Monte Sant’Angelo ha bisogno di un mercato coperto

a cura di Giuseppe Piemontese, Società di Storia Patria per la Puglia

«Ogni città misura il suo senso civico in base alla qualità della sua vita e quindi del suo benessere, di cui gode la sua comunità, che dipende in gran parte dall’azione politica e sociale che una Amministrazione sa dare e riesce a creare. Una dimensione non univoca e astratta, quanto reale, basata su una sinergia di intenti, che solo la politica oggi riesce a creare, insieme certamente alle forze vive e responsabili della città stessa. Purtroppo, oggi stiamo assistendo alla mancanza di tutte e due queste dimensioni sociali e politiche, in quanto la politica si mostra lontana dalle vere esigenze della gente, e la comunità si sente estranea ed impotente a creare un filo diretto con la politica e quindi con l’essere per la città. Viviamo in un certo qual modo una vita estranea e indifferente, senza quella forza interiore che un tempo si caratterizzava per quello spirito “rivoluzionario” degli anni Sessanta, che ci ha portato verso nuove conquiste e realizzazioni, in campo sociale, culturale, economico e anche politico, attraverso un maggior senso di libertà e di democrazia, convinti che solo la partecipazione alla vita politica e quindi alle lotte sindacali, si potesse conquistare il Welfare State. Oggi tutto questo viene vanificato dalle difficoltà intrinseche della nostra società e quindi del nostro essere per il mondo, in una dimensione molto più complessa che è quella della globalizzazione, che tende ad annullare ogni riferimento territoriale e quindi identitario, tanto da creare seri problemi per quanto riguarda la risoluzione di essi, che non dipendono più da noi stessi, ma da un potere occulto che è quello della finanza, sviluppatasi a livello globale e non più settoriale o locali. Vedi oggi l’epidemia da Covid-19, il problema ambientale, l’immigrazione, le disuguaglianze sociali, le cui soluzioni non sono più a dimensioni locali, ma globali.
Ma teniamoci con i piedi per terra, facendo riferimento alla nostra realtà locale e quindi alla nostra città Monte Sant’Angelo, che in questo momento sta attraversando un periodo certamente di cambiamento strutturale, per quanto riguarda la viabilità e alcune ristrutturazioni ambientali come la Villa Comunale del Belvedere e Piazza Duca d’Aosta, non certamente per quanto riguarda la qualità della vita e soprattutto lo sviluppo socio-economico, di cui si vede ben poco, non solo a livello politico, per esempio la gestione dei Beni culturali, fra cui i Musei, quanto a livello di imprenditorialità privata e quindi di nuovi investimenti. Certamente stiamo assistendo a iniziative lodevoli, che vengono tuttavia da lontano, non certi dai nostri attuali amministratori. E in ciò mi riferisco all’azione che in questo periodo la Regione e i suoi rappresentanti stanno portando avanti, con impegno e realismo. Ma questo non basta, se i nostri amministratori locali non hanno il coraggio di creare un Piano Generale di Investimenti e di Rigenerazione Urbano Sostenibile del nostro territorio. E quando parlo di territorio, non mi riferisco solo al tessuto urbano, ma a tutto l’hinteland che costituisce il nostro Comune, da quello montano a quello forestale, da quello costiero e quelle delle vallate lungo Carbonara e Pulsano. Purtroppo manca un Piano globale di sviluppo e di investimenti.
Oggi vogliamo soffermarci solamente su alcuni aspetti quotidiani della nostra vita, visti nell’ambito della nostra città, come per esempio la mancanza di un mercato coperto, per quanto riguarda la vendita della frutta, del pesce, della carne. Eppure in questi ultimi anni quasi tutte le città della Capitanata si sono attrezzati per costruire su suolo pubblico dei mercati coperti, per la vendita di frutta, pesce, carne e altri oggetti commerciali. Vedi per esempio il mercato coperto a Foggia, a Manfredonia, a San Giovanni Rotondo, a Vieste, a Rodi Garganico. Solo per fare degli esempi. Eppure la città di Monte Sant’Angelo un tempo era all’avanguardia in questo campo, specialmente se ci riferiamo al mercato coperto esistito fino agli anni Settanta, là dove oggi esisteste un immobile vuoto e abbandonato, in Via Estramurale, un vero e proprio capitolo di come la politica sia inefficiente nel gestire il proprio patrimonio pubblico. Uno scandalo per lo sperpero dei soldi pubblici e soprattutto l’inefficienza di qualsiasi possibilità di utilizzazione dell’immobile. È mai possibile assistere a tale scempio, mentre la gente è costretta, per quasi sei mesi all’anno a vendere la frutta nelle strade, con il vento, la pioggia e la gente ad aspettare mentre imperversa la diffusione del Covid-19, rispettando il distanziamento. E questo è solo uno degli aspetti dell’attuale situazione riguardante il commercio. Un'attività che ormai a Monte Sant’Angelo sta sparendo, tanto da creare le premesse per un graduale abbandono non solo dell’attività commerciale, quanto della stessa città, a vantaggio delle città vicine, come Manfredonia, San Giovanni Rotondo, Foggia, dove la gente di Monte si reca anche per comperare la frutta, o oggetti di abbigliamento. Non è possibile assistere ancora a tanta mancanza di sensibilità e di amor proprio da parte dei nostri amministratori, cui spetta il compito per creare una città più accogliente e più bella sotto l’aspetto estetico, ma soprattutto sotto l’aspetto dei servizi pubblici. Non è possibile assistere alla mancanza di una struttura urbana per l’espletamento di concorsi pubblici, con l’utilizzo dei locali della Biblioteca, sospendendo così, per giorni, lo studio e il servizio bibliotecario da parte dei ragazzi, i quali, oltretutto pretendono anche e soprattutto un servizio ordinario di pulizia e di igiene dei locali. Così come non è possibile assistere alla chiusura del Centro Studi Micaelici e Garganici, gestito dall’Università di Bari, ma finanziato dal Comune di Monte Sant’Angelo, solo perché non vi è personale. Mentre tanti giovani disoccupati e tante famiglie, che fanno parte dei Socialmente Utili, aspettano un posto di lavoro e quindi quella tranquillità lavorativa che purtroppo a Monte Sant’Angelo manca. Mentre i nostri figli sono costretti ad andar a lavorare fuori, a Milano, Bologna, Parma, Modena, Reggio Emilia, senza possibilità di un ritorno o di una nuova prospettava di sviluppo locale. E allora è tempo di creare le premesse per una riqualificazione e per una rigenerazione della nostra economia, del nostro fare “politica”, della nostra corresponsabilità sociale e culturale, tale da essere noi stessi padroni del nostro destino. E non mi vengano a dire che tutto ciò non è possibile, come nel caso di oggi, nel creare un mercato coperto, mentre tanto nostri immobili pubblici sono abbandonati, tenuti nella più incompleta incuria da parte dei nostri amministratori».

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