L’ennesimo evento di cronaca che ha interessato il “ghetto” di Borgo Mezzanone, dove la scorsa notte due migranti hanno perso la vita mentre dormivano per le esalazioni di monossido di carbonio sprigionate da un braciere che li riscaldava, ha suscitato l’indignazione di tanta gente e associazioni. Tra queste ultime è intervenuta con una nota stampa l’ARCI Viceversa di Manfredonia, che oltre a ricordare l’ennesimo sacrifico di chi ne fa per sopravvivere, quest’ultimo di Ibrahim Sowe e Queen Rock, 32enni, lui gambiano e lei nigeriana, i due morti, punta il faro sulle istituzioni affinché fondi e azioni siano salvavita per chi tra caporalato, prostituzione, traffico di persone e droga, ogni giorno combatte per una vita migliore. Indignazione non ultima e non sarà tale se no si attuano azioni concrete alla salvaguardia delle persone e alla bonifica del sito con serie politiche sociali inclusive.
Di seguito l’appello dell’ARCI Viceversa di Manfredonia.
Non è mai giusto
“L’ennesima tragedia avvenuta questa notte a Borgo Mezzanone evidenzia a gran voce quanto siano necessarie misure urgenti per mettere il punto definitivo ad una vergogna, tra l’altro malcelata, che non cessa di mietere vittime.
Due giovani vite, due nostri fratelli fuggiti dalla guerra e dalla disperazione, hanno incontrato ciò che di più marcio la nostra provincia potesse mai offrire.
Gli strumenti per reagire dinanzi a tale deriva sono contenuti tra le misure prevista dal PNRR. Il ghetto di Borgo Mezzanone, come diverse altre realtà deplorevoli sparse per la Capitanata, merita tutte le dovute attenzioni affinché si faccia il possibile per fermare il caporalato, lo sfruttamento della prostituzione ed il traffico di stupefacenti (tre tra le attività più diffuse in quella zona).
Alle giovani vittime rivolgiamo il nostro pensiero, fiduciosi di poter dedicare a loro quanto di migliore si potrà fare in futuro”.