La Guardia Costiera conferma il proprio impegno - in dipendenza funzionale dal Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste - nella vigilanza sulla filiera della pesca. Un’attività continua che ha lo scopo di verificare il rispetto delle vigenti disposizioni nazionali ed internazionali in materia di tutela delle risorse ittiche e dell’ambiente marino.
Proprio in occasione dell’incremento di domanda dei prodotti ittici che si registra in prossimità delle festività natalizie, la Guardia Costiera ha rafforzato il proprio impegno nel contrasto alle attività di pesca illegale, allo scopo di scongiurare tutti quei comportamenti illegali che compromettono il prodotto ittico, soprattutto “Made in Italy”.
L’operazione complessa “SpINNaker” (INN, acronimo di Pesca Illegale Non dichiarata e Non regolamenta), in corso in questi giorni su tutto il territorio nazionale e che si protrarrà fino al mese di febbraio, vede in campo donne e uomini della Guardia Costiera impegnati in controlli, sia a terra che in mare.
Tre le fasi dell’operazione in corso: una prima fase detta di “analisi”, che ha avuto luogo dal 13 al 30 novembre ed è servita a individuare i “target” di interesse, individuando le unità navali e gli operatori commerciali destinatari di un’eventuale verifica durante l’attività operativa; a questa ha poi fatto seguito una seconda fase “operativa” - dal 1 al 15 dicembre -, che ha permesso di attuare un contrasto diretto alle attività di pesca illegale, attraverso l’esecuzione delle verifiche preventivamente pianificate; infine, seguirà una terza fase durante la quale, in considerazione del particolare periodo dell’anno e della specificità delle realtà locali, i Comandi territoriali potranno orientare meglio la loro azione di controllo.
L’obiettivo principale è quello di prevenire, individuare e contrastare qualunque forma di illegalità che possa pregiudicare in maniera significativa gli stock ittici e alterare il principio di leale concorrenza sul mercato a causa di comportamenti disonesti, che possano indebolire anche la capacità del cittadino di autodeterminarsi correttamente nella scelta del prodotto ittico. Un’operazione questa che tutela anche la maggioranza degli operatori del settore che agiscono nel rispetto della normativa e garantiscono prodotti di elevata qualità, primi fra tutti quelli provenienti della pesca italiana artigianale e costiera.
Il dispositivo messo in campo - coordinato a livello nazionale dal Centro di Controllo Nazionale Pesca del Comando Generale della Guardia Costiera di Roma, e articolato a livello territoriale sui Centri di Controllo Area Pesca (CCAP) delle 15 Direzioni Marittime regionali - ha portato, ad oggi, all’effettuazione di 10.850 controlli e che consentiranno agli italiani di acquistare sul mercato prodotti ittici sicuri garantiti.
Questi i dati salienti: 636 illeciti tra amministrativi e penali, 211 attrezzi da pesca sequestrati, 6 esercizi commerciali chiusi; sanzioni pecuniarie che ammontano a oltre 1 milione di euro, per un totale di 218 tonnellate di prodotto ittico sequestrato.
Numeri che rientrano nello sforzo complessivo posto in essere nel corso del 2023 dalla Guardia Costiera nella sua funzione di controllo del settore della pesca, in linea con gli obiettivi proposti dal Ministero dell'agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste.
Nel 2023, infatti, è di oltre 7,5 milioni di euro l’importo totale delle sanzioni comminate, con oltre 500 tonnellate di prodotto irregolare sequestrato. Ma non solo. Nel corso dell’anno l’azione di contrasto alla pesca illegale ha permesso di effettuare sull’intero territorio nazionale circa 110.000 verifiche e ispezioni approfondite sia in mare che lungo la filiera commerciale: dall’analisi dei dati è risultato che la maggior parte degli illeciti è avvenuto nell’ambito della tracciabilità del pescato, a causa di prodotti ittici non genuini (etichettati come “nostrani”) o non etichettati, spesso provenienti dall’estero.
In particolare per quanto riguarda il Compartimento Marittimo di Manfredonia nel corso dell’operazione SpINNaker sono state portate a termine diverse operazioni di polizia marittima a tutela della risorsa ittica e che hanno visto coinvolti anche mezzi aerei appartenenti al 3° Nucleo Aereo di Pescara, motovedette di tutto il compartimento marittimo e pattuglie terrestri. L’attività posta in essere ha riguardato tanto i centri di distribuzione di prodotti ittici presenti sul territorio quanto le condotte contra legem da parte delle unità da pesca con particolare riferimento a quelle impiegate nella pesca dei molluschi bivalvi a nord Gargano. Nel periodo dell’operazioni sono state elevate numerose sanzioni amministrative per un totale che supera i 30.000,00, mentre sono stati sottoposti a sequestro 1.400 (millequattrocento) kg di prodotto ittico.
nota del consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani.
“Dopo sette mesi dall’entrata in vigore della mia legge per il fermo pesca triennale dei ricci nei mari pugliesi, la giunta regionale ha approvato oggi le sanzioni per i trasgressori. Dal 5 maggio la legge è stata in vigore, con tutte le sue prescrizioni. Ora saranno applicate le sanzioni previste dall’art. 11, comma 1 del decreto legislativo 9 gennaio 2012, n. 4 (Misure per il riassetto della normativa in materia di pesca e acquacoltura, a norma dell'articolo 28 della legge 4 giugno 2010, n. 96): una sanzione amministrativa pecuniaria da 2mila a 12mila euro, a meno che il fatto non costituisca reato. Oltre alla multa, per i pescatori subacquei professionali è prevista la revoca immediata dell’autorizzazione alla pesca subacquea professionale, che non potrà riottenere per i successivi tre anni. È prevista inoltre l’esclusione dal progetto di monitoraggio e di recupero ambientale ed eventuale risoluzione anticipata e recesso del contratto stipulato con l’Agenzia Agris. In caso di prelievo involontario di esemplari di riccio di mare da parte di qualunque soggetto, la cui natura accidentale deve essere debitamente giustificata e comprovata, gli esemplari devono essere immediatamente rigettati in mare nel luogo in cui sono stati pescati.
Questo quadro sanzionatorio, che doveva essere pronto entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge e che ho più volte sollecitato, finalmente ha superato le pastoie della burocrazia, anche grazie al pungolo dell’assessore all’agricoltura e alla pesca Donato Pentassuglia. Per supplire a questa mancanza, avevo proposto un emendamento per dare un quadro di riferimento alle Capitanerie di Porto che sono tenute ad erogare le sanzioni nei confronti dei trasgressori, attenendosi a quelle previste durante il periodo di fermo pesca biologico. Le sanzioni approvate oggi dalla giunta danno finalmente una bussola e ribadiscono la gravità del prelievo di ricci di mare durante tutto il periodo di fermo triennale votato dal Consiglio regionale. Resta impellente la necessità di cercare di salvare una specie ormai in estinzione, da cui dipende l’equilibrio dell’ecosistema marino. La legge – che vieta il prelievo, la raccolta, la detenzione, il trasporto, lo sbarco e la commercializzazione dei ricci di mare e dei relativi prodotti derivati freschi – è stata figlia di un lavoro lungo e complesso di concertazione con pescatori e ristoratori, mondo scientifico e ambientalisti. Siamo tutti chiamati a rispettarla e a farla rispettare. E chi trasgredisce, sappia che va incontro a sanzioni severe.
Ma il mio impegno per dare completa esecuzione a questa legge, sottoscritta da 49 consiglieri regionali, non si ferma qui. Il 3 aprile scorso ho presentato una mozione per impegnare la giunta regionale a stanziare le risorse necessarie a ristorare i nostri pescatori con licenza durante lo stop triennale, attraverso un avviso pubblico. L’impianto originario della legge prevedeva anche risorse per il monitoraggio dei fondali per misurare gli effetti del fermo, e fondi per la comunicazione e sensibilizzazione su questo provvedimento a tutela del nostro mare. E continuerò a premere affinché anche queste misure vengano finanziate e applicate”.
nota del deputato pugliese di Forza Italia, Giandiego Gatta.
"Sono soddisfatto: la Camera ha appena approvato quasi alla unanimità, sia pure subordinandolo ai vincoli di finanza pubblica, il mio ordine del giorno in favore delle imprese ittiche, che impegna il Governo a rinnovare la misura del credito di imposta per l’acquisto del carburante, necessario all’esercizio dell’attività, anche per il primo semestre del 2024. Una misura per far fronte al caro-energia che ha duramente provato il settore: si consideri che il carburante è arrivato a incidere sul bilancio delle imprese ittiche per il 70% dei costi complessivi. Dopo un importante sostegno giunto alle nostre marinerie, gli imprenditori hanno dovuto affrontare ancora il continuo aggravio dei prezzi senza alcun sollievo. Per questo, oggi la Camera dei Deputati ha lanciato un chiaro e importante messaggio di vicinanza e sensibilità ed ora attendiamo che il Governo valuti l'opportunità di accogliere quanto è stato indicato dal Parlamento”.
AGGIORNAMENTO del 20/10/2023
A causa di imprevisti, l'evento denominato Sea Food, previsto per la giornata odierna presso le Ex Fabbriche, è stato rimandato a data da destinarsi. Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi alla mail ufficiale del progetto MyFuture: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
La pesca è un settore economico fondamentale per Manfredonia, a cui si connette un profondo valore culturale e identitario della comunità.
Sono centinaia i lavoratori e moltissime le famiglie che dipendono direttamente o indirettamente dalla pesca e della trasformazione del pescato.
Armatori, operatori dei pescherecci, lavoratori delle aziende di trasformazione e commercianti di prodotti ittici sono parte di una filiera produttiva che potrebbe garantire ancora più lavoro e reddito alla comunità sipontina se fossero utilizzate al meglio le opportunità e le risorse offerte dalle politiche comunitarie.
Per promuoverne la maggiore e migliore comprensione ed esaminare le potenzialità del mercato del lavoro in questo ambito si terrà il "Job Day SeaFood - Orientamento alle politiche comunitarie del settore pesca".
L’evento è parte del progetto "My Future” vincitore del bando regionale per il potenziamento dell'orientamento formativo e lavorativo, denominato "Punti Cardinali", che ha come capofila il Comune di Manfredonia.
Il Job Day si svolgerà venerdì 20 ottobre 2023, presso le Ex Fabbriche San Francesco in via San Francesco (di fronte la chiesa San Francesco), e rappresenterà un'importante occasione per pescatori, studenti, professionisti del settore e tutti coloro che vorranno approfondire la conoscenza delle politiche comunitarie e degli strumenti finanziari legati alla pesca.
All’incontro parteciperanno:
- Paolo Tiozzo – Presidente Federagri Pesca
- Gilberto Ferrari – Direttore Federagri Pesca
- Nunzio Stoppiello – Presidente Associazione Armatori Manfredonia
- Matteo Gentile – Direttore Ente di Formazione Smart Lab
- Michela Cariglia – CEO AI4 Skills
Al convegno saranno presenti, inoltre, l’on. Giandiego Gatta, l’assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro Sebastiano Leo, il presidente della V Commissione Ambiente del Consiglio regionale Paolo Campo, il sindaco di Manfredonia Gianni Rotice e il vice sindaco e assessore comunale allo Sviluppo e Occupazione Antonio Vitulano.
"È attivo il bando regionale che assegna sostegni economici al settore produttivo della mitilicoltura. Con una dotazione finanziaria di 300mila euro, infatti, le imprese di molluschicoltura, titolari di superfici in concessione per la coltivazione dei mitili, potranno richiedere il contributo rinveniente dal Fondo di solidarietà per il settore della pesca e della mitilicoltura che la Regione Puglia ha prontamente messo a disposizione, per andare incontro alle difficoltà del settore gravato anche dalla crisi economica in atto”. Lo rende noto Donato Pentassuglia, assessore all’Agricoltura della Regione Puglia.
“Si tratta di un sostegno importante soprattutto per Taranto – ricorda Pentassuglia - dove l’attività della mitilicoltura è largamente diffusa ed è fonte di reddito per numerose famiglie. Questi i requisiti richiesti per accedere al bando: essere titolari di un’impresa di molluschicoltura, detentori di superficie in concessione per la coltivazione dei mitili, essere iscritti alla Camera di Commercio e possedere una concessione per la coltivazione dei mitili, essere iscritti alla Camera di Commercio e possedere una partita IVA. Il contributo minimo concesso non potrà essere inferiore a 1.000 euro”.
L’avviso pubblico è disponibile sul Burp n. 73 del 07.08.2023. È possibile chiedere informazioni all’indirizzo PEC Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Militari della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Manfredonia, coordinati dal Reparto Operativo Aeronavale di Bari, nell’ambito di specifici servizi di polizia economico-finanziaria, hanno svolto mirati controlli ispettivi in materia di lavoro sommerso nei confronti delle attività esercitate in mare.
In particolare, i finanzieri aeronavali, in due recenti distinte operazioni, hanno individuato quattro soggetti, che svolgevano, a bordo di motopescherecci della locale marineria, attività lavorativa in nero ed un soggetto che era imbarcato in modo irregolare.
I datori di lavoro avevano commesso varie omissioni connesse all’assunzione di parte del personale imbarcato. Nei tempi previsti non avevano, infatti, né effettuato la prescritta comunicazione preventiva al Centro per l’Impiego, né stipulato la “convenzione di arruolamento”; inoltre, non erano stati posti in essere tutti gli adempimenti di natura contributiva secondo quanto previsto dalla vigente legislazione in materia di lavoro e previdenza sociale. Infine, veniva riscontrata la mancata iscrizione degli imbarcati al ruolo di equipaggio in violazione al Codice della Navigazione.
Il lavoro nero è piaga per l’intero sistema economico perché sottrae risorse all’erario, mina gli interessi dei lavoratori, spesso sfruttati, e consente una competizione sleale con le imprese oneste.
I ricci di mare rischiano di estinguersi dai fondali pugliesi. Campo: "Fermiamo la pesca per 3 anni"
nota di Paolo Campo, presidente della V Commissione Ambiente del Consiglio Regionale.
"Il riccio di mare rischia di sparire dai fondali pugliesi, per questa ragione è necessario bloccarne la pesca per almeno un triennio.
È la previsione della proposta di legge che ho sottoscritto assieme ad altri consiglieri con l’obiettivo di sospendere per 3 anni il massiccio prelievo di questa preziosa specie, tanto massiccio da metterne a rischio l’esistenza stessa.
Ciò che non tutti sanno è quanto sia lungo e delicato il ciclo vitale del riccio di mare - impiega tra i 4 e i 5 anni per raggiungere la taglia minima di cattura: 7 centimetri di diametro totale, compresi gli aculei – e quanto i cambiamenti climatici stiano influenzando negativamente la sua riproduzione.
Il valore commerciale e la funzione ambientale, ripulire i fondali rocciosi da microorganismi dannosi per altre specie, motivano l’azione straordinaria a sua tutela. Anche considerando che sulle tavole dei nostri ristoranti sono sempre più presenti i ricci provenienti da Grecia e Spagna, dove abbondano.
Fermare la pesca per almeno 3 anni consentirà la ricostituzione delle colonie di questo bellissimo essere vivente oggi sempre meno presente nei fondali pugliesi".
La Regione Puglia investe nella sostenibilità, sicurezza, efficienza energetica, redditività e nello sviluppo di nuova imprenditoria giovanile nel settore della pesca. Sono stati difatti pubblicati i nuovi avvisi pubblici, a valere sul Programma Operativo del Fondo europeo per la politica marittima, la pesca e l'acquacoltura, FEAMP, per il periodo 2014-2020. Si tratta di interventi messi a punto dal Dipartimento regionale al ramo d’intesa con il partenariato socio economico, riunitosi lo scorso luglio 2022.
I bandi, di recente pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Puglia, riguardano:
la salute e la sicurezza (Misura 1.32) con sostegni a investimenti destinati migliorare le condizioni di lavoro, salute e igiene a bordo, dando altresì priorità alla salubrità del prodotto;
la diversificazione e nuove forme di reddito (Misura 1.30) attraverso il sostegno a investimenti per lo sviluppo di attività complementari, compresi investimenti a bordo, al turismo legato alla pesca sportiva, ristorazione, servizi ambientali legati alla pesca e attività pedagogiche relative alla pesca. Oltre alla diversificazione del reddito, l’intervento previsto dal bando contribuisce ad accrescere il livello di formazione dei pescatori su ambiti produttivi correlati alla pesca;
l’accrescimento del valore aggiunto, della qualità dei prodotti e dell’utilizzo delle catture indesiderate (Misura 1.42) che prevede investimenti volti a migliorare il valore aggiunto o la qualità del pesce catturato. Considerata la scarsità degli stock ittici, la misura in oggetto sostiene investimenti volti ad accrescere il valore commerciale delle catture;
il sostegno all’avviamento per i giovani pescatori (Misura 1.31) per stimolare la creazione e lo sviluppo di nuove attività economiche nel settore della pesca ad opera di giovani pescatori.
Due avvisi pubblici, inoltre, riguardano, l’efficienza energetica e la mitigazione dei cambiamenti climatici (Misura 1.41) che consentono di investire non solo in attrezzature - a condizione che non ne venga inficiata la selettività - o bordo volti in grado di ridurre l’emissione di sostanze inquinanti o gas a effetto serra, per aumentare l’efficienza energetica dei pescherecci. Ma anche in studi mirati per valutare il contributo dei sistemi di propulsione alternativi e della progettazione degli scafi sull’efficienza energetica dei pescherecci.
Inoltre – come rende noto l’assessore all’Agricoltura – è stato riaperto anche l’avviso pubblico che consente alle marinerie pugliesi di accedere al fondo di solidarietà per il settore della pesca, di cui molte attività produttive hanno risentito e risentono del caro gasolio.
“Venendo incontro alle esigenze del comparto pesca nazionale che più di tutti sta subendo gli aumenti del caro-gasolio, riducendo drasticamente la sua redditività, il Governo ha accolto la nostra proposta emendativa al Dl Aiuti finalizzata a prorogare nel secondo trimestre 2022 il contributo del 20 per cento sulle spese di acquisto carburante”. Lo rende noto il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, esponente di ‘Insieme per il Futuro”.
“Ringraziamo la viceministra Castelli per l’impegno – aggiunge – volto a tutelare un settore che rischia di sparire a fronte di un caro-gasolio che impatta fortemente sul loro bilancio. La misura sarà coperta da 23 milioni di euro a beneficio delle imprese italiane della pesca”.
“Sarà fondamentale rilanciare il comparto attraverso i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ad iniziare dai contratti di filiera e di distretto, vera novità per il settore, in grado di migliorare redditività e competitività delle imprese – conclude L’Abbate (IpF) – Un’occasione che le marinerie pugliesi sono certo sapranno cogliere nel modo migliore e a cui non farò mai mancare il mio appoggio e sostegno”.
Pronto l’atteso intervento per sostenere le marinerie pugliesi colpite dall’aumento dei costi del gasolio. La Regione Puglia, attraverso uno stanziamento straordinario di circa 3 milioni euro, ha emanato l’avviso pubblico (pubblicato nel BURP n. 70 del 23 giugno 2022), per ristorare le imprese del settore della pesca e della mitilicoltura pugliesi colpite dalla grave crisi energetica attraverso un contributo straordinario.
“A pochi giorni dal via libera in Giunta regionale delle risorse straordinarie stanziate per il comparto della pesca – commenta l’assessore regionale all’Agricoltura - abbiamo pubblicato il bando che consentirà, in tempi ragionevolmente contenuti, un’immediata boccata d’ossigeno per i pescatori pugliesi costretti a fermare le proprie attività a causa di un aumento sconsiderato dei costi del gasolio. Come Regione abbiamo sin da subito accolto e condiviso le istanze di un settore produttivo fortemente in affanno per le misure restrittive di contenimento della pandemia, prima, e adesso per lo shock dei prezzi della materie prime energetiche causato dal conflitto russo ucraino. Grazie al lavoro sinergico tra Dipartimento al Bilancio e Dipartimento Agricoltura siamo riusciti a recuperare risorse in grado di dare immediate iniezioni di liquidità alle nostre marinerie, che potranno beneficiare di un contributo dell’importo non superiore ai 35 mila euro, sulla base delle tipologie di imbarcazioni in possesso. Siamo consapevoli che servono ulteriori interventi in grado di risollevare un settore strategico per la tenuta della nostra economia e che riguarda la vita di migliaia di famiglie che vivono di un’attività tanto straordinaria quanto faticosa ma essenziale per tutti”.
“Vorrei sottolineare che come Regione – rassicura l’assessore -, con il supporto prezioso delle Capitanerie di Porto, manteniamo alta la guardia specie sui tavoli nazionali che ci vedono in prima linea nel raggiungimento di obiettivi che riguardo scelte e strategie in grado di rafforzare l’intero sistema della pesca e dell’acquacoltura, anche attraverso il supporto ad investimenti che migliorino la competitività, redditività e sostenibilità delle imprese. In questo quadro urge – e lo rappresenteremo con forza al Governo - avere risposte immediate per usufruire di diritto delle risorse del FEAMP e del FEAMPA 2021-2027”.
Il bando è disponibile al link di seguito:
https://www.regione.puglia.it/web/foreste-biodiversita/-/avviso-caro-gasolio?redirect=%2Fweb%2Fforeste-biodiversita