ammirare i suoi quadri, e semmai anche incontralo e parlarci, perché solo così si potrà cogliere il vero sentimento di ciò che raffigura, di quello che comunica.

La presentazione dell’ultima edizione del libro di Michele Cuppone su “Caravaggio, la Natività di Palermo. Nascita e scomparsa di un capolavoro”,  Campisano Editore, Roma 2023, ha fatto il punto sulla scomparsa a Palermo dell’opera del nostro maggiore pittore Caravaggio (1571-1610), il cui ritrovamento ancora oggi se ne parla, e che ha avuto come protagonista il nostro concittadino Libero La Torre Carabiniere del Nucleo Operativo della Tutela dei Beni Culturali, il quale ha profuso tutto il suo tempo e il suo impegno  nel ritrovare il dipinto del Caravaggio trafugato  a Palermo  il 17-18 ottobre del 1969.

Un impegno e una ricerca che purtroppo ancora oggi lasciano molti interrogativi irrisolti in quanto l’opera è ancora nelle mani di chi l’ha rubato, tanto da far intervenire non solo personaggi del mondo    culturale, quanto la presenza della mafia siciliana. In ogni modo durante la presentazione del libro di Cuppone,  con la partecipazione della conduttrice Rosita Zucaro, del concittadino Libero La Torre e del Sindaco di Monte Sant’Angelo, Pierpaolo d’Arienzo, si è tenuto a sottolineare che l’opera d’arte è l’espressione massima della bellezza del mondo e che ogni città acquista valore e identità proprio attraverso la conservazione e la presenza delle opere d’arte, di cui è espressione l’artista ma anche la storia e la cultura della città che le ospita. Come nel caso di Palermo dove l’opera della Natività del Caravaggio ha dato notorietà alla città e al suo autore. Del resto ogni città acquista valore e identità proprio attraverso la presenza del suo patrimonio storico-artistico, come nel caso della città di Monte Sant’Angelo, di cui alcuni  autori parlano di una ipotetica presenza del Caravaggio proprio qui a Monte Sant’Angelo in visita  al nostro Santuario.

Ma ciò, vero o falso, non fa diminuire l’importanza che la città micaelica ha avuto nel corso della sua storia, come del resto, a proposito della presenza di grandi artisti, dobbiamo constatare che nel Palazzo del nostro Municipio abbiamo ben due opere di grandi artisti dell’età di Caravaggio e precisamente un’opera del Perugino (1448-1523) e un opera di José de Ribera detto lo Spagnoletto (1591-1652). Opere che purtroppo nemmeno i possessori hanno veramente conoscenza  e coscienza del grande valore artistico  che esse hanno.  Un patrimonio che purtroppo spesso è incustodito, senza che vi sia una  vera e propria cura  nel preservarlo in maniera tale da non compromettere lo stato di conservazione. E mi riferisco per esempio alle due opere che oggi possiamo ammirare all’interno del Palazzo Municipale della Città, un tempo sede dell’antico monastero dei Benedettini, fondato, come vuole la tradizione, dal Beato Salla, monaco celestino del XIV secolo, il quale fu il primo ad occuparlo. Storicamente il Monastero dei Benedettini fu abitato dall’arcivescovo Giovanni Maria del Monte di Monte S. Savino (1545-1550), che divenne poi papa Giulio III.

All’interno di alcune Sale del Municipio, vi sono oggi diverse opere pittoriche, fra cui una bellissima tela attribuita a PIETRO VANNUCCI, detto il PERUGINO (1448-1523), maestro di RAFFAELLO (1483-1520), in cui vengono raffigurate  Santa Barbara e Santa Lucia, e un’altra opera attribuita a JOSÉ DE RIBERA, detto    LO SPAGNOLETTO (1591-1652), raffigurante un Cristo con la corona di spine, nonché altri quadri raffiguranti personaggi di epoca, fra cui una raffigurazione di San Francesco. L’attribuzione del Cristo sofferente allo Spagnoletto, anima della cosiddetta “scuola dei tenebrosi” è ispirata alla originale arte pittorica di Michelangelo da Caravaggio. Afferma a tale proposito Ciro Angelillis: “Detto dipinto ha un’espressione così profonda di dolore da colpire vivamente che vi rivolge lo sguardo. Nei muscoli contratti di quel volto straziato, in quei grandi occhi velati di lacrime e fortemente iniettati di sangue è trasfuso tutto lo spasimo del martirio del divino Maestro.

Lo Spagnoletto, che fu uno dei più potenti e vigorosi tra i pittori napoletani del  seicento, si distinse soprattutto per una singolare perizia nelle immagini dolorose del Nazareno e dei Santi Martiri e in generale nelle scene sacre di supplizi e di torture.  Ond’è che non può essere lontano dal vero chi, come noi, ammette che il nostro quadro rappresentante la testa di Cristo con la corona di spine, sia da assegnarsi precisamente alla mano del Ribera”.  Dello stesso parere è stato il prof. Antonio Ciuffreda in Uomini e fatti della Montagna dell’Angelo, Monte Sant’Angelo 1989, il quale così scrive: “Tra le opere artistiche presenti nella nostra Città merita di essere segnalato il quadro raffigurante la testa di Cristo incoronato di spine, attribuito a Josè de Ribera detto lo Spagnoletto, conservato nella sede del Comune, ma originariamente esposto nella chiesa dei Cappuccini”. A tale proposito l’avv. Matteo Giuffreda, in un articolo pubblicato su l’Attacco  di Foggia,  del 16 maggio 2023, ha fatto presente che il quadro ha bisogno di urgentissimo restauro, al fine di esporlo, secondo noi,  in una sede più confacente alla sua importanza, fra cui un Museo o Pinacoteca Civica.

Del resto una città senza un luogo emblematico della bellezza, come una Pinacoteca o un Museo d’Arte non può ambire ad essere capitale né dell’Italia né della Puglia.

La Politica deve essere l’espressione non solo di interessi particolari, quanto di interessi  generali della città, che ha nella cultura e nella bellezza i suoi punti di riferimento. Per questo da più di anni chiedo ad alta voce l’istituzione di una Pinacoteca Civica o di un Museo d’Arte Moderna e Contemporanea al fine di creare le basi per una città veramente all’altezza del riconoscimento UNESCO.  Ciò che del resto è scritto a chiare lettere nel Dossier di Presentazione della Candidatura di Monte Capitale della Cultura Italiana 2025 e oggi Capitale della Puglia 2024.

Sacralità e storia, ricordi che prendono forma e diventano opere d’arte esposte in uno dei palazzi più importanti, storici e iconici di Foggia. È la mostra site specific dell’artista Nicola Liberatore, ospitata a Palazzo Filiasi, sede dell’Archivio di Stato, in occasione della festa di fine anno dove verranno illustrati i progetti svolti, quelli in corso d’opera e quelli futuri.

Difatti, dal 2020 l’Archivio di Stato di Foggia ha iniziato l’opera di rivalutazione istitutiva, aprendosi al pubblico e aprendo lo stesso Palazzo, di per sé opera da ammirare e conoscere.

Giovedì 21 dicembre 2023, in occasione delle festività natalizie e all’approssimarsi del nuovo anno, l’Archivio di Stato di Foggia promuove una giornata di festa prenatalizia aprendo le porte della propria sede di Palazzo Filiasi e richiamando la comunità alla scoperta del bello e alla conoscenza delle peculiarità della storia e dei luoghi della cultura. 

Ieri, 19 dicembre, si è svolta la conferenza stampa di presentazione degli eventi suddetti. Qui è stato illustrato ciò che l’Archivio di Stato di Foggia ha svolto dal 2020, anticipando ciò che è già in essere per l’anno 2024, le “Celebrazioni dei 250 anni dalla morte di Luigi Vanvitelli”. Un evento che ha messo in sinergia più istituzioni, producendo importantissime conoscenze finora sconosciute e verità popolane.  Difatti, da quello raccolto collaborando con il comune di Apricena e la Reggia di Caserta, documenti inediti svelano che Luigi Vanvitelli è stato presente nella nostra terra di Capitanata, ma non ha mai, con i documenti oggi a disposizione, realizzato nulla, sfatando le voci che avrebbe contribuito ad alcuni manufatti dell’adiacente Palazzo Dogana e perfino di una scalinata privata in via Le Maestre. L’unica certezza è che per le sue opere Vanvitelli ha utilizzato la Pietra di Apricena, non solo estratta dalla cave di Apricena, anche da quelle delle aree che insistono in agro di San Marco in Lamis. Inoltre, sempre dai preziosi documenti succitati, risulta che anche alcune pietre sono state prese da Castel del Monte, tuttora mancanti. Un’impronta visibile nel castello e che avvalora lo studio svolto dall’Archivio di Stato di Foggia, pertanto conferendogli il prezioso contributo storico a ridimensionare e conservare verità incontrovertibili.

«Far avvicinare le nuove generazioni al mondo culturale e storico dell'Archivio di Stato, con informazioni importanti, con la collaborazione dell’Ordine degli Architetti di Foggia, con il Movimento Filiera Culturale di Foggia, coinvolgendo le istituzioni locali, è promuovere il territorio di Foggia e della sua provincia, la Capitanata» ha affermato l’arch. Alfredo de Biase, Coordinatore progetti speciali e valorizzazione, che ha proseguito: «Siamo in sinergia con Lucera per la canditura a Capitale della Cultura Italiana 2026, oggi entrata nelle dieci finaliste, e a breve organizzeremo nuovamente la “Festa della musica”, un appuntamento per promuovere le professionalità locali. Teniamo molto a questo progetto, finanziato con il PNRR, perché abbatterà le barriere cognitive per non vedenti e ipovedenti, ospitando in una sala, preposta a tal fine, audiolibri e musica. Con l’Ordine degli Architetti abbiamo consolidato una collaborazione proficua sul piano storico e culturale. Ultimo è quello a Lucca e Ferrara».

«L'Archivio di Stato di Foggia è trasparentemente aperto a tutti per far ammirare ciò che vi è custodito e ammirare lo stesso Palazzo Filiasi» ha detto in conferenza il Direttore dott. Massimo Mastroiorio. «Con il progetto per l’abbattimento delle barriere cognitive la prospettiva è valorizzare e rendere più efficiente e funzionale l'archivio dotandolo di materiale audio fruibile per tutti. Perciò non solo documenti scritti, anche testimonianze audio ascoltabili in un ambiente preposto».

«La collaborazione con noi dell’Ordine degli Architetti -ha affermato il Presidente dell’ordine, l’arch. Francesco Faccilongo presente in conferenza- si è resa efficace, in supporto per le gli eventi svolti a Foggia e in Italia dal 2020, intervenendo su argomenti specifici come i lavori svolti nel tempo dagli architetti neoclassici».

La “Festa” del 21 dicembre, che si svolgerà nel monumentale palazzo sito in Piazza XX Settembre n. 3, sarà anche l’occasione per presentare il quadernetto dell’Archivio - ideato dall’Ufficio Progetti Speciali e Valorizzazione e realizzato con le immagini tratte dalle cartografie della Regia Dogana delle pecore e dalle “Celebrazioni dei 250 anni dalla morte di Luigi Vanvitelli”. E proprio durante la conferenza stampa i dirigenti dell’Archivio hanno voluto svelare un aneddoto cartografico inedito legato all’immagine della Regia Dogana delle pecore, che raffigura un pastore. Ebbene, pare che il famoso “Satanello” del logo del Foggia Calcio sia stato una rivisitazione grafica del pastore. Osservandolo bene le sembianze e la postura sembrano siano quelle. Ovviamente è un accostamento che fino ad ora non ha avuto risultanze certe. Ma è bello sognare!

 Evento site specific e  Regia Dogana delle pecore  Satanello  ConfStampa Archivio di Stato FG19dic2023

[L'immagine della Regia Dogana delle pecore che raffigura un pastore simile al "Satanello"]

La serata sarà preceduta da una santa messa, celebrata dal rev. Parroco della Cattedrale, don Daniele, alla quale seguirà la presentazione della mostra curata dall’arch. Alfredo de Biase con opera d’arte site specific del maestro Nicola Liberatore. Il vernisagge della mostra delle opere di Nicola Liberatore coinciderà con il finisagge dell’artista Corrado Grifa che ha partecipato alla precedente esposizione. La mostra del maestro Nicola Liberatore è visitabile presso la sede di Palazzo Filiasi nelle ore d’ufficio dal 21/12/ 2023 al 10/01/2024.

Una mostra, come anticipato, dove sacralità, storia e ricordi che prendono forma e diventano opere d’arte. «Mi sento privilegiato per aver avuto la possibilità di esporre in questo luogo, in questo palazzo storico e sede di un'importante istituzione» ha detto l’artista Liberatore, proseguendo: «Un progetto nato un anno fa ed oggi realizzato. Un telo che prende forma (riferendosi all’opera esposta all’interno dell’ingresso di Palazzo Filiasi, ndr.), come una sindone di passi pellegrini, perché le mie origini, sono di San Marco in Lamis, ricordano gli appuntamenti sacri, come la Via Longobardorum, i pellegrini e i camminatori sulla Via Francigena, la processione del fuoco e del Venerdì Santo. Ricordi diventati opere su una memoria artistica, tesa a recuperare sia i valori estetici che quelli spirituali in un mondo fortemente lacerato».

 

Palazzo Filiasi ArchivioStato Foggia2023

 [Palazzo Filiasi sede dell'Archivio di Stato di Foggia]

La serata, edulcorata con le degustazioni di spumante e della particolare torta natalizia site specific, gentilmente offerti dal bar/pasticceria Dolce Vita, si concluderà con gli auguri e la donazione di un presente che il direttore Massimo Mastroiorio, il coordinatore Alfredo de Biase e l’intero staff dell’Archivio di Stato avranno il piacere di donare agli intervenuti.

IL PROGRAMMA   

  • ORE 16:45: apertura porte di Palazzo Filiasi per la Festa di fine anno;
  • ORE 17:00: celebrazione della Santa Messa;
  • ORE 18:00: finisagge della esposizione di Corrado Grifa e inaugurazione della mostra di Nicola Liberatore.
  • ORE 18:45: degustazione panettone natalizio, auguri e dono ai presenti;
  • ORE 19:30/20:00: uscita pubblico e chiusura porte

L’Ingresso è gratuito previa prenotazione e sino a esaurimento posti (tel.0881- 721696).

 

Per un museo delle civiltà

Fino ad adesso, in riferimento alle civiltà e alle culture, da cui deriva l’arte delle varie epoche, ho pensato in maniera settoriale, con l’attenzione rivolta alla loro specificità, specie per quanto riguarda la città di Monte Sant’Angelo, ma in più in generale del Gargano  e, quindi, ai vari musei esistenti, da quello Archeologico al Museo Lapidario, dal Museo Devozionale al Museo Etnografico “G. Tancredi”. Musei generalmente legati al culto micaelico e all’arte medievale.

Oggi invece  vorrei parlare di un Museo delle Civiltà, in maniera tale da superare quella settorialità tematica e abbracciare in un unico contenitore l’insieme della produzione storico-artistica e antropologica che l’uomo è stato ed è tuttora  capace di riprodurre e creare. Un Museo vero e proprio delle Civiltà dell’uomo, incominciando da quello Archeologico legato alla Preistoria e quindi all’antichità, Antropologico legato all’uomo e al rapporto con i luoghi, Etnografico legato alla cultura popolare, Religioso legato al culto micaelico e quindi alla ritualità del pellegrinaggio cristiano e alla cultura religiosa popolare,  all’Arte in generale e, quindi, alla creatività dell’uomo come espressone del divino nell’uomo, come afferma Vittorio Sgarbi, e infine un Museo delle tradizioni popolari, legato ai mestieri e dell’artigianato in generale e così via, creando così un sincretismo culturale fra l’Antico, il Moderno e il Contemporaneo. Un legame stretto e imprescindibile delle nostre culture e delle nostre civiltà passate e presenti.

Un Museo della Vita e quindi della Bellezza, intesa in tutti i sensi e in tutti i modi, come creatività dell’uomo e come espressione di un linguaggio e forme espressive universali. In altri termini un Museo della creatività dell’Uomo, non solo come Arte e Cultura, ma soprattutto come Bellezza universale, dove ritroviamo l’essenza stessa del divino che ha voluto l’Uomo a sua immagine e a suo strumento. Un mondo, quindi, polisemico e polivalente, dove la creatività dell’uomo sia al cento di ogni manifestazione del Mondo e per il Mondo. Tutto ciò lo vorrei realizzare in un grande contenitore, non più diviso per settori, come oggi sono i Musei, ma per aree culturali e spaziali, legati ad un territorio o a più territori. Del resto, se pensiamo al Gargano e in particolare alla nostra città Monte Sant’Angelo,  ci accorgiamo che la storia e le civiltà che essi hanno espresso si sono manifestate attraverso  forme e contenuti legati alle varie epoche e alle varie e molteplici civiltà del passato, da quella Preistorica, legata al megalitismo e, quindi, ai dolmen e menhir di Valle di Pulsano, alla presenza di vari popoli, come i Dauni con le loro stele e la ceramica daunia, i Greci, con la loro civiltà e cultura classica, all’insegna della bellezza e dell’arte, i Romani, il cui impero è a fondamento della civiltà occidentale, e infine la civiltà medievale, con le sue cattedrali e i suoi palazzi signorili, simboli dell’arte romanica e del potere temporale. Popoli e civiltà da cui sono sorte le grandi  cattedrali dell’arte contemporanea, all’insegna della bellezza, che affonda le sue radici nel  passato, con i suoi culti e i suoi miti, di cui ritroviamo tracce nel culto di San Michele sul Gargano: culti e miti come quello di Calcante e Podalirio, di Diomede, di Pilunno, di Mithra e infine il culto cristiano dell’Arcangelo Michele, da cui poi nasceranno i grandi itinerari della fede quale espressione delle vie sacre legate al culto e ai santuari di Santiago di Compostela, Roma e Gerusalemme, da cui ha origine la civiltà occidentale e quindi l’idea di una Europa Unita. Il Gargano ne diventa così il centro propulsore di due grandi civiltà, quella orientale e quella occidentale, all’insegna dell’incontro fra i popoli e le loro culture. Il Museo delle Civiltà dovrebbe testimoniare appunto tale ideale, come espressione dell’incontro fra Occidente ed Oriente, attraverso quella che è la civiltà mediterranea, basata soprattutto sulla civiltà contadina, che affonda le sue radici nel mondo agro-pastorale e soprattutto nella religiosità popolare. Aspetti che noi ritroviamo in parte nei nostri Musei, fra cui quello Lapidario, Devozionale ed Etnografico. L’insieme di tutto dovrebbe costituire il Museo delle Civiltà che abbiamo in mente, attraverso la presenza oggettuale e simbolica di altri manufatti legati alla civiltà mediterranea e, quindi, all’Uomo quale espressione della Bellezza della Natura e del Divino.

Un grande Museo delle Civiltà che può essere ubicato nel nostro Castello, in quanto espressione della presenza di vari popoli che vi abitarono, come i Longobardi, i Normanni, gli Svevi, gli Angioini, gli Aragonesi,  ognuno portatori di culture e civiltà legate alla storia dell’Italia Meridionale.

Un Museo delle Civiltà quale espressione delle nostre radici  storiche, legate alle diverse culture e civiltà del passato, in un connubio fra il Mondo Occidentale e il Mondo Orientale, tale da creare un sincretismo fra la cultura greco-romana e la cultura cristiana, di cui il pellegrinaggio micaelico ne è la massima espressione. A tale riguardo ho incominciato a creare nel Castello un Museo Archeologico legato alla riproduzione artistica della ceramica daunia e quindi alla civiltà dei
Dauni in terra pugliese. Una civiltà legata non solo ai miti e ai culti del passato, quanto alla storia delle varie città sorte fra l’VIII e il IV secolo a. C., fra cui Arpi, Canosa, Siponto. per poi legare il tutto, attraverso la presenza dei Greci,  dei Romani e dei Bizantini,  al culto micaelico e, quindi, alla nascita della città di Monte Sant’Angelo, con il suo tipico Rione Junno, che ha origine proprio dalla presenza in loco del tempio di Pilunno e quindi del rapporto fra il mondo magico-dionisiaco dell’aldilà e il mondo tardo antico della civiltà rupestre, attraverso la presenza di vari popoli e culture legate ai Bizantini, ai Goti, ai germani e infine ai Longobardi, da cui nasce il pellegrinaggio micaelico e, quindi, la Via Sacra Langobardorum o Via Micaelica. In questo senso la storia e  la cultura della Città di Monte Sant’Angelo  affondano le loro radici non solo nella cultura cristiana, quanto nella civiltà precristiana, legata al mondo dei Dauni e, quindi, della Magna Grecia, attraverso Sipontum e, quindi, Arpi, Canosa, Brindisi e Taranto. Il Gargano sarà terra di approdo e di diffusione delle loro culture e delle loro civiltà legate alla Magna Grecia, un grande contenitore di culture e civiltà del mondo Greco-Romano, alla pari di Agrigento e di altre città della Magna Grecia. In questo senso anche noi meritavamo il riconoscimento di Monte Sant’Angelo Città della Cultura Italiana 2025.

Tuttavia,  per quanto riguarda la città di Monte Sant’Angelo,  ci sono tanti altri temi e tante testimonianze legate alla nostra grande tradizione storica e. quindi. al nostro grande patrimonio artistico e culturale, di cui  il Museo delle Civiltà potrebbe fare emergere, legando il tutto al presente, ma soprattutto al futuro, creando così un percorso della contemporaneità che si riconosca nel presente. Il Museo delle Civiltà serve proprio  a rendere visibile tale percorso storico-culturale, la nostra storia, la nostra cultura, la nostra civiltà, legate ai vari momenti della creatività dell’uomo, ma soprattutto con riferimento alle tante testimonianze che ancora il nostro territorio presenta, dal santuario di San Michele al Castello normanno-svevo-angioino-aragonese, dalla Tomba di Rotari alle numerose chiese sparse in ogni angolo del nostro  territorio, con le numerose pitture di età barocche e ottocentesche, tale da formare, come ho scritto in alcuni miei volumi ancora inediti,  una città dai Mille segreti, fra Miti, Misteri e Leggende, il tutto visto nell’ambito delle civiltà e della cultura religiosa legata al culto di San Michele e alla Via Sacra Micaelica, che ha unito lungo i suoi itinerari l’Europa, dando ad essa una unità politica, oltre che religiosa e culturale.

Tutto questo ha lo scopo di rendere visibile, attraverso il Museo delle Civiltà, il nostro patrimonio culturale, tale da rendere edotto e consapevole non solo la comunità, quanto i nostri giovani, da cui dipende il nostro futuro. Senza la conoscenza del passato, non vi può essere futuro, in quanto il presente si basa proprio sulle radici del passato.

Nella realizzazione di un Museo delle Civiltà c’è bisogno dell’apporto di tutti i componenti istituzionali e civili della Città, con il coinvolgimento di tutto il   territorio, di cui la Città ne è l’espressione. E questo con il fine di  creare le premesse per una visibilità globale della nostra storia e della nostra cultura.

La Natività con i santi Lorenzo e Francesco di Caravaggio, rubata nella piovosa notte del 17-18 ottobre 1969 da un oratorio di Palermo e stimata 20 milioni di dollari (nel 2005), resta sul podio della Top Ten Art Crimes, la classifica mondiale dei furti d’arte secondo l’FBI.

Tante le false piste e congetture sulla fine del quadro: oggetto di trattativa Stato-mafia, stendardo nei summit di Cosa nostra, scendiletto di Totò Riina, mangiato da topi e maiali in una stalla, venduto a pezzi, incendiato. Nel 2018 un’inchiesta della Commissione parlamentare Antimafia ha individuato in un antiquario svizzero, oggi deceduto, il primo acquirente della tela: l’affare fu gestito dal boss Gaetano Badalamenti.

A Monte Sant’Angelo (FG) le associazioni Presìdi del libro e Rhymers’ Club promuovono un incontro in cui sarà presentata la terza edizione del libro di Michele Cuppone “Caravaggio, la Natività di Palermo. Nascita e scomparsa di un capolavoro” (Campisano Editore). Il volume, il più aggiornato e completo sul tema, contiene novità sul fronte storico-artistico e della cronaca.

L’autore, in particolare, chiarisce la genesi della Natività, che Caravaggio dipinse nel 1600 dentro Palazzo Madama, dove abitava in quegli anni. Rivela, inoltre, nomi e fonti finora mai emersi dagli atti giudiziari, tra cui una lettera del 1974 relativa a una richiesta di riscatto, mentre un’ampia rassegna stampa consente di ripercorrere le cronache dell’epoca.

Speciale ospite dell’evento di Monte Sant’Angelo è il concittadino Libero La Torre, carabiniere Tutela Patrimonio Culturale. Distintosi per operazioni eccellenti, negli anni Settanta tentò di recuperare la Natività fingendosi un mercante d’arte.

Dopo i saluti istituzionali di Rosa Palomba, vicesindaco e assessore alla cultura di Monte Sant’Angelo, dialoga con l’autore Rosita Zucaro, avvocata e ricercatrice.

Appuntamento a sabato 16 dicembre alle ore 18,30 presso la Biblioteca Comunale “Ciro Angelillis”, nell’ex Monastero delle Clarisse in piazza de’ Galganis. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti. Info: www.caravaggionews.com.

Inaugurato questa mattina ad Accadia il Museo delle Origini (MOA) all’interno di Palazzo Di Stefano (ex Carcere mandamentale), alla presenza delle autorità alla fine di Via Borgo e proprio dinanzi a quella Piazza della Torre dell’Orologio che introduce al Rione Fossi, scelto come Borgo Pilota per il progetto di rigenerazione culturale sociale ed economico finanziato con venti milioni di euro a valere sul PNRR.

L’intervento di ristrutturazione, recupero funzionale e nuovo allestimento di Palazzo De Stefano è la realizzazione di un progetto che è stato finanziato per Euro 1.1150.000,00 nel 2017 a valere sul FSC 2007- 2013 poi acquisito a coerenza con il FESR del POR 2014-2020. Il progetto iniziale prevedeva la realizzazione di un museo multimediale sull’illusionismo e la magia, che tuttavia non aveva visto la partenza per alcuni anni dopo il suo finanziamento, per i ritardi che la precedente amministrazione aveva accumulato nella fase di avvio della progettazione tecnica e del cantiere.

Nel frattempo il Comune di Accadia è stato prescelto per un progetto strategico di ampia portata che sta già investendo il Borgo “Rione Fossi” e rispetto a questo il progetto di Palazzo Di Stefano ha acquisito una rinnovata importanza e una valenza strategica, con la riprogettazione complessiva del sito, che ha acquisito la veste di un Museo archeologico e civico, e che oggi costituisce il biglietto da visita per l’intero Rione Fossi.

Raccogliere nello stesso immobile sculture e reperti archeologici fin qui presenti in diversi immobili comunali, consente, ad esempio, che di qui a breve il Palazzo Vassalli, situato proprio di fronte al nuovo museo, e che già al primo piano ha beneficiato di un importante restyling per ospitare la Community Library (altro finanziamento di Regione Puglia per circa 650.000,00 euro a valere sul POR 2014-2020), potrà beneficiare di un secondo intervento di ristrutturazione che riguarderà tutto il piano terra, destinato ad ospitare la Casa delle Associazioni e laboratori culturali e musicali.

 

MuseodelleOrigini Accadia interno

 

Il nuovissimo MOA – Museo delle Origini di Accadia si pone come un autentico ponte tra presente e futuro, non solo perché consente questa redistribuzione di spazi e perché accresce l’offerta culturale di Accadia con un museo archeologico di grande interesse e con la possibilità di liberare altri spazi per nuove destinazioni culturali ma perché lo stesso allestimento è un ponte tra antichità e futuro grazie alle nuove tecnologie degli allestimenti progettati e realizzati dal Gruppo ETT, leader in Italia ed in Europa per experience design con

innovativi allestimenti immersivi e soluzioni capaci di attrarre nuovi pubblici ed offrire esperienze di fruizione assai più attrattive e complete, ricche di storia, di arte, di cultura.

“E’ davvero una grande soddisfazione per la Regione che mi onoro di rappresentare in questa sede – ha dichiarato Raffaele Piemontese, VicePresidente della Giunta Regionale e Assessore al Bilancio e alla Programmazione – inaugurare oggi questo luogo di cultura, un contenitore di storia e simbolo di rinascita per Rione Fossi e per l’intera cittadina di Accadia, perché se cresce l’offerta culturale e l’attrattività di un territorio è più facile scommettere sul futuro, generare nuova economia connessa alla bellezza e alla vivibilità di questi luoghi e quindi scommettere anche su un ripopolamento di questi piccoli centri, sempre più capaci di offrire una elevata qualità della vita e una reale alternativa alla vita di città senza dover rinunciare a molte dimensioni di benessere per il proprio lavoro e per la vita della propria famiglia. Oggi Accadia è il simbolo della ripartenza dell’intera Area dei Monti Dauni”.

Oggi come mai prima ci troviamo ad affrontare un tema universale: la violenza, un'ombra scura che si infiltra nell’animo umano. La violenza, in tutte le sue forme, si insinua nei cuori degli uomini, danza con le lacrime della terra. È la violenza sociale, scolpita nelle disparità e nelle ingiustizie. È la violenza tra esseri umani, nelle parole non dette, negli sguardi carichi di pregiudizi, dove il silenzio può infliggere ferite profonde. È la violenza di genere, oltre ogni origine e provenienza. È la violenza verso gli animali, silenziosi testimoni delle nostre azioni spesso crudeli. È la violenza verso la terra, la natura, il mondo che chiamiamo casa. In questo scenario oscuro, l'arte emerge come una luce fievole ma incrollabile, un faro di speranza nell'oscurità da cui nasce "Brutale", un tentativo di tradurre questo grido in un dialogo condiviso attraverso l'arte. L'arte diventa il linguaggio dell'anima che parla senza parole. Nelle sfumature di un pennello, nella melodia di una nota, nell'armonia di una performance, l'arte si innalza come un faro. È il riflesso di ciò che siamo, una testimonianza cruda delle nostre lotte, delle nostre gioie, delle nostre ferite e delle cicatrici che portiamo. L'artista al pari di un alchimista, trasmuta la violenza in un canto di consapevolezza. L'arte non è solo osservazione, ma è anche un invito a riflettere sulle scelte che definiscono la nostra umanità, capace di trasformare il dolore in consapevolezza e l'indignazione in azione.

Sulla spinta di queste necessarie riflessioni, l’associazione “UTO’ – Lo spazio della Luce” di Lucera, in provincia di Foggia, è lieta di annunciare una call nazionale collettiva che sfida lo status quo e ispira l’espressione. L'invito è aperto a tutti coloro che desiderano condividere la propria visione su quella che possiamo definire "Brutalità", intesa nella sua complessità, come forza che attraversa le pieghe della società umana, si intreccia con il mondo naturale e si manifesta in varie forme. Questa call è un invito a esplorare, svelare, sconfiggere e, al contempo, abbracciare questa forza oscura attraverso il vostro medium artistico preferito.

Come Partecipare: Inviateci le vostre opere, che siano dipinti, foto, poesie, installazioni, video o tracce audio o scritte, che riflettano la vostra interpretazione personale della violenza. Vogliamo che le vostre opere siano una testimonianza della vostra connessione con il tema, una dichiarazione che possa far vibrare gli spettatori, sfidare le loro prospettive e incanalare l'energia della brutalità in qualcosa di bello o provocatorio.

Linee Guida: Universalità della Brutalità: Esplorate la violenza tra esseri umani, verso gli animali, la terra, la natura o qualsiasi altra manifestazione che ritenete rilevante; Messaggi di Speranza o Sfida: Le vostre opere possono narrare storie di resistenza, di speranza o possono gettare una sfida al mondo riguardo a come percepiamo e gestiamo la brutalità; Diversità di Medium: Non ci sono restrizioni sul mezzo. Siate audaci e creativi nella vostra espressione artistica.

Come Partecipare: Inviateci una foto, una traccia audio, un video, una breve riflessione o altro delle vostre opere all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. per mezzo di we transfer entro il 22/12/2023. Assicuratevi di includere una breve descrizione della vostra opera e il vostro nome.

Esposizione Collettiva: Le opere selezionate saranno presentate in una mostra/evento collettivo presso la “Utò Gallery” di Via Pignatelli 14 a Lucera il 29/12/2023.

Countdown per scaricare l’album sulle principali piattaforme digitali, fruibile da sabato 9 dicembre 2023. Il Natale con il Daunia Gospel Choir & Band sarà più bello e armonioso, avvolgente nelle sue melodie gospel interpretate da artisti "made in Daunia".

Prodotto e pubblicato dalla neonata etichetta discografica “Symphonia Pugliese”, "My Jesus” racchiude e ferma nel tempo il repertorio gospel maturato in questi ultimi anni dal choir pugliese diretto da Agostino Ruscillo.

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L’uscita dell’album è preceduta dalla pubblicazione del videoclip musicale “My Jesus”, il singolo che dà il titolo all’album e che è fruibile sul canale YouTube di Symphonia Pugliese. Con il videoclip il Daunia Gospel ha deciso di veicolare anche l’immagine di uno dei borghi più belli dei Monti Dauni, Deliceto e il suo Castello Normanno.

L’album si compone di 9 tracce: comprende sei covers, tra le più gettonate del miglior gospel contemporaneo americano, con le musiche firmate da artisti del calibro di Kirk Franklin, Dirk Chaney, Elizabeth Goodine, Richard Smallwood, Joe Pace e Jason Webb, e tre nuove gospel songs, intense e molto ispirate, scritte appositamente per noi, che portano la firma di Silvano Mastromatteo, compositore capace di rielaborare nella sua visione personale le influenze del gospel.

Il video narra la vicenda di una bambina, Michaela, che viene derisa dai sui amici perché affezionata ancora ad un peluche anziché a un cellulare. Grazie al papà, direttore di un gospel choir, vive l'esperienza della musica corale. I suoi amici, incuriositi, la seguono e al termine di questa esperienza si stringeranno in un caloroso abbraccio riappacificatore.

Dal 9 dicembre al 10 gennaio nella galleria di Giuseppe Benvenuto in viale Michelangelo. Sulla sua arte si sono espressi Giosetta Fioroni, Omar Galliani, Ugo Nespolo e Marco Lodola.

Stazioni, aeroporti, bar, metropolitane. ‘Non luoghi’ i cui momenti di attesa acquistano dignità, invitando chi osserva a scoprire quell’umanità che si nasconde dietro ogni singolo volto, gesto o azione. Ecco il potere dei dipinti di Angela Vocale, in mostra dal 9 dicembre al 10 gennaio 2024 alla Contemporanea Galleria d’Arte di Foggia con la personale intitolata “Waiting for”.

Nelle diciannove opere in esposizione la Vocale entra in empatia con luoghi, odori e suoni, ritraendo persone nelle situazioni più comuni e intime. Mi affascina il concetto di relatività di gente falsamente ferma, dentro macchine in movimento, spiega l’autrice. Mi piace dare materia ai momenti di attesa concedendo ad essi una dignità per far sì che non siano sprecati”.

Ad apprezzare le sue doti artistiche anche Giosetta Fioroni, unica donna nella ‘Scuola di Piazza del Popolo’, celebre gruppo d'avanguardia degli anni ‘60, che riuniva Schifano, Festa e Angeli e che rappresentò la risposta italiana alla Pop Art. “I suoi dipinti - afferma la Fioroni- sono un inno alla semplicità e alla complessità della vita quotidiana, un invito a guardare oltre la superficie e a scoprire l’umanità che si nasconde dietro ogni volto. La sua capacità pittorica nel suo disegno fresco ed originale la rende una figura unica nell’ambito dell'arte contemporanea”.

Sulla sua arte si sono espressi anche Omar Galliani, maestro indiscusso del disegno, Ugo Nespolo, uno dei nomi più significativi dell’arte contemporanea e Marco Lodola, uno degli artisti italiani più apprezzati e famosi al mondo, diventato iconico grazie alle sue sculture luminose, l’ultima delle quali realizzate per la nuova casa dei Ferragnez.

La sua moltitudine dipinta - dichiara Galliani - vi sorprenderà lasciandovi muti osservatori di chi come lei avrà visto e annotato sulla sua tela interrogante, smagliante, brillante, interrogante, sognante di un umanità eternamente circolante”.  “La tecnica di Angela - aggiunge Nespolo - non può nascondere la solitudine dei personaggi, i loro ambienti, le loro azioni quotidiane. Nasce un mondo statico, bloccato in senso hopperiano. Il contrario dell’inutile dinamismo che ci perseguita di giorno in giorno”. “Quello di Angela - conclude Lodola- è un percorso intimo nel quotidiano, dominato da luce, che illumina il lavoro. Finalmente luce, in questa era dove l’idea di originalità e creatività, sembra sparita e dimenticata”.

All’inaugurazione della mostra, che gode del patrocinio del Comune e della Provincia di Foggia, parteciperà anche Pietro Di Terlizzi, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Foggia dove è iniziata la formazione di Angela Vocale. Sarà lui a raccontare i suoi esordi da pittrice, mentre alla docente dell’Accademia Gigliola Fania spetterà il compito di introdurla con una presentazione critica.

Waiting for” sarà inaugurata alle 18.30 di sabato 9 dicembre in Viale Michelangelo, 65.

Info mostra: tutti i giorni (festivi inclusi) dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00, fino al 10 gennaio 2024. 

 

AngelaVocale bannerorizzontale dic2023

 

ANGELA VOCALE

Nata a San Severo (Foggia) nel 1987, Angela Vocale durante il suo percorso artistico attinge a piene mani dalle radici del realismo classico, mentre sperimenta al contempo i confini dell’arte contemporanea. La sua formazione presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia e lo IED – Istituto Europeo di Design di Barcellona rappresenta solo l’inizio di un percorso artistico in continua evoluzione. Angela non si accontenta di essere solo un’artista, decide, infatti, di condividere la sua passione e conoscenza insegnando. Dal 2016 al 2020, entra a far parte del corpo docenti del Barcelona Atelier of Realist Art. Attualmente è residente a Barcellona, dove insegna disegno e pittura presso la Blanch Art School

Contemporanea Galleria d’Arte
di Giuseppe Benvenuto
Viale Michelangelo, 65 - Foggia
e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
tel. 346.7334054

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