Lo ha fatto con un intervento scritto sul sito del Fondo Ambiente Italiano (FAI), illustrando la gestione della Piscina Mirabilis a Bacoli, in provincia di Napoli, come il primo esperimento di partenariato pubblico/privato avviato da un istituto del Ministero della Cultura, dal Parco Archeologico dei Campi Flegrei.
Volpe come scrive sul FAI: «È una norma di grande interesse, che potrebbe aprire straordinarie opportunità non solo di recupero e di restituzione alla collettività di pezzi di patrimonio culturale spesso in abbandono e in stato di degrado ma anche di lavoro, di occupazione, di sviluppo fondato sulla cultura».
Su questa tesi di virtuosismo, per la ricerca scientifica, applicata alla tutela, alla pubblica fruizione e la valorizzazione di beni culturali immobili e tutti i benefici che ne derivano dal mantenimento, che potrebbe essere applicata anche ai nostri beni culturali - si veda il Parco Archeologico di Siponto-, Giuliano Volpe traccia delle linee guida, affermando: «Se in Italia si adottasse in tanti altri siti e monumenti il modello di partenariato pubblico privato già utilizzato felicemente dal Parco archeologico dei Campi Flegrei si creerebbero condizioni favorevoli per:
a) il lavoro di archeologi e altri professionisti dei beni culturali nel campo della gestione;
b) l'accessibilità di siti, monumenti, musei ancora oggi condannati a una condizione a dir poco insoddisfacente;
c) il recupero e la rinascita di siti, monumenti e musei in stato di abbandono e degrado.
Se non ora quando?
Che altro si aspetta, visto che si parla tanto (a volte solo retoricamente) di "turismo di prossimità", di "sviluppo delle aree interne e meno favorite dal turismo", di "patrimonio diffuso", di "imprenditoria culturale"?».