L’Ordinanza della discordia. Monte insorge nel silenzio assordante di chi l’amministra

#contrappunti

Non sono trascorse nemmeno 24 ore che l’Ordinanza n° 46 dell’8/07/2022, “ORDINANZA SINDACALE IN MATERIA DI SICUREZZA PUBBLICA, IGIENE E TUTELA DEL PATRIMONIO PUBBLICO, DELLA QUIETE E RIPOSO DEI RESIDENTI DEL CENTRO STORICO”, del IV SETTORE SICUREZZA, VIABILITA' E SUAP, del comune di Monte Sant’Angelo, a firma del sindaco Pierpaolo d’Arienzo, sta facendo discutere l’intera popolazione, anche tra chi ha voluto nuovamente questa Amministrazione comunale. Eccone uno stralcio; l’intera Ordinanza è reperibile al seguente link: https://bit.ly/3uw0D9O.

  • non somministrare bevande in contenitori di vetro dalle ore 21 alle ore alle ore 7;
  • divieto di stazionare e intrattenersi nelle aree non di pertinenze dei pubblici esercizi site in piazza De Galganis, Mario di Leo, via Bartolomeo Gambadoro, via Teatro Comunale, vico del Barone, piazza Giovanna I, piazza San Francesco, via Roberto il Guiscardo e zona Castello, e zone periferiche quali via Carducci e via Skanderberg per consumare su suolo pubblico alimenti e bevande ascoltare musica con apparecchiature portatili, arrecare disturbo alla quiete e al riposo dei residenti con urla e schiamazzi nonchè abbandonare rifiuti;
  • divieto di diffusione della musica percepibile all’esterno dopo le ore 24.00, eccetto eventi preventivamente comunicati ed autorizzati;
  • chiusura dei pubblici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e degli esercizi di vicinato alle ore 1.30 nei mesi di luglio e settembre 2022 e alle ore 2.00 nel mese di agosto 2022 nelle aree site in piazza De Galganis, via Bartolomeo Gambadoro, via Teatro Comunale, piazza Giovanna I, piazza San Francesco, via Roberto il Guiscardo e zona Castello.

Mugugni, dissapori, distanze, sono solo un decimo dei sentimenti evidenziati nei vari post scritti su facebook in merito a ciò che è scritto nell’Ordinanza. Sentimenti che fanno rima con altre decisioni intraprese da quando si è insediata, nuovamente, l'attuale amministrazione comunale, che ha inevaso richieste e attenzioni su parti storiche cittadine -gli archi rinvenuti sui muri di cinta dell'ex convento dei Cappuccini in villa comunale-, i lavori a rilento nella stessa villa, la non messa in sicurezza di un muro sulla SP55 Macchia-Monte, l'attesa di nomina del Consiglio della frazione di Macchia, la pulizia del fossato del Castello e quelle di varie vie cittadine, la sofferta elezione del Presidente del Consiglio comunale, etc...

Innanzitutto c’è un dato che emerge, la presentazione dell’Ordinanza, esibita con presuntuosa autorevolezza che un Primo Cittadino deve avere in altre occasioni, non vietando qualcosa che già la legge norma e che va fatta rispettare dagli organi preposti, nel caso la Polizia Locale. Si ricordi che l'incapacità di far rispettare leggi vigenti si manifesta quando per nasconderla si emanano ordinanze, editti, dpcm, decreti. È un dato di fatto che la cittadinanza chieda decoro urbano, tutela del diritto alla salute e al riposo in determinate ore, come lo è l’infelice affermazione che “gli avventori, invece, chiedono di poter vivere gli spazi”. Ovvio è che per d’Arienzo non sia stato facile firmare e emanare questa Ordinanza, che avrebbe il compito di garantire sicurezza e tranquillità urbana. Tuttavia, ed è ribadito, in Italia ci sono leggi dello Stato che normano tali situazioni, che obbligano Forze dell’ordine nel merito a far rispettare le leggi vigenti, che vincolano, perciò, il sindaco a far rispettare l’ausilio della propria, ovviamente comunale, polizia, senza forzare la mano con "ordini" che rasentano la libertà di vivibilità e opprimono la libera volontà di aggregazione anche dinanzi a locali pubblici su suolo pubblico. Un’Ordinanza voluta per tal eventi, a parer nostro, evidenzia la totale inadeguatezza del ruolo e dell'utilizzo della Polizia Locale in determinate ore. Un dato di fatto vissuto in tantissime città italiane. E per rimanere in zona basti prender come esempio Foggia e ciò che è accaduto da due anni a oggi a Piazza Mercato e aree limitrofe del centro storico, dove neanche un’ordinanza del sindaco prima e della Prefettura poi è riuscita a far rispettare le leggi vigenti nella suindicata materia. C’è voluto l’intervento di Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza, con Polizia Locale a latere (ed è sempre così a Foggia, seppur abbiano funzioni ben precise e addestramenti svolti e ben pagati dai contribuenti), per far rispettare la quiete pubblica e il decoro urbano, il divieto di somministrazione e consumo di bevande alcoliche a minori e maggiorenni, un interforze di polizia che è dovuta intervenire per sfatare aggressioni, furti e rapine, tentati omicidi per futili motivi per opera di baby gang criminali. Ma questa è un’altra storia, più cruenta e meritevole dell’intervento di polizia con denunce e arresti e cause in corso. A Monte è ben diverso, c’è più calma e non esistono baby gang criminali. Ciò non giustifica un’Ordinanza che rafforza leggi vigenti ben rispettabili se vi fossero controlli stanziali delle autorità preposte.

Ciò detto, l’Ordinanza ha inasprito i montanari, unendoli nel disappunto di tal decisione, anche tra quelli che hanno riposto nuovamente fiducia nell’attuale governance cittadina. Vari son stati i disappunti, definendola un’Ordinanza che “obbliga” i giovani montanari a vivere la loro serata in altri luoghi di altre città: una fra tutte, Manfredonia, che pur avendo adottato tempi addietro un’Ordinanza simile, offre altri spazi di svago, non presenti a Monte Sant’Angelo, condannata per altri a diventare un paese per anziani, un rifugio per chi desidera il silenzio, un luogo di riposo piuttosto della città che un tempo era meta di turisti stanziali, diversamente da oggi con il “mordi e fuggi”.

Tra chi fin da subito ha “condannato” l’attuale volontà del sindaco è stata l’opposizione, il movimento politico “A Monte”,  per voce del suo capogruppo Felice Scirpoli, che in una nota solleva il problema della movida estiva montanara: «Abbiamo sempre sostenuto che l’Amministrazione d’Arienzo non ha una visione su come fare turismo in una città che si fregia di ben due siti UNESCO e che si è candidata a Capitale della Cultura Italiana 2025. Nei giorni scorsi, infatti, il Sindaco ha emesso un’ordinanza con la quale vengono dettati gli orari di chiusura dei locali nel periodo estivo. A leggere bene quell’atto, si può dire che siamo alla farsa, perché gli orari sono così stringenti che sembra sia quasi inutile per i commercianti aprire l’attività, anzi, sembra sia una Ordinanza punitiva verso i giovani. I giovani non sono degli “incivili”, traboccano di valori, di energie, di voglia di fare e di affermarsi; sono capaci di trasmettere tanti messaggi positivi: prima di stabilire restrizioni con ordinanze scritte senza criterio, bisognerebbe avere la capacità di rispondere e soddisfare le loro esigenze. Che ci debba essere una regolamentazione degli orari di apertura e chiusura dei locali o della somministrazione di bevande o dell’utilizzo di apparecchi radiofonici di intrattenimento questo è sicuramente giusto, ma sarebbe stato altrettanto giusto arrivare a prendere queste importanti decisioni coinvolgendo diversi attori. Allora noi chiediamo al Sindaco: “Sono state invitate le Organizzazioni di categoria (Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato ecc.) per condividere con loro questa importante decisione?”. Peraltro, è sconcertante leggere nell’ordinanza del Sindaco che c’è persino il divieto di stazionare in alcune zone della città! Quando si devono trattare argomenti che attengono la quiete e l’ordine pubblico (così scrive il Sindaco nell’ordinanza) è giusto contemperare tutte le esigenze – dei residenti, degli avventori, dei giovani, degli operatori e delle Forze di Polizia che devono far rispettare le regole – e questo può avvenire solo se c’è concertazione. Inoltre, vogliamo dire al Sindaco che, se avesse chiesto il nostro parere, lo avremmo dato, serenamente, nell’esclusivo interesse della città.  Riteniamo che quanto successo meriti attenzione e discussione anche in Consiglio comunale. Pertanto, in data odierna il Gruppo Consiliare “A Monte” ha richiesto la convocazione di seduta di Consiglio comunale monotematico».

A far da eco al silenzio assordante della maggioranza, in primis del sindaco, interviene Matteo Notarangelo, Consigliere comunale di opposizione del movimento politico “A Monte”, affermando che: «l'ordinanza del Sindaco non può incardinarsi sull' inciviltà. Ancora una volta, una problematica così complessa - che riguarda la vita non solo dei giovani di Monte Sant'Angelo, ma di tutte le famiglie Montanare - non ha coinvolto il Consiglio comunale. L'ordinanza non considera la visione economica, sociale, familiare e relazionale. La mobilità dei nostri giovani verso altre città è fonte di diversi costi e pericoli, che non tranquillizzano le famiglie. La scelta restrittiva e repressiva voluta dal Sindaco è antiquata e nasconde problemi sociali, economici e relazionali irrisolti. Le mode giovanili vanno comprese ed è compito della pubblica amministrazione saper rispondere ai nuovi bisogni organizzativi. Nella città, non ci sono bagni pubblici, non ci sono contenitori per le bottiglie e l'igiene viene poco considerata. In questi luoghi, tranquilli e normali, non è presente la polizia municipale come avviene nei paesi normali. È troppo semplice definire i nostri ragazzi "incivili". La repressione di un fenomeno sociale è paura e approssimazione di uomini pubblici soli. Nei paesi normali, queste tematiche coinvolgerebbero i cittadini e il Consiglio comunale. Qui, non accade».

Meritevole analisi di un “decreto” che poteva essere risparmiato ai montanari se prima non vi sia stata un’azione, almeno di ricognizione, da parte degli organi preposti al rispetto delle leggi. Ma come accade in molti comuni italiani, la Polizia Locale spesso è utilizzata per sanzionare automobilisti, consegnare atti ai cittadini morosi, controllare le residenze di nuovi cittadini, mentre fare servizio di polizia serale e notturna nei luoghi di aggregazione giovanile diventano meteore.

Non siamo, in parte, dello stesso avviso di ciò che ha scritto l’associazione politico-culturale “Armonia”, di Donato Troiano, che, sempre su facebook, ha scritto: «Il sindaco d'Arienzo, grazie al consenso popolare, si sente l'erede del Conte Enrico. Chi lo ha votato ora chiede alle forze che hanno perso le elezioni di fermare il suo delirio di onnipotenza. Sia chiaro. Noi svolgiamo e svolgeremo il nostro compito di opposizione, per rispettare i 2249 cittadini che ci hanno votato e non per difendere coloro che hanno votato colui che, immeritatamente, si crede il novello feudatario di Monte».

È quella parte finale su chi difendere e non che non ci piace. Un Consigliere comunale d’opposizione è tale per tutti, di chi lo ha votato e chi no, ha il compito di amministrare, seppur con mandato di controllo, la città e perciò tutti i cittadini. Anzi, ha il dovere di rimanere unita per il bene della comunità, orientando le forze verso soluzioni più armoniose e non forzate da esterni. Come siamo certi che chi è in Consiglio comunale lavorerà per il bene di tutti i montanari, semmai invitando la maggioranza a rivedere l’Ordinanza, a rimodularla, sennonché per volontà popolare che oggi sta puntando il dito contro il suo stesso prescelto e che si augura una Monte Sant’Angelo più vivibile, luminosa, pulita, meno roboante da “stereo a palla”, meno alcolica, più aggregante e meno anziana nelle ore serali e notturne, insomma una Monte che non lasci scappar via i giovani in altri paesi limitrofi e che diventi nuovamente quel luogo turistico stanziale.

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