Solo con la cultura e l’arte torneremo a essere liberi

a cura del prof. Giuseppe Piemontese - Società di Storia Patria per la Puglia.

In questo periodo di pandemia, ciò che l’uomo sente maggiormente la perdita, oltre alla Salute e al Lavoro, sono la Cultura e l’Arte. La Cultura come espressione di libertà e di solidarietà fra i popoli e le comunità, che ormai hanno perso qualsiasi connotazione di stare insieme e quindi di partecipare ad eventi e spettacoli che fino a ieri hanno caratterizzato la vita sociale e culturale di ognuno di noi e poi l’ebbrezza di stare di fronte  ad un’opera d’arte, attraverso la visita ad un Museo, ad un Sito archeologico, in una chiesa, oppure in una piazza, insomma in ogni luogo dove la bellezza e l’arte  hanno caratterizzato il percorso di civilizzazione dell’uomo attraverso i  monumenti e le opere d’arte.

La cultura e l’arte intesi  come identità di un popolo o di una comunità che attraverso essi si sono manifestati e hanno espresso tutta la bellezza del mondo: scultura, pittura, monumenti, chiese, palazzi, città, borghi, i quali racchiudono in essi tanta arte e tanta cultura, di cui a volte non ce ne accorgiamo. Del resto l’Italia, come si dice, è un Museo a cielo aperto, dove è possibile trovare arte, cultura e bellezza in ogni luogo, in ogni borgo, in ogni presenza in cui l’uomo ha operato attraverso il suo  ingegno e la sua voglia di scoprire il mistero della vita, ma soprattutto il mistero della sua finitudine e quindi di superarla attraverso l’arte, la quale ha la facoltà di rendere l’uomo immortale e di superare il senso e il significato della morte.

Scrive Vittorio Sgarbi: “Qual è l’essenza dell’arte? L’impresa più grande dell’uomo, da quando esiste, attraverso l’arte, ma anche attraverso altre forme di comunicazione, è vincere la morte o dimenticarla. Ognuno di noi pensa che il fatto non lo riguardi. Tutta la vita noi viviamo dimenticando la morte; quelli che la ricordano, poeti e artisti, si compiacciono di ricordarla, dimenticandola nel vitalismo della produzione artistica o poetica…Il pensiero della morte è il pensiero che l’uomo cerca di cancellare. L’obiettivo essenziale dell’uomo è sconfiggere la morte…L’opera d’arte è una promessa di eternità”.

Arte come bellezza, come eternità, come immortalità. Una vittoria dell’uomo sulla morte e sulla sua finitudine. E tutto questo viene meno se annulliamo in noi la contemplazione dell’opera d’arte, la sua visione interiore, la sua essenza più vera  che è l’immagine di ognuno di noi visto attraverso l’opera dell’artista e della sua contemplazione della vita, unica e irripetibile: l’essere dell’uomo-artista nel mondo, attraverso la ricerca del mistero della Natura. Una Natura che è l’espressione del divino e, quindi, di un Dio misterioso, che è nascosto all’uomo, ma presente attraverso l’arte e quindi l’artista.  Nella bellezza dell’arte vi è l’essenza della vita, come espressione del sublime e quindi dell’essere nel mondo. Attraverso la cultura l’uomo vince la propria ferinità e lo pone su un piano di sublimazione del quotidiano, intesa come vitalità e come progresso dell’uomo verso la sua piena realizzazione mentale e spirituale. Non vi è progresso, né civiltà, se non attraverso la cultura e quindi l’arte, che è l’espressione più vera e reale dell’essere uomo.

Cultura come ricerca dell’uomo visto attraverso la sua identità, che si manifesta attraverso il suo farsi civiltà e quindi cultura. La cultura come volano identitario di un popolo, di una comunità, di una regione, di un luogo, di una città. E questo può avvenire attraverso una perenne trasformazione dell’esistente, una continua ricerca di se stesso e della sua realtà, attraverso la ricerca di nuovi linguaggi e di nuove forme interpretative della realtà. In altre parole la cultura intesa come motore di vita civile, di sviluppo economico, di solidarietà fra i popoli e gli uomini.

Tutto ciò che in questi mesi di pandemia si è fermato e ha determinato in noi una profonda crisi esistenziale, fatta di ansie e di angoscia del presente, che si sono manifestate  attraverso la mancanza dello stare a contatto con la bellezza della vita e quindi attraverso la mancanza della cultura e dell’arte, che sono le basi essenziali dell’essere-uomo, partecipe del mistero della vita e della sua spiritualità. In questo senso noi torneremo ad essere liberi e quindi veramente noi stessi, solo quando ci riapproprieremo della nostra cultura e della nostra bellezza, che si manifesta attraverso l’arte e quindi i luoghi della memoria. Il nostro dovere, quindi, oggi più che mai, è conservare intatta la memoria storica dei nostri luoghi, fidando e credendo in un nuovo rinascimento, così come è avvenuto dopo ogni pandemia, da quella della peste nera del 1300, a cui è seguito il Rinascimento italiano, così come dopo il XIV e il XVII secolo, con un rinnovato e intenso sviluppo degli studi,  della scienza, della filosofia e dell’arte. Certamente, dovremo riprendere con più lena e coraggio la corsa verso la riscoperta delle nostre bellezze e dei nostro luoghi della memoria, come per esempio, i musei, i siti archeologici, le biblioteche, i teatri, gli spettacoli, le mostre d’arte, gli incontri culturali, la riscoperta delle nostre radici storiche e della nostra bellezza legata ai nostri monumenti e alle nostre opere d’arte.

Un New Deal, all’insegna della cultura e dell’arte. Del resto tutte le grandi opere, in campo architettonico e in campo artistico, fra cui la pittura, basta pensare all’opera “Guernica” di Picasso, sono sorte dopo le grandi catastrofe storiche. Così come i grandi progetti di ricostruzione delle città, come per esempio, dopo la Seconda Guerra Mondiale, il cui sviluppo ha determinato l’evolversi e la diffusione della civiltà occidentale, con lo sviluppo della sua cultura e della sua tecnologia. Un processo storico-economico che solo la cultura, sia essa legata all’umanesimo che alla scienza, ha saputo creare e far si che ogni nazione  si caratterizzasse attraverso l’apporto creativo dell’uomo nel creare bellezza e progresso.  Due dimensioni complementari, da cui dovrebbe  sorgere un nuovo mondo, basato non più sul profitto ad ogni costo,  ma sulla solidarietà fra i popoli, sull’equità e sulla territorialità. Un mondo in cui vi siano ancora Arte, Cultura e Bellezza.

E questo può avvenire solo se lo sguardo dell’uomo  si protende dal passato al presente, con lo scopo precipuo di costruire il futuro. Un futuro in cui predominano da un parte la Bellezza e dall’altra l’Etica e quindi il rispetto della dignità dell’uomo e del suo essere nel e per il mondo. Speranza e Rinascita all’insegna della Cultura e dell’Arte.

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