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Nota stampa dello schieramento civico “La Rinascita Possibile”.

«I lavori di sistemazione di Piazza Beneficenza e della Villa Comunale sono stati assegnati alla ditta appaltatrice il 21 gennaio 2021 con l’obbligo di terminarli entro il 19 settembre 2021. È vero che l’impresa ha ancora 45 giorni a sua disposizione, ma non si può disconoscere che l’Assessore Fusilli è venuto meno al suo ruolo di programmare l’esecuzione dei lavori tramite il Responsabile del Procedimento. Infatti, sarebbe bastato dare priorità ai lavori della Piazza rispetto a quelli della Villa per limitare il disagio che gli operatori della zona stanno affrontando. La superficialità del Vicesindaco Fusilli ha costretto alla chiusura il Ristorante Belvedere.

Lo Schieramento Civico “La Rinascita Possibile” esprime la propria solidarietà verso i proprietari e i lavoratori del Ristorante e stigmatizza il comportamento superficiale del Sindaco d’Arienzo e dell’Assessore Fusilli».

Rapina sfumata per due pregiudicati di Foggia che ieri hanno tentato il colpo al Centro Commerciale Gargano, in località Macchia – Monte Sant’Angelo.

A finire in manette sono stati Foggia L.I. e B . F.

Dalla ricostruzione dei Carabinieri di Monte Sant’Angelo, che sono intervenuti prontamente alle ore 19:40 di ieri 03 agosto 2021, i due rapinatori avevano dapprima tentato di asportare degli zaini dalla Conad, presumibilmente con l'intento (tecnica già usata lì in più di una occasione ) di riempirli di ulteriore merce. Poi non contenti per non andare via a mani vuote trafugavano un monopattino elettrico di un dipendente del centro commerciale, benché lo stesso lo avesse ben chiuso e celato.

 All' uscita, mentre erano intenti a prendere il largo, venivano bloccati da una pattuglia dei Carabinieri di Monte Sant’Angelo che recuperata la refurtiva la consegnavano al legittimo proprietario ponendo in arresto i due ladri.

Monte Sant'Angelo si sta preparando a dovere per un appuntamento di grande spessore dedicato alla mountain bike cross country con la seconda edizione della XCO dei due Siti Unesco in programma sabato 28 agosto.

L'edizione pilota del 2020 ha evidenziato con soddisfazione l’impegno e la passione della società organizzatrice Mtb Monte Sant’Angelo Race Team che nasce dall’ottobre del 2019 dalle ceneri del vecchio gruppo dirigenziale, calamitando l’attenzione degli appassionati di mountain bike attraverso l’organizzazione di granfondo e marathon.

Un'altra bella opportunità per omaggiare i due siti Unesco (le tracce longobarde del Santuario dell’Arcangelo Michele e le faggete vetuste della Foresta Umbra) dove natura, storia, tradizioni, cultura e gastronomia convivono armoniosamente insieme, valorizzando ancora di più lo stretto legame con un evento ciclistico dedicato alla mountain bike, le cui emozioni verranno vissute non sullo sterrato bensì in pieno centro storico tra strappi, discese e ciottolato.

Il sodalizio Mtb Monte Sant’Angelo Race Team sta curando in modo impeccabile tutti i dettagli per un evento che ha dalla sua parte la sinergia con l’amministrazione comunale di Monte Sant’Angelo, il patrocinio dell’ente Parco del Gargano, il sostegno di alcuni sponsor locali.

Nota stampa dello schieramento civico “La Rinascita Possibile”.

«Il nostro comunicato sull’apposizione della cartellonistica pubblicitaria nella zona storica di Monte Sant’Angelo è stato originato dal dovere di affermare un principio universale comune a tutti i sistemi democratici: l’uguaglianza dei cittadini di fronte alle leggi.

La rimozione immediata di quella segnaletica dagli stalli posti di fronte la Basilica è un risultato apprezzabile, conseguenza di un primo intervento del Comando dei Vigili Urbani.

Tuttavia, non per una sorta di accanimento – sentimento che non ci appartiene – ma per evitare ulteriori, spiacevoli sviluppi di questa vicenda, ci preme sottolineare all’attenzione dei cittadini un’altra questione, che non può passare inosservata: una di quelle tre insegne pubblicitarie riportava una scritta particolare, con la quale si definisce “strada delle eccellenze” una via della nostra città. È fuori di ogni dubbio che l’Amministrazione Comunale non può consentire a un soggetto privato di definire autonomamente una qualsiasi arteria urbana “Strada delle Eccellenze, poiché ogni operatore o gruppo di operatori potrebbe definire tale la strada sulla quale insiste la propria attività imprenditoriale.

Lasciandosi scavalcare dai privati, volutamente o no, chi oggi amministra la nostra città non ci farebbe proprio una bella figura.

Pertanto, lo Schieramento CivicoLa Rinascita Possibile”, in spirito di assoluta serenità, invita il Sindaco d’Arienzo, da una parte, a vigilare affinché ciò non avvenga più e, dall’altra, a coinvolgere i cittadini e gli operatori economici in scelte di tal genere.

Una cosa è certa: non è accettabile che nella nostra città chi si alza prima la mattina ritiene di poter fare tutto quello che vuole!»

FOCUS:

- La Rinascita Possibile. Monte Sant'Angelo: «Il sindaco d'Arienzo ancora una volta calpesta il principio dell'imparzialità»

Venerdì 20 agosto 2021, a Monte Sant'Angelo, presso il chiostro "le Clarisse", alle ore 21 si alzerà il sipario de "La Collina tra masters e De André".

Organizzata dall'associazione di assistenza sociale "Genoveffa De Troia" del Centro Diurno dela comunità residenziale "Gheel", con il patrocinio del Comune di Monte Sant'Angelo, la collaborazione del Centro Salute Mentale di Manfredonia, la serata prevede che il laboratorio teatrale "Ridere insieme..." metterà in scena una rappresentazione degli ospiti, sempre impegnati a far conoscere il loro impegno culturale come cura.

L'ingresso è gratuito previa prenotazione da farsi al "Summit", tabaccheria in corso Vittorio Emanuele, n° 171.

Puntualmente Giovanni Ciliberti, medico e direttore emerito U.O. Malattie Apparato Respiratorio Policlinico OO.RR. Foggia e già amministratore di Monte Sant’Angelo, interviene sulle scelte fatte dall’attuale amministrazione comunale. A dargli il “LA” è la stessa Amministrazione con la nota stampa di presentazione del progetto di rilancio commerciale del centro storico, sindaco d’Arienzo: “Importante progetto per creare sviluppo economico”, pubblicata sul sito istituzionale del comune garganico. Molti sono i punti che Ciliberti ribatte. E lo fa uno per uno, argomentando con dati alla mano e l’esperienza di un amministratore che nel corso degli anni ha potuto osservare le dinamiche che hanno portato al declino di un territorio che col turismo avrebbe potuto vivere sogni beati. Invece ancora nulla di nuovo sotto il sole. E che sole… (ndr.)

a cura di Giovanni Cilberti

«Presentato come il rilancio commerciale e turistico del Rione Junno (RJ) e quindi come una grande opportunità di sviluppo economico per Monte, il progetto altro non è che "una minestra riscaldata" condita con vecchie idee di programmi elettorali irrealizzabili degli ultimi 30-40 anni.

Per rendere irriconoscibile questo "cappotto rivoltato" sono stati riportati

1 - lavori già realizzati nei pressi della Basilica fino ai Cappuccini (facenti parte di un finanziamento remoto di € 4.5 milioni destinati al recupero dei quartieri periferici degradati ed invece con un'azione alla "Robin Hood alla rovescia", spesi sul corso principale, in modo eticamente non corretto e forse illegittimo anche se con autorizzazione regionale);

2 - lavori in corso di realizzazione (villa comunale);

3 - lavori da iniziare (via Carlo d'Angiò finanziati dal PNG);

4 - altri interventi per oltre € 3 milioni, da realizzare su strade e piazze della buffer zone (zona castello, parte superiore del RJ) pubblicizzati più volte nell'ultimo anno e presentati oggi come l'inizio della trasformazione del Centro storico (CS).

Alla base del progetto di rilancio c'è la presunzione di modificare il flusso turistico (parcheggio/via Castello) spostandone una quota significativa nel RJ per favorire lungo questo percorso il sorgere di attività commerciali e punti di ritrovo. Per fare questo è stata ripescata dal cilindro delle vecchie idee dismesse della sinistra, quella dei parcheggi sotto la panoramica che allo stato dell'attuale viabilità del RJ è solo un'idea balzana perché non si può costringere chi parcheggia li, a salire a piedi centinaia di scalini per arrivare nei pressi della Basilica:

* Quanti occupanti di un pullman hanno l'età e la salute per essere sottoposti a questi test da sforzo cardiorespiratori?

* Quanti sono esenti da artropatie per poter scalare la montagna?

* E quanti altri ancora hanno la forza per portare su e giù una pagnotta di pane o un caciocavallo o una lattina di olio?

La faciloneria di questo piano sta nella NON RICERCA delle cause che sono alla base del mancato sviluppo commerciale del RJ (ridotte presenze turistiche con pernottamento; tipo di accessibilità al luogo tramite scalinate e con una sola strada carrozzabile, via Processionale che è stretta con curve pericolose e con forte pendenza; difficoltà e maggiori costi di gestione e di approvvigionamento; assenza del passeggio cittadino etc.).

Manca una previsione del flusso turistico dei prossimi 5-10 anni e quante e quali attività alla data di oggi e a 5-10 anni quel flusso permette.

Il piano di rilancio è un NON PIANO perché è privo di un'idonea progettualità tesa a rendere il RJ un insieme unico che preveda anche la possibilità di realizzare percorsi stradali diversi, non solo pedonali e di ampliare l'unica via carrozzabile esistente al fine di rendere fruibile e priva di barriere architettoniche la maggior parte dei locali.

In una visione globale i lavori di pavimentazione da realizzare in strade e piazze della buffer zone sono altra cosa e probabilmente anche in contrasto rispetto alla progettualità unica, non ancora esistente di cui necessita il RJ tanto da poter richiedere anche un loro parziale rifacimento.

In Italia dove sono stati realizzati parcheggi simili a quelli accennati sono state costruite cremagliere o scale mobili per permettere alle persone di non stramazzare prima dell'arrivo al luogo prescelto che per Monte è la Basilica.

In una situazione come l'attuale viene spontaneo chiedersi dove stanno i turisti per giustificare la nascita di nuove attività in centro storico?

Di sicuro se si trovassero degli arditi disposti ad accettare la sfida, in breve tempo e a loro spese capirebbero che la stagione a Monte dura solo 1-2 mesi.

Tutto questo è sufficiente per giustificare una tale scommessa?

Non vorrei che a Palazzo San Benedetto si stia confondendo il turismo che renderebbe il RJ una zona commerciale appetibile con:

* Il turismo di ritorno dei Montanari residenti altrove che al massimo incrementano i consumi alimentari e quelli dei pub per circa un mese;

* Il turismo mordi e fuggi legato a quanti restano a Monte per poche ore, specie nelle giornate di cattivo tempo, che in minima parte resta a pranzo;

* Il turismo religioso che è legato nella quasi totalità ai pellegrini che nel primo dopo pranzo arrivano in pullman da San Giovanni Rotondo. Questi rimangono in città solo alcune ore e dopo la visita a San Michele, ripercorrono in fretta via Castello per fare ritorno al parcheggio.

A Monte sono troppo pochi i turisti che pernottano.

In tutte le città turistiche del Gargano (Vieste, Peschici, Rodi) lo sviluppo dei centro storici è stata una conseguenza della massiva presenza dei turisti che alloggiavano in quelle città e NON VICEVERSA

Se si vuole sviluppare il CS bisogna impegnare risorse e competenze per favorire il pernottamento dei turisti visto che Monte ha tutti i requisiti che una città turistica possa offrire (mare, boschi, storia, cultura, monumenti, bellezza architettonica, due riconoscimenti UNESCO e innanzitutto il culto di San Michele).

Purtroppo senza alberghi, senza promozione a livello nazionale del territorio e delle sue eccellenze, senza le indispensabili progettualità e senza l'appropriazione della gestione della Foresta Umbra, il cui centro abitato sta nel nostro comune, non andremo mai lontano.

Sarebbe importante che la Regione Puglia cominciasse a presentare il conto chiedendo agli amministratori quali sviluppi in termini di posti di lavoro stabile nei vari settori le immense risorse trasferite a Monte abbiano creato.

Ecco perché niente di nuovo sotto il sole se non un giustificato grido che viene dal profondo dell'anima: FERMATELI!»

Nota stampa dello schieramento civico “La Rinascita Possibile”.

«Gli operatori economici hanno gli stessi diritti. Questa elementare veità non ha alcun valore per il Sindaco d’Arienzo. Stamattina, come dimostrato dalla foto pubblicata qui sotto, sono comparse ben tre pannelli pubblicitari sulla struttura di segnali stradali posta di fronte l’entrata della Basilica.

A nessun operatore commerciale, negli anni e nei mesi passati, l’Amministrazione Comunale ha consentito di apporre la propria segnaletica pubblicitaria sotto quella comunale, che risponde all’obiettivo della pubblica utilità. Il Sindaco d’Arienzo, però, ha fatto una incredibile e inaccettabile eccezione!

Perché?

Vi è un’autorizzazione formale?

Se sì, chi l’ha rilasciata?

Lo schieramento civico “La Rinascita Possibile” invita e diffida il Comandante dei Vigili Urbani a disporre la rimozione della segnaletica collocata sotto quella del Comune in quanto è stato violato il principio di imparzialità dell’azione amministrativa e della distinzione tra segnaletica meramente pubblicitaria e segnaletica di pubblica utilità».

Non si è fatta mancare la replica di Giuseppe Palumbo, Presidente di ECOGARGANO s.c.a.r.l., in merito a un articolo con video pubblicato sulla pagina web de La Gazzetta del Mezzogiorno, riportato a pedice della risposta.

«Egr. Direttore,

sono Giuseppe Palumbo, Presidente di ECOGARGANO s.c.a.r.l. e le scrivo per replicare doverosamente all’articolo redatto da Marisa Ingrosso, pubblicato il 27 luglio scorso dal Suo giornale e ripreso da molte testate locali, in merito ad una sua visita presso il Centro visitatori in Foresta Umbra.

L’articolo e il video relativi al “Museo – apocalisse” in Foresta Umbra, sono quanto meno ingenerosi e riportano una realtà del tutto contingente, facendola apparire come ordinaria. Quello che propriamente è definito Centro Visitatori è stato allestito dall’Amministrazione forestale dello Stato negli anni 70 del secolo scorso e viene ora gestito sulla base di una formale concessione dalla mia Cooperativa che, per inciso, utilizza anche il logo del Parco nazionale del Gargano, previo formale acquisto del relativo diritto.

Le iperboli nelle locuzioni e negli aggettivi adottati (selva/montagne di biciclette, spettacolo indecoroso, film dell’orrore, museo dell’apocalisse) rivelano una inspiegabile volontà di screditare e disprezzare ad ogni costo una realtà ben diversa da quella dipinta, visitata da centinaia di turisti ogni anno che mai hanno rimpianto con tanto rammarico di aver speso la somma di un euro e cinquanta centesimi per farlo .

Tanto anche alla luce del sopralluogo immediatamente esperito dai militari del Reparto carabinieri biodiversità di Umbra, in seguito alla pubblicazione dell’articolo.

Una maggiore obiettività avrebbe infatti sicuramente tenuto conto ed esplicitato che il Centro è stato visitato in una giornata di forte maltempo, allorquando il Personale addetto ha ritenuto di dovervi  ricoverare le biciclette (che servono a rendere un servizio ai visitatori e che sono tenute ordinariamente fuori, all’aperto) altro materiale e il proprio cane (regolarmente detenuto e denunciato all’anagrafe canina) e stava provvedendo, approfittando dell’assenza di visitatori, alla pulizia dei locali imbrattati in maniera particolare dagli stessi turisti durante il giorno precedente, per la presenza delle medesime condizioni meteo (forte pioggia). Un po’ di temporaneo disordine, sicuramente; ma è proprio definire “spettacolo indecoroso” la presenza di un secchio dell’acqua (che non era dunque per il cane), strofinacci e carta utilizzati per la bisogna?

Le bestie imputridite e ammuffite non esistono. Si tratta di una collezione di fauna imbalsamata (nessun esemplare è stato ucciso per lo scopo: si tratta di animali sequestrati a bracconieri) o conservata in etere esposta con finalità educative e dimostrative che viene costantemente e attentamente manutenuta per salvaguardarla dagli attacchi di agenti decompositori: con successo a giudicare dal fatto che rimane sostanzialmente la stessa ormai da decenni.

Mi consenta poi di precisare che Il Centro Visitatori non è il cuore della Foresta Umbra. Il cuore della Foresta è la Foresta stessa con la sua solenne armonia che solo chi vi si accosta con tutti i sensi aperti a percepirne i suoni, i colori, i profumi, le emozioni che sa dare, riesce a percepire.

Ecogargano è una cooperativa che da 25 anni si occupa di gestione di monumenti, musei e siti di interesse storico e ambientale. Da 25 anni è presente sul territorio con le sue attività di Educazione Ambientale con progetti finanziati oltre che dall’Ente Parco Nazionale del Gargano anche dalla Regione Puglia. I nostri operatori sono tutti guide ambientali, escursionistiche o turistiche iscritte agli albi regionali e, seppur tutto sia migliorabile, non abbiamo mai subito critiche così distruttive. Avrei preferito che la dott.ssa Ingrosso, così come ha telefonato al presidente dell’Ente Parco Nazionale del Gargano, chiamasse il Presidente della Cooperativa, direttamente responsabile, e magari chiarisse tutto quanto.  Poi avrebbe potuto scrivere il suo articolo, sicuramente con maggiore consapevolezza. Non è facile per una struttura come la nostra tenersi in piedi dopo due anni di dura pandemia e certamente un intervento di pulizia dei locali non può trasformarsi in una occasione di discredito.

Siamo certi che appena lei, Direttore, la dott.ssa Ingrosso e il Presidente del Parco troviate un momento libero per poter fare un’escursione nella Foresta Umbra e visitare il Centro, così come meriterebbe di essere visitato, magari accompagnati da una Guida Ufficiale del Parco Nazionale del Gargano, quale io sono, possiate ricredervi e magari promuovere questi luoghi come meriterebbero.

Con stima».

Di seguito l'articolo di Marisa Ingrosso pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno il 27 luglio2021
(https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/gallery/foggia/1317839/gargano-nel-cuore-della-foresta-umbra-il-museo-apocalisse.html)

Gargano, nel cuore della Foresta Umbra il museo-apocalisse

Una selva di biciclette, cibo per cani, sporcizia, animali impagliati e rettili imputriditi da film dell’orrore e tu che paghi pure l’ingresso per vedere questo spettacolo indecoroso e stringi con sdegno il talloncino ceruleo che t’hanno rilasciato. Vi è stampigliato su «Carabinieri Biodiversità» e «Foresta Umbra (FG)». È con quel talloncino che studiosi e visitatori da ogni parte del mondo fanno il loro ingresso in quello che è, che dovrebbe essere, il cuore della Foresta Umbra, spettacolo vivente patrimonio Unesco, vetrina internazionale di Puglia, coi «bolli» di Parco, Arma e Ministeri. Lì, in quel caseggiato che sorge approssimativamente davanti al gabbione in cui sgambettano i daini, ha sede il Museo Naturalistico e il Centro Visitatori.
Sulla strada una grossa «i» su fondo giallo attrae l’attenzione. Con, in bella mostra, i simboli di Ecogargano s.c.r.l. e del Parco Nazionale del Gargano, il cartello annuncia:

CENTRO VISITATORI
Foresta Umbra
MUSEO NATURALISTICO

Una freccia e le promettenti scritte «Carta dei sentieri», «Escursioni» e «Bookshop» indicano la via. Accanto, un altro cartello spiega che Museo Naturalistico e Centro visita della Foresta Umbra sono in gestione a Ecogargano s.c. r.l. e che sono entrambi aperti solo otto ore al giorno, mesi invernali esclusi, ovvero «dalla domenica delle Palme al 4 di ottobre, dalle ore 10 alle ore 18».

Il pannello tiene a puntualizzare che «presso il centro visite è possibile: prenotare visite guidate nell'intero territorio del Parco Nazionale del Gargano; prenotare escursioni guidate, notturne e diurne nella Foresta Umbra» e, in ultimo, «noleggiare mountain bike». Quasi non ci si fa caso a quel «mountain bike». E, invece, come in ogni film dell’orrore, la trama è rannicchiata nei dettagli.

Una selva di bici accoglie i visitatori sulle scale. Varcata la soglia uno stanzino angusto zeppo di gadget impolverati. Sul pavimento sporco balza in piedi un grosso cane. L’Alaskan Malamute, mastodonte peloso selezionato dagli esseri umani per la caccia agli orsi polari, viene prontamente portato via. Sparisce di scena, ma sottovalutarne la presenza è un altro «errore». Perché in questo Museo da apocalisse, due sono i veri protagonisti. No, non la scienza, la flora, la fauna, i fossili. No. Lì si paga il biglietto per vedere montagne di «mountain bike» e la stanza del cane. Quest’ultima si trova nella sala in cui troneggia il plastico del Gargano. Bici sono disposte lungo due pareti. Resiste l’odore di fumo. Un posacenere stracolmo e fazzoletti lordi o cartaccia giacciono sul profilo della finestra spalancata. Poco più in là, un sacchetto zeppo di pallini marrone lascia intendere che il cane è nutrito a cibo secco. Ciò che è posto poco distante, per terra, nella stessa sala espositiva, leva ogni dubbio sui gusti del quadrupede: una grossa coppa di un lezioso rosa mette in mostra gli avanzi del cibo del cane, pallini marrone e biscotti a forma di osso. Roba che mette una gran sete e, infatti, accanto c'è un secchio d’acqua, a dire il vero non proprio pulita, per farlo bere.

In questa sala espositiva (la sala da pranzo del cane), un foglio imbustato nel cellophane penzola sghembo dalla parete. Su carta intestata del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, il Corpo Forestale dello Stato, Ufficio territoriale per la biodiversità, in Foresta Umbra elenca ogni bene «di proprietà dello Stato» ed esposta nella «stanza n.4 piano 1», ovvero dove mangia il cane. Segue l'elenco di «gigantografie montate in Perspex», il plastico del Gargano con la sua «copertura in plexiglas» e vari «quadri stampa trasparente in cibachrome», cioè le foto retroilluminate che allietano le ore della colazione del cacciatore di orsi polari. Tutti quei beni – spiega il foglio – sono stati consegnati il 28 marzo 2006.
Un paio di sacchi bianchi di non precisato contenuto fanno da piedistallo a un detersivo e a un rotolone. Ammutoliti da quello squallore, si guadagna la sala dell’archeologia. E lì l’unica buona notizia è che si visita velocissimamente: mucchi di ruote «carrararmate» impediscono di raggiungere buona parte delle selci preistoriche e dei reperti esposti. Biciclette, a dire il vero, se ne trovano tante anche nella sala degli animali del Parco, ma sono disposte in modo tale da consentire al visitatore di vedere da vicino quelle povere creature. Animali impagliati con l’occhio finto che penzola dall’orbita vuota, polvere, tracce, peli radi, code mozze. Nella zona rettili un pallido biacco, della famiglia dei colubridi viridiflavus, ha fauci aperte di gioia, se tutto va bene sarà il primo a lasciare quel posto: nel barattolo di vetro in cui l’hanno ficcato, buona parte dello spirito non c’è più e la parte esposta del suo corpo è coperto da vellutata muffa verdina. Presto sarà «libero».

Alla parete un manifesto reca un titolo a caratteri cubitali: TREMILA ANNI DI PREDICHE INUTILI. Seguono alcuni motti illustri. Il primo è un proverbio del X secolo a.C. che si deve, secondo la Bibbia, a re Salomone (Proverbi 21,20) e che riproponiamo perché appare davvero appropriato: «Vi son dei tesori preziosi e dell’olio nella casa del giusto, ma l’uomo imprudente li dissiperà».
Per dovere di cronaca, il presidente del Parco Nazionale, Pasquale Pazienza, chiarisce che «anche se è esposto il logo dell’Ente, noi con la gestione di quel Centro e del Museo non c’entriamo niente, niente». Il presidente parla di «sciatteria che mi deriva da un passato a me non noto» e promette di «metter mano al problema dell’uso del nome del Parco».

«In questo anno di paure e timori, l'unico Sindacato che ci è stato costantemente accanto e che si è confrontato con noi è lo SNALV Confsal, che ha sempre presentato emendamenti volti a farci tutelare e che continua costantemente ad aiutare anche i lavoratori inidonei alla mansione, dichiarati tali dal medico competente secondo la sorveglianza sanitaria eccezionale, che non è altro che un bluff, dal momento che la malattia "forzata" derivante dal giudizio di inidoneità temporanea assoluta alla mansione rientra nel computo del periodo di comporto.

Con enorme dispiacere abbiamo appreso che il Ministro del Lavoro Orlando non ha convocato il sindacato SNALV Confsal al tavolo tecnico inerente alla riforma del sistema pensionistico.

https://www.facebook.com/209434832810814/posts/1224357087985245/?sfnsn=scwspwa

Spiace constatare questa mancata convocazione, perché siamo certi che Snalv Confsal darebbe un validissimo contributo al Ministero competente anche in merito a proposte per "agevolare" il pensionamento di lavoratori come noi (affetti da patologie oncologiche, disabilità grave, patologie croniche invalidanti) che, per ovvi motivi di salute, è impensabile possano rendere, lavorativamente parlando, delle prestazioni massimali oltre una certa età anagrafica, laddove invece vi sia disponibilità di forza lavoro giovane ed in salute, purtroppo spesso non ancora impiegata.

Ci auguriamo che si possa quanto prima rimediare in tal senso e si dia la giusta considerazione a Snalv Confsal, che per competenze e dedizione all'ascolto dei bisogni di noi lavoratori "speciali" continua a contraddistinguersi».

Il gruppo "Lavoratori fragili uniti per sopravvivere" conta 700 persone ed è nato con lo scopo di condividere più informazioni possibili, in questo periodo di pandemia, tra lavoratori cosiddetti fragili (persone con grave disabilità, immunodepressione, patologie oncologiche, in terapia salvavita, con trapianto d'organo, etc. etc.), impossibilitati ad eseguire lavoro agile per mansione. 

Su Facebook: https://www.facebook.com/groups/776625476490567/?ref=share

a cura del prof. Giuseppe Piemontese - Società di Storia Patria per la Puglia.

L’attuale situazione socio-politica dell’intera Capitanata, ci porta ad esaminare l’intero contesto sociale delle città daune, ma in particolare quello del Gargano, per anni identificato con la “quarta mafia”, senza che si prenda in considerazione che la maggior parte della comunità garganica è estranea a tale fenomeno. Tutti sanno che la mafia garganica è scaturita da una faida interna  fra alcune famiglie agro-pastorali, tale da creare i presupposti per far sì che ogni offesa potesse essere saldata con l’uccisione o l’eliminazione del rivale. A tale assunto la comunità garganica nella sua generalità è stata quasi sempre estranea e ha condannato sempre ogni abuso e ricorso alla violenza. Purtroppo ciò non è bastato a fermare le numerose uccisioni fra i clan garganici, tanto da allargarsi poi a quelli dell’intera Capitanata. Tale fenomeno ha gettato un’ombra nefasta sull’intera comunità, tanto che oggi, quando si parla di “quarta mafia”, subito si fa riferimento all’intero contesto socio-economico, non solo della città di Monte Sant’Angelo, ma anche di Manfredonia, Vieste, Sannicandro Garganico, San Severo giungendo poi al capoluogo di Foggia.

In tutto questo, purtroppo, ciò che rende grave la situazione è il coinvolgimento, in parte, della politica e, quindi, delle istituzioni, attraverso i suoi rappresentanti, tanto da gettare discredito su una intera classe politica degli ultimi vent’anni, che poi ha portare allo scioglimento di diversi comuni garganici e dauni, fra cui Monte San’Angelo, Cerignola, Mattinata, Manfredonia, e probabilmente anche Foggia. Del resto in questi ultimi anni la classe politica, a dire il vero, ha mostrato poca serietà e poca moralità, tanto da giungere, come abbiamo detto, allo scioglimento di vari comuni. Tutto ciò è molto grave sul piano istituzionale e sul piano politico-culturale, tanto da ripercuotesi su una intera comunità che purtroppo ne subisce le conseguenze. Vedi per esempio la crisi occupazionale in varie città della Capitanata, fra cui l’emigrazione di tanti giovani verso il Nord, tanto da coinvolgere intere famiglie del ceto medio. Fenomeno che, secondo noi, è da imputarsi, non solo alla criminalità organizzata, ma anche alla mancanza di progettualità da parte  della politica e, quindi, delle istituzioni, nonché da parte anche della classe imprenditoriale, che spesso ne condiziona sia la politica che il malaffare. Gente che è abituata a ricattare e a minacciare, mettendo in cattiva luce l’intera comunità locale, che spesso è estranea a tale contesto e, quindi, alla stessa criminalità organizzata. Gente senza moralità e senza principi etici, che purtroppo oggi la troviamo non solo nell’organizzazione mafiosa, ma anche in altre parti, tanto da creare i presupposti per una profonda crisi di fiducia della gente nella stessa politica e, quindi, nelle stesse istituzioni, il cui compito dovrebbe essere quello della giustizia sociale e della equità territoriale.

Agendo in questo modo, oggi, si offende l’onore e la dignità di una intera comunità, che secondo noi, per la maggior parte è estranea ad ogni azione basata sulla prevaricazione dei propri diritti e dei propri doveri. Né a tale proposito i mezzi di comunicazione, come la TV e i giornali, riescono a spiegare, su basi scientifiche il fenomeno della criminalità mafiosa del Gargano, se non con una generale identificazione fra Gargano=Mafia o viceversa. E oggi purtroppo ci troviamo anche ad affrontare l’utilizzo del cinema per quanto riguarda un probabile film sulla Mafia Garganica da parte di alcuni registi, che si vogliono mettere in mostra, senza una dovuta preparazione sociologica del fenomeno.

Purtroppo, uno dei grossi problemi che attanaglia la Capitanata, oggi, è la mancanza di lavoro, ma soprattutto l’assenza di una classe intellettuale che potesse far sentire alta la propria voce e ne spiegasse le ragioni e le cause che hanno determinato la nascita del fenomeno mafioso in terra garganica. In altri termini, oggi, i migliori elementi più qualificati sul piano  culturale e sociale, vengono emarginati non tanto dal potere mafioso, quanto soprattutto del potere politico e, quindi, dalle istituzioni, che governano le città, tanto da fare terra bruciata intorno ad esse, con la loro sete di potere, a danno della democrazia e della partecipazione della comunità nella gestione della cosa pubblica. Ormai, a livello generale, la politica non è più al servizio della comunità, ma solo al servizio di pochi che si credono padroni di ogni cosa, mentre si continua a fare e a svolgere  passerelle con i soldi pubblici. Del resto, quando in una istituzione, mancano democrazia, partecipazione, condivisione, dibattito critico, principi etici e morali, nonché  l’abolizione di regolamenti e ordinamenti istituzionali, come la Consulta della Cultura a Monte Sant’Angelo, tutto diventa funzionale ad una realtà che, invece di essere inclusiva,  è esclusiva, presi come sono  nella loro sete di potere.

Ritornando al possibile film sulla Mafia Garganica, non vorremmo che la finalità fosse sola quella di identificare la comunità garganica con il fenomeno criminoso della mafia locale, di cui, secondo noi, è solo un fenomeno circoscritto, di violenza fra famiglie mafiose e quindi criminali.

Oggi è giunta l’ora di far sentire, da parte di tutte le popolazioni locali, il proprio disprezzo e lo sdegno verso tutti quelli che usano il potere mafioso e il potere politico a fini propri, danneggiando così in maniera deleteria la dignità e l’onorabilità di un popolo e di intere città, che nel passato si sono distinte per Storia, Cultura, Civiltà e Onorabilità.

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