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Tra le varie note di “scomunica” politica che Landella sta ricevendo dalle forze politiche di opposizione e da chi non la pensa come lui. Giunge quella del Movimento 24 Agosto Equita Territoriale dei Monti Dauni.

«Una città che merita ben altro sindaco, capace di farla rinascere anche combattendo la logica del “Prima il Nord”, anziché darsi al nemico, collaborando in cambio di un privilegio locale. Il circolo di Foggia “Tavoliere e Monti Dauni”, del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale fondato da Pino Aprile, non darà tregua a tale politica antimeridionale e al più presto metterà in campo le azioni opportune per mandare a casa gli ascari al servizio del partito del Nord.

Proponiamo per domani 24 agosto 2020 lo spegnimento delle luci di casa e della attività dalle ore 21.00 alle ore 21.05 e l’accensione di una candela in senso di protesta civile contro questo atto scellerato di consegnare la Città di Foggia alla Lega.

NON IN MIO NOME FOGGIA NON SI LEGA.

Siamo inoltre disponibili come Circolo M24A-ET di Foggia a organizzare una manifestazione con chi ci sta davanti al comune per il prossimo martedì 25 agosto 2020».

Non solo repliche dalle forze politiche di opposizione, bensì dagli ex amici di partito. In una nota stampa del Coordinatore cittadino Forza Italia di Foggia, Raffaele Di Mauro, Landella riceve il monito. Dalle parole scritte da Di Mauro, Forza Italia non sembra dispiacersi dell’uscita del Primo Cittadino e alcuni suoi iscritti. Riprende il Sindaco sulle affermazioni “Caro Matteo, consegno questa Amministrazione nelle tue mani. Oggi su questo campanile svetterà la bandiera della Lega” senza destar tristezza. Che tra il partito e Landella non corresse più buon sangue era noto l’indomani del “niet” alla candidatura alle imminenti regionali di sua cognata Michaela Di Donna. Un divorzio preannunciato, forse sofferto per il bagaglio di voti che Landella ha “donato” alla Lega, ma che sarà parte comune per vincere le elezioni. Difatti, seppur in un altro partito, Landella & Co. saranno parte importante per un centrodestra che si sta preparando a sedere sullo scranno più alto di Via Capruzzi o Via Gentile, ormai le sedi sembrano interscambiabili…

«L'amministrazione comunale e la città, appartengono ai cittadini che la vivono, e su palazzo di città l'unica bandiera che deve sventolare è quella di una città civile, libera e solidale espressione del buon governo e degli interessi dei cittadini –commenta Di Mauro-. I cittadini di Foggia che un anno fa hanno votato un'amministrazione di centrodestra, che al suo interno ha la Lega come ha Forza Italia, Fratelli d'Italia e gli eletti delle liste civiche ed è a questo schema voluto dagli elettori che dobbiamo rispetto per la continuità, intensificando una azione di governo onesto e puntuale nell’interesse generale di tutti i foggiani. In politica come nella vita ognuno è libero di effettuare le proprie scelte, la cui valutazione spetterà agli elettori, unici veri giudici del percorso politico di ciascuno di noi. A me spetterà - in coerenza con la mia storia personale – puntualizza Raffaele Di Mauro- il compito di rappresentare Forza Italia anche in Consiglio comunale, con la certezza che la qualità dell’agire politico può rappresentare attrazione di energie nuove e sincere, capaci di proposte e iniziative utili a favorire la crescita della città. Oggi Forza Italia rinnova alla città di Foggia il suo impegno che, partendo da lontano, a fronte di vari avvicendamenti - non sempre rimpianti - si conferma partito di equilibrio e qualità le cui proposte oggi unanimemente, in uno scenario politico confuso, velleitario e parolaio, sono riconosciute e apprezzate. Forza Italia – chiosa Di Mauro -resta la solida casa di quanti si riconoscono nei valori cattolici, liberali e conservatori»

FOCUS

- Foggia, [VIDEO] Landella passa con Salvini. «Su questo campanile sventolerà la bandiera della Lega»

- “Foggia non è di Salvini”. Dall’opposizione politica foggiana unanime si alza il coro di protesta

- Landella-Salvini, the day after. “Sono stato frainteso. Era una metafora»

Il the day after dopo l’incontro tra il Sindaco di Foggia, Franco Landella, e Matteo Salvini, che ha sancito il passaggio del Primo Cittadino alla Lega, dopo 26 anni di militanza in Forza Italia, è stato rumoroso. Tante le dichiarazioni oppositrici delle altre forze politiche e anche di sdegno di cittadini. I social sono stati invasi di frasi e offese che, però, non hanno sortito l’effetto del passo indietro. Franco Landella si difende, o meglio risponde alle critiche, anche alle offese. Si scusa, come altri scrivono, e puntualizza e spiega la frase che ha infastidito molti foggiani: “Caro Matteo, consegno questa Amministrazione nelle tue mani. Oggi su questo campanile svetterà la bandiera della Lega”.

«Sono sinceramente dispiaciuto per i fraintendimenti che hanno provocato le mie dichiarazioni in occasione della manifestazione con il senatore Matteo Salvini, riferite alla consegna dell’Amministrazione e della bandiera della Lega sul campanile. Chiedo scusa –afferma Landella- se non sono riuscito a far percepire ciò che realmente volevano significare con la metafora che ho utilizzato. La decisione è il perfezionamento di un progetto politico che può consentire alla città di essere maggiormente, compiutamente, rappresentata a livello regionale e nazionale per le problematiche che siamo costretti quotidianamente a fronteggiare e per le quali abbiamo ricevuto sempr deludenti attenzioni».

Franco Landella, tuttavia, non ci sta ad accusare il colpo ed esser etichettato antimeridionalista, ad esser strumentalizzato con parte delle dichiarazioni, che dovrebbero essere riportate nella loro interezza. «Sono sorpreso che, anche con cattiveria, delle strumentalizzazioni che son state fatte della vicenda. Non ci si meraviglia e non si ha nulla da ridire sul trasformismo di personaggi allenati nel salto della quaglia –affonda il Sindaco-, accolti opportunisticamente da partiti contrapposti, invece mi si accusa di aver cambiato casacca. La mia casacca è sempre la stessa: quella del centrodestra, oggi a trazione leghista, che professa gli stessi valori e le stesse idee per cui sono stato candidato ed eletto sindaco di Foggia. La mia decisione di abbracciare il progetto politico della Lega, dopo le delusioni sofferte in Forza Italia, semmai rafforza l’azione politica della coalizione che proprio in Puglia ha mostrato straordinaria maturità, grazie alla generosità di Salvini, nel ritrovarsi unita, compatta, per affrontare la sfida delle prossime elezioni regionali, laddove altri, nel centrosinistra, hanno mostrato vulnerabilità per l’incapacità di un progetto condiviso di governo. Quindi, chi oggi si adopera con cattiveria a cogliere la pagliuzza negli occhi con cui ho guardato, in maniera lungimirante, al progetto politico della Lega, funzionale alle strategie comuni del centrodestra, in realtà –precisa Landella- vuole distrarre l’attenzione dei cittadini dalla trave conficcata nei trasformismi e nei trasversalismi di cui si sono resi artefici gli altri partiti».

Tutto avviene a margine dell’approvazione del Bilancio comunale, in programma domani 25 agosto. Un passo importante e decisivo per il Comune e la prosecuzione amministrativa foggiana. I numeri ci sono e con essi i Consiglieri, da oggi in forza alla Lega. «L’approvazione del documento contabile apre anche le porte ai concorsi per l’assunzione del personale di cui il Comune necessità per assolvere efficacemente il servizio pubblico che è chiamato ad assicurare. Domani, perciò, è il momento di manifestare il vero valore della nostra coalizione, di dimostrare che, al di là del numero della maglia che si indossa, si scende in campo per la stessa squadra. È una prova di maturità individuale –puntualizza il Sindaco Landella-  e, politicamente, collettiva a cui siamo tutti chiamati, mettendo da parte le tensioni elettorali ed esaltando il valore dell’unità del centrodestra che non ho mai tradito. Domani sarà quel giorno che segna un primo passo per il superamento del predissesto finanziario che consentirà a Foggia di emergere dalle sabbie mobili in cui è stata fatta precipitare dal centrosinistra in tanti anni di pessima amministrazione».

FOCUS

- Foggia, [VIDEO] Landella passa con Salvini. «Su questo campanile sventolerà la bandiera della Lega»

- “Foggia non è di Salvini”. Dall’opposizione politica foggiana unanime si alza il coro di protesta

 

Dopo le dichiarazioni di Franco Landella, Sindaco di Foggia, enunciate durante la conferenza stampa di ieri mattina a Palazzo di Città, nell’Aula Consiliare, e dopo l’ufficializzazione del passaggio del Sindaco da Forza Italia alla Lega Salvini, con Matteo Salvini presente, era comprensibile che le forze politiche di opposizione alzassero la voce.
Un coro unanime a dire che non ci stanno che “Caro Matteo, consegno questa Amministrazione nelle tue mani. Oggi su questo campanile svetterà la bandiera della Lega” come ha affermato Landella.

Di seguito alcune dichiarazioni dell’opposizione giunte in redazione.

Pippo Cavaliere a nome dei Consiglieri comunali di minoranza di centrosinistra
Landella consegna l’amministrazione comunale nelle mani della Lega: l’indignazione e la rabbia dei cittadini.

Sebbene il trasformismo in politica sia purtroppo diventato ordinarietà e consuetudine, il passaggio del sindaco Landella e di alcuni consiglieri comunali alla Lega, ha suscitato l’indignazione di tantissimi cittadini, di ogni credo politico.
Altrettanto grave è stata l’affermazione di avere consegnato l’amministrazione comunale nelle mani della Lega, un'affermazione che, per una questione di credibilità e di dignità politica, dovrebbe essere rigettata e contestata a partire da quei partiti alleati della Lega a Palazzo di Città.
Mai nel passato il supremo interesse della collettività è stato soppiantato con tanta spregiudicatezza e sfrontatezza da interessi di parte e da beghe interne.
In un brevissimo lasso di tempo, dall'inizio della consiliatura, un terzo circa dei consiglieri comunali di maggioranza ha cambiato casacca, mai per una contrapposizione o una divergenza di vedute sui problemi della Città, ma sempre ed esclusivamente per la gestione di un potere fine a se stesso, ora per la presidenza del consiglio comunale, poi per qualche nomina assessorile ed ora addirittura per una candidatura.
Sarebbe riduttivo parlare di irresponsabilità politica quando si disperdono energie e tempo per salvaguardare la propria sopravvivenza in politica, mentre la Città affoga, continua ad essere nelle ultime posizioni delle graduatorie della città italiane, i cassonetti traboccano di rifiuti, le strade continuano a rimanere al buio, le periferie restano abbandonate al loro triste destino.
E tutto ciò in un momento delicatissimo in cui, per effetto della grave emergenza epidemiologica in atto, la sofferenza di tantissime famiglie, imprenditori e commercianti, sta raggiungendo livelli (in alcuni casi già raggiunti e superati) insopportabili, rendendo gli stessi più deboli ed esposti alle strategie in atto della criminalità.
Rifuggiamo, come tanti, dalle forme di populismo, che continua però a trarre linfa vitale da questi gravi atteggiamenti, favorendo un clima di rabbia e di esasperazione, in cui le contrapposizioni diventano insanabili e la risoluzione dei problemi sempre difficile.

Articolo Uno
“Dopo lo show organizzato a Palazzo di Città, Articolo Uno di Foggia sente il dovere di ricordare al Sindaco Franco Landella che Foggia non è nelle mani di Matteo Salvini, e neanche nelle sue. Foggia appartiene ai foggiani”.

A scriverlo è Gianluca Ruotolo, Il Segretario Provinciale Articolo Uno Foggia, che prosegue “Appartiene a quei foggiani che dopo aver sofferto la pietosa gestione comunale dei mesi più difficili della nostra storia nazionale, quelli del Covid-19 e del Lockdown, oggi sono costretti ad assistere con vergogna ad un misero cambio di casacca, figlio della delusione di un’ambizione familiare: non aver potuto candidare sua cognata, Michaela Di Donna, alle elezioni regionali perché nessuna forza del centrodestra l’ha voluta, neanche la Lega.
Nel frattempo la città aspetta di essere amministrata, e invece di perdere tempo in trame trasformiste per dare soddisfazione ad interessi personali, sarebbe il caso di mettersi al lavoro sui problemi dei cittadini foggiani, che continuano ad essere tanti e tutti irrisolti.
Foggia non si Lega, caro sindaco. E le suggeriamo di mantenere ben issata al balcone del nostro Comune la bandiera di Foggia, quella rossa e blu con le tre fiammelle. Perché la storia, la cultura e il senso di appartenenza di questa città non si svendono a chi per anni ci ha definito terroni e lavora ogni giorno per rendere il Sud più debole e più povero.
I foggiani non dimenticheranno l’ennesima bravata di un sindaco che non perde occasione per calpestare l’orgoglio della sua comunità. Di certo non lo faremo noi, e da oggi avremo una ragione in più per batterci affinché si chiuda al più presto la pagina più brutta della storia della nostra città”.

Comune. "Il ducetto Landella pensa di consegnare la nostra Città alla Lega di Salvini. Foggia non consentirà questa vergogna".
Dichiarazione del segretario cittadino Davide Emanuele e dei consiglieri comunali Pasquale Dell'Aquila (capogruppo), Lia Azzarone, Francesco De Vito, Michele Norillo e Annarita Palmieri

Sul campanile del Comune continuerà a sventolare la bandiera della città.
L’occupazione dell’Aula consiliare per lo spettacolino del ducetto Landella e del razzista Salvini è l’ennesimo atto di arroganza di un sindaco sfiduciato dal suo partito e costretto a trasformarsi in leghista per continuare a tenersi la poltrona.
Con lui migra un bel plotoncino di assessori e consiglieri comunali, i suoi fedelissimi portatori d’acqua e di voti.
Il risultato di questa operazione trasformistica è duplice: umiliare gli elettori, che non hanno scelto un sindaco leghista; balcanizzare il Consiglio comunale, già ostaggio delle lotte intestine al centrodestra.
La dignità del Comune è stata calpestata e sfregiata per regalare a Salvini un indegno spot elettorale a causa della mancata candidatura della cognata del sindaco, mica nell’interesse di Foggia e dei Foggiani. E la citazione a sproposito della squadra di calcio della città ha reso ancora più squallido il duetto tra leghisti della prima e dell'ultima ora.
Ci opporremo con tutte le nostre forze a questa vergogna politica e chiameremo la città democratica a mobilitarsi a tutela della propria dignità.

“Il sindaco è libero di cambiare quante casacche vuole, ma i suoi comizi deve pronunciarli fuori dall’aula consiliare”

“Sulla nostra amata Foggia sventola solo la bandiera della città, medaglia d’oro al valore civile e militare, con lo stemma foggiano. Tanto ci basta, quella bandiera è il nostro orgoglio. Il sindaco Franco Landella può consegnare se stesso e i suoi accoliti alla Lega di Matteo Salvini, ma non la nostra città. Non in nostro nome, non nel nome delle cittadine e dei cittadini onesti che aspettano dal giorno del suo insediamento parchi restituiti ai ragazzi, strade sicure senza un manto colabrodo, quartieri finalmente illuminati, periferie senza degrado e abbandono, un welfare trasparente e a servizio della comunità, un sistema di raccolta dei rifiuti rispettoso dell'ambiente e del decoro, una cultura che non sia mero spettacolo ad uso e consumo dei soliti noti. Il sindaco di Foggia non ha nessun diritto di porgere la città alla Lega per un suo tornaconto politico, dopo che la candidatura di sua cognata è stata rifiutata da tutta la coalizione, Lega compresa. La città non può essere ostaggio delle logiche familistiche del duo Landella-Di Donna e dei suoi cortigiani”.

Finanche il già Sindaco l'On. Paolo Agostinacchio interviene sulle affermazioni di Franco Landella.

«Un sindaco è eletto direttamente dal popolo sovrano e solo al popolo può consegnare l'amministrazione, dimettendosi. Landella si astenga da affermazioni che ingenerano la interpretazione, seppure errata, di una concezione privatistica del potere. Sono certo, voglio esserlo, che l'episodio sia da attribuirsi al clima che ha determinato tensione, ma che, non essendo accettabile, vada chiarito».

È quanto afferma il gruppo consiliare al Comune di Foggia del M5S, composto dai portavoce Giuseppe Fatigato e Giovanni Quarato.

I consiglieri pentastellati continuano: “La città non è del sindaco, né di qualche mestierante della politica a caccia di poltrone e neppure di qualche capo di partito nazionale in cerca di una leadership nel suo schieramento. Foggia è dei foggiani e delle foggiane e merita rispetto, attenzione, cura. Il sindaco aveva chiesto l’utilizzo dell’aula al presidente Leonardo Iaccarino per dare delle comunicazioni importanti alla città, ma non aveva specificato che invece avrebbe tenuto un comizio insieme ad un leader nazionale di partito. Un comizio di cui è stata fatta anche la diretta streaming impegnando il dipendente addetto. Il sindaco è libero di cambiare quante casacche vuole, ma i suoi comizi deve pronunciarli fuori dall’aula consiliare e dalle mura della casa dei cittadini foggiani. Non può usare l’istituzione in maniera privatistica. Per tre mesi Franco Landella si è occupato delle sue vicende familiari, disinteressandosi dei problemi della città in una fase delicatissima della pandemia: che lavori ora o si dimetta. Ma si dimetta davvero e al più presto, senza ulteriori bluff e finte. I cittadini lo ringrazieranno”.

E anche dalla Regione si fa sentire il coro anti-Landella. Ad alzare politicamente la voce è Raffaele Piemontese, PD, Assessore regionale, che in una nota stampa accusa Landella che nell'Aula consiliare haviolato la Casa dei foggiani.

Piemontese, con il comizio Landella-Salvini nell’Aula consiliare violata la Casa di tutti i foggiani

“Non è vero che in campagna elettorale è tutto consentito, di sicuro non è consentito utilizzare le istituzioni e gli spazi istituzionali di tutti per fare comizi e per messe in scena di cattivo gusto”. Lo dice l’assessore e consigliere regionale del Partito Democratico, Raffaele Piemontese, con riferimento all’iniziativa politico-elettorale che il sindaco di Foggia, Franco Landella, ha organizzato ieri mattina con il segretario nazionale della Lega Nord, Matteo Salvini, nell’Aula consiliare del Comune di Foggia.
“Da foggiano e da ex presidente del Consiglio comunale di Foggia – prosegue Piemontese – mi sono vergognato dello spettacolo rimbalzato, ieri mattina, su tutti i media nazionale, dai banchi dell’Aula consiliare che le leggi e la democrazia affidano ai rappresentanti istituzionali perché la custodiscano come la Casa di tutti i foggiani”.
“È molto grave –– sottolinea l’esponente del PD –– che, nel pieno del periodo in cui alle amministrazioni è imposto dalla legge di astenersi dalle manifestazioni di appoggio alle liste o ai candidati impegnati nel confronto elettorale e da tutti gli interventi che abbiano come finalità principale la promozione dell'immagine politica, siano stati utilizzati spazi istituzionali e impegnati personale e risorse pubbliche per la straordinaria apertura domenicale di Palazzo di Città”.
“Ma vedere i candidati della Lega in posa a favore di telecamere e telefonini, attorno al sindaco del capoluogo che proclamava di ‘consegnare nelle mani’ di Salvini l’Amministrazione comunale – incalza Piemontese – è stato talmente imbarazzante da scatenare una reazione negativa corale, senza differenze politiche, perché a essere utilizzato a fini personali sono stati il cuore e i segni identitari di Foggia, che appartengono a tutti”.
“Mi auguro che la ribellione che si sta registrando in tutti gli ambiti della città – conclude il consigliere e assessore regionale del PD – sfoci in una civile manifestazione che lavi la domenica della vergogna e restituisca Palazzo di Città ai foggiani”.

FOCUS
- Foggia, [VIDEO] Landella passa con Salvini. «Su questo campanile sventolerà la bandiera della Lega»

«Non è un problema personale è uno schiaffo all'intera classe dirigente locale. Sono un uomo della Lega e ne sono orgoglioso. Caro Matteo, consegno questa Amministrazione nelle tue mani».

Esordisce così il Primo Cittadino di Foggia, il Sindaco Franco Landella dopo aver annunciato il suo passaggio nella Lega di Salvini. Con lui ci sono da subito Consalvo Di Pasqua, Pasquale Rignanese e Dario Iacovangelo, in attesa di altri passaggi/ingressi che andranno a rinfoltire la già piena compagine pronta ad amministrare non solo Foggia e parte della Capitanata, ma la Puglia, al fiano di Fitto, secondo previsioni e sondaggi.

«Vi presento la mia gioia, il leader indiscusso del centrodestra. Oggi su questo campanile  -afferma Landella- svetterà la bandiera della Lega. Questa scelta è maturata perché ho apprezzato Salvini la prima volta che l'ho incontrato in una manifestazione a Firenze, quando c'era il governo Renzi. Non ha dato spazio ai parlamentari, agli amici degli amici, ma ai sindaci».

Insomma, Foggia è di Alberto da Giussano, quell'icona tanto storica quanto discussa che contraddistingue il partito che nel Mezzogiorno d'Italia è messo al confino ma che poi si rivela voluto, osannato, votato e che sta facendo riflettere e mettendo in discussioni ataviche diatribe, spesso esasperate dal popolo e dalla politica. La questione ovviamente non è solo squisitamente politica. Di mezzo c’è il mancato ingresso nelle liste di Forza Italia di Michaela Di Donna, sua cognata, che nelle scorse regionali fu tra le più votate, senza entrare a Via Capruzzi per le vittoria del centrosinistra. Questo doveva essere il suo anno, invece ha confermato l’astio per Landella di molti organi politici.

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«Dopo 26 anni di militanza in Forza Italia –puntualizza Franco Landella-, purtroppo, sono costretto a lasciare questo partito perché dopo l'ennesima umiliazione non posso continuare a subire le angherie di una classe dirigente che antepone interessi particolari ai valori della coerenza, della militanza e del consenso. Forza Italia ha favorito l'ingresso dei campioni del trasformismo, di cui uno è noto che vive anche una situazione giudiziaria particolare. Hanno scelto i campioni del trasformismo rispetto alla militanza e al consenso, perché abbiamo constatato che in Forza Italia il consenso fa paura, essere uomini liberi di esprimere il proprio pensiero e il proprio dissenso nel confronto democratico non fa parte del partito, di una classe dirigente che ha macchiato anche l'immagine di Berlusconi, che povero uomo a 84 anni ritengo che sia anche condizionato dal cerchio magico da donnine che vivono di luce riflessa e vogliono condizionare il partito. Penso che sia una vergogna politica, un'offesa a chi ha militato per tanti anni, che ha anche un pizzico di sessismo –chiosa il Sindaco Landella-, perché probabilmente per Forza Italia le donne servono soltanto per dare la spintarella ai maschietti, questi maschietti che hanno paura delle donne.

Nel frattempo Matteo Salvini si aggiudica un altro comune, finanche del Sud Italia. Manco a pensarlo. È un dato di fatto, che sta dilagando a macchia d’olio.  Il popolo del Sud Italia vuole Salvini. La politica messa in campo da “Capitan Matteo” vince a favore dei bisogni di un popolo che cerca riscatto e sicurezza, vuole legalità e un’economia equa su tutto il BelPaese. E si affida a Matteo Salvini. Tuttavia non son mancate malelingue politiche sulla decisione di Franco Landella.

«Abbiamo parlato non di poltrone, non di incarichi ma di Foggia, di lavoro, infrastrutture, sanità e futuro –ha precisato Matteo Salvini dopo “l’incoronamento” di Landella, con tanto di medaglietta di Alberto da Giussano sulla giacca-. Quello di oggi non è un punto di arrivo ma un punto di partenza. Non c'è nessun accordo. C’è il sindaco che con tanti amministratori locali aderisce alla Lega senza aver chiesto niente e senza aver ottenuto niente».

Settembre è alle porte e le elezioni regionali, referendum a parte su cui si dovrebbe far più chiarezza, sono prossime. Foggia è della Lega; vedremo sa la Puglia rimarrà con Emiliano e andrà con Fitto e Lega insieme.

Un importante fine settimana per la Lega di Cerignola.

In occasione della mobilitazione nazionale in difesa di Matteo Salvini sabato e domenica sono state raccolte 714 firme, nonostante il freddo, riscontrando il favore e il sostegno di tanta gente.

Alle provinciali con i suoi voti determina il sorpasso della Lega su Forza Italia e permette al partito di Salvini di far scattare il terzo seggio a Palazzo Dogana.

Ad organizzare la due giorni a Cerignola Salvatore Zamparese, Pasqua Clemente, Michele Caggiani, Umberto Massafra e i consiglieri comunali Antonio Bonavita e Vincenzo Specchioinsieme ad altri militanti che hanno raccolto firme e riscontrato il favore della gente.

“Il nostro leader Matteo Salvini, bloccando gli sbarchi di clandestini, ha solamente fatto il proprio dovere di Ministro nell’interesse del nostro popolo. E l’ha fatto tenendo fede alla parola data in campagna elettorale, quindi seguendo le indicazioni dei milioni di elettori che hanno votato lui e la Lega” commenta Salvatore Zamparese.

E’ alle provinciali, però, che la Lega di Cerignola incassa il suo primo e vero successo, dimostrando di essere in grande crescita in Città.

Certo le elezioni provinciali sono di secondo grado votando solo gli eletti, tuttavia nessuno si aspettava il successo della Lega che diventa il primo partito del centrodestra a Palazzo Dogana, partendo da numeri decisamente inferiori.

E la sorpresa, infatti, arriva proprio da Cerignola dove a votare per la lista della Lega sono in tre. Oltre ai due consiglieri della Lega Bonavita e Specchio arriva anche il voto di Antonio Novelli, indipendente al Comune di Cerignola. E’ grazie a questo voto che la Lega arriva prima, superando Forza Italia e determinando il terzo seggio proprio a discapito del partito di Berlusconi, nel caso di specie impedendo a Natale Curiello di salire a Palazzo Dogana.

 

Raccolta firme #SalviniNonMollare. Superate persino le firme di Foggia. È successo a Zapponeta: il gazebo in piazza del fine settimana in favore del ministro degli interni Matteo Salvini ha raggiunto la bellezza di 672 firme. Un entusiasmo travolgente che è stato determinato dall’entrata dell’ex coordinatore provinciale dei giovani azzurri e vice sindaco, Vincenzo Riontino, che con il suo folto e forte gruppo ha chiamato a raccolta le truppe. “Il radicamento territoriale che ci ha sempre contraddistinto, insieme alla forza trainante del nostro leader Matteo Salvini, ci ha ridato quell’entusiasmo e quella voglia di combattere per quei valori ed ideali che sono alla base del nostro impegno politico. Il mio impegno sarà, come sempre, al massimo sull’intero territorio provinciale e regionale per dare un contributo fattivo e concreto al partito e alla nostra terra” le dichiarazioni di Vincenzo Riontino.

 

[Scriviamo facendo appello all’art. 18, all’art. 21 e all’art. 28 della Costituzione della Repubblica Italiana]

I N.O.C. sono agenti operativi che assumono ruoli segreti in organizzazioni senza legami ufficiali con i governi per i quali lavorano, pur svolgendo anche un altro lavoro. Tali agenti sono tipicamente abbreviati in gergo spionistico come NOC. Questi agenti sono anche noti come "illegali". Gli agenti sotto copertura non ufficiali se catturati o scoperti durante la loro azione lavorativa, sono soggetti a severe sanzioni penali. Gli agenti sotto copertura non ufficiali sono anche abituati a negare qualsiasi legame con il loro governo, preservando così la plausibile negazione, ma anche negando loro qualsiasi speranza di assistenza legale diplomatica o riconoscimento ufficiale del loro servizio. A volte, vengono create società di facciata o entità di paglia per fornire false identità per gli agenti. “E noi in Italia ne avevamo ne avevamo una”. Fatta premessa per i N.O.C. veniamo alla vera ragione per la quale abbiamo ritenuto di inviare ad un giornalista questo articolo da pubblicare.

Oggi, 3 settembre del 2018 è diventato per molti italiani un giorno di lutto. Sarà indelebile nel cuore e nella mente di chi ha sempre creduto nella legalità, onestà, giustizia, di un Belpaese funestato da un cancro chiamato mafia.

Lo Stato Italiano ha deciso di sopprimere la scorta al Colonello dell’Arma dei Carabinieri Sergio De Caprio, conosciuto lodevolmente come “Capitano Ultimo”.

“Ultimo”, il “Capitano”, come lo è ora per i suoi elettori il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, dal 3 settembre 2018 è diventato oggetto di tutti quelli che gli vorranno del male. Ciò la riteniamo un’ingiustizia, un sopruso verso chi ha estirpato parte di quel cancro e un abuso di chi non ha compreso il grave atto di pericolo cui “Capitano Ultimo” sta andando incontro. Da quel 15 gennaio 1993 quando “Ultimo” e i suoi uomini assicurarono alle Patrie Galere il boss di cosa nostra, il capo dei capi, il corleonese Totò Riina, l’Italia ha tirato un sospiro di sollievo poi diventato vento di legalità e giustizia. Ma fu anche la data di condanna a morte da parte di Cosa Nostra per “Capitano Ultimo”. Ricercato da tutti i mafiosi del mondo, il “Capitano” iniziò a vivere come se fosse un latitante, nascondendosi, coprendosi il volto, scortato dapprima dai suoi fedelissimi e poi da chi lo Stato decise.

Oggi la vita di “Ultimo” è seriamente in pericolo.

Noi siamo con “Capitano Ultimo” e con gran parte degli italiani che segue e vede questa storia come l’ennesima dimostrazione che a far il proprio dovere a volte costa caro.

Condividiamo appieno l’appello fatto da Rita Dalla Chiesa, che da anni chiede maggior sicurezza verso la persona del Colonnello De Caprio, che non subisca la stessa sorte di suo padre, il Generale dalla Chiesa, trucidato il 3 Settembre 1982 a Palermo (coincidenza?) in un’auto solo perché stava adempiendo il suo dovere che era il suo amato lavoro.

L’appello è rivolto all’attuale Ministro dell’Interno Matteo Salvini affinché si faccia sentire all’U.C.I.S. (Ufficio Centrale Interforze per la Sicurezza) e dia corso a un nuovo procedimento di messa in sicurezza di “Capitano Ultimo”, conferendogli nuovamente la scorta.

È vero, “Ultimo” in questi anni ha subito processi per infondate accuse, di assurde colpe complottiste, costruite ad hoc per screditarlo. A nostro avviso, e per moltissimi italiani, erano, sono e rimarranno infamie gratuite solo per nascondere verità e malfatti di altri personaggi di spicco che con la mafia ha pranzato, cenato, ha trattato loscamente per affari personali. Tutte infamie finora rimandate al mittente. Accuse che hanno alimentato l’odio verso chi senza esitare ha incrinato la Cupola di un sistema mafioso fino allora vertice di uno Stato parallelo presente nei Palazzi romani.

I N.O.C. (Non Official Cover) presenti maggiormente in Europa non ci stanno a questo abuso-sopruso, una seconda condanna a morte per il “Capitano Ultimo”.

Tutti gli Italiani in “doppiopetto” e non che gli devono un grazie ora dove sono?

Ultimo è una questione Morale, è “l'ultimo” simbolo di una lotta alla mafia in vecchio stile, del resto come noi N.O.C. a livello europeo operiamo. Preservarlo è un dovere di ogni Italiano

Salvini, da Capitano a Capitano, rendi giustizia a chi ha dato giustizia. “Capitano Ultimo” non può esser lasciato solo; sarebbe l’ennesima ingiustizia verso chi ha lottato per garantire all’Italia e alla sua progenie un futuro migliore, nella legalità, giustizia e libertà di vivere.

 

Lesina si conferma vivace laboratorio salviniano e la componente leghista si rafforza con la costituzione ufficiale della segreteria comunale della Lega per Salvini Premier. Nutrita la squadra, già al lavoro per la realizzazione e diffusione dei programmi del partito. La guida della locale sezione è affidata al segretario comunale Primiano Di Mauro che, sentito il Consiglio Direttivo e d'intesa con il segretario provinciale Daniele Cusmai, lo scorso 26 luglio, ha provveduto all'assegnazione delle deleghe e alla nomina del vicesegretario, nella persona di Vincenzo Cicculli. L'incarico di responsabile di sezione è stato affidato a Primiano Giovanditti, Leonardo Ippolito è il responsabile del tesseramento, mentre il ruolo di tesoriere è ricoperto da Antonio Cicculli. Sarà il leader della Lega e Ministro dell'Interno Matteo Salvini ad inaugurare la sezione ubicata in Corso Umberto I, al civico 14.

"Intendiamo giocare un ruolo da protagonisti nelle prossime competizioni elettorali - dichiara il segretario Primiano Di Mauro - Siamo una forza popolare, sovranista e identitaria e contiamo di consolidare la nostra presenza sul territorio, come sta avvenendo nel resto della provincia. Attendiamo l'arrivo di Matteo Salvini per il battesimo della nostra sezione, a breve conosceremo la data della sua visita. In Laguna aleggia la sua aura, non è un mistero che sia molto legato a questi luoghi e che nelle sue frequenti incursioni abbia più volte solcato il nostro lago. Era fisiologica - conclude Di Mauro - la costituzione ufficiale del partito anche qui, avamposto della Lega sul Gargano".

 

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