La Piana di Macchia fra recupero e rigenerazione

a cura del prof. Giuseppe Piemontese - Società di Storia Patria per la Puglia.

Il patrimonio rurale comprende una vasta gamma di elementi che vanno dal semplice paesaggio naturale a quello riguardante l’agricoltura, la pastorizia, l’allevamento, ma soprattutto le case rurali, con tutto ciò che ruota intorno, dai muri a secco alle masserie, ai cosiddetti pagliai, dai terrazzamenti  agli insediamenti rupestri, ma anche ai vari insediamenti industriali, come quello dell’ex ENICHEM nella Piana di Macchia di Manfredonia-Monte Sant’Angelo.  L’insieme di tali strutture rurali costituiva ciò che un tempo stava alla base della civiltà contadina, per cui possiamo affermare che, per esempio, la casa rurale “è una realtà della nostra cultura, della nostra storia ed economia, oltre che del nostro ambiente geografico; in altre parole rappresenta il sentiero obbligato attraverso cui ripercorre la storia della civiltà dell’uomo”. Per questo, al di là dell’aspetto produttivo, legato all’agricoltura e all’allevamento, il patrimonio rurale si  configura come un capitolo importante dell’architettura e in certi aspetti anche dell’urbanistica, in quanto parte integrante dei centri abitati, con le loro conurbazioni ma soprattutto con le loro periferie, che in questi ultimi decenni si sono sempre più ingrandite, tanto da costituire ormai la parte preminente di un centro urbano. Su questo argomento, con specifico riferimento al “Recupero e alla Rigenerazione delle aree degradate del Gargano”, si è svolto il terzo incontro del Seminario  dell’Alta Scuola di Formazione Politica, sorta a Monte Sant’Angelo ad opera del Prof. Domenico di Iasio e del Prof. Giuseppe Piemontese. L’incontro è stato condotto,  il 23 Novembre 2021, dalla Prof.ssa Isabella Varraso, Docente  di Geografia Economica presso l’Università di Foggia. L’intervento della Prof.ssa Varraso  ha avuto inizio specificando il significato di peculiarità di un territorio, tanto da caratterizzare la sua fisionomia e la diversità di crescita e di sviluppo. Crescita e sviluppo sia della comunità del territorio, sia della sua fisicità. Molto importante è l’integrazione di entrambe. Le diversità sono legate a dei fattori più o meno attrattivi o repulsivi, che ci provengono dall’interno o dal di fuori. La crescita è legata generalmente al prodotto interno lordo, mentre lo sviluppo ha una dimensione qualitativa della vita di una comunità. Per quanto riguarda l’identità di un territorio essa va rapportata alla sua territorialità, intesa come cultura e come storia. Per esempio Manfredonia ha una vocazione e una sua identità basata sul mare e sul turismo. Mentre Monte Sant’Angelo la sua identità è basata sulla sua storia urbanistica, in questo caso il Centro storico, che si identifica nel Rione Junno e nella sua religiosità popolare, legata al culto di San Michele e al pellegrinaggio.  L’originalità dello Junno consiste nella sua vita comunitaria e nella sua architettura, mentre nella religiosità popolare si manifestano le tradizioni locali, come i canti e la ritualità delle compagnie.  Tuttavia per lo sviluppo di un territorio non bastano solo l’identità e la territorialità, ma ci vuole un accidente storico, come nel caso di Monte è l’Apparizione di San Michele, mentre per San Giovanni Rotondo è stata la presenza di San Pio.  A ciò si deve aggiungere, inoltre, il fattore umano, come per esempio i grandi uomini, storici, intellettuali, scienziati, che diano importanza alla città e quindi al territorio. Questi uomini sono coloro che cambiano la storia e quindi sono gli artefici del cambiamento e della consapevolezza di progettare il futuro. In questo modo il grado di sviluppo di un territorio o di una comunità è legato alla cultura del luogo e ogni sviluppo presuppone la competitività dei territori e delle comunità. Da ciò deriva che nei fattori di viluppo c’è innanzitutto  il capitale sociale, legato all’organizzazione di un governo, che può essere a livello nazionale, internazionale, regionale o locale. Il Covid-19 ci ha fatto prendere coscienza che viviamo ancora in nazioni con propri confini, mentre esso ha abolito tali confini, anzi ha abolito le differenziazioni delle organizzazioni nazionali, facendoci scoprire una realtà plurinazionale. Capitale territoriale e capitale umano sono delle opportunità di una nazione e di una regione. Negli anni Sessanta l’insediamento industriale dell’ENICHEM, nella Piana di Macchia, per le città di Manfredonia e di Monte Sant’Angelo è stata una grande opportunità, ma nello stesso tempo un grande vincolo, legato ad una strategia di sviluppo forse sbagliata, in quanto per ogni sviluppo non basta solo la spinta dall’alto, ma essa deve venire anche dal basso, nell’ambito di un piano di sviluppo globale, ma soprattutto locale sostenibile. Ciò che allora per l’insediamento dell’ENICHEM non c’è stato.  Tuttavia se ieri si era convinti che lo sviluppo potesse essere legato solo allo sviluppo globale, visto in una dimensione solo economica generalizzata, legata al mercato,  oggi sta nascendo la convinzione che lo sviluppo di un territorio debba essere legato soprattutto allo sviluppo locale sostenibile. In altre parole mentre il globale fa parte di un sistema extraterritoriale, il locale è legato soprattutto ad uno  specifico territorio e quindi ad una realtà vera legata soprattutto alla comunità. La sostenibilità è la consapevolezza di creare un futuro basato sulla crescita e sullo sviluppo, nell’intento di far crescere soprattutto la società e i nostri figli, consapevoli di progettare il loro futuro. Quindi, se lo sviluppo globale vien dall’alto, lo sviluppo locale viene dal basso. In questo ultimo caso ci sono le vocazioni territoriali che bisogna tenere presenti,  così come l’identità di un territorio non può essere unica, ma deve essere variabile, anzi plurima. In altri termini c’è bisogno di creare una comunità in grado di far crescere il capitale territoriale e il capitale sociale. Affinchè un territorio abbia un suo sviluppo e una sua crescita bisogna mettere in moto due fattori: Recupero e Rigenerazione sostenibile.  E questo specialmente per quanto riguarda le aree degradate e periferiche. La Piana di Macchia, così come la zona di S. Salvatore in territorio di Manfredonia,  ha subìto un processo negativo di sviluppo, non legato alla sua vocazione, la quale è stata sacrificata alla viltà economicistica dei partiti e della globalizzazione, attraverso un insediamento industriale altamente inquinante, tanto da distruggere il paesaggio naturale e urbanizzato della zona. Così come San Salvatore è rimasta una zona deserta, priva di infrastrutture e di servizi, con una popolazione scarsa e demotivata. Tutto ciò ha creato la chiusura della fabbrica dell’ENICHEM e l’abbandono della zona, rimasta priva di adeguata bonifica e servizi turistici ed economici. In questo discorso entra di diritto, quindi la difesa del paesaggio, che deve essere inteso come un organismo vivente che va curato e difeso, in quanto rappresenta la memoria storica e culturale di un popolo, di un territorio.

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