Deficit sanitario in Puglia. Le rimostranze dell'opposizione in Regione e la risposta del M5S

nota del consigliere regionale della Lega Fabio Romito.

“La Giunta di Michele Emiliano continua a combattere una finta battaglia contro il Governo nazionale per nascondere le inefficienze della sua classe dirigente, impigrita da 20 anni di gestione del potere.

Troppo facile prendersela sempre con qualche altro anziché guardare in casa propria. La sanità pubblica nella sua gestione ha costantemente perso risorse e attenzioni, sia per i manager spesso inadeguati scelti proprio dal governatore sia per l’estrema conflittualità che da anni tiene in ostaggio la sanità pugliese. Inutile aprire il capitolo Sanità Service, altro cattivo esempio di gestione della cosa pubblica.

Noi vogliamo una sanità pubblica davvero efficiente, in grado di adempiere alla propria funzione principale e cioè garantire il diritto alle cure di tutti i pugliesi, in particolare di chi non può permettersi visite private, sempre più costose.

Chiederò di audire in Commissione l’assessore Palese ed il direttore del Dipartimento Montanaro, perché qualcuno deve spiegare ai cittadini in che modo impatterà il deficit registrato sulle future prestazioni. 

Sull’aumento dell’Irpef, per ora scongiurato, noi vigileremo per evitare che gli sbagli dei soliti si riversino su tutti i cittadini pugliesi”.

nota del Gruppo regionale di FdI (il capogruppo Francesco Ventola e i consiglieri Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone, Renato Perrini e Michele Picaro) chiedono una seduta monotematica del Consiglio. 

“Quando si decide come ripianare un debito nella Sanità che ammonta a ben 450milioni di euro, pensare di farlo in un <cenacolo a tre> (presidente Emiliano e gli assessori Piemontese e Palese) è un insulto alla trasparenza e alla democrazia. L’annuncio che non saranno aumentate l’IRPEF e l’IRAP sa tanto di spot elettorale. Dire ai pugliesi: non vi aumentiamo le tasse, ma il deficit sarà coperto con il bilancio autonomo è offendere la loro intelligenza. Come se i soldi del bilancio autonomo fossero di Emiliano-Piemontese-Palese e non sempre dei pugliesi! E’ il caso di ricordare al trio delle meraviglie una massima di Margareth Thatcher: <Non esistono soldi pubblici, esistono solo i soldi dei contribuenti>, questo significa che saranno tagliati servizi, almeno per circa 200 milioni. Perché non dobbiamo dimenticare che quest’anno la Puglia ha avuto un aumento del fondo sanitario per 260 milioni, che sarebbero dovuti servire per migliorare l’offerta sanitaria e, invece, serviranno per ripianare l’enorme buco…

“Tutto questo non può essere discusso e deciso solo fra <intimi> è giusto, trasparente e democratico che della famigerata delibera 412 del 28 marzo scorso vi sia una discussione collegiale e quale assise migliore di quella del Consiglio regionale? Dove i consiglieri rappresentano anche i territori che risentiranno fortemente della <tagliola> messa su ogni spesa delle ASL, infatti, da quello che ci sembra di capire ogni direttore generale dovrà di volta in volta farsi autorizzare ogni spesa, comprese quelle di prima necessità come possono essere i dispositivi ortopedici o medicali. Ora, francamente, tutto questo appare come un commissariamento dei DG. Se la spesa viene accentrata a Bari nell’Assessorato e Dipartimento alla Sanità vuol dire indirettamente che la <colpa> del deficit è dei vertici delle sei ASL. Se è così, lo vengano a dire in aula in una seduta monotematica del Consiglio”.

M5S: “La Regione sta facendo la sua parte, ma il grande assente è governo nazionale. Chiesto da tutte le Regioni un aumento del Fondo Sanitario Nazionale”.

“La riunione di oggi con l’assessore Palese è stata utile per capire la situazione attuale della sanità pugliese e analizzare diversi aspetti, che come è giusto che sia, verranno esaminati anche in consiglio regionale”. Lo dichiarano il capogruppo del M5S Marco Galante e la consigliera con delega alle Politiche Culturali Grazia Di Bari.

“Per ripianare il disavanzo - continuano i pentastellati - non ci sarà nessun taglio di personale o di servizi per i cittadini e nessuno scaricabarile sui direttori generali delle Asl. Sono stati presi immediatamente alcuni accorgimenti e si è al lavoro con un gruppo tecnico politico, ma la copertura c’è. Nel frattempo si è dato corso all’approvazione di una delibera che individua le situazioni dove c’è da intervenire e prevede report mensili attraverso cui attuare un monitoraggio di aggregati di spesa delle Asl, in modo da intervenire immediatamente nel caso di criticità. Non c’è nessun taglio sui servizi, anzi ricordiamo che ci sono state oltre 3000 stabilizzazioni a partire dal primo gennaio. Parliamo di un risultato storico dopo anni di blocco delle assunzioni per garantire migliore qualità dell’assistenza e cura per le persone e maggiore sicurezza per gli operatori sanitari. Per quello che riguarda le nuove assunzioni, l'implementazione del personale deve avere l’autorizzazione della Giunta dopo una istruttoria del Dipartimento su richiesta delle Asl. Si sta lavorando anche per ridurre la mobilità passiva, per completare l’internalizzazione del 118 e sono stati stanziati 80 milioni per il potenziamento del sociosanitario, una parte dei quali è andata al potenziamento delle tariffe. La Regione sta facendo la sua parte, ma ancora una volta il grande assente è il governo nazionale. Tutte le Regioni, per la maggior parte amministrate dal centrodestra, hanno chiesto al ministro Giorgetti in conferenza Stato - Regioni di aumentare il Fondo Sanitario Nazionale di 5 miliardi di euro, vista la difficoltà nella tenuta dei conti che riguarda tutti gli enti. Una battaglia che dovrebbe vederci tutti dalla stessa parte, non divisi solo per giochetti politici di cui poco interessa ai cittadini”.

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