Fermenti politici. A Torremaggiore giovani per un giovane progetto. L'Intervista

A Torremaggiore fermentano nuovi politici. Sono giovani con un giovane progetto, tutto da scoprire, scrivere e abbracciare. È ovvio che la Destra vorrebbe Palazzo di Città. Non la solita Destra dei partiti oggi in seno ad amministrazioni varie, allungata a CdA e vertici apicali dell’associazionismo, terzo settore, fondazioni, e tutto ciò che la politica inserisce pur di controllare organismi vari. Tra l’altro “vizietto” comune a tutti i politici, da sinistra a destra, da centro e simil-indipendenti.

È un nuovo fermento, costituito da giovani vogliosi di cambiamento, da non confondere, né tantomeno equiparare a quello fallimentare che oggi governa il fu BelPaese.

Un progetto che ha come ideologia una destra moderata. L’intento è quello della costituzione di una unione di cittadini, ormai disillusi della politica locale, in particolare dell’attuale di destra, con la speranza di creare qualcosa che possa accomunare e convogliare tutte quelle persone che oggi hanno perso l’interesse per e nella politica.

Giovani torremaggioresi, tutti preparati, professionisti impegnati nella città, nel loro lavoro, nel sociale. Hanno quel “quid” in più, quella marcia in più dei soliti “magnati” politicanti e soloni che da decenni promettono, parlano, ti rassicurano con una pacca sulla spalla, per poi dimenticarsi perfino del vicino di casa.

Torremaggiore nelle ultime 3 tornate elettorali ha visto soccombere il proprio sindaco sotto i colpi del cosiddetto “fuoco amico”. Ciò  inevitabilmente porta ad una riflessione in merito: il principio cardine su cui si basa la politica locale ha qualcosa di incontrovertibilmente sbagliato, un circolo vizioso che questa nuova Unione politica cercherà di rovesciare.

La curiosità è stata tanta. Non perché sullo scenario politico locale si son fatti avanti dei giovani, bensì per il vocio paesano ascoltato su alcuni punti del loro futuro programma, tutto da scrivere. Infatti sarà un programma organico, osmotico, scritto con più cervelli e mani, che racchiuderà tutte le istanze di chi vorrà metterci nome e faccia.

Il giornalismo è informazione, a volte anche comunicazione. Qui, però, è l’informazione che prende piede, senza quei dinamismi di posizioni che spesso portano “frutti” a un giornale, appartenenze che non ci appartengono e mai lo saranno. Al di sopra delle parti bisogna essere. E anche qui saremo super partes, raccontando ciò che di nuovo Torremaggiore potrebbe avere a breve. Li abbiamo incontrati, raccomandandosi di non divulgare, per ora, il nome del nuovo progetto poiché la dinamicità sulla quale si basa la stesura del programma prevede più punti di vista e nuove idee di chi ha abbracciato questa avventura politica.

«Il progetto prevede sostanziali cambiamenti di visione politica, cambiamenti necessari giacché, e ormai cosa nota e provata sulla pelle dei cittadini, questo modus operandi non funzione», ha esordito uno dei fautori del nuovo gruppo politico, che per ora rimarrà senza un nome fino alla presentazione ufficiale.

Al centro del nuovo modus operandi politico che il nuovo gruppo di giovani torremaggioresi ha messo in testa sono modifiche negli statuti che da anni assicurano poltrone, invece di renderle dinamiche.

«Le dimissioni in bianco firmate dal Candidato Sindaco è l’opzione indiscussa per essere parte del gruppo politico –ha proseguito un'altra giovane del nuovo gruppo; qualora nei primi due anni di mandato non venisse rispettato quanto scritto e firmato in calce nei punti del programma, tra l’altro comunicato alla cittadinanza da un palco durante la campagna elettorale, dovrà abbandonare la nave, la carica, il mandato. Un punto fondamentale di correttezza, trasparenza, comportamentale etico e morale. Spesso i programmi restano solo propaganda politica, ai quali nessuno durante il proprio mandato riesce a mettere in pratica. Nella folta platea degli “aficionados” della politica –ha commentato uno dei  promotori- esistono i non curanti, i saltimbanchi chi ama lo “sport del salto della quaglia”, che con la loro arte oratoria durante la campagna elettorale, con proclami, promettono, permettendoli poi di salire a Palazzo di Città. Una becera forma di propaganda che spesso i cittadini implicitamente diventano vittime di politicanti oratori incuranti del vero bisogno dei cittadini. Gente da allontanare immediatamente curanti solo per raggiungere obiettivi personali, mentendo sapendo di mentire, non tenendo fede a quanto detto, scritto, sottoscritto e firmato».

Un altro punto del programma, ancora in fase di sviluppo, che ha attirato l’attenzione è stata la volontà da parte di questa nuova unione politica, e qui come detto da uno di loro si scopre già un riferimento, non gruppo, bensì unione, di rendere pubblica prima delle votazioni la composizione della Giunta con la quale il nuovo Sindaco affiderà le deleghe. Tuttavia, e sappiamo bene, che gli apparentamenti sono “pane quotidiano” nella formazione del Governo di Città. Come si fa se i nomi degli assessori saranno noti prima di eventuali unioni tra partiti, liste, movimenti?

«Bella domanda questa –replica un giovane del gruppo-.  Innanzitutto facciamo chiarezza: ora le Giunte riservano sempre delle sorprese e spesso i cittadini si ritrovano a essere governati da gente non gradita, pertanto è cosa buona e giusta rendere noto prima a chi i cittadini affideranno le loro sorti in ambito amministrativo. Apparentamenti? Perché esistono dopo le elezioni? Semmai prima e sottoscrivendo il nostro programma, ovviamente con la nostra attenzione alle loro istanze. I partiti non possono sedersi a un tavolo e chiedere una nomina solo sul numero di voti presi. Qualora vi fosse una collaborazione con la nuova unione la richiesta anzitempo di un assessorato vuol dire che costoro considerano ancora la politica come arma di scambio per tenere per le brache il nuovo eventuale Sindaco. Unire gli intenti è cosa diversa da unire liste, partiti, sigle e movimenti. Credo di aver risposto –chiosa il giovane-».

Ascoltando i giovani incontrati si è udito di gestione economica dei beni comunali. Tema delicatissimo che incide aprioristicamente sulla vita della collettività.  Qui c’è una novità in ambito economico-finanziario-territoriale, di welfare sociale, come detta da loro di “Altruismo Sociale” (non amano i termini anglofoni): la nuova Amministrazione, se formata da questa nuova forza politica, s’impegnerà a restituire alla Collettività quelle risorse risultate inevase, inutilizzate, prima tra tutte il diritto di avere un tetto sulla testa. «Tutte quelle abitazioni donate e concesse e riconcesse con semplici domande di rinnovo del canone previsto, senza controllare la fattiva necessità degli aventi diritto, saranno rivalutate e se necessario espropriate a beneficio degli aventi realmente diritto –hanno affermato tutti i giovani politici incontrati-». Un coro unanime che ha del “rivoluzionario”, una "politically correct" che farebbe la vera differenza. «Sappiamo tutti che col passare degli anni quel beneficio, anche presunto tale, di concessioni e donazioni, potrebbe essere decaduto da tempo, pertanto va rivisto a beneficio di chi vive, mangia, studia, sopravvive e dorme sotto le stelle. Un controllo amministrativo esteso anche verso tutti quei concittadini che usufruiscono di abitazioni spesso disabitate con domicilio fuori città».

Messaggi univoci, diretti, semplici ma efficaci sul piano politico di presentazione di una forza politica che si affaccia alla realtà prima di consensi, poi elettivi, infine di governance della city.

Sarà davvero così? Vedremo.

Il messaggio di questa nuova unione politica, di destra, è chiaro. Lancia ai partiti di destra, e non solo, quella sfida per il futuro di Torremaggiore. Come detto da loro, la politica che vogliono rappresentare è quella di “essere destra” con le idee meno politicizzate, calati del tutto nella realtà cittadina.

«Non siamo per il farsi la guerra tra Candidati Sindaci. Noi proporremo il nostro. Ma se sulla piazza vi saranno tre o quattro candidati aventi la stessa ideologia politica, l’intento è quello di unire le forze, sposando un nuovo progetto di unione, ovviamente con i nostri punti cardini del programma, fermi e irremovibili come l’Altruismo Sociale per esempio, che vedrà protagonista il cittadino e tutto il fabbisogno che ruota attorno a lui. È tempo di mettere da parte almeno a livello locale i partiti e dare forza e vita a nuove idee indipendenti; per i partiti poi ci sarà tempo e per altri lidi ben più importanti. La politica locale è del popolo locale e tale deve essere».

L’appello:

«Il Nostro appello è rivolto a tutte quelle persone che vogliono mettersi in gioco, a supporto di una nuova visione politica, che vede al centro del progetto l’ALTRUISMO SOCIALE. Siamo a metà dell’obiettivo in termini di adesioni e il nostro progetto prevede uniformità di numeri tra donne e uomini. A breve renderemo noti i contatti, il nome dell’unione, il logo; per il programma aspettiamo TE. Siamo in corsa, stiamo lavorando e producendo, FAI LA MOSSA GIUSTA».

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