La collina quale simbolo della morte e della vita

a cura del prof. Giuseppe Piemontese - Società di Storia Patria per la Puglia.

Ancora un grande successo del Laboratorio teatrale “Ridere insieme...” del Centro Diurno “Genoveffa De Troia” di Monte Sant’Angelo, che, sotto la Regia di Michele Notarangelo, ha presentato presso il Chiostro delle Clarisse, l’opera  La Collina tra Masters e De Andrè”. Un’attività teatrale più che ventennale, di cui vede protagonisti  i componenti della Comunità del Centro Diurno attraverso cui viene portata avanti una ricerca sulla diversità, che esula i confini della retorica. “I frutti di questo lavoro, afferma Alemrac, vengono presentati al pubblico come un’occasione di confronto con i rimossi della società contemporanea e di relazione ad altri modi di essere”. La Collina rappresenta il luogo dove i personaggi che formano il racconto tratto dall’opera Spoon River del poeta statunitense Edgar Lee Master hanno trovato la loro sepoltura, accompagnato con musica e testi di Fabrizio de André. Due autori che hanno fatto delle loro opere una ragione di vita, raccontandoci il vissuto di uomini provati dal dolore  e dalle sofferenze che la vita ha posto loro lungo il cammino dell’esistenza. Una esistenza caratterizzata dalla emarginazione, dall’essere ultimi nel provare la gioia della vita, dall’essere partecipe del benessere, esclusi da ogni diritto e da ogni libertà.

L'Antologia di Spoon River è una raccolta di poesie in versi liberi scritta dal poeta statunitense Edgar Lee Masters e pubblicata tra il 1914 e il 1915 sul Mirror di Saint Louis. Ogni poesia racconta, in forma di epitaffio, la vita dei residenti dell'immaginario paesino di Spoon River (il cui nome deriva da quello di un omonimo fiume realmente esistente, che scorre vicino a Lewistown, città di residenza di Masters), sepolti sulla collina nel cimitero locale. Lo scopo di Masters è quello di demistificare la realtà di una piccola cittadina rurale americana. La caratteristica saliente dei personaggi di Edgar Lee Masters, infatti, è che, essendo per la maggior parte morti, non hanno più niente da perdere e quindi possono dire qualsiasi cosa sulla loro vita, vissuta ai margini della società, in assoluta sincerità. Il cantautore Fabrizio De André lesse Spoon River nel 1970, rivedendosi in alcuni personaggi e scelse nove poesie dall'intera raccolta e ne trasse liberamente dei testi e scrisse delle basi musicali per essi.

La Collina rappresenta l’intermezzo fra la Vita e la More, fra il Cielo e la Terra, fra il Bello e il Brutto, fra l’Uomo e la Natura. Il Cielo come espressione dello Spirito e la Terra come espressione dell’Uomo, con i suoi limiti, le sue fragilità, le sue passioni, i suoi dolori, le sue sofferenze quotidiane. La Collina come il mondo di mezzo, dove il Male si contrappone al  Bene, per sopraffarlo e rendere l’Uomo schiavo delle sue passioni e dei suoi istinti  di distruzione. Ne viene fuori, nei racconti dei personaggi tratti non solo dal passato di Spoon River, ma anche del presente, la società contemporanea, con le sue problematiche, i suoi mali che ritroviamo nel razzismo,  nella disuguaglianza, nella povertà, oltre che nella incapacità di vivere una vita normale, fatta solo di privazione e di malattie. Una umanità sofferente, che attraverso i personaggi de  La Collina, anche dopo la morte, viene a galla e ci  dà il senso della solitudine e della sofferenza umana.

Tutta l’opera teatrale è caratterizzata dalla presenza della morte, che ritroviamo lungo i sentieri della vita e di cui gli attori hanno saputo darci la dimensione umana, attraverso il loro pathos e la loro grande professionalità di recitazione, sotto la guida di Michele Notarangelo. Afferma a tale proposito Matteo Notarangelo: “ Il lavoro teatrale è un dramma “dialogante” e ha lo scopo di dar vita ai nuovi mondi inclusivi, per scongiurare ogni forma di discriminazione etnica o sociale. Questo impegno drammaturgico è l’invito a guardare e riguardare i vissuti dell’uomo e degli uomini per vederli, comprenderli e modificarli”.

Di grande spessore culturale è stata la presentazione dell’opera da parte di Matteo Gabriele, con la partecipazione simultanea di Franco Nasuti, la quale voluto mettere in evidenza l’alto valore simbolico dell’opera, con riferimenti al significato dell’amore per gli ultimi, quelli che vivono ai margini della società, e che purtroppo oggi vengono tenuti esclusi da ogni benessere, in un mondo che vede solo il profitto e l’arrivismo. Una poetica, espressa nell’opera La Collina, che pone al centro del suo racconto, il vissuto di tanta gente, costretta a subire la vita attraverso l’odio, la sofferenza,  le malattie, la schiavitù, il razzismo e ogni forma di sfruttamento da parte dei cosiddetti “sovrastanti”, termine di cui ha fatto menzione Franco Nasuti a proposito dell’opera musicale di Matteo Salvatore  e di Fabrizio de André, di cui sono stati eccellenti interpreti i giovani  William Prencipe e Raffaele Pio Fidanza.

Ma un elogio spetta a tutto il gruppo di attori che fanno parte del Laboratorio teatrale “Ridere insieme…”: Biagio Salcuni, Tommaso   Gentile, Cinzia Castriotta, Carmela Granatiero, Maria Pia Campobasso, Felice Bisceglia, Giacomo Calabrese, Antonio Pistacchi, Matteo Notarangelo che,  coadiuvati da Nicola Notarangelo, che ne ha adattato il testo e da Michele Notarangelo, nella qualità di Regista, con l’elaborazione grafica di Maurizio Totaro e con le luci di Antonella Armillotta, hanno fatto si che il pubblico, nelle due edizioni del 20 e del 23 Agosto, apprezzasse l’opera e ne decretasse il successo.

 Un’opera che non appartiene solo agli Autori  e ai suoi personaggi, ma che appartiene a tutti, in quanto in ognuno di loro, noi stessi ci vediamo riflessi, ne siamo parte, in quanto storie di uomini vissuti con i loro amori, le loro passioni, le loro sofferenze, le loro gioie, i loro odi e i loro sogni. In questo senso l’opera La Collina è un'opera che appartiene a tutti noi, in quanto ci fa scoprire il senso della vita attraverso il vissuto di ognuno dei personaggi rappresentati, che poi siamo noi stessi, specie, oggi, in cui il mondo è attraversato da odi etnici, di differenze di religioni, di emigrazioni di interi popoli, con morti che galleggiano sulle acque del nostro Mediterraneo, un tempo simbolo di civiltà e di incontri fra i popoli. Di tutti ciò vi sono testimonianze di tanti morti, come George Floyd, Amina, Samir, che ci raccontano la loro vita stando fermi lungo i sentieri della Collina, ad ammonirci delle ingiustizie del mondo, le ineguaglianze del nostro vissuto contemporaneo. 

A proposito di Salute Mentale, dall’11al 16 Settembre      , presso il Resort di Vieste-Pugnochiuso, si svolgerà il Meeting Nazionale dell’ANPIS (Associazione Nazionale per l’Inclusione Sociale) avendo come tema: Sottosopra, a cui parteciperanno diversi operatori del settore, oltre che la Compagnia teatrale  Ridere Insieme…del Centro diurno “Geneveffa De Troia” di Monte Sant’Angelo.

Share this article

About author

Redazione

BANNER 2   News Gargano 1150x290

FABS2022 long animate

 

 

Top
Этот шаблон Joomla был скачан с сайта ДжуМикс.