La Fanoia di san Michele

“…Il giorno sette maggio le strade cittadine sono popolate di migliaia di pellegrini e sono animate, in modo straordinario, da centinaia di venditori di frutta e di oggetti diversi. (…).
I pellegrini arrivano la vigilia per cantare delle strofette in lode a S. Michele dietro la porta della Basilica e per ascoltare nel giorno seguente la prima messa e la messa grande.
A sera inoltrata, in onore dell’Arcangelo fino a pochi anni or sono si accendevano colossali falò, le così dette Fanoie. Le cataste di legna rimanevano tutto il pomeriggio sulla via gelosamente custodite dai giovani popolani che si occupavano di dar fuoco alla legna.
Quando le fiamme divampavano e le faville erano portate dal vento su in alto ed i balconi e le finestre avevano sui vetri i loro riflessi dorati e il fumo riempiva le strade e non faceva più lacrimare gli occhi, allora la gioia erompeva dai cuori e tutti si raccoglievano intorno alla fanoia gridando : “Evviva San Michele, San Michele Evviva! (…)”

Giovanni Tancredi - Folclore Garganico, 1938

Stasera, Largo Tomba di Rotari, ritorna l'antica tradizione della fanoja di San Michele tra i canti delle Compagnie e le tipicità del "maggio montanaro": é la festa di San Michele di Maggio.

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Foto di Feliciana Taronna

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