Monte in cammino. Oltre Agrigento

«Non ho mai visto tanta gente in visita alla Città di Monte Sant’Angelo, ma più specificatamente al Santuario di San Michele, ormai diventato uno dei luoghi più visitati al mondo, dove troviamo gente proveniente da ogni parte d’Italia e dell’Europa, tanto da trovarci, anche davanti a gruppi provenienti dall’Estremo Oriente, fra cui la Cina, il Giappone, l’India dello Sri Lanka, la Malesia e la Corea del Sud. Un mondo capovolto, fino a pochi ani fa, in cui il pellegrinaggio verso la Montagna Sacra, più specificatamante Monte Sant’Angelo, era un luogo di culto e di visita per poche e qualificate compagnie provenienti soprattutto dall’Italia Meridionale.

Oggi tutto è cambiato, tanto che ci troviamo di fronte ad un fenomeno altamente qualificato e straordinario, dove una città, si badi, e non un borgo, è diventato un luogo internazionale, ma soprattutto un luogo di grande attrattiva non solo religioso, ma culturale e paesaggistico, legato, quest’ultimo aspetto, alle bellezze del nostro paesaggio garganico, che si caratterizza soprattutto attraverso la Foresta Umbra e i boschi che ne fanno da corollario, diventati, oggi, dopo il Santuario di San Michele, il secondo Sito UNESCO:  luoghi, insieme alla Grotta micaelica,  di grande fascino storico-culturale e paesaggistico, con aspetti che si riportano alla nostra storia antica, fatta di  miti e culti della Daunia. Tutto ciò fa della Montagna Sacra, ma più specificatamente della Montagna dell’Angelo, cioè Monte Sant’Angelo, un luogo emblematico di storia, cultura, religiosità popolare e paesaggio naturale, tale da racchiudere l’essenza stessa, nella sua globalità, come è l’intero Gargano, il significato di essere un Sito UNESCO.  

In questi giorni di fine settembre, che generalmente cadono con le festività di San Michele, la nostra meraviglia è stata, quindi,  nel vedere migliaia di gente visitare la nostra città, un fenomeno tale che va oltre le nostre aspettative,  una città che purtroppo è stata bocciata quale Capitale Italiana della Cultura 2025, ma che, come si vede, oggi, attira, durante tutto l’anno, milioni di visitatori, tanto da assistere ad un fenomeno, quale è il pellegrinaggio micaelico,  che ormai è diventato internazionale, anche se, fino ad alcuni anni fa, non credevamo che una città come Monte Sant’Angelo  potesse attirare tanta gente, sfatando così qualsiasi pregiudizio contro le città meridionali, destinate tutte all’oblio o ad un lento degrado.

Monte ha in sé delle potenzialità che ancora non sappiamo apprezzare, né sappiamo cogliere il giusto    valore sul piano economico e culturale. Giustamente il dossier della Candidatura Capitale Italiana della Cultura 2025 si intitola Monte in cammino, anche se tale cammino ci è stato sbarrato ingiustamente dalla Commissione giudicatrice.

QUI IL PDF DEL DOSSIER "MONTE IN CAMMINO"

Un Monte in cammino che, secondo noi, va oltre Agrigento, in quanto la nostra cultura, non solo religiosa, quanto storico-artistica,  va oltre il Gargano e la Puglia, in quanto ci porta verso un mondo che abbraccia due continenti e due orizzonti, quello Orientale e quello Occidentale: la cultura provenente dal mondo bizantino e, quindi, da Gerusalemme e dai paesi dell’Est e la cultura sorta e sviluppatasi in Occidente,  per primo nella Magna Grecia, con i Dauni, i Greci e i Romani, per poi diffondersi in tutta Europa, attraverso  i Franchi, i Longobardi, i Normanni, gli Svevi, gli Angioini, gli Aragonesi, e infine i Borbone, che per la prima volta avevano inteso creare una nuova capitale mediterranea, cioè Napoli. Oggi tale funzione, attraverso il pellegrinaggio micaelico, viene presa dalla Montagna dell’Angelo, e precisamente da Monte Sant’Angelo, sede primigenia del culto di San Michele in Occidente, dai cui itinerari, come la Via Micaelica, nascerà l’idea dell’unità politica-culturale dell’Europa, fondata sulle culture e sulle civiltà degli antichi popoli europei, nonché su importati principi e valori quali la liberta, la democrazia, la solidarietà fra i popoli, il diritto, in nome della pace e della convivenza fra tutti i popoli. Convivenza che purtroppo, oggi, è messa in pericolo e in discussione dalla guerra fra la Russia e l’Ucraina. In questo senso Monte in cammino rappresenta, oggi, un monte proteso verso un mondo dove si incontrano gente e popoli della Terra, senza divisioni e odi di parte e di razze. Non c’è luogo al mondo in cui i popoli, di ogni fede e di ogni cultura, oggi si incontrano in maniera pacifica come a Monte Sant’Angelo, che rappresenta tutto ciò che altri luoghi vorrebbero, e di cui siamo consapevoli di tracciare un Monte in cammino oltre Agrigento».

 

DOSSIER UnMonteincammino

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