Valorizzazione Patrimonio Culturale Immateriale. Apportate in Regione Puglia le modifiche alla legge di istituzione del servizio di analisi genomica avanzata

Avviati i lavori del Consiglio regionale con l’approvazione all’unanimità del disegno di legge di modifica alle disposizioni vigenti in materia di beni culturali.
Si tratta di un provvedimento con il quale si intende valorizzare il patrimonio culturale immateriale, che non fa riferimento solo a monumenti, siti di rilevante interesse culturale o storico-architettonico e collezioni di oggetti, ma anche tutte le tradizioni vive trasmesse dai nostri antenati: espressioni orali, incluso il linguaggio, arti dello spettacolo, pratiche sociali, riti e feste, conoscenza e pratiche concernenti la natura e l’universo, artigianato tradizionale.
La Convenzione UNESCO del 2003 per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale (ICH- Intangible Cultural Heritage) prevede espressamente che ciascun elemento per poter essere candidato deve essere iscritto in un inventario nazionale o regionale, a seconda della competenza dei singoli Stati.
Ai sensi della normativa vigente, spetta alle Regioni il compito di salvaguardare e promuovere il patrimonio culturale immateriale.
La principale misura di salvaguardia dell’ICH, secondo l’UNESCO, è data dall’istituzione di Inventari o Registri che hanno il compito di catalogare il patrimonio culturale immateriale di riferimento di una comunità, censendolo e assicurandone il monitoraggio periodico così da evitare di perderlo e assicurarne il passaggio alle future generazioni.
La Regione Puglia ha già una propria legge, la l.r. 25 giugno 2013, n. 17, “Disposizioni in materia di beni culturali”, che cita una volta sola il patrimonio immateriale nella dichiarazione di impegno generale di cui all’art. 1 comma 1 secondo cui “La Regione Puglia (…) valorizza il proprio patrimonio culturale materiale e immateriale, conservato negli istituti e nei luoghi di cultura e diffuso sul territorio”.
La Regione Puglia, inoltre, ha già istituito il proprio Sistema informativo del Patrimonio Culturale della Puglia (SIRPAC), che si configura come apparato schedografico relativo al patrimonio informativo attinente ai beni immobili, beni mobili, beni immateriali, luoghi della cultura e eventi. Attualmente contiene i dati relativi a beni immobili e luoghi della cultura già riconosciuti, mentre sono in fase di popolamento i dati relativi ai beni mobili.
Pertanto, la legge approvata, interviene per l’integrazione della legge regionale n. 17/2013 per enfatizzare il ruolo del patrimonio culturale di beni immateriali e per definire il ruolo della Regione specificamente per la valorizzazione dei beni culturali immateriali, con specifico riferimento alla istituzione dell’Inventario per il Patrimonio culturale immateriale in Puglia.
Con un emendamento a firma della presidente del Consiglio Loredana Capone, sono state apportate modifiche alla legge regionale n. 12 dell’80, che tengono conto del cambio di denominazione recentemente adottato dall’Istituto, da “Istituto regionale pugliese per la storia dell’antifascismo, della Resistenza e della Costituzione” a “Istituto pugliese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea” e mirano a semplificare le modalità di approvazione dello statuto dell’Istituto, tenendo conto che il contributo regionale previsto a sostegno dell’Istituto grava attualmente sul bilancio del Consiglio regionale.

Il testo di legge è stato integrato con le modifiche alla legge regionale di istituzione del Servizio di analisi genomica avanzata con sequenziamento della regione codificante individuale. Tali modifiche, proposte dal consigliere Fabiano Amati, si sono rese necessarie a seguito delle osservazioni formulate dal Governo nazionale con l’atto d’impugnazione dinanzi alla Corte costituzionale notificato lo scorso 4 ottobre, degli articoli 1,5 e 6 della norma regionale n. 28 del 6 agosto 2021.
Con le modifiche si garantisce il servizio in regime di esenzione alla compartecipazione alla spesa sanitaria qualora ne ricorrano le condizioni previste dalle disposizioni vigenti, in conseguenza di sospetto per malattia rara formulato da specialista di genetica medica, operante nei presidi della rete nazionale delle malattie rare. Il test è erogato in presenza di sospetto per condizioni su base genetica o eredo-familiare in epoca prenatale o postnatale ed è finalizzato all’inquadramento nosologico e del piano terapeutico-assistenziale ottimale.

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