Foggia, emergenza abitativa. «Una vergogna, politica e amministrativa, che grida vendetta»

nota di Giuseppe Mainiero, già Consigliere comunale di Foggia.

«Foggia non è in guerra. Eppure c’è chi pensa che si possa trasformare un plesso scolastico in abitazioni per l’emergenza abitativa. Dopo le strutture sportive e le Circoscrizioni siamo giunti alle scuole. Portando così a termine quel disegno amministrativo che da vent’anni sta condannando al degrado la nostra Città.

Negli ultimi due decenni sono stati spesi per l’emergenza abitativa oltre 50 milioni di euro, in locazione per fortunati imprenditori-proprietari, container pagati a peso d’oro ed imprese edili chiamate a realizzare i necessari “adeguamenti funzionali” per le strutture.

Soluzioni di emergenza e di fortuna che non hanno mai fornito una risposta definitiva al problema. Perché se il problema venisse risolto, finirebbero gli affari per qualcuno. Dunque l’emergenza è servita – e continua a servire – a chi intende lucrare sullo stato di bisogno della povera gente (non tutta povera, a dire il vero, ma è un altro tema).

Ci si illudeva che dei Commissari chiamati per “bonificare” la macchina comunale interrompessero determinate pratiche.

Purtroppo ci siamo illusi.

Foggia è oggi chiamata a sacrificare il futuro dei suoi figli sull’altare dell’emergenza abitativa, che non può dirsi emergenza se è lì da oltre vent’anni.

L’offerta formativa destinata ai nostri bambini ed i loro spazi di socialità barattati con la trasformazione di quei luoghi in alloggi popolari.

Anche a voler essere buoni e generosi, non è possibile non definire letteralmente vergognoso l’ultimo capolavoro partorito dalla Commissione Straordinaria alla guida del Comune di Foggia. Un capolavoro di pressapochismo politico, di totale assenza di visione strategica e di incapacità di affrontare in modo serio i problemi della Città.

I nostri Commissari Straordinari, inviati dal Viminale dopo lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, prima hanno provato a trasformare una parte della Scuola “Moscati” in appartamenti di fortuna per l’emergenza abitativa, completando il “mandato Landella”. Poi, dopo la protesta delle famiglie e della dirigente scolastica, hanno fatto marcia indietro, ma solo per prendere la rincorsa ed alzare il tiro.

Abbiamo letto comunicati di giubilo per la buona notizia, che però, come detto, ha prodotto un’idea ancora peggiore della precedente. Con buona pace dell’esaltazione della dirigente scolastica Antonella Lo Surdo, che si è prodigata in infiniti ringraziamenti per il pericolo scampato, probabilmente affetta dalla “sindrome di Nimby”, perché evidentemente trasformare in appartamenti spazi dedicati alla didattica va bene solo se i locali non sono quelli della propria scuola.

Ed infatti la Commissione Straordinaria adesso ha deciso di ricavare alloggi popolari all’interno della scuola comunale dell’infanzia “Sorelle Agazzi”, di cui ha recentemente – ed in modo scellerato – disposto la chiusura insieme a tutte le altre sette scuole dell’infanzia comunali e all’asilo nido “Tommy Onofri”.

Una decisione scriteriata, senza capo né coda. Perché mentre in ogni Città d’Italia si sta investendo nelle scuole dell’infanzia potenziandone l’offerta, come chiede il Governo, partecipando ai bandi del PNRR dedicati alla formazione dei nostri figli, a Foggia quei luoghi di formazione, crescita e didattica vengono trasformati in case popolari, in assoluta continuità con lo sciagurato disegno di degrado urbano dell’Amministrazione di centrodestra e dell’ex Sindaco Franco Landella.

Una vergogna, politica e amministrativa, che grida vendetta. E che denota soprattutto un’assoluta ignoranza rispetto alle soluzioni che esistono per dare risposte ai bisogni delle famiglie dell’ex Distretto e della palazzina di via San Severo, dichiarate a rischio crollo imminente dai Vigili del Fuoco.

Per farlo sarebbe sufficiente studiare gli atti amministrativi con serietà. E dare attuazione agli Accordi di Programma vigenti. Mi riferisco a quegli Accordi di Programma che riguardano “Coop Casa” e “Meridiana”. Nel primo caso gli alloggi da cedere al Comune per far fronte all’emergenza abitativa sono 30, nel secondo caso – in condizione di immediata disponibilità – sono 8. Numeri assolutamente in grado di venire incontro alle esigenze dei 14 nuclei familiari dell’ex Distretto e dei 10 nuclei familiari di via San Severo.

I nostri Commissari conoscono questi atti? Sono a conoscenza degli impegni legati a questi Accordi di Programma? La convenzione urbanistica con il Consorzio “Coop Casa”, ad esempio, è stata attualizzata il 5 luglio 2020. I Commissari, al momento del loro insediamento, si sono preoccupati di informarsi circa il rispetto degli obblighi assunti dal Consorzio nei confronti dell’Ente, sollecitandolo a realizzare rapidamente i 30 alloggi da cedere al Comune?

Con ogni probabilità non l’hanno fatto. Altrimenti adesso saremmo nella condizione di risolvere le emergenze dell’ex Distretto e di via San Severo senza pensare di trasformare le scuole dell’infanzia in appartamenti.

Un disastro che va evitato. E contro il quale la Città ha il dovere di battersi. Adesso più che mai serve una mobilitazione popolare per impedire che si consumi questo scempio.

Soprattutto che si compia nel silenzio complice della politica e di tutti i partiti, preoccupati, penso alla Lega, solo per le “assunzioni” o completamente distratti, come quella parte del Movimento 5 Stelle che dopo aver fatto da “stampella” a Franco Landella, nella sua “diramazione romana” ha brigato perché Foggia venisse condannata alla “morte civile” attraverso il Commissariamento.

Dove sono i loquaci difensori dei diritti della nostra Città che siedono tra i banchi del Parlamento? Dove sono i censori a mezzo stampa capaci di intervenire su tutto ma, nello stesso tempo, di essere affetti da cronico mutismo quando si tratta di prendere posizione contro la Commissione Straordinaria?

Il tema dell’emergenza abitativa può e deve essere ricondotto, nell’ambito territoriale, all’assessorato regionale al Welfare e non all’interno di “politiche abitative” che non dovrebbero affatto operare attraverso strumenti emergenziali per superare vincoli urbanistici. In un paese normale – che non è in emergenza, né per guerre né catastrofi naturali – le scuole non possono e non debbono essere adibite ad abitazioni.

L’assessore regionale al Welfare, pur in assenza di competenze specifiche, è d’accordo – sul piano politico – con questa “soluzione” ideata dalla Commissione Straordinaria e dalla Regione?

Foggia ha bisogno di affrancarsi da questo teatrino ultraventennale, di riappropriarsi del suo presente e del suo futuro anche in questa materia, consegnando finalmente al passato quella logica delle “varianti” che distrutto il nostro tessuto urbano, rendendolo sempre più invivibile.

Foggia ha il dovere di fermare queste scelte di una Commissione cieca e sorda ad ogni suggerimento e indisponibile ad ogni confronto. Ciascuno di noi ha il dovere di proteggere le nostre scuole, che in una Città malata di illegalità sono il primo e più importante vaccino per i nostri figli.

Foggia deve fermare il suo degrado urbano, la formazione di nuovi ghetti, come è accaduto, ad esempio, per l’ex Onpi.

Perché il degrado urbano rappresenta il migliore “campo di addestramento” per la criminalità organizzata, diventando il teatro e la fucina formativa ideale per le nuove leve di cui la mafia si alimenta.

Io, come sempre, sono disponibile a fare la mia parte in prima linea. E spero che vogliano esserlo anche i foggiani. Insieme. Prima che sia troppo tardi.

Se così non dovesse essere e la Città restasse dormiente rispetto a quest’ultimo scempio, allora significherebbe per davvero che Foggia ha avuto e continuerà ad avere la classe dirigente che si merita. Una classe dirigente che ha fatto precipitare la Città nel degrado materiale e morale più assoluto.

Salvo poi lamentarsi ed inveire in modo sterile ed inutile contro i personaggi che pure solo qualche anno fa sono stati sostenuti e premiati con una valanga di voti e preferenze.

Questo è il momento in cui è fondamentale ed essenziale una vera partecipazione attiva. Occorre mobilitarsi per fermare questa forma di smantellamento degli ultimi cardini di civiltà della nostra Città.

Sbagliare è umano. Perseverare, nel silenzio e nell’inerzia, sarebbe diabolici».

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