Il cimitero di Sant’Anna. Religione, tradizioni, storia, folklore

a cura di Giuseppe Piemontese - Società di Storia Patria per la Puglia.

La Chiesa di Santa Lucia o come volgarmente viene chiamata Ceppelluccia o Oratorio di Santa Lucia, nasce, secondo M. Cavalieri,  nella parte sovrastante la Grotta-Santuario di San Michele e precisamente là dove oggi si trovano le cosiddette “scalelle”, che fungono da copertura alla Grotta. Nell’opera del Cavaliere,  Il Pellegrino al Gargano, pubblicata nel 1680, si fa menzione di altre chiese o monasteri sorti già al tempo del vescovo sipontino Lorenzo Maiorano (sec. V-VI), in territorio di Monte Sant’Angelo e precisamente la Chiesetta o Monastero di S. Maria di S. Arcangelo su la bocca della Sagra Spelonca, che guardava verso la valle di Carbonara, dove vi erano le suore benedettine; il Monastero di S. Bartolomeo  nel villaggio oggi distrutto di Carbonara, così detto, giusta il Pellanegro,  per li Carboni, che vi si facevano ad uso de’ Sipontini”; il  Monastero di S. Maria Maddalena nel Villaggio pur hoggi distrutto di S. Giorgio a Piedimonte; il Monastero di S. Maria Maddalena nella Valle congiunta alla strada nomata corrottamente  Scannamogliere: cioè  Scanderh Molelrh, che in lingua Gotica risuona: forte e grande a salire (Pellanegro); il Monastero di San Salvatore o dell’Agnus Dei  presso il Monte Turmino; il Monastero di S. Barnaba, dove Annibale fece svernare il suo esercito; il Monastero di S. Maria detto di Ruggiano; i Monasteri di San Venanzio Martire, nella Valle di Carbonara, di S. Tommaso Apostolo e di San Appollinare (Cavalieri, Il Pellegrino al Gargano, 1680, vol. 2, p. 57).  Là dove sorse la Chiesa di Santa Lucia, sovrastante la Sacra Grotta, un tempo vi era un bosco, dove  nel 1216 il poverello di Assisi, San Francesco, dopo aver reso grazie all’Arcangelo Michele, diede la vista a due nostri concittadini, per cui da questo momento il culto di San Francesco fu associato a quello della Santa di Siracusa, e precisamente Santa Lucia,  a cui venne dedicata una Cappella proprio là dove avvenne il miracolo. In questo boschetto San Francesco recise un ramo di elce e se ne fece un bastone, che segnato in alto da una crocetta in forma di tau, lo stesso che il Santo lasciò all’ingresso della Grotta, portò via quale  bordone da pellegrino recandolo fino al piccolo Convento di Siena, ove, giusto il racconto popolare, avendolo piantato di sera in quell’orticello, si trovò la mattina seguente cresciuto in albero rivestito di rami e di foglie.

L’Oratorio o Chiesa di Santa Lucia consisteva in un fabbricato molto umile e modesto, col tetto a due spioventi più largo a destra che a sinistra e sormontato nel centro da un campaniletto a vela. Tutto ciò lo si può vedere in alcune foto del nostro Giovanni Tancredi. La chiesetta presenta quindi una struttura molto semplice, tipo quella degli antichi monaci cluniacensi del XIII secolo, con la sua spiccata forma a capanna e con una facciata cuspidata, molto semplice come era del resto l’abito e la vita del Poverello.  Al centro della facciata si può notare un timpano ad arco ogivale che sovrasta la porta d’entrata  e nel quale doveva essere deposta presumibilmente l’immagine della Santa.  Inoltre al centro della facciata si può ancora notare un occhio rotondo da cui entrava la luce nella chiesetta.  Un tempo all’interno della Chiesa, oltre all’immagine di Santa Lucia, vi era anche quella di San Francesco.  Generalmente la chiesa rimaneva chiusa per diversi giorni all’anno, mentre era sempre aperta il 13 dicembre, il giorno festivo della Santa. L’antica statua di Santa Lucia, oggi, la si può ritrovare  all’interno della Chiesa della Madonna della Libera, la quale è  stata  costruita  nell'anno 1856 su un’area cimiteriale dismessa, e precisamente nel cortile detto Boccadoro, dove un tempo, nel XVI secolo,  sorgeva un oratorio dedicato a San Giovanni Crisostomo, chiamato appunto Boccadoro. In seguito tale cortile Boccadoro venne trasformato  nel Cimitero di San t’Anna, adiacente all’omonimo Oratorio di Sant’Anna, istituito ufficialmente nel 1785. Tale Cimitero venne a costituire nella città di Monte Sant’Angelo il primo esempio di cimitero civile. Successivamente il Cimitero di Sant’Anna, non avendo più la capacità e l’ampiezza di accogliere tutti i morti del paese, venne sostituito nel 1826 da un vero e proprio  Camposanto fuori città, che è quello dove oggi esiste la Cappella Rotonda, presso la Chiesa dell’Immacolata, per poi a sua volta essere sostituito dal nuovo cimitero, dopo che il Comune di Monte Sant’Angelo decise, nel 1951, 1'abbattimento del vecchio Cimitero, per dare spazio alla costruzione di case popolari.

Nella Chiesa della Libera sono situate le antiche statue di Sant'Anna e Santa Lucia, oggetto di particolare devozione da parte degli abitanti di Monte Sant'Angelo, insieme alla Madonna titolare, che si festeggiano rispettivamente il 26 luglio e il 13 dicembre. Il Capitolo del santuario, con la costruzione della  Chiesa della Madonna Libera, intendeva farla diventare una sorta di Basilica superiore al fine di aumentare ed agevolare la funzionalità e la capienza di tutto il complesso micaelico. Infatti, nel 1891, con la demolizione della Chiesa di San Pietro, poco distante dal Santuario di San Michele, la Chiesa della Madonna Libera divenne sede parrocchiale. Quindi, come si vede in poco spazio, quasi a costituire una vera e propria “cittadella micaelica”,  ritroviamo diversi insediamenti religiosi, quasi tutti in funzione del Santuario di San Michele: la Chiesa di San Pietro del VI secolo, il Battistero di San Giovanni in Tumba del XII secolo, la Chiesa di Santa Maria Maggiore del XIII secolo, l’Abbazia di Pulsano, il Castello normanno-svevo-angioino-aragonese, il Centro storico e numerose chiese, fra cui, come abbiamo detto, vicino il santuario la Chiesa di San Rocco, l’Oratorio di Sant’Anna con annesso cimitero, la Chiesetta di Santa Lucia, la Chiesa della Madonna della Libera, e tante altre. Un concentrato di storia, arte e religiosità popolare, che contraddistinguerà la città di Monte Sant’Angelo attraverso i secoli, dall’Altomedioevo fino ad oggi, tanto da diventare sede di ben due Siti Unesco.

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