Dopo le dichiarazioni di Franco Landella, Sindaco di Foggia, enunciate durante la conferenza stampa di ieri mattina a Palazzo di Città, nell’Aula Consiliare, e dopo l’ufficializzazione del passaggio del Sindaco da Forza Italia alla Lega Salvini, con Matteo Salvini presente, era comprensibile che le forze politiche di opposizione alzassero la voce.
Un coro unanime a dire che non ci stanno che “Caro Matteo, consegno questa Amministrazione nelle tue mani. Oggi su questo campanile svetterà la bandiera della Lega” come ha affermato Landella.
Di seguito alcune dichiarazioni dell’opposizione giunte in redazione.
Pippo Cavaliere a nome dei Consiglieri comunali di minoranza di centrosinistra
Landella consegna l’amministrazione comunale nelle mani della Lega: l’indignazione e la rabbia dei cittadini.
Sebbene il trasformismo in politica sia purtroppo diventato ordinarietà e consuetudine, il passaggio del sindaco Landella e di alcuni consiglieri comunali alla Lega, ha suscitato l’indignazione di tantissimi cittadini, di ogni credo politico.
Altrettanto grave è stata l’affermazione di avere consegnato l’amministrazione comunale nelle mani della Lega, un'affermazione che, per una questione di credibilità e di dignità politica, dovrebbe essere rigettata e contestata a partire da quei partiti alleati della Lega a Palazzo di Città.
Mai nel passato il supremo interesse della collettività è stato soppiantato con tanta spregiudicatezza e sfrontatezza da interessi di parte e da beghe interne.
In un brevissimo lasso di tempo, dall'inizio della consiliatura, un terzo circa dei consiglieri comunali di maggioranza ha cambiato casacca, mai per una contrapposizione o una divergenza di vedute sui problemi della Città, ma sempre ed esclusivamente per la gestione di un potere fine a se stesso, ora per la presidenza del consiglio comunale, poi per qualche nomina assessorile ed ora addirittura per una candidatura.
Sarebbe riduttivo parlare di irresponsabilità politica quando si disperdono energie e tempo per salvaguardare la propria sopravvivenza in politica, mentre la Città affoga, continua ad essere nelle ultime posizioni delle graduatorie della città italiane, i cassonetti traboccano di rifiuti, le strade continuano a rimanere al buio, le periferie restano abbandonate al loro triste destino.
E tutto ciò in un momento delicatissimo in cui, per effetto della grave emergenza epidemiologica in atto, la sofferenza di tantissime famiglie, imprenditori e commercianti, sta raggiungendo livelli (in alcuni casi già raggiunti e superati) insopportabili, rendendo gli stessi più deboli ed esposti alle strategie in atto della criminalità.
Rifuggiamo, come tanti, dalle forme di populismo, che continua però a trarre linfa vitale da questi gravi atteggiamenti, favorendo un clima di rabbia e di esasperazione, in cui le contrapposizioni diventano insanabili e la risoluzione dei problemi sempre difficile.
Articolo Uno
“Dopo lo show organizzato a Palazzo di Città, Articolo Uno di Foggia sente il dovere di ricordare al Sindaco Franco Landella che Foggia non è nelle mani di Matteo Salvini, e neanche nelle sue. Foggia appartiene ai foggiani”.
A scriverlo è Gianluca Ruotolo, Il Segretario Provinciale Articolo Uno Foggia, che prosegue “Appartiene a quei foggiani che dopo aver sofferto la pietosa gestione comunale dei mesi più difficili della nostra storia nazionale, quelli del Covid-19 e del Lockdown, oggi sono costretti ad assistere con vergogna ad un misero cambio di casacca, figlio della delusione di un’ambizione familiare: non aver potuto candidare sua cognata, Michaela Di Donna, alle elezioni regionali perché nessuna forza del centrodestra l’ha voluta, neanche la Lega.
Nel frattempo la città aspetta di essere amministrata, e invece di perdere tempo in trame trasformiste per dare soddisfazione ad interessi personali, sarebbe il caso di mettersi al lavoro sui problemi dei cittadini foggiani, che continuano ad essere tanti e tutti irrisolti.
Foggia non si Lega, caro sindaco. E le suggeriamo di mantenere ben issata al balcone del nostro Comune la bandiera di Foggia, quella rossa e blu con le tre fiammelle. Perché la storia, la cultura e il senso di appartenenza di questa città non si svendono a chi per anni ci ha definito terroni e lavora ogni giorno per rendere il Sud più debole e più povero.
I foggiani non dimenticheranno l’ennesima bravata di un sindaco che non perde occasione per calpestare l’orgoglio della sua comunità. Di certo non lo faremo noi, e da oggi avremo una ragione in più per batterci affinché si chiuda al più presto la pagina più brutta della storia della nostra città”.
Comune. "Il ducetto Landella pensa di consegnare la nostra Città alla Lega di Salvini. Foggia non consentirà questa vergogna".
Dichiarazione del segretario cittadino Davide Emanuele e dei consiglieri comunali Pasquale Dell'Aquila (capogruppo), Lia Azzarone, Francesco De Vito, Michele Norillo e Annarita Palmieri
Sul campanile del Comune continuerà a sventolare la bandiera della città.
L’occupazione dell’Aula consiliare per lo spettacolino del ducetto Landella e del razzista Salvini è l’ennesimo atto di arroganza di un sindaco sfiduciato dal suo partito e costretto a trasformarsi in leghista per continuare a tenersi la poltrona.
Con lui migra un bel plotoncino di assessori e consiglieri comunali, i suoi fedelissimi portatori d’acqua e di voti.
Il risultato di questa operazione trasformistica è duplice: umiliare gli elettori, che non hanno scelto un sindaco leghista; balcanizzare il Consiglio comunale, già ostaggio delle lotte intestine al centrodestra.
La dignità del Comune è stata calpestata e sfregiata per regalare a Salvini un indegno spot elettorale a causa della mancata candidatura della cognata del sindaco, mica nell’interesse di Foggia e dei Foggiani. E la citazione a sproposito della squadra di calcio della città ha reso ancora più squallido il duetto tra leghisti della prima e dell'ultima ora.
Ci opporremo con tutte le nostre forze a questa vergogna politica e chiameremo la città democratica a mobilitarsi a tutela della propria dignità.
“Il sindaco è libero di cambiare quante casacche vuole, ma i suoi comizi deve pronunciarli fuori dall’aula consiliare”
“Sulla nostra amata Foggia sventola solo la bandiera della città, medaglia d’oro al valore civile e militare, con lo stemma foggiano. Tanto ci basta, quella bandiera è il nostro orgoglio. Il sindaco Franco Landella può consegnare se stesso e i suoi accoliti alla Lega di Matteo Salvini, ma non la nostra città. Non in nostro nome, non nel nome delle cittadine e dei cittadini onesti che aspettano dal giorno del suo insediamento parchi restituiti ai ragazzi, strade sicure senza un manto colabrodo, quartieri finalmente illuminati, periferie senza degrado e abbandono, un welfare trasparente e a servizio della comunità, un sistema di raccolta dei rifiuti rispettoso dell'ambiente e del decoro, una cultura che non sia mero spettacolo ad uso e consumo dei soliti noti. Il sindaco di Foggia non ha nessun diritto di porgere la città alla Lega per un suo tornaconto politico, dopo che la candidatura di sua cognata è stata rifiutata da tutta la coalizione, Lega compresa. La città non può essere ostaggio delle logiche familistiche del duo Landella-Di Donna e dei suoi cortigiani”.
Finanche il già Sindaco l'On. Paolo Agostinacchio interviene sulle affermazioni di Franco Landella.
«Un sindaco è eletto direttamente dal popolo sovrano e solo al popolo può consegnare l'amministrazione, dimettendosi. Landella si astenga da affermazioni che ingenerano la interpretazione, seppure errata, di una concezione privatistica del potere. Sono certo, voglio esserlo, che l'episodio sia da attribuirsi al clima che ha determinato tensione, ma che, non essendo accettabile, vada chiarito».
È quanto afferma il gruppo consiliare al Comune di Foggia del M5S, composto dai portavoce Giuseppe Fatigato e Giovanni Quarato.
I consiglieri pentastellati continuano: “La città non è del sindaco, né di qualche mestierante della politica a caccia di poltrone e neppure di qualche capo di partito nazionale in cerca di una leadership nel suo schieramento. Foggia è dei foggiani e delle foggiane e merita rispetto, attenzione, cura. Il sindaco aveva chiesto l’utilizzo dell’aula al presidente Leonardo Iaccarino per dare delle comunicazioni importanti alla città, ma non aveva specificato che invece avrebbe tenuto un comizio insieme ad un leader nazionale di partito. Un comizio di cui è stata fatta anche la diretta streaming impegnando il dipendente addetto. Il sindaco è libero di cambiare quante casacche vuole, ma i suoi comizi deve pronunciarli fuori dall’aula consiliare e dalle mura della casa dei cittadini foggiani. Non può usare l’istituzione in maniera privatistica. Per tre mesi Franco Landella si è occupato delle sue vicende familiari, disinteressandosi dei problemi della città in una fase delicatissima della pandemia: che lavori ora o si dimetta. Ma si dimetta davvero e al più presto, senza ulteriori bluff e finte. I cittadini lo ringrazieranno”.
E anche dalla Regione si fa sentire il coro anti-Landella. Ad alzare politicamente la voce è Raffaele Piemontese, PD, Assessore regionale, che in una nota stampa accusa Landella che nell'Aula consiliare haviolato la Casa dei foggiani.
Piemontese, con il comizio Landella-Salvini nell’Aula consiliare violata la Casa di tutti i foggiani
“Non è vero che in campagna elettorale è tutto consentito, di sicuro non è consentito utilizzare le istituzioni e gli spazi istituzionali di tutti per fare comizi e per messe in scena di cattivo gusto”. Lo dice l’assessore e consigliere regionale del Partito Democratico, Raffaele Piemontese, con riferimento all’iniziativa politico-elettorale che il sindaco di Foggia, Franco Landella, ha organizzato ieri mattina con il segretario nazionale della Lega Nord, Matteo Salvini, nell’Aula consiliare del Comune di Foggia.
“Da foggiano e da ex presidente del Consiglio comunale di Foggia – prosegue Piemontese – mi sono vergognato dello spettacolo rimbalzato, ieri mattina, su tutti i media nazionale, dai banchi dell’Aula consiliare che le leggi e la democrazia affidano ai rappresentanti istituzionali perché la custodiscano come la Casa di tutti i foggiani”.
“È molto grave –– sottolinea l’esponente del PD –– che, nel pieno del periodo in cui alle amministrazioni è imposto dalla legge di astenersi dalle manifestazioni di appoggio alle liste o ai candidati impegnati nel confronto elettorale e da tutti gli interventi che abbiano come finalità principale la promozione dell'immagine politica, siano stati utilizzati spazi istituzionali e impegnati personale e risorse pubbliche per la straordinaria apertura domenicale di Palazzo di Città”.
“Ma vedere i candidati della Lega in posa a favore di telecamere e telefonini, attorno al sindaco del capoluogo che proclamava di ‘consegnare nelle mani’ di Salvini l’Amministrazione comunale – incalza Piemontese – è stato talmente imbarazzante da scatenare una reazione negativa corale, senza differenze politiche, perché a essere utilizzato a fini personali sono stati il cuore e i segni identitari di Foggia, che appartengono a tutti”.
“Mi auguro che la ribellione che si sta registrando in tutti gli ambiti della città – conclude il consigliere e assessore regionale del PD – sfoci in una civile manifestazione che lavi la domenica della vergogna e restituisca Palazzo di Città ai foggiani”.
FOCUS
- Foggia, [VIDEO] Landella passa con Salvini. «Su questo campanile sventolerà la bandiera della Lega»
«Non è un problema personale è uno schiaffo all'intera classe dirigente locale. Sono un uomo della Lega e ne sono orgoglioso. Caro Matteo, consegno questa Amministrazione nelle tue mani».
Esordisce così il Primo Cittadino di Foggia, il Sindaco Franco Landella dopo aver annunciato il suo passaggio nella Lega di Salvini. Con lui ci sono da subito Consalvo Di Pasqua, Pasquale Rignanese e Dario Iacovangelo, in attesa di altri passaggi/ingressi che andranno a rinfoltire la già piena compagine pronta ad amministrare non solo Foggia e parte della Capitanata, ma la Puglia, al fiano di Fitto, secondo previsioni e sondaggi.
«Vi presento la mia gioia, il leader indiscusso del centrodestra. Oggi su questo campanile -afferma Landella- svetterà la bandiera della Lega. Questa scelta è maturata perché ho apprezzato Salvini la prima volta che l'ho incontrato in una manifestazione a Firenze, quando c'era il governo Renzi. Non ha dato spazio ai parlamentari, agli amici degli amici, ma ai sindaci».
Insomma, Foggia è di Alberto da Giussano, quell'icona tanto storica quanto discussa che contraddistingue il partito che nel Mezzogiorno d'Italia è messo al confino ma che poi si rivela voluto, osannato, votato e che sta facendo riflettere e mettendo in discussioni ataviche diatribe, spesso esasperate dal popolo e dalla politica. La questione ovviamente non è solo squisitamente politica. Di mezzo c’è il mancato ingresso nelle liste di Forza Italia di Michaela Di Donna, sua cognata, che nelle scorse regionali fu tra le più votate, senza entrare a Via Capruzzi per le vittoria del centrosinistra. Questo doveva essere il suo anno, invece ha confermato l’astio per Landella di molti organi politici.
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«Dopo 26 anni di militanza in Forza Italia –puntualizza Franco Landella-, purtroppo, sono costretto a lasciare questo partito perché dopo l'ennesima umiliazione non posso continuare a subire le angherie di una classe dirigente che antepone interessi particolari ai valori della coerenza, della militanza e del consenso. Forza Italia ha favorito l'ingresso dei campioni del trasformismo, di cui uno è noto che vive anche una situazione giudiziaria particolare. Hanno scelto i campioni del trasformismo rispetto alla militanza e al consenso, perché abbiamo constatato che in Forza Italia il consenso fa paura, essere uomini liberi di esprimere il proprio pensiero e il proprio dissenso nel confronto democratico non fa parte del partito, di una classe dirigente che ha macchiato anche l'immagine di Berlusconi, che povero uomo a 84 anni ritengo che sia anche condizionato dal cerchio magico da donnine che vivono di luce riflessa e vogliono condizionare il partito. Penso che sia una vergogna politica, un'offesa a chi ha militato per tanti anni, che ha anche un pizzico di sessismo –chiosa il Sindaco Landella-, perché probabilmente per Forza Italia le donne servono soltanto per dare la spintarella ai maschietti, questi maschietti che hanno paura delle donne.
Nel frattempo Matteo Salvini si aggiudica un altro comune, finanche del Sud Italia. Manco a pensarlo. È un dato di fatto, che sta dilagando a macchia d’olio. Il popolo del Sud Italia vuole Salvini. La politica messa in campo da “Capitan Matteo” vince a favore dei bisogni di un popolo che cerca riscatto e sicurezza, vuole legalità e un’economia equa su tutto il BelPaese. E si affida a Matteo Salvini. Tuttavia non son mancate malelingue politiche sulla decisione di Franco Landella.
«Abbiamo parlato non di poltrone, non di incarichi ma di Foggia, di lavoro, infrastrutture, sanità e futuro –ha precisato Matteo Salvini dopo “l’incoronamento” di Landella, con tanto di medaglietta di Alberto da Giussano sulla giacca-. Quello di oggi non è un punto di arrivo ma un punto di partenza. Non c'è nessun accordo. C’è il sindaco che con tanti amministratori locali aderisce alla Lega senza aver chiesto niente e senza aver ottenuto niente».
Settembre è alle porte e le elezioni regionali, referendum a parte su cui si dovrebbe far più chiarezza, sono prossime. Foggia è della Lega; vedremo sa la Puglia rimarrà con Emiliano e andrà con Fitto e Lega insieme.
“Plaudo al successo di Franco Landella che ha saputo parlare al cuore della gente, nonostante una ignobile campagna di odio e di diffamazione orchestrata dalla sinistra, sconfitta senza se e senza ma”. Così l’On. Paolo Agostinacchio all’indomani del voto che ha suggellato la conferma del Sindaco Landella al governo della Città. “Evidentemente la sinistra si è trovata a corto di argomentazioni – continua Agostinacchio – perché ha avuto la stupefacente capacità di retrodatare la campagna di 15 anni, nel tentativo maliardo di distogliere l’attenzione degli elettori da un dato che è oggettivo: il risanamento dei conti dell’Ente operato dal centrodestra”. “Ma non è tutto – continua – perché la sinistra è stata capace di mettere in scena il solito antifascismo di ritorno, utilizzato a scoppio ritardato quale cortina fumogena del niente, avviando una caccia alle streghe che non esito a definire vile e del tutto improvvida anche nei conflitti più aspri. Ma Landella ha saputo reagire con fermezza, a viso aperto e con argomenti di sostanza, per questo ha vinto “ed io con lui”, tenuto conto di uno scarto di voti non certo lieve”. Poi l’On. Agostinacchio guarda al futuro della Città. “Ora bisogna pensare al domani, lavorare per il futuro dei nostri figli, perché finita l’epoca dei vincoli si possa mettere mano ad una politica occupazionale, della casa, dell’arredo urbano, attraverso l’utilizzo delle infrastrutture materiali ed immateriali esistenti”. “Già in passato – rileva l’ex Sindaco di Foggia – l’Università è stata accanto al Comune che, come la storia ricorda, ebbe a promuoverla. E’ auspicabile una collaborazione molto intensa ed innovativa, posto che nel mondo moderno, mi hanno insegnato che il possesso della conoscenza sostituisce il possesso delle risorse, che diventano secondarie e quindi residuali”. “Auguro buon lavoro a Franco Landella, ai tanti eletti nell’Assemblea Comunale, tra i quali vedo amici di vecchia data insieme a giovani di nuova speranza per la crescita della nostra Comunità. Spiace non poter rendere all’avversario l’onore delle armi, vista l’azione di chilleraggio politico messo in scena anche contro la mia persona ed il mio operato politico, ridicolmente portando le lancette della storia in un passato di cui vado fiero ed orgoglioso, come gli eventi hanno dimostrato in maniera solare”. “Ancor di più non meritano alcuna riflessione coloro i quali - cambiando gattopardescamente area di appartenenza - hanno inteso aggredire le persone ed il loro operato, di cui peraltro in passato ebbero a condividere percorsi e scelte politiche. Atteggiamenti che si commentano da soli, anche perché Foggia e i Foggiani hanno saputo fare giustizia in nome della verità. E tanto mi soddisfa non poco”.
Il giorno dopo la cerimonia ufficiale di chiusura del del Campionato Europeo Cadetti e Giovani di Scherma Foggia 2019, che ha portato la nostra città alla ribalta internazionale, il Sindaco del capoluogo Franco Landella ha voluto rilasciare un commento a consuntivo:
«Le intimidazioni criminali sono un fenomeno che non può più essere tollerato. –dichiara il Sindaco di Foggia Franco Landella, in relazione agli attentati alla friggitoria “Mordi e Gusta” e alla profumeria “Gattullo” del capoluogo.- Esprimo indignazione, oltre che la più sentita solidarietà ai proprietari egli esercizi commerciali, per questa vergognosa condizione di esposizione alla prepotenza della malavita cui molti imprenditori sono costretti a sottostare. I gesti in sé sono inaccettabili, ma lo è ancor di più l’arroganza di ripeterlo –nel caso dell’incendio alla friggitoria- poche ore dopo che il primo era stato sventato. Un episodio che -salvo risultanze contrarie- attesta la recrudescenza del fenomeno estorsivo e che deve far concentrare su questo aspetto gli sforzi della Magistratura e delle Forze dell’Ordine già notevoli e spesso coronati da importanti successi. Dobbiamo cancellare un fattore criminale che ostacola lo sviluppo del nostro territorio e contribuisce in maniera determinante a farci stazionare nelle posizioni più basse di alcune classifiche sulla qualità della vita nelle province italiane. In questi giorni, chiederò al Prefetto un incontro per studiare le strategie di intervento più efficaci e determinare l’apporto che l’Amministrazione può dare in una lotta che, oltre che riguardare la legalità, riguarda il grado di civiltà di una società moderna e delle sue comunità cittadine».
Il tradizionale concerto e i fuochi del Ferragosto a Foggia, questa sera non avranno luogo, in segno di cordoglio per le vittime del Ponte Morandi a Genova. La decisione è stata presa dal Sindaco Franco Landella come simbolo della partecipazione della comunità foggiana al dolore dei familiari e del rispetto per tutti coloro i quali sono ancora impegnati nei lavori di recupero delle eventuali altre vittime del tragico evento. "La festa patronale in onore della Madonna dei Sette Veli è e deve restare principalmente una celebrazione religiosa -ha sottolineato il sindaco Landella- e la devozione mariana ci spinge ad un momento di riflessione e di preghiera per chi è scomparso e per chi soffre. Avremo tempo per dedicarci alla musica e agli aspetti ludici del Ferragosto foggiano in un altro giorno". Il concerto ed i fuochi del Ferragosto si svolgeranno domenica 19 agosto. Lo ha diramato il Sindaco in Cattedrale attraverso la Curia di Foggia prima della solenne funzione religiosa.