In una lettera fatta pervenire alle testate giornalistiche, il difensore di Franco Landella. L’avv. Curtotti, ha voluto chiarire alcune voci che nelle scorse ore hanno interessato il suo assistito, tre la consorte e i due Consiglieri comunali raggiunti e arrestati con lo stesso capo d’imputazione del dimissionario Sindaco di Foggia, poi sospeso dal Prefetto, Raffaele Grassi; al suo posto e fino al 24 maggio p.v., termine ultimo per il ritiro delle dimissioni, sarà il vicesindaco Antonio Nembrotte Menna, come sancito dall'articolo 26 dello Statuto del Comune di Foggia che ricalca il Testo Unico degli Enti Locali, a sostituirlo.
«Il mio assistito è sereno e pronto a chiarire la sua posizione. Certamente è rimasto stupito dalla grande credibilità che è stata accordata al suo peggiore accusatore e nemico di sempre, ovvero Leonardo Iaccarino.
Attendiamo di poter leggere le carte a sostegno di questa ordinanza cautelare perché, allo stato, non ne abbiamo ancora piena contezza. E contiamo di poter rispondere quanto prima davanti al gip. Sin dal primo momento, infatti, il sindaco ha chiesto di essere ascoltato dalla Procura. E’ già successo pochi giorni fa, e oggi apprendiamo che è stato sentito mentre la richiesta cautelare era stata già avanzata.
In quella occasione i pubblici ministeri non hanno inteso rivolgergli domande a chiarimento della vicenda, nonostante la richiesta cautelare già avanzata, e questo da un po’ di amarezza.
Sono accuse che si fondano sui “si dice”, sui “parrebbe che” e su “voci”. Di concreto c’è ben poco. Le fonti di prova sono tante. Ci sono le dichiarazioni della persona offesa, la registrazione di una conversazione tra i due, quella di un colloquio avvenuto tra l’imprenditore e Iaccarino e altre intercettazioni telefoniche e ambientali».
