È la storia scritta di un bambino autistico, che la dott.ssa Mariana Berardinetti, Presidente regionale dell’Associazione Internazionale Pedagogisti Educatori, educatrice professionale socio pedagogica-pedagogista, esperta nella gestione del comportamento nei disturbi dello Spettro Autistico, consulente tecnico pedagogico, di Monte Sant’Angelo, ha voluto condividere con tutti.
Ve la proponiamo.
A cura della dott.ssa Mariana Berardinetti.
«Non uso mai la stampa per queste cose, ma alle volte alcune storie mi pervadono fino al profondo, alle volte alcune storie meritano di essere condivise per supportarne meglio il peso. Il peso di non aver potuto far nulla, ma anche la speranza di evitare che possa ancora accadere. Condivido con voi la storia di un bambino, alla quale ho voluto dare voce. Un urlo, contro ogni discriminazione, disabilità e bullismo. Educhiamo al rispetto».
Voglio solo 10 anni
"La notte nella mia camera i ticchettii dell' orologio diventano i passi di un mostro.
La notte dietro la tenda della mia cameretta si nascondono delle luci verdi che puntualmente rincorro.
Ma ogni volta che provo a raggiungerle loro si nascondono ed io ritorno nel mio letto spaventato, impaurito.
La notte non dormo perché ricordo quel giorno.
Quando il mio occhio è diventato viola, quando quel pugno lo ha raggiunto con violenza.
Non ho reagito!
Non ho raccolto le offese,
Sono rimasto inerme quando mi ha offeso per la mia malattia, ma l ho fatto quando qual bambino ha offeso la mia mamma!
Non ho reagito quando mi ha accusato di avere delle voragini, so che quelle ferite si chiuderanno, le mie ferite sono dovute ad una malattia rara lo so, quindi non ho reagito.
Ma quando ha offeso la mia mamma, io non potevo non farlo!
Lei è stata sempre al mio fianco, per amarmi nei giorni acuti della malattia, ha lasciato a casa gli altri miei fratellini, lei piangeva la notte per me, quando credeva che io dormissi!
Io dovevo difenderla perché lei ha difeso me!
Difendere un figlio vuol dire amarlo, difendere la propria mamma vuol dire amarla!
Ho paura della notte, e il pensiero della morte non si allontana.
Ho qualcosa in più degli altri che non ho chiesto ho qualcosa in più ma che non mi dà di più!
Anzi mi lascia dei buchi che devo medicare ogni giorno, ma non importa quei buchi si chiuderanno, quello che questa malattia mi toglie è il potermi divertire con i miei compagni, mangiare schifezze , e corre con loro!
Sogno di andare a Parigi con la mia fidanzata in un posto sicuro, dove potremmo essere felici io e lei !
E dove nessuno potrà farle del male perché io!?
Io saprò proteggerla, come il mio papà ha protetto me.
Io sarò come lui, proverò a risolvere le cose con la giustizia!
Sono cresciuto troppo in fretta!
Insomma lo so che ho solo10 anni, e ogni tanto vorrei tornare ad averli.
La voce di un bambino!"