La consigliera delegata alle Politiche Culturali Grazia Di Bari invita al Concerto di Natale per la Pace dell’Orchestra da Camera di Kharkiv, in programma sabato 30 dicembre alle ore 19 nella Cattedrale di Andria.
“Quella di Andria - dichiara la consigliera Di Bari - sarà l’ultima di una serie di tappe dell’Orchestra per continuare a tenere alta l’attenzione sulla necessità di lavorare per la Pace. Queste artiste attraverso la musica portano un messaggio di forza e speranza, ancora più importante visto il momento storico che stiamo vivendo. Eventi come questo contribuiscono a far crescere il senso di comunità. L’augurio è che il nuovo anno sia un nuovo inizio di pace”.
Martedì 14 novembre, alle 19,15 c/o la Casa del Giovane di Foggia (Viale Candelaro s.n.c.) il Coordinamento Capitanata per la Pace (Foggia) organizza un incontro-dibattito per riflettere non solo sull'assurdità delle violenze in corso, ma anche sulle cause profonde che, con il loro carico di ingiustizie e oppressione nei confronti del popolo palestinese, sono da 75 anni alla base dei periodici conflitti.
Parteciperanno Azmi Jarjawi, palestinese e Resp. del Dipartimento Migrazioni della CGIL Puglia e Daniel Damascelli, giovane referente romano del Laboratorio Ebraico Antirazzista (LəA).
Si darà anche un quadro delle poco note esperienze di resistenza nonviolenta, che coinvolgono da anni - anche congiuntamente - palestinesi ed israeliani/e di quei territori.
Le cittadine e i cittadini sono invitate/i a partecipare e a contribuire con le valutazioni e le emozioni che la guerra sollecita con quotidiane rappresentazioni di morte e dolore.
Sabato 30 ottobre avrà luogo, in mattinata, nel 'Bosco della Difesa' di San Marco in Lamis una interessante iniziativa nell'ambito della '”Settimana di mobilitazione Internazionale per il cessate il fuoco e negoziati in Ucraina (30 settembre - 8 ottobre 2023)”.
Da sempre il digiuno rappresenta una pratica non violenta a disposizione di quanti intendono manifestare pacificamente il dissenso a difesa dei diritti umani calpestati dalle leggi e dagli stati.
Da qualche mese, all'interno del Coordinamento Capitanata per la pace, si è costituita una ‘Arca per la Pace' che pratica il 'digiuno a staffetta', con il coinvolgimento attivo di circa una quindicina di pacifisti locali che digiunano avvicendandosi lungo l'arco della settimana.
Si tratta ora di conoscere meglio - grazie ad un incontro in presenza - le motivazioni che da mesi animano quel gruppo e di approfondire le modalità più idonee per dare a questo digiuno significato compiuto e coerente risonanza pubblica.
Il cammino nel paesaggio suggestivo del bosco garganico consentirà di incontrarsi e conoscersi anche personalmente poiché solo una salda trama di affetti e condivisioni potrà dare respiro e continuità alle iniziative a sostegno della pace.
'Arca per la pace' - Coordinamento Capitanata per la pace
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Le guerre si alimentano con carichi di armi in larghissima parte via mare e con procedure di caricamento e transito non sempre trasparenti.
La Legge 185 prevede, infatti, criteri espliciti e certi per la concessione o meno dell’autorizzazione, tra cui il divieto all’esportazione verso: paesi in stato di conflitto armato; paesi la cui politica contrasti con l’art. 11 della Costituzione; paesi sotto embargo; paesi che violano le convenzioni sui diritti umani; paesi che, ricevendo aiuti dall’Italia, destinino al proprio bilancio militare risorse eccedenti le esigenze di difesa del paese.
Nonostante questi criteri, molte sono state le violazioni nei trentatré anni di applicazione della legge. Basti pensare alle bombe RWM autorizzate per l’Arabia Saudita e impiegate contro la popolazione civile yemenita; e recentemente ai materiali delle forze armate spediti nell’Ucraina invasa dall’esercito russo. Tra le reiterate violazioni dobbiamo anche inserire la difficile leggibilità e i ritardi con cui viene pubblicata la Relazione annuale del governo al parlamento.
La Legge n. 537 del 24 dicembre 1993 ha abolito il Comitato interministeriale per gli scambi di materiali di armamento per la difesa (CISD), che si vuole ora riesumare.Ora vediamo rispuntare quel Comitato di cui farà parte anche il ministro del “Made in Italy” quindi vi siederà non solo un ministro che è stato rappresentante di aziende produttrici di armi , ma pure il ministro che vuole rilanciare l’export delle eccellenze italiane , fra le quali sarebbero da annoverare pure le armi.
Noi siamo invece orgogliosi che la nostra Repubblica abbia saputo darsi una legge di civiltà e di umanità come la 185 e protestiamo contro ogni iniziativa che la voglia ridurre a strumento di politica estera secondo convenienze, anziché secondo principi etici e costituzionali».
Prosegue senza sosta l’impegno del Rotary in favore di tutti coloro che provano sofferenza.
Il Distretto 2120 del Rotary International di Puglia e Basilicata, in virtù della partnership con la Rotary Foundation, ha potuto programmare l’ennesimo intervento destinato a produrre ricadute positive sia sui rifugiati ucraini che sulla nostra comunità, sollevata da un importante impegno economico per fornire adeguata ospitalità.
Il Distretto, nell’Anno Rotariano 2022-23, sotto la guida del Governatore Nicola Maria Auciello e la Commissione Distrettuale Rotary Foundation, sotto la Presidenza di Marco Giuseppe Torsello sono riusciti a fare pervenire dalla sede centrale del Rotary International, negli Stati Uniti, una sovvenzione per la risposta alle emergenze.
I tre Rotary Club di Foggia, il RC Foggia con il suo presidente Giuseppe Mammana, il RC Foggia U. Giordano con il suo presidente Renato Martino e il RC Foggia Capitanata con il suo presidente Giuseppe Gentile, operando in collaborazione con la Caritas diocesana che ha un rigoroso protocollo per l’assegnazione degli aiuti alle famiglie ucraine rifugiatesi nel nostro territorio, ed in particolare con le parrocchie di San Pio X e di San Paolo che ne hanno tante in carico, sono giunti a poter donare a 33 famiglie buoni pasto per 9.000 euro complessivi.
La consegna dei buoni pasto è in programma martedì 6 giugno alle 11,00 presso la Caritas Diocesana in via Campanile 8 alla presenza del Governatore del Distretto Rotary 2120 Nicola Maria Auciello.
«Fare del bene nel mondo è il motto ed il core business della Fondazione Rotary – dichiarano il Governatore Auciello e il Presidente Torsello – convinti come siamo che la costruzione di un mondo migliore passi attraverso la eliminazione di ogni forma di sofferenza, materia a cui il Rotary International riserva grande cura.
La “The Rotary Foundation” - con il cui ausilio è stata attivata questa iniziativa- è ben nota nel mondo per aver assegnato oltre 350.000 borse di studio e per l’impegno quasi quarantennale nella lotta per la eradicazione della poliomielite dal nostro pianeta. Ma non molti sanno che la sua missione, al cui servizio si impegnano 1.400.000 Rotariani nel mondo, è quella di consentire la promozione della comprensione internazionale, della buona volontà e della pace nel mondo, grazie a progetti umanitari che hanno come obiettivo il miglioramento della salute, il sostegno all’istruzione, l’accesso all’acqua potabile e l’alleviamento della povertà.
Ha il massimo indice di affidabilità in quanto da oltre quindici anni Charity Navigator, un'organizzazione indipendente che valuta la affidabilità e la qualità delle organizzazioni filantropiche, attribuisce alla “The Rotary Foundation” il livello più alto di valutazione.
Il Distretto 2120 del Rotary International, si estende sul territorio di Puglia e Basilicata e conta 57 Club e oltre 2250 soci. Ha una lunga tradizione - iniziata fin dal 1933 con la fondazione del primo Club - di opere di solidarietà e di alleviamento della fame e della sofferenza sia in paesi in via di sviluppo sia all’interno delle nostre due regioni.
Il Centro Commerciale Mongolfiera Foggia con "I carrelli della pace" si è reso promotore di una nuova e bella iniziativa che ha coinvolto le scuole dell'infanzia, le elementari e le associazioni del territorio. È stata un'attività artistica e sostenibile sui carrelli della spesa!
Son state tante le scuole che hanno aderito all'iniziativa, decorando carrelli in modo creativo, utilizzando materiali di riciclo.
Da giovedì 6 aprile tutte le opere sono state esposte nella galleria, fino a domenica 16 aprile. Mentre venerdì 14 aprile, dalle ore 17.00, è stata organizzata il Gran Galà della Pace con la sfilata dei carrelli con tanta musica e divertimento, insieme agli animatori dell’agenzia Omnia Service Animation s.r.l. di Foggia.
I carrelli più belli sono stati valutati da due giurie, una costituita da tutti gli operatori del centro commerciale, l’altra tecnica costituita da tre esperti.
La giuria degli operatori del centro commerciale ha decretato e premiato come vincitore il carrello “Mettete i fiori nei vostri cannoni” realizzato dalle alunne e alunni dell’ICS da Feltre Zingarelli-Plesso San Lorenzo Foggia, ricevendo un kit di materiale didattico offerto dal centro commerciale.
Gli alunni del Plesso San Lorenzo hanno realizzato cento fiori utilizzando materiale riciclato. Praticamente, ogni classe ha scelto una tipologia di fiore e prodotto da riutilizzare, costruendo un grande cannone d’amore e di pace grazie alle preziose competenze della responsabile di plesso, sig.ra Filomena Turchiarelli, e al supporto di tutte le insegnanti e genitori della scuola.
Se Bastasse un Carrello per diffondere la Pace…i piccoli alunni saprebbero già come fare!
Una Messa per la pace in Ucraina e per le vittime della guerra.
È questo l’invito che il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa ha promosso in occasione dell’anniversario dell’invasione russa e che la Conferenza Episcopale Italiana ha rilanciato alle Diocesi d’Italia.
Un invito recepito anche dall'Arcidiocesi di Foggia – Bovino che ha chiesto alle parrocchie di celebrare una Messa con questa intenzione. In Cattedrale, questa mattina, 10 marzo 2023, l’Arcivescovo Metropolita, mons. Vincenzo Pelvi, ha presieduto l’Eucarestia alla presenza dei ragazzi di varie scuole della città tra cui l’Istituto di Cultura e di Lingue “Marcelline”, la scuola “San Giuseppe” e il “Piccolo Seminario”. Mons. Pelvi ha invitato i presenti a “non guardare da un’altra parte, perché in questo mondo ci stiamo abituando alla cultura dell’indifferenza.gI giovani sono il segno eloquente della prossimità, che si fa mano tesa, abbraccio, conforto e dono specialmente in questo momento storico precario e difficoltoso.
Ogni gesto di gentilezza e vicinanza diventa importante, ogni goccia è indispensabile. Il Cristianesimo è il contrario della matematica: più si divide e più si ha. In particolare, la prima cosa che un giovane ascolta è il cuore, che risveglia pensieri e parole perché diventino desideri e azioni di pace.
L’invito conclusivo è di non lasciarsi afferrare dallo sconforto, ma scegliere quella fraternità che costruisce il bene del mondo con la cultura della cura.
Con i giovani si è sempre pronti per una nuova alba di pace”.
messaggio di + P. Franco Moscone crs.
«Carissimi e carissime
La guerra è pura follia, ed è nemica sia della ragione che della fede. Al contrario, la PACE nasce da cuori pensanti e menti illuminate. Certo, il più grande nemico della PACE è lo scoraggiamento, la rassegnazione, peggio ancora l’indifferenza: subdola convinzione che la PACE sia solo il prodotto di accordi tra potenti della terra, mentre è interesse vitale di ogni persona. Per questo, coloro che domani si metteranno in marcia nelle piazze d’Italia compiono un’azione propositiva, di alto valore politico e di autentica cittadinanza attiva: a questo unisono grido di PACE mi unisco anche io, impossibilitato a partecipare per motivi di salute. Come persone che credono nei valori della Costituzione, e a maggior ragione come credenti in Cristo, principe della Pace, non possiamo rimanere neutrali: ci indigniamo e gridiamo un secco no all’uso delle armi e a ogni forma di violenza perpetrata in nome di ideologie e imperialismi economici e politici. Se la guerra ci ha resi spettatori, la PACE ci chiede invece di diventare protagonisti, per ritessere relazioni umane e internazionali che promuovono la vita e la dignità di ogni uomo e donna insieme al rispetto del Pianeta. Per questo nessuno dovrebbe domani chiudersi a difesa delle proprie comodità, o preferire rimanere appartato in sacrestie o anonimi luoghi che si definiscono “religiosi”: la PACE non riguarda solo chi è in situazione di guerra, ma riguarda tutti, nessuno escluso. Che le manifestazioni di domani siano un segno di rottura e di rifiuto della logica della strapotenza, e non per paura, ma per convinzione, e per noi cristiani annuncio di Vangelo. Come diceva don Tonino Bello, “la PACE non è un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno. Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo. La pace prima che traguardo, è cammino. E, per giunta, cammino in salita”. E, allora, domani invito tutti, piccoli e grandi, a schierarsi per la PACE, in modo da realizzare un radicale cambio di direzione e dare una svolta a questa nostra storia».
Parabellum, una parola per la guerra. Il 29 maggio a Foggia Mediante, AVL e Teatro della Polvere si misurano sull’arte visiva.
Stimolare una riflessione sulla (inutile) produzione d’armi, sull’uso superficiale di parole e oggetti nel nostro uso quotidiano che fanno parte di un lessico e di situazioni belliche. Il collettivo Mediante di Foggia e la società AVL con il sostegno del Teatro della Polvere si interrogano sull’”in-utilità” di molti gesti e alcune parole.
EVENTO GRATUITO.
“Parabellum. una parola per la guerra” è la videoinstallazione con performance partecipata (aperta al pubblico) che il collettivo foggiano realizzerà dinanzi al pronao della villa comunale di Foggia domenica 29 maggio dalle ore 19 alle ore 22. Un’idea sfidante, provocatoria, di forte impatto visivo, e non solo, che ha lo scopo di scuotere la polvere dell’ovvio, dell’abitudine e di stimolare interrogativi e nuovi pensieri. Un lavoro del 2017 che viene riproposto a distanza di 5 anni a sottolineare non solo l’attualità, ma la necessità di parole, gentili e di condivisione, al posto della guerra. Da qui il significato di “una parola per la guerra”: nei conflitti armati non vi sono parole. La mancanza di parole genera situazioni non di pace.
IL TRAILER DI "PARABELLUM. UNA PAROLA PER LA GUERRA"
LA PERFORMANCE
Due ledwall verticali, dall’altezza superiore ai due metri, ai lati del pronao della villa, uno proietta il video di una donna di origine ucraina che legge il significato della parola pace nella sua lingua natia e sull’altro il video di una donna russa che legge anche lei il significato della parola pace, ma in russo. Al centro, dal vivo, due performer che trasportano una custodia di ferro, scomoda e pesante, la aprono, iniziano a montare quella che sembra un’arma da guerra: un fucile o un bazooka. Il rumore di ferraglia che caratterizza il montaggio evoca, inizialmente, sentimenti di paura, di instabilità e, in seguito, di stupore quando, inaspettatamente, quella che sembra un’arma si palesa, invece, come un leggio su cui viene poggiato un dizionario di lingua italiana. Anche i due attori, entrando in dialogo con le due donne, leggono il significato della parola pace nella loro lingua di origine. I performer lasciano spazio a chi vorrà avvicinarsi a leggere una parola qualsiasi del dizionario. È un NO, chiaro ed evidente, alla inutilità della produzione bellica: il mondo non ha bisogno di un’arma da guerra in più, ma di più parole, non vacue ma di costruzione.
Il leggio è una realizzazione dell’artista visivo Pasquale Oa, del collettivo Mediante. Ogni singolo pezzo del manufatto è stato pensato, attraverso un disegno ossessionato, esasperato, per avviare una riflessione su quei linguaggi, quei codici stilistici propri di alcuni oggetti del nostro quotidiano e che ci legano, in maniera drammatica, alla guerra.
IL SIGNIFICATO
Perchè esistono giacche che rievocano una divisa militare? Perchè diventano un capo di abbigliamento di moda? E ancora, perchè Cartier, nel 1917, in piena Prima guerra mondiale, presenta “Cartier tank”, una collezione di orologi ispirata ai carri armati? Vi è una legittimazione della guerra in questo uso improprio degli oggetti, e ancora di più della creatività, che il collettivo Mediante vuole porre sotto i riflettori.
Da una parte, quindi, una ricerca e una riflessione sul rapporto tra uomo e oggetto e dall’altra un omaggio alla parola. L’abitudine all’impiego delle cose in maniera propria o impropria corrisponde, per gli artisti della performance, all’utilizzo proprio o improprio delle parole ed è per questo motivo che è possibile confrontarsi con il loro significato: mentre alcuni progettano oggetti per risolvere problemi quotidiani, altri si occupano della progettazione, minuziosa e dettagliata, di oggetti pensati per distruggere, uccidere. Alcuni usano parole per incitare odio, altri parole per creare ponti.
«Può creare straniamento vedere montare un leggio come se fosse un fucile. Questo sentimento di confusione è lo stesso che provo ogni volta che vedo oggetti dell’ambiente bellico utilizzati dai bambini o da adulti più o meno coscienti di quello che hanno nelle loro mani - sottolinea Pasquale Oa, ideatore della performance. L’interrogativo ha prodotto “Parabellum. una parola per la guerra” che è una ricerca che segue una mia precedente indagine sul concetto di rifiuto legato all’essere in-utile. Su un qualsiasi dizionario di lingua italiana la parola prodotto ha come significato: tutto ciò che la terra produce, se alla parola aggiungiamo l’aggettivo industriale ci riferiamo, invece, a tutto ciò che nella terra va a finire producendo una merce e quindi un rifiuto. Spesso faccio riferimento a un testo di Enzo Mari che recita così: “caratteristica vitale della merce è quella rapida obsolescenza che ne consente la continua riproposta. Colgo l’occasione per una feroce esemplificazione, non così paradossale per il suo riferimento alla morte (sia pur del pensiero): i proiettili di un’arma da guerra che possono essere usati soltanto una volta, in continuazione…”.».
“L’incontro con il Collettivo Mediante di Foggia è un incontro fortunato. Condividiamo lo stesso approccio all’arte e alla riflessione: lo strumento del visual è, non solo d’impatto, ma fortemente simbolico. Per questo motivo, abbiamo deciso di condividere l’avventura della produzione di Parabellum. una parola per la guerra, coinvolgendo anche gli artisti del Teatro della Polvere – ha dichiarato Andrea Pontone, presidente di AVL. La nostra azienda affonda le sue radici nel teatro, ma, come l’arte è in continuo movimento così anche noi abbiamo, con il tempo, cambiato pelle mantenendo però il focus sulla produzione di eventi che possano far vivere un’esperienza irripetibile al pubblico. Hic et nunc: qui e ora, nel continuo desiderio che i nostri spettatori (chiunque essi siano: da quelli paganti di un teatro, ai cittadini che assistono a una performance) possano vivere appieno le emozioni del momento”.
CHI SONO I PROMOTORI
Collettivo Mediante - Foggia: collettivo di resistenza artistica a sostegno dell'attività culturale, in quanto unico elemento necessario alla sopravvivenza umana
AVL - Foggia: società di produzione e servizi per le attività artistiche. Con un focus importante sulle nuove tecnologie, l’azienda è specializzata in allestimenti scenici, congressuali e digitali.
Teatro della Polvere - Foggia: dal 2016 anima la scena teatrale foggiana, e non solo, con rassegne, laboratori e workshop per giovani e adulti. Dal 2022 le sue attività sono in partnership con AVL.
Parabellum. una parola per la guerra
Videoinstallazione con performance partecipata
29 maggio 2022 dalle 19 alle 22
Pronao della villa comunale di Foggia
da un’idea di Pasquale Oa
Una produzione Collettivo Mediante e AVL
con il sostegno di Teatro della Polvere
performer:
Deborah Carlucci
Mariangela Conte
L’ipocrisia mediatica è al culmine della demenza belligerante di chi con le guerre trae profitti.
Parlano, scrivono di armi difensive, come se non uccidessero.
È un messaggio artatamente architettato che in modo subliminale dobbiamo convincerci che esistano armi difensive, corroborato dall’aggettivo letale quando si parla di quelle nemiche.
È la sterile polemica di chi politicamente si gonfia, tronfio, di consensi e voti.
Un’arma è difensiva e offensiva allo stesso tempo. È sempre letale. Uccide! Assassina! Toglie la vita! È letale di per sé, è offensiva e difensiva nel momento che viene utilizzata. E la usa una persona.
Ci dicono, ci inondano di messaggi Tv, radio e della stampa nazionale, che all’Ucraina stiamo mandando armi difensive, contro quelle offensive della Russia.
Certo è che Zelensky, che non è uno stinco di santo, si debba difendere dal criminale Putin.
Ma che molti governanti e politici, giornalisti, opinionisti, commentatori, dicano che le armi utilizzate per contrastare la guerra, per altri è solo un conflitto o un'operazione speciale, siano difensive è la boutade di belligeranti al soldo di organizzazioni transnazionali che come pupari muovono i fili di governi pupi che fagocitano potere geopolitico.
Sappiate che siete solo degli ipocriti parabellum.