Foggia. Emergenza idrica. Mainiero: «Subito indagine interna in AQP e dal Comune risposte su inefficienze insorte»

nota del candidato sindaco e promotore del Comitato Civico “Resto a Foggia", Giuseppe Mainiero.

«L’emergenza idrica nella città di Foggia è stata e continua ad essere semplicemente scandalosa. Lo è stata e lo è perché i cittadini sono stati destinatari di comunicazioni dal contenuto non veritiero rispetto ai tempi di risoluzione di un problema che ormai da più di una settimana sta creando profondi disagi. Lo è stata e lo è perché ancora oggi non siamo in grado di capire realmente se i lavori di riparazione della conduttura siano stati realizzati in modo serio, giacché la situazione è tornata alla normalità per non più di 24 ore, contrariamente a quello che era stato dichiarato.

Nei momenti più concitati e difficili, mentre parlamentari, assessori e consiglieri regionali evidentemente avevano altre cose a cui pensare, ho personalmente segnalato al presidente della Regione Michele Emiliano ciò che stava avvenendo, illustrandone e denunciandone la straordinaria ed indecorosa gravità.

I Foggiani sono stati letteralmente abbandonati a se stessi. Privati di informazioni e notizie precise, ogni giorno illusi che l’emergenza sarebbe stata sul punto di rientrare, salvo poi scoprire sistematicamente il contrario. Tra l’altro con un report sui lavori da realizzare che definire confuso sarebbe un eufemismo.

Oggi l’Acquedotto Pugliese ha fatto sapere che per terminare gli interventi di riparazione della conduttura serviranno ancora 48 ore, a cui se ne dovranno aggiungere poi altre 12 affinché anche i piani più alti degli stabili sprovvisti di autoclave possano tornare alla normalità.

Non so se all’Aquedotto Pugliese tutto questo sia considerato nella norma. Io non penso lo sia. E di sicuro non lo è per un Comune capoluogo di circa 150mila abitanti, lasciato per oltre una settimana senza acqua e trattato – ma sarebbe più corretto dire maltrattato – come una specie di “periferia dell’impero”. Le immagini delle file di cittadini alle autobotti per riempire taniche di acqua non sono degne di una città come Foggia.

Tutto questo non può essere derubricato in alcun modo ad una specie di “incidente di percorso”. La Magistratura svolgerà il proprio compito sul fronte dell’eventuale origine dolosa della rottura della conduttura. Ma, parallelamente, va ricostruito con puntualità cosa è successo rispetto ai lavori e vanno accertate e punite severamente le eventuali responsabilità in capo ad AqP.

E questo è un compito che spetta esclusivamente alla Regione Puglia. Al presidente Emiliano chiedo dunque ufficialmente di occuparsi in prima persona della vicenda, dal momento che i rappresentanti del territorio in Regione, di maggioranza e di minoranza, se ne sono altamente infischiati finora. Come hanno fatto d’altro canto i parlamentari di Capitanata, per i quali probabilmente il dramma di un’intera città non meritava neppure un briciolo di attenzione.

Foggia ha il diritto di conoscere la verità.

Una situazione di una tale gravità, che non ha precedenti nel passato, non può chiudersi con una pacca sulla spalla.

Ai Foggiani si spieghi, finalmente con chiarezza, quali sono state le cause di una così prolungata emergenza. E chi ha commesso degli errori, nella gestione tecnica come nella comunicazione alla comunità, ne paghi le conseguenze.

Mi aspetto che il Governatore apra un’indagine interna ad AqP, approfondendo la questione e prendendo tutti i provvedimenti del caso. E che lo faccia subito. Questa volta, posso assicurarlo, Foggia non si farà calpestare come l’ultima ruota del carro della Puglia.

Ho ascoltato con un misto di stupore e sconcerto le dichiarazioni rilasciate dal Commissario del Comune di Foggia, il Prefetto Vincenzo Cardellicchio, circa l’emergenza idrica che ormai da oltre una settimana sta vivendo la nostra città.

Il Prefetto Cardellicchio ha affermato testualmente di avere in animo «di obbligare tutti i cittadini di Foggia che comperano casa a comperarla con un’autoclave, perché le raccomandazioni non bastano e allora glielo ordineremo».

Ho dovuto ascoltare quelle parole diverse volte, perché ho fatto fatica a credere a ciò che stavo ascoltando.

A meno che non vi siano norme a me sconosciute, non mi risulta che il Prefetto Cardellicchio o il prossimo sindaco eletto democraticamente dai Foggiani abbiano il potere di “ordinare” alcunché ad un cittadino che intenda acquistare casa. Ma al di là di questa intemerata francamente fuori luogo, la cosa più grave nelle parole pronunciate dal Commissario Cardellicchio è il loro “non detto”, in altri termini ciò che lasciano intendere in chi le ascolta. E cioè che la causa dei disagi che hanno messo e stanno mettendo in ginocchio i cittadini sarebbe l’assenza di autoclavi negli stabili in cui risiedono.

Al Prefetto Cardellicchio è opportuno far notare non solo che le leggi attualmente in vigore impongono la costruzione di immobili dotati di autoclave, ma sopratto che larghissima parte degli stabili che ne sono sprovvisti risalgono agli anni compresi tra il 1970 ed il 1980, quando questo obbligo non era previsto. E sono stati acquistati per lo più da famiglie monoreddito, che difficilmente oggi avrebbero le risorse economiche necessarie a questo ammodernamento, non essendo tutti facoltosi professionisti. A meno che il Comune non intenda finanziarlo, circostanza che ritengo improbabile vista la condizione del bilancio dell’Amministrazone comunale.

Mi permetta, Prefetto Cardellicchio: l’unica causa di quello che Lei stesso definisce un “disastro” – termine su cui concordo perfettamente – è la scandalosa gestione dell’emergenza da parte dell’Acquedotto Pugliese.

Si è reso conto, egregio Prefetto, che gli interventi sulla conduttora rotta che AqP spacciava come “risolutivi” non lo erano affatto? Si è reso conto che la loro efficacia è durata lo spazio di 24 ore? Si è reso conto che ogni informazione fornita da AqP, per il tramite del Comune da Lei amministrato, circa i tempi per il ritorno di una regolare e normale erogazione dell’acqua potabile sono stati sistematicamente disattesi, con i Foggiani lasciati di conseguenza in balìa di notizie vaghe, confuse e poco veritiere?

Ecco, io al Suo posto mi impegnerei nel chiedere conto di queste inefficienze all’Acquedotto Pugliese. E mi impegnerei nel farlo con forza e determinazione, piuttosto che paventare “ordini” che non è Suo potere impartire. Oltre a pretendere che i tempi per il definitivo superamento dell’emergenza, illustrati nelle scorse ore da AqP, questa volta vengano finalmente rispettati.

Certo, sicuramente la gestione dei consumi idrici può e deve avvenire con modalità migliori e più moderne. Ma questo è il “domani”, di cui è senza dubbio giustissimo preoccuparsi. I Foggiani però esigono – sì, esigono, perché ne hanno pieno diritto – di poter capire cosa sia accaduto realmente “ieri”, ossia dopo la rottura della conduttura. Poiché ad oggi non è ancora totalmente chiaro. E nessuno da AqP ha avuto il garbo di spiegarlo ai cittadini.

Come ho detto qualche giorno fa, facendo appello a Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia – istituzione da cui dipende funzionalmente l’Acqedotto Pugliese – questa vicenda indecente non può terminare con una pacca sulla spalla.

Pretendiamo di sapere in modo preciso come sono andati i fatti. E pretendiamo, se ci sono stati errori, che chi li ha commessi ne paghi le conseguenze. Su questo sono sicuro che Foggia e i Foggiani non faranno un solo passo indietro».

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